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HELLAS VERONA / Le Ultimissime

RIMMEL


RIMMEL

Santa voglia di vivere e dolce venere di rimmel, cantava De Gregori, raccontando di una storia d'amore finita, con una ragazza che non si era mostrata così com'era in realtà ma sempre troppo truccata, troppo costruita, troppo finta anche nei comportamenti.

Bene, non vogliamo fare questa fine. La santa voglia di vivere ci porta a non voler nemmeno lontanamente pensare che il Verona sia una “venere di rimmel” e che le prime tredici partite fossero solo un artifizio.

In realtà sappiamo bene tutti che non lo era. Non vinci certe partite bluffando. Non giochi un certo tipo di calcio se non sei capace di giocarlo.

Puoi, volendo, simulare un amore, qualcuna di brava anche un orgasmo, ma non certo una superiorità tattica e ne tanto meno una schiacciante superiorità tecnica.

Su questo penso che siamo tutti concordi: quel Verona l'abbiamo visto tutti giocare e portarsi a casa i risultati. Poi lasciamo stare che qualcuno “a me Pecchia non ha mai convinto” , magari a posteriori, e che “si ma i retropassaggi...ok ma nel secondo tempo mi annoio...” queste sono tutte fesserie dette da chi trova sempre qualcosa da ridire. Vorrei vedere bene se questi signori non tornerebbero indietro a quelle partite noiose (e comunque resto dell'idea che si può sempre stare a casa a guardare dell'altro se ci si annoia col Verona).

Allora, assodato che Pecchia aveva in mano un poker vero e non i “quattro assi di un colore solo” , come raccontava De Gregori, resta da capire il perché di una involuzione così brusca. Possiamo relegare le partite con Novara e il pareggio contro il Perugia ad una serie fortuita di episodi sfavorevoli, però è innegabile che la gara di Cittadella e quella contro il Vicenza non siano proprio state giocate. Anche quella contro il Perugia è stata in qualche maniera “non giocata”, però per lo meno due gol li abbiamo fatti e pragmaticamente è quello che maggiormente interessa.

All'inizio della stagione, guardando rosa e prime partite avevamo diverse certezze. Pensavamo di avere un'ottima coppia di attaccanti centrali, anche se avevamo riserve su quanto avrebbe potuto rendere Pazzini mentre eravamo più positivi pensando al giovane Ganz che si pensava potesse essere una vera macchina da gol. Pensavamo poi di essere ben forniti come esterni d'attacco, Luppi appariva come giocatore molto concreto e dinamico, Siligardi poteva rifarsi di una annata veramente grigia e tornare a giocare ai livelli di Livorno, Juanito in serie B aveva sempre fatto molto bene, Fares giovane e promettente doveva solo essere lanciato. Poi a centrocampo avevamo un vero e proprio crack come Romulo finalmente ritornato in forma, Bessa che illuminava il gioco, Fossati onnipresente factotum, Zuculini letale in copertura e scatenato in fase offensiva. In difesa avevamo dei dubbi più che altro legati alla scarsità di sostituti all'altezza nel ruolo di terzino e un po' più rincuorati come centrali dall'arrivo di Cherubin e Caracciolo a dar man forte al pur sempre fragile Bianchetti. In porta Nicolas dava abbastanza garanzie.

Dopo la gara di Vicenza invece ci sembra di essere rimasti con un pugno di mosche in mano e con un sacco di certezze letteralmente smontate.

Attacco praticamente dipendente da Pazzini visto che Ganz si è dimostrato un mero finalizzatore che deve essere servito davanti alla porta. Gli esterni passati da offensivi a inoffensivi: Luppi senza più smalto, Siligardi una giocata vincente ogni venti, Juanito sempre ai box, Fares in crisi adolescenziale, Troianiello oramai un ex giocatore (ma non avevamo mai avuto dubbi). Il crack Romulo sembra sull'orlo dell'ennesimo crack fisico: confuso, senza più sprint, arruffone, litigioso ed egoista. Passi che giochi male da terzino, passi anche che da esterno offensivo non renda, ma da mezzala destra dovrebbe spaccare il mondo anche a mezzo servizio! Lo stesso Bessa sembra appannato, sballottato tra regia, mezzala e esterno d'attacco (vista la latitanza dei titolari in quel ruolo), Fossati tira la carretta da solo ma non può fare miracoli, Valoti discontinuo e quindi inaffidabile come nemmeno il peggior Giacomarro, Zuculini passa più tempo sui lettini che ad allenarsi. Zaccagni, ecco, è l'unica nota lieta del reparto.

Non vorremmo infierire troppo sulla difesa. Ci può anche stare che non sia fenomenale se l'idea di calcio del mister è volutamente votata all'offensiva. Non abbiamo dei mostri, l'abbiamo sempre saputo, abbiamo degli onesti mestieranti, chi più (Caracciolo) chi meno (Bianchetti e Nicolas) e giocatori con il compito di attaccare più che difendere (Souprayen) mentre, questo si, non abbiamo ricambi visto i lunghi infortuni di Cherubin e di Albertazzi.

Il cuore, pur restando saldo nella fede gialloblù, trema e vede avvicinarsi spettri di sorpassi e di debacle senza fine.

La ragione invece resta salda su alcuni punti fermi:

- Siamo più forti di tutte le avversarie finora incontrate.

- Nonostante il bruttissimo periodo, dietro di noi non è ancora emersa la rivale e in ogni caso per cannare la promozione diretta di rivali ne servirebbero due.


- Dato per assodato il punto primo, considerando quanto abbiamo visto finora possiamo stare certi in una pronta ripresa, presumibilmente dopo la pausa invernale e dopo il mercato invernale.


- Il mercato di riparazione deve rinfoltire la difesa e deve per forza fare chiarezza su alcuni giocatori che sarebbe meglio per tutti partissero definitivamente (tipo Romulo, ma non solo)

- L'andamento dell'eventuale prossima stagione in serie A non sarà figlio di questa, non è mai stato così e mai lo sarà. Quindi stop alle elucubrazioni in questo senso.

- In qualsiasi modo andranno le cose, anche dovessimo vincere il campionato con 20 punti di margine ci sarà sempre più di qualcuno che si lamenterà per qualcosa e qualcun altro che diventerà matto pur di farlo smettere.

Intanto vediamo di portare a casa la pelle fino alla lunga pausa natalizia. Entella e Cesena in casa devono essere 6 punti sicuri, anche se non siamo più belli, anche se siamo sfiancati, anche se giochiamo impauriti, anche se pensiamo che a gennaio magari andiamo da un'altra parte, anche se pensiamo di essere figli di papà già arrivati, anche se ci fa ancora fastidio il pube o abbiamo un pochina di lombalgia.

Che poi, non siamo mica così fessi come De Gregori, noi.

Valeriano



Hellastory, 12/12/2016

MASTER OF NONE


L'inizio del terribile calendario di febbraio offre un paio di impressioni a caldo: 1) che il Verona è vivo e combatte, 2) che però è stato indebolito in attacco dal mercato di gennaio perché giocatori come Ngonge e Djiuric non sono facili da sostituire. A bocce ferme, quindi con maggior consapevolezza, possiamo invece realizzare che nel corso di gennaio abbiamo assistito a 3 eventi importanti, 2 dei quali francamente inusuali. In primo luogo, l'importante cessione di talento finalizzata a sistemare i conti societari. In secondo luogo, una serie di operazioni di mercato volte essenzialmente a lasciar andare quei giocatori che non si sentivano più parte del progetto. In terzo luogo, la bocciatura del sequestro delle azioni del Verona in sede di appello. Se però i primi due li abbiamo metabolizzati dal punto di vista affettivo oltre che tecnico costringendo i tifosi ad affidarsi completamente alla bontà del lavoro di Sogliano e Baroni e alla speranza che i nostri avversari non si siano adeguatamente rinforzati nel frattempo, il terzo apre a scenari che non riusciamo a valutare nella sua complessità.

[continua]

Qual è stato il miglior gialloblu in campo in

H.Verona-Udinese?



H.Verona    Udinese


Bonazzoli F.

Cabal J.

Centonze F.

Coppola D.

Duda O.

Folorunsho M.

Lazovic D.

Magnani G.

Mitrovic S.

Montipò L.

Noslin T.

Serdar S.

Silva D.

Suslov T.

Swiderski K.

Vinagre R.


 


Riepilogo stagionale e classifica generale




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