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PROSSIMO IMPEGNO
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Verona e le Coppe Europee: un rapporto che si è concluso bruscamente il 16 marzo 1988 a Brema. I gialloblu di Bagnoli cercarono inutilmente di rimontare la sconfitta patita 2 settimane prima al Bentegodi, quando un gol del gigante Neubarth siglò il definitivo 1-0. Si fronteggiavano in quel quarto di finale due squadre in fasi decisamente opposte: mentre il Verona aveva già passato il suo periodo migliore, culminato con lo scudetto nel 1984-85, e stava per chiudere il suo splendido ciclo, il Werder Brema si apprestava a vincere la Bundesliga in quella stessa stagione 1987-88, gettando le basi per successivi anni carichi di successi in campo nazionale e internazionale.
Verona e il Verona non hanno mai abbandonato il sogno di giocare nuovamente in Europa.
Le partecipazioni gialloblu alle coppe europee più nobili sono in tutto tre, 2 in Coppa Uefa e 1 in Coppa dei Campioni, con un bilancio di tutto rispetto: 16 incontri, 8 vittorie, 6 pareggi, e 2 sole sconfitte, quella casalinga contro il Werder e quella, contestatissima, del Comunale di Torino nel ritorno degli ottavi di Coppa Campioni contro la Juventus, edizione 1985-86. Nella prima partecipazione alla Coppa Uefa, edizione 1983-84, il Verona era uscito ai sedicesimi senza mai perdere, per mano dello Sturm Graz.
Accanto a queste competizioni principali, nell'albo internazionale del Verona compaiono le partecipazioni alla Mitropa Cup (1969-70 e 1982-83), alla Coppa delle Alpi (1960, 1969, 1971), al Torneo Anglo-Italiano (1971, 1973) e alla coppa Rappan (1978). In queste competizioni minori il nostro Verona a quanto pare si è «impegnato di meno», collezionando solo 7 vittorie e ben 18 sconfitte in 30 incontri.
Andando a ben vedere, negli scaffali della storia gialloblu si annida anche un torneo europeo, non riconosciuto dall'UEFA, che è stato dai più dimenticato. Si tratta del Torneo Italo – Bulgaro, altrimenti detto «Intersport», che venne disputato nella tarda primavera del 1970.
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L'inizio del terribile calendario di febbraio offre un paio di impressioni a caldo: 1) che il Verona è vivo e combatte, 2) che però è stato indebolito in attacco dal mercato di gennaio perché giocatori come Ngonge e Djiuric non sono facili da sostituire. A bocce ferme, quindi con maggior consapevolezza, possiamo invece realizzare che nel corso di gennaio abbiamo assistito a 3 eventi importanti, 2 dei quali francamente inusuali. In primo luogo, l'importante cessione di talento finalizzata a sistemare i conti societari. In secondo luogo, una serie di operazioni di mercato volte essenzialmente a lasciar andare quei giocatori che non si sentivano più parte del progetto. In terzo luogo, la bocciatura del sequestro delle azioni del Verona in sede di appello. Se però i primi due li abbiamo metabolizzati dal punto di vista affettivo oltre che tecnico costringendo i tifosi ad affidarsi completamente alla bontà del lavoro di Sogliano e Baroni e alla speranza che i nostri avversari non si siano adeguatamente rinforzati nel frattempo, il terzo apre a scenari che non riusciamo a valutare nella sua complessità.
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