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HELLAS VERONA / Le Ultimissime

IL PUNTO ALLA DODICESIMA


IL PUNTO ALLA DODICESIMA

Diciamo la verità: nessuno di noi, nemmeno il più pessimista, avrebbe immaginato di essere sul fondo della classifica, dopo 12 giornate di campionato, con soli 6 punti. E dico "dopo 12 giornate" per evitare di scrivere "un terzo di campionato" perché, pur non modificando nulla nella sostanza, la prima modalità di espressione ci dà più conforto, illudendoci di essere ancora solo all'inizio. Mai come in questo momento c'è bisogno di aggrapparsi a tutto, per alimentare la positività e l'idea che questa sia solo una difficoltà passeggera.

La storia dell'Hellas ci mostra che questo tuttavia non è il peggiore avvio di campionato di sempre in serie A. Il Verona di Bagnoli nel 1989-90 aveva fatto di peggio, con soli 4 punti conquistati, frutto di 4 pareggi. Curioso notare che anche allora alla dodicesima giornata il Verona aveva perso contro il Bologna: 1-0 al Dall'Ara, con un gol di quel Marronaro di cui Valeriano ci ha parlato in occasione del recente Verona – Udinese.

Proprio quel Verona della stagione 89-90 può darci motivo di sperare in una rimonta che, ad oggi, pare piuttosto improbabile e legata soprattutto a due fattori: il rientro di Luca Toni e il mercato di gennaio. Più il primo, a dire la verità: impensabile che la società abbia le risorse per andare sul mercato di gennaio a rivoluzionare l'organico. Verrebbe anche il dubbio che ce ne sia la volontà, oltre che le possibilità, ma qui si aprirebbe un discorso troppo complesso.

IL PUNTO ALLA DODICESIMA

Il Verona di Bagnoli, come molti ricordano, colse la prima vittoria in campionato solo alla 14ma giornata andando a vincere 1-0 sul campo del Genoa. Alla fine se la giocò fino all'ultima giornata, e fu condannato dal Cesena in una gara - spareggio, dopo aver battuto il Milan di Sacchi lanciato verso lo scudetto che andò invece al Napoli. Alla dodicesima giornata, i gol messi a segno erano stati solo 7, con migliori marcatori Gutierrez e Iorio con 2 reti rispettivamente; 19 invece le reti subite, di cui 7 nelle 2 gare contro Juventus e Inter che avevano passeggiato al Bentegodi. Pressoché gli stessi numeri del Verona di Mandorlini, che ha segnato soltanto un gol in più (8 reti totali, con miglior marcatore Pisano) e ne ha subiti sempre 19.

Ci siamo spesso detti che se il campionato 89-90 fosse durato un paio di partite in più forse l'Hellas si sarebbe salvato; se la squadra di Mandorlini fosse capace di una simile rimonta, avrebbe a disposizione 4 partite in più per raddrizzare le sorti. Tenuto sempre conto che parte da un "tesoretto" di 6 punti anziché 4.

Nemmeno il Verona di Gigi Cagni, edizione 1996-97, aveva fatto peggio di oggi: alla 12ma giornata aveva 7 punti frutto di 1 vittoria e 4 pareggi, 11 gol fatti e 23 subiti.

In quanto al Verona di Mascalaito – Chiappella nel 78-79, alla 12ma giornata era penultimo in classifica con 7 punti, frutto di 5 pareggi e 1 vittoria: con l'attuale sistema di punteggio avrebbe avuto 8 punti. Nelle restanti 18 partite di campionato fu in grado di raccogliere solo altri 8 punti, finendo ultimo con 15 punti e retrocedendo in serie B. Anche qui, curioso, alla 12ma giornata il Verona aveva subito 19 reti. Ne aveva segnata 1 in più rispetto alla squadra di Mandorlini: 9.

IL PUNTO ALLA DODICESIMA

Se proprio vogliamo trovare esempio in una rimonta terminata bene, possiamo volgere lo sguardo alla stagione 1999-2000, quando alla guida dell'Hellas c'era Prandelli. La squadra gialloblu partì male ma si salvò poi con ampio anticipo, finendo addirittura al nono posto in classifica con 43 punti (campionato a 18 squadre). Alla dodicesima giornata però la situazione era già abbastanza sotto controllo, con 11 punti frutto di 3 vittorie e 2 pareggi. Ad averceli oggi, 11 punti in 12 gare, non faremmo salti di gioia ma vedremmo tutto con una prospettiva diversa. Invece si fatica ad immaginare come una squadra che sin qui è stata incapace di cogliere una sola vittoria e viaggia alla media di 1 punto ogni 2 gare, possa nelle restanti 26 partite di campionato innestare una marcia completamente diversa. Sia ben chiaro, non servirà nemmeno viaggiare alla media di 1 punto a partita da qui alla fine: vorrebbe dire finire a 32 punti, che sono sicuramente insufficienti per salvarsi. Specie in un campionato come questo dove, non essendoci più la Juventus rullo compressore, le pericolanti riescono a cogliere qualche punto insperato qua e là. Non è un caso se Frosinone e Chievo hanno pareggiato allo Stadium. Anche quei punti, nell'ottica finale della salvezza, potrebbero pesare maledettamente.

Discutendo in redazione, Davide ha espresso un concetto condiviso a buon senso da tutti: possiamo sperare di agguantare la salvezza a patto di girare a fine andata a non meno di 15-16 punti. Non possiamo certo pretendere un ritorno a medie da marziani.

Guardando alle passate 2 stagioni, la squadra di Mandorlini ha fatto i seguenti punti:

Stagione Punti all'Andata Punti al Ritorno
2013-14 32 22
2014-15 21 25

Non prenderei a riferimento i 32 punti dell'andata 2013-14. Quelli erano frutto di una situazione irripetibile: l'entusiasmo per il ritorno in A, una preparazione fatta per partire a razzo, un calendario che ci aveva fatto incontrare in casa le altre 2 neopromosse e un paio di squadre ai minimi storici di forma, come il Cagliari e la Samp pre – Mihajlovic. E, non ultimo, l'esplosione di Jorginho, Iturbe, e Romulo. Toni a parte.

Per il resto, il nostro livello sembra attestarsi su 21-25 punti a girone. Lo scorso anno si cambiò marcia con il recupero di tutti i "titolari": Obbadi e Sala in primis. Proprio quel Sala che quest'anno rischia di diventare il capro espiatorio di una situazione nella quale, a mio modo di vedere, non ha più colpe di altri. E' un ragazzo di 23 anni a cui abbiamo messo addosso una responsabilità eccessiva: quella di caricarsi la squadra sulle spalle e di condurla alla salvezza. Toni, dall'alto della sua esperienza, potrà farsi carico di tante aspettative senza patirne. Il problema vero, casomai, è capire in che condizioni fisiche tornerà in campo, e se riuscirà subito ad essere determinante. Magari basterà la sua sola presenza a togliere pressione sugli altri giocatori, e a sbloccare definitivamente quella che sembra ormai una maledizione. La cosa che in assoluto mi fa stare meno tranquillo è che abbiamo i punti che meritiamo: non possiamo recriminare su molto. Non ricordo partite con clamorosi errori arbitrali, o dominate al punto di chiamare in causa la sfortuna. Niente caterve di pali, portieri avversari in stato di grazia, o salvataggi sulla linea alla disperata: la verità è che in area avversaria ci arriviamo raramente. Per assurdo, ha più rimpianti il Carpi che ha visto sfumare 2 punti a un soffio dal triplice fischio arbitrale.

A meno di clamorosi tracolli, è evidente che la società ha deciso di continuare con Mandorlini. Della conferenza stampa della scorsa settimana mi è rimasto un netto messaggio: "Ho fatto la storia a Verona, fidatevi". Altro non possiamo fare se non fidarci. C'è bisogno di ottimismo, di qualcuno che ci dica "vedrete che andrà tutto bene". Perché andrà tutto bene. A patto di darci una mossa.

Paolo

Confronti alla 12ma giornata

Squadra Giocate V N P RF RS Punti*
Verona 78-79 12 1 5 6 9 19 8
Verona 89-90 12 0 4 8 7 19 4
Verona 96-97 12 1 4 7 11 23 7
Verona 99-00 12 3 2 7 7 17 11
Verona 15-16 12 0 6 6 8 19 6

* attualizzati alla regola dei 3 punti a vittoria
V = vinte; N = nulle; P = perse
RF = reti fatte; RS = reti subite

Hellastory, 18/11/2015

LA GUERRA DI TRINCEA HA FUNZIONATO


Il confronto diretto del Verona con l'Empoli è la sintesi di questo girone di ritorno. Una squadra rognosa la nostra, difficile da affrontare, disposta a concedere pochissimo all'avversario di turno. Sulla salvezza, onestamente, ero abbastanza sereno. Troppe combinazioni negative si sarebbero dovute verificare contemporaneamente. Ma vincere ad Empoli non l'avevo proprio messo in conto. Sogliano conquista la sua terza salvezza consecutiva. Era stato chiaro, durante la settimana: mentre altri fanno le celebrazioni per lo storico scudetto (che Dio benedica quegli eroi!), e altri ancora si lasciano andare a fantasie intorno ad un nuovo stadio (a questo punto, ipotizzo di proprietà), noi dobbiamo pensare unicamente alla salvezza. E non è affatto vero che tutto, nel mondo del calcio, sia scontato o già scritto in partenza: la Lazio, che aveva imposto il pareggio all'Inter in casa sua, non è riuscita a battere il Lecce all'Olimpico pur giocando un tempo intero in superiorità numerica. Perdendo, di conseguenza, anche l'opportunità di un piazzamento nelle coppe europee. Per non parlare del tracollo interno dell'Atalanta, evidentemente sazia, ad opera del Parma capace di fermare prima il Napoli campione d'Italia e di ribaltare il risultato a Bergamo nel secondo tempo. Ma anche il successo dei nostri ragazzi ha dell'incredibile vista la stanchezza emotiva con la quale sono arrivati a giocarsi la partita.

[continua]

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