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HELLAS VERONA / Le Ultimissime

IL CORVO BONETTI


IL CORVO BONETTI

La domenica pomeriggio, unica mezza giornata di riposo settimanale nel cantiere nigeriano di Okpai, cuore del Delta State, passa piuttosto monotona. Soprattutto se il Verona ha giocato di sabato sera, e non sei interessato agli sport minori come la sfida Spal - Sassuolo o il campionato di cricket indiano.

L'unico svago è il gruppo whatsapp della redazione, dove però Enrico e Francesco si stanno sfidando a colpi di tesi keynesiane sul calcolo del coefficiente di attrito della plusvalenza ottenibile dalla cessione di Kumbulla. Così almeno mi pare di aver capito, ma sul più bello prendo sonno.

Nel mezzo del sonnellino pomeridiano vengo destato da alcuni colpi sommessi alla porta. Apro la porta, guardo fuori, ma non c'è nessuno. Sul container di fronte al mio, un corvo dal piumaggio nero vagamente sfumante sul blu elettrico sembra guardarmi. Bah. Torno a letto e mi riguardo per l'ennesima volta la classifica di serie A al televideo, una mania che in redazione mi ha attaccato Matteo.

Altri colpi alla porta. Apro nuovamente, e stavolta il corvo blu è proprio lì, sullo scalino davanti alla mia camera, e mi guarda con un sorriso beffardo sotto il becco.

«Did you knock?» chiedo sorpreso, chiedendomi se non sono ancora a letto sognante.

Il corvo mi guarda come se stesse dicendo «Nonostante tutte le volte che hai ascoltato Bob Dylan, la tua pronuncia di knock è veramente degna di Checco Zalone», ma risponde in ottimo inglese: «Can I enter?»

E così, vincendo il mio stupore, lo faccio entrare.

(da qui in avanti il dialogo sarà presentato in traduzione italiana per esigenze stilistiche)

«Piacere, Paolo» è la cosa più intelligente che riesco a dire.

«Piacere, Bonetti» fa il corvo accennando un buffo inchino. Sul piumaggio della schiena appare chiaramente stampato un numero 1.

«Bonetti, come il cane di Tequila e Bonetti?» getto d'istinto, ma mentre parlo già sento di avere pestato la classica digestione postprandiale. Mentre finisco la frase, vedo il corvo spazientirsi, e sento un tonfo: la foto del gruppo di Hellastory, che tengo appesa alla parete vicino alla maglia dello scudetto, è caduta a terra. La raccolgo e noto che il maestro Carlo, nella foto, ha cambiato decisamente espressione, e il suo sorriso è stato sostituito da una chiara smorfia di delusione. Sì, ha anche allargato le braccia.

Mentre ripongo la foto al suo posto, mi correggo: «Ma chiaro, Bonetti: come il Darione dei tempi di Bagnoli». Il corvo mi guarda come uno che si sta chiedendo se ci sono o ci faccio, mentre Carlo nella fotografia sta minacciando di buttarsi nuovamente dalla parete con tutto il gruppo di Hellastory. Il webmaster Andrea e Valeriano si stanno ancora pulendo la camicia dalla prima caduta e sembrano piuttosto contrariati. Davide si è mosso dalla foto per andare a intervistare Bagnoli.

Bonetti mi viene incontro: «Ma scusa, non hai visto che ho il numero 1 sulla schiena?»

E lì finalmente mi sveglio dalla sonnolenza: «Bonetti come il portiere del Chelsea degli anni Sessanta?»

«Anche Settanta, a voler ben vedere» annuisce il corvo finalmente soddisfatto «comunque sì, come lui»

«Allora tu...» l'emozione mi assale «tu saresti la versione anglofona del corvo Pizzaballa!»

«In piume e ossicini»

IL CORVO BONETTI

Peter Bonetti è stato portiere del Chelsea dal 1960 al 1975, e ha fatto parte come terzo portiere dell'Inghilterra campione del Mondo nel 1966. Nello stesso mondiale, Pierluigi Pizzaballa era il terzo portiere dell'Italia, dietro Albertosi e Anzolin.

Il corvo Bonetti si appollaia sul comodino e mi racconta con dovizia di particolari la sua storia, quando arrivò in Nigeria nel 1960 insieme a un Lord inglese delegato di sovrintendere al processo di indipendenza della Nigeria dall'Inghilterra. Il suo padrone, tifosissimo del Chelsea, gli appioppò il nome di Bonetti, fresco portiere della squadra londinese. Quando infine il Lord lasciò la terra africana, dopo l'Indipendenza proclamata il primo ottobre 1960, all'aeroporto di Lagos qualcuno fece un sacco di storie e Bonetti non potè essere imbarcato. Da allora, è in affido presso uno stregone di pratiche juju nell'abitato di Ughelli, ma lavora per corrispondenza con la Witch di Chelseastory. Storia affascinante.

«Vengo per conto del corvo Pizzaballa, mi ha chiesto lui di cercarti»

«Oh bella, come stanno il corvo e la Stria?»

«Incazzati neri, direi. Anzi, Pizzaballa sicuramente incazzato nero. La Stria, l'ultima volta che l'ho vista su Skype, aveva le mesh di colore fucsia».

«Non farei troppo umorismo sul colore del piumaggio, Bonetti: qui basta anche di meno per prendere il daspo.»

«E' proprio qui il punto, vedi? Più il Verona cresce in continuità di risultati, più la stampa tira fuori complotti razzisti, addirittura i berretti di Hitler sequestrati a Bologna. Che senso ha parlarne ancora dopo un mese? Forse perchè nel frattempo il Verona ha battuto la Juventus e diventa scomodo? Salterà fuori una telefonata di Setti a Douglas Costa che vuole aprire un outlet della Manila Grace a Sapucaia do Sul?»

«D'accordo, Bonetti, magari c'è della malafede. Però il vero problema è che ancora ci sono in giro degli idioti con i berretti di Hitler. è arrivato il momento di allontanare questa gente e di evitare che insozzino ancora il nome del Verona.»

«E' quello che gli ho detto pure io, ma loro sono in riva all'Adige tutto il giorno e schiumano rabbia. Non riescono ad essere obiettivi. Vogliono godersi il sesto posto in santa pace, senza queste macchinazioni giornalistiche. Vogliono vedere ottimo calcio e godersela fino in fondo.»

Mentre rifletto, Bonetti rincara la dose:

«C'è dell'altro che preoccupa la Stria e Pizzaballa»

«Sarebbe?»

«In città girano strani individui. Gente che gode del fatto che Cristiano Ronaldo ha segnato al Verona, ma non ha mai segnato contro la loro fantomatica squadra»

«Che squadra, scusa?»

«Vediamo, se giocasse in Inghilterra sarebbe probabilmente il NOTHING Hill»

«Ah» annuisco.

«E non è tutto. Anche CR7 è rimasto talmente indispettito da questa cosa che ha chiesto a Zverev e Procacci...»

«Nedved e Paratici...»

«Vabbè, quelli lì, di essere ceduto in prestito, per il prossimo anno, ad una squadra che milita nella stessa categoria di questi millantatori. Pare quindi che per accostamento cromatico sia molto vicino all'Ascoli.»

«CR7 all'Ascoli? Massimo non mi ha detto niente. Ma siamo sicuri?»

«No, in effetti no. La Stria di Hellastory ha guardato nella sfera di cristallo e..»

«Scusa, sfera di cristallo? Non era un bottiglione di vino?»

«La smetti di interrompere? E ha visto che CR7 potrebbe più facilmente accasarsi alla Carianese o al Concamarise. O, per accostamento cromatico, alla Juventina Poiano.»

«Vuoi dire che...?»

«Voglio dire quello che ho detto! Si è fatto tardi, devo andare a propiziare la fertilità di una coppia di sposini urhobo. Il mio tutore si starà già chiedendo dove sono finito.»

«Aspetta... perchè hai raccontato a me queste cose?»

«Un giorno capirai» e così dicendo, Bonetti spicca un volo verso il palo di destra, degno del Pizzaballa dei tempi migliori, e si perde nella foresta nigeriana.

Paolo



Hellastory, 13/02/2020

MASTER OF NONE


L'inizio del terribile calendario di febbraio offre un paio di impressioni a caldo: 1) che il Verona è vivo e combatte, 2) che però è stato indebolito in attacco dal mercato di gennaio perché giocatori come Ngonge e Djiuric non sono facili da sostituire. A bocce ferme, quindi con maggior consapevolezza, possiamo invece realizzare che nel corso di gennaio abbiamo assistito a 3 eventi importanti, 2 dei quali francamente inusuali. In primo luogo, l'importante cessione di talento finalizzata a sistemare i conti societari. In secondo luogo, una serie di operazioni di mercato volte essenzialmente a lasciar andare quei giocatori che non si sentivano più parte del progetto. In terzo luogo, la bocciatura del sequestro delle azioni del Verona in sede di appello. Se però i primi due li abbiamo metabolizzati dal punto di vista affettivo oltre che tecnico costringendo i tifosi ad affidarsi completamente alla bontà del lavoro di Sogliano e Baroni e alla speranza che i nostri avversari non si siano adeguatamente rinforzati nel frattempo, il terzo apre a scenari che non riusciamo a valutare nella sua complessità.

[continua]

Qual è stato il miglior gialloblu in campo in

H.Verona-Udinese?



H.Verona    Udinese


Bonazzoli F.

Cabal J.

Centonze F.

Coppola D.

Duda O.

Folorunsho M.

Lazovic D.

Magnani G.

Mitrovic S.

Montipò L.

Noslin T.

Serdar S.

Silva D.

Suslov T.

Swiderski K.

Vinagre R.


 


Riepilogo stagionale e classifica generale




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