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Il 31 maggio 1967, esattamente 49 anni fa, la squadra Primavera del Verona conquistava il suo primo titolo nazionale, battendo nella finale di Salsomaggiore i pari età della Sampdoria. La vittoria in finale fu conquistata col punteggio di 2-1, siglato dalle reti di Pasetto e Pangrazio.
Un successo bissato anche l'anno successivo, nella stagione 1967-68, con un gruppo di ragazzi di talento, pochi dei quali però hanno poi avuto fortuna nel calcio che conta. Il nome più noto ai tifosi veronesi è quello di Mario Giacomi, portiere titolare del campionato Primavera 1967-68, mentre l'anno prima era riserva di Bertucco.
Per parlare di quei successi, e proseguire nel contempo il nostro viaggio attraverso i veronesi che hanno indossato la maglia del Verona, siamo andati ad incontrare Dino Gobbi, classe 1949, stopper di quella Primavera campione d'Italia.
Dino Gobbi può vantare anche 8 presenze con la prima squadra, avendo esordito in serie A in Juventus - Verona del 14 febbraio 1971, partita della quale abbiamo parlato in modo approfondito in occasione di un altro incontro speciale, quello con Fausto Nosè, anche lui esordiente in A quel giorno.
Con Gobbi abbiamo parlato del Verona di quegli anni, del settore giovanile, ma non solo: chi avrà pazienza di leggere scoprirà anche che nel 1966 il Veneto vinse il Torneo Nazionale Allievi con una Rappresentativa poco veneta e molto... veronese.
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L'inizio del terribile calendario di febbraio offre un paio di impressioni a caldo: 1) che il Verona è vivo e combatte, 2) che però è stato indebolito in attacco dal mercato di gennaio perché giocatori come Ngonge e Djiuric non sono facili da sostituire. A bocce ferme, quindi con maggior consapevolezza, possiamo invece realizzare che nel corso di gennaio abbiamo assistito a 3 eventi importanti, 2 dei quali francamente inusuali. In primo luogo, l'importante cessione di talento finalizzata a sistemare i conti societari. In secondo luogo, una serie di operazioni di mercato volte essenzialmente a lasciar andare quei giocatori che non si sentivano più parte del progetto. In terzo luogo, la bocciatura del sequestro delle azioni del Verona in sede di appello. Se però i primi due li abbiamo metabolizzati dal punto di vista affettivo oltre che tecnico costringendo i tifosi ad affidarsi completamente alla bontà del lavoro di Sogliano e Baroni e alla speranza che i nostri avversari non si siano adeguatamente rinforzati nel frattempo, il terzo apre a scenari che non riusciamo a valutare nella sua complessità.
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