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HELLAS VERONA / Le Ultimissime

UN'ALTRA STUPENDA STAGIONE IN A, TRA ANSIE E ANGOSCE (IMMOTIVATE)


UN'ALTRA STUPENDA STAGIONE IN A, TRA ANSIE E ANGOSCE (IMMOTIVATE)

In questo mondo pallonaro dove oramai i 90 minuti più recupero di partita vengono relegati ai margini della “notizia” è veramente difficile restare ancorati alla realtà dei fatti.

E' molto più facile lasciarsi trasportare dalla polemica, dalla non-notizia, dalla critica, disinteressata o meno, di questo o quel giornalista, tifoso o non tifoso, esperto o non esperto che sia.

L'angoscia che deriva da tutto questo bailamme attanaglia e condiziona inevitabilmente quelli che sono i giudizi sui singoli, sulla stagione e tutta la “vita da tifoso” delle persone.

La squadra quest'anno è quello che è. Ne abbiamo capito i limiti e i difetti già da diversi mesi. Non ci possiamo e non ci dobbiamo più stupire se nelle prossime sette partite ci saranno clamorosi blackout e improvvise fiammate d'orgoglio.

A parte gli evidenti problemi legati agli infortuni c'è stato un momento in cui la tenuta fisica della squadra è andata a farsi benedire, o meglio ha avuto un periodo di scarico, ed abbiamo sofferto più del dovuto, con veri e propri crolli di concentrazione. Sembrava non dovessimo rialzarci più.

In realtà era solo un momento (quasi sicuramente previsto in fase di preparazione) ed è bastato che arrivasse febbraio per rivedere una buona condizione fisica e per far si che anche l'autostima aumentasse nei giocatori.

A questo punto, con il recupero di giocatori importanti (e la minor responsabilità gravante su altri) abbiamo ricominciato a giocare e a riconquistare punti. Anche il tanto vituperato modulo 6-3-1 di Mandorlini ha cominciato a ridare frutti contando sulla concentrazione e sulla tenuta fisica. “Anche sul culo”, qualcuno può obiettare. Si, ma la fortuna non ti assiste sempre. La fortuna te la cerchi perché è vero che nell'ultimo capolavoro mandorliniano a Firenze Rafael ha parato un rigore (e forse non è solo fortuna) ma è anche vero che negli ultimi due contropiedi abbiamo avuto ancora la freschezza e la lucidità mentale per presentarci in 2-3 davanti alla porta. Cosa che magari in altre situazioni non abbiamo avuto la forza di fare perché non ce la sentivamo né in testa né nelle gambe. Quindi Verona ancora in partita dopo 90 minuti mentre Fiorentina letteralmente esplosa. Dov'è allora la fortuna?

Insomma alla fine anche quest'anno il risultato l'abbiamo portato a casa con un apprezzabile numero di giornate d'anticipo. La salvezza non è il risultato minimo: è il risultato principale. Non potevamo aspirare a niente di più, lo sappiamo ora e l'abbiamo sempre saputo. Impossibile arrivare tra le prime sei. Chi ha anche solo ventilato questa ipotesi l'ha fatto in evidente malafede. A questo punto arrivare quartultimi o settimi non è questione di vitale importanza. E' più importante piuttosto onorare fino in fondo il campionato senza cominciare con la triste sequenza di pareggi come d'abitudine di certe squadre di scarso lignaggio.

Quello che fa veramente schifo in questa situazione è vedere il malcontento che nonostante tutto serpeggia in alcuni nonostante questa stagione sia stata a tutti gli effetti una grande stagione. Non è cosa comune per il Verona degli ultimi 20 anni salvarsi in serie A. Non è una cosa scontata fare tre stagioni di fila in A e non lo sarà mai. Non siamo più negli anni '70 e nemmeno negli anni '80. Per il Verona ritagliarsi un posticino stabile in serie A è quanto di meglio si possa aspirare. Questo è bene che lo teniamo sempre presente.

Nessuno dei tifosi del Verona ha il diritto di sentirsi “sportivamente insoddisfatto” dopo questa stagione.

Il fatto di aver subito una valanga di gol è un dato che passa nettamente in secondo piano. Ne abbiamo subiti 54 finora, uno in più del Cesena. Però ne abbiamo fatti anche 37, cioè più di tutte quelle che ci stanno sotto in classifica e, udite udite, tanti quanti ne ha fatti il Sassuolo che ha gli stessi nostri punti in classifica. Potevamo prendere qualche goleada in meno, vero. Dovevamo stare più attenti in qualche occasione. La critica però poi finisce lì e si limita a quello “sveglia coglioni!” esposto in curva che equivale allo scappellotto che il padre di famiglia dà sul coppino del figlio che, da coglione appunto, prende un brutto voto a scuola.

E sul futuro? Musi lunghi perché non si sa chi sarà il mister, non si sa chi sarà il ds, non si sa chi sarà il dg, non si sa se ci sarà Setti, non si sa niente. E via con i film, con previsioni catastrofistiche, con auto fustigazioni basate su congetture a loro volta fondate sul nulla.

Vale la pena ricordare che non sono né i tifosi né i giornalisti a programmare il futuro della squadra, non siamo noi a dover decidere le mosse della società e non abbiamo mai saputo con anticipo le decisioni di Setti.

Le nostre assurde crisi d'ansia non muovono di un solo secondo quelli che sono i tempi stabiliti dalla proprietà per pianificare il futuro.

“Si ma senza Toni l'anno prossimo cosa faremo?” . Faremo come consigliava la Carrà: “se ti lascia lo sai che si fa? Trovi un altro più bello, che problemi non ha” ,senza paura di dover affrontare le novità che inevitabilmente ci saranno.

Sotto col Sassuolo, cercando di fare il meglio che possiamo, senza crisi di nervi e senza stupide esaltazioni.

Valeriano



Hellastory, 23/04/2015

MASTER OF NONE


L'inizio del terribile calendario di febbraio offre un paio di impressioni a caldo: 1) che il Verona è vivo e combatte, 2) che però è stato indebolito in attacco dal mercato di gennaio perché giocatori come Ngonge e Djiuric non sono facili da sostituire. A bocce ferme, quindi con maggior consapevolezza, possiamo invece realizzare che nel corso di gennaio abbiamo assistito a 3 eventi importanti, 2 dei quali francamente inusuali. In primo luogo, l'importante cessione di talento finalizzata a sistemare i conti societari. In secondo luogo, una serie di operazioni di mercato volte essenzialmente a lasciar andare quei giocatori che non si sentivano più parte del progetto. In terzo luogo, la bocciatura del sequestro delle azioni del Verona in sede di appello. Se però i primi due li abbiamo metabolizzati dal punto di vista affettivo oltre che tecnico costringendo i tifosi ad affidarsi completamente alla bontà del lavoro di Sogliano e Baroni e alla speranza che i nostri avversari non si siano adeguatamente rinforzati nel frattempo, il terzo apre a scenari che non riusciamo a valutare nella sua complessità.

[continua]

Qual è stato il miglior gialloblu in campo in

Atalanta-H.Verona?



Atalanta    H.Verona


Bonazzoli F.

Cabal J.

Centonze F.

Coppola D.

Dawidowicz P.

Folorunsho M.

Lazovic D.

Magnani G.

Mitrovic S.

Montipò L.

Noslin T.

Silva D.

Suslov T.

Swiderski K.

Tchatchoua J.

Vinagre R.


 


Riepilogo stagionale e classifica generale




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