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POZZAN - LIDDAS, STORIA DI UNA SALVEZZA SOFFERTA


POZZAN - LIDDAS, STORIA DI UNA SALVEZZA SOFFERTA

Il 4 novembre 1973, 43 anni fa, se ne andava Ugo Pozzan, uno dei massimi protagonisti della storia del Verona, dapprima come calciatore, e successivamente come allenatore.
All'età di soli 44 anni Pozzan fu stroncato dalla leucemia, diagnosticatagli a Verona solo poche settimane prima, quando era ancora allenatore del Pisa nel campionato di serie C.

A Pozzan allenatore è legato il ricordo di uno dei campionati di serie B più sofferti dall'Hellas, quello del 1966-67, esattamente 50 stagioni orsono. Partito con propositi ambiziosi, il Verona di Omero Tognon si trova fin da subito invischiato nella lotta per non retrocedere. Il primo successo arriva solo alla nona giornata, in casa contro il Potenza: 1-0 firmato dal brasiliano Da Costa. Il suo gol partita è appena il terzo segnato dal Verona in quell'avvio stentato di campionato.

Nonostante un pareggio a Genova contro il Genoa (1-1) alla decima giornata, il Verona è ancora in acque pericolose, 1 solo punto al di sopra della quartultima piazza che decreta l'ultimo posto per la retrocessione in serie C. La società decide di allontanare Tognon e di affidare la squadra a Ugo Pozzan, allenatore della De Martino, grande conoscitore dell'ambiente gialloblu. A lui, a partire dalla 18ma giornata, si affianca il “barone” Nils Liedholm in veste di Direttore Tecnico. Una formula che fa sicuramente storcere il naso ai più scaramantici: non è ancora del tutto lontano il ricordo dell'infelice formula allenatore – direttore tecnico con cui il Verona aveva affrontato lo spareggio con il Bari nella stagione 1957-58.

L'Hellas chiude l'andata al quartultimo posto, con 16 punti, in compagnia di Genoa e Salernitana. Al di sotto, restano solo Arezzo e Savona (14 punti) e Alessandria (12).

L'avvio di ritorno è discreto: il Verona, nelle prime 7 partite, perde solo a Genova con la Sampdoria e a Varese. Queste due sono le squadre al comando della classifica e che a fine campionato conquisteranno la promozione in serie A. Due vittorie, ad Alessandria e contro il Catania, e 3 pareggi, non sono tuttavia sufficienti ad uscire dalla zona calda e i gialloblu, alla 26ma giornata, sono appena un punto sopra la quartultima piazza, occupata da Pisa e Salernitana. All'ottava giornata, la pesante battuta d'arresto casalinga contro la Reggiana, che si impone al Bentegodi per 1-0 con un gol di Volpato, rischia di compromettere la rincorsa alla salvezza. Ora la classifica recita: Verona, Pisa e Salernitana punti 23; Arezzo e Alessandria punti 19.

Da aprile in avanti il Verona cambia marcia: 5 vittorie e 1 pareggio in 8 gare portano i gialloblu addirittura all'ottavo posto, a quota 34, in una classifica cortissima. Il quartultimo posto è a quota 31, occupato da Pisa e Savona.
Il 4 giugno 1967 al Bentegodi arriva il Messina, che divide con il Verona l'ottava piazza in classifica. Sarebbe l'occasione propizia per chiudere i conti salvezza in anticipo. E' la giornata in cui i ragazzi della Primavera di Conti festeggiano con il giro d'onore la recente conquista del campionato italiano di serie B. Il pubblico veronese, dopo essersi spellato le mani per i ragazzi gialloblu, assiste ad una sconcertante sconfitta dell'Hellas, maturata negli ultimi 3 minuti di gara, quando i siciliani vanno a segno con Villa e Bonetti e si impongono per 2-0. Nel frattempo, il Savona batte la capolista Sampdoria e il Pisa demolisce 5-1 il Catanzaro. La classifica ora è preoccupante: Verona 34, Pisa, Livorno, Savona e Novara 33; Arezzo 31; Alessandria 29 e Salernitana 25.

La penultima giornata è scontro diretto con il Pisa di De Min, Ripari e Mascetti. Finisce 2-1 con l'autorete di Sega nel primo tempo, e il raddoppio del pisano Galli al 75'; a nulla serve la rete del terzino gialloblu Petrelli. Così, all'ultima giornata, il Verona si ritrova quartultimo, alla pari di Savona e Novara, e si gioca il tutto per tutto al Bentegodi contro il Livorno, che staziona solo un punto più sopra.
Con Salernitana, Alessandria e Arezzo già matematicamente retrocesse, rimane un posto ancora per la retrocessione in serie C.

POZZAN - LIDDAS, STORIA DI UNA SALVEZZA SOFFERTA

Dramma per 5 squadre, titola il quotidiano veronese L'Arena, in presentazione della domenica decisiva. Al Livorno, squadra allenata da Carlo Parola, basta il pareggio per essere sicuro della salvezza. Al Verona invece serve assolutamente una vittoria. Un punto potrebbe non bastare, con il rischio di trovarsi a giocare l'epilogo degli spareggi a due o più squadre. Parola è consapevole della difficoltà di giocarsi un'intera stagione davanti al pubblico del Bentegodi: “Non sembri un paradosso, ma avremmo preferito incontrare i gialloblu alla pari con noi: avremmo trovato tutt'altro ambiente al Bentegodi. Un pareggio avrebbe allora accontentato tutti. Invece così è prevedibile che gli scaligeri partiranno all'arrembaggio, giocando il tutto per tutto per vincere.” Praticamente Parola si rammarica di non poter fare un "biscotto" per la salvezza!

Si gioca al Bentegodi il 18 giugno 1967, alle ore 18.00. Dopo solo 2 minuti di gioco la gara è già in discesa per i gialloblu di Liedholm e Pozzan: Savoia parte palla al piede dalla metà campo, salta in dribbling due avversari e, dopo aver scambiato con Bonatti che gli restituisce palla centralmente, batte il portiere toscano Pezzullo.
Ci vuole quasi un'ora di gioco per trovare il gol della tranquillità, opera di Sega. La firma finale sull'incontro e sul campionato la pone Scaratti. Finisce 3-0 per il Verona, anche se non c'è molta voglia di festeggiare, dato che ben altre erano le premesse del campionato gialloblu.

A fine gara Ugo Pozzan racconta così gli ultimi novanta minuti di passione ai taccuini de L'Arena: “Ho un peso sullo stomaco. Un groppo che non va né in giù né in su. Sono contento della prova offerta dai ragazzi, che si sono battuti tutti con ammirevole impegno. Debbo aggiungere che non ho mai messo in dubbio la vittoria. (...) Mi dispiace per il Livorno, che però si è salvato lo stesso”.
Difatti, la concomitante sconfitta 2-1 del Savona a Catania sancisce la retrocessione dei liguri, quartultimi a quota 34, mentre il Novara, battendo il Genoa, chiude a 36 punti con Verona, Pisa e il Genoa stesso.

Qualche giorno dopo, la società gialloblu, dove Garonzi ha ormai assunto pienamente le redini dopo le dimissioni del commissario Bonazzi, decide di confermare il duo Liedholm – Pozzan per la stagione successiva. Che, a differenza di quella appena conclusa, sarà foriera di successo.

Pozzan, oltre alle 2 stagioni di serie B 1966-67 e 1967-68, allenerà il Verona anche in serie A, nel 1970-71 subentrando a Lucchi, e nel 1971-72. Ugo Pozzan è tutt'oggi il sesto allenatore di sempre del Verona come presenze in panchina: ben 134. Davanti a lui ci sono solo Bagnoli, Piccioli, Cadè, Mandorlini e Vanicsek.

Paolo


La foto di Pozzan in maglia azzurra è tratta da Solocalcio.com

[Leggi la scheda di Ugo Pozzan]

[Vai alla pagina su Hellastory]

Hellastory, 04/11/2016

LA GUERRA DI TRINCEA HA FUNZIONATO


Il confronto diretto del Verona con l'Empoli è la sintesi di questo girone di ritorno. Una squadra rognosa la nostra, difficile da affrontare, disposta a concedere pochissimo all'avversario di turno. Sulla salvezza, onestamente, ero abbastanza sereno. Troppe combinazioni negative si sarebbero dovute verificare contemporaneamente. Ma vincere ad Empoli non l'avevo proprio messo in conto. Sogliano conquista la sua terza salvezza consecutiva. Era stato chiaro, durante la settimana: mentre altri fanno le celebrazioni per lo storico scudetto (che Dio benedica quegli eroi!), e altri ancora si lasciano andare a fantasie intorno ad un nuovo stadio (a questo punto, ipotizzo di proprietà), noi dobbiamo pensare unicamente alla salvezza. E non è affatto vero che tutto, nel mondo del calcio, sia scontato o già scritto in partenza: la Lazio, che aveva imposto il pareggio all'Inter in casa sua, non è riuscita a battere il Lecce all'Olimpico pur giocando un tempo intero in superiorità numerica. Perdendo, di conseguenza, anche l'opportunità di un piazzamento nelle coppe europee. Per non parlare del tracollo interno dell'Atalanta, evidentemente sazia, ad opera del Parma capace di fermare prima il Napoli campione d'Italia e di ribaltare il risultato a Bergamo nel secondo tempo. Ma anche il successo dei nostri ragazzi ha dell'incredibile vista la stanchezza emotiva con la quale sono arrivati a giocarsi la partita.

[continua]

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