Ho sempre davanti agli occhi quel sorriso da bambino, quello sguardo dolce, l'eleganza dei modi, la mano sempre tesa per essere stretta, contatto fisico di messaggi, pensieri, impressioni. Idee. Il tocco di una mano riempie lo spazio di mille parole. Il Presidente Martinelli ha cambiato la storia gialloblù, senza di lui oggi non saremmo qui. E lo ha fatto a modo suo: senza clamore, senza dover imporre se stesso e neppure la propria immagine. Non ne aveva bisogno, era superiore. Ha scoperto nel bosco il lupo ferito, affamato e febbricitante. Gli si è accostato con dolcezza, lo ha accarezzato, sfamato, accudito con sussurri di speranza. Gli ha tolto la paura. Giorno dopo giorno lo ha visto alzarsi in piedi, prima timido poi sempre più audace, lo ha visto bere il latte che gli ha portato e iniziare le prime scorribande. Prima rare, poi sempre più sicure. Ora è lontano quel bellissimo animale, tornato alla sua libertà, ha ripreso a cacciare feroce e maestoso. Dritto come una sentinella, adesso però ulula la sua solitudine perchè il suo amico non c'è più. D'ora in avanti a chi regalerà i brandelli di selvaggina?

Martinelli ha lasciato un vuoto profondo non solo ai suoi familiari, alla gente che ha lavorato con lui e per lui, ma anche a tutti noi. Ha compiuto un miracolo con il Verona abbandonato al suo destino. Senza un presente e nemmeno un futuro. Senza fiducia e con un'identità dispersa e dissolta. Ha compattato l'ambiente, lo ha razionalizzato finanziariamente, si è avvalso di collaboratori appassionati e competenti per risolvere tutto e subito. Giorno dopo giorno ha rimarginato ferite e coperto delusioni. Ha trovato nel suo profondo amore la migliore ispirazione possibile. E, alla fine, ci ha strappato via dagli inferi.

Ci sono religioni, culture, filosofie che preparano alla morte. Insegnano a morire un pochino ogni giorno. Sono omeopatiche ed escatologiche. Insegnano a non farsi mai travolgere dalle emozioni asciugando una lacrima al giorno. Come ha scritto Updike l'amore, in quanto lusinga la vita, è sempre tradimento. Il disamorato è l'uomo meglio armato. Un dio geloso. Per questo noi oggi ci sentiamo traditi e vittime di tanta gelosia.

Ma come mai tutta questa preparazione e questo studio funzionano forse solo quando riguarda con noi stessi? Come fanno a funzionare anche per chi ci sta intorno? Con le persone che amiamo? Con quelle che sono riuscite a renderci migliori? Con il gioco del pallone (altra lusinga della vita) e i suoi eroi? Cosa c'entrano loro?

Non sarà facile ricominciare adesso. Però lo dobbiamo per rispetto suo, del suo sorriso, delle sue mani.

Massimo

Colonna sonora: You'll Never Walk Alone, al pianoforte di Nina Simone. Senza una parola.

Nota finale: della partita, giocata essenzialmente in omaggio al Presidente, ci sarà tempo e modo di parlare. Oggi contava solo vincere e così è stato.