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HELLAS VERONA / Canone Inverso

TANTE IDEE


TANTE IDEE

Dopo Quagliarella, Paulinho. Anzi Paulinho, pace all'anima sua e alla sua avidità, più di Quagliarella perché ci ha rovinato la festa. Molto più anche di quel Pablo Gonzales dell'estate scorsa che, innamorato della sua Novara, si è perso definitivamente in un campionato tanto mediocre da retrocedere in Lega Pro. Il brasiliano era proprio l'attaccante giusto: poteva fare la seconda punta a fianco di Toni o Rabusic, o il vertice offensivo con Gomez a suo fianco in una versione esterna per sfruttare gli spazi e il contropiede; conosceva il calcio italiano ed ha personalità sufficiente per affrontare qualunque avversario. Naturalmente ce ne faremo una ragione. Ma ci vuole il tempo di un nome nuovo. L'anno scorso è esploso Iturbe e tra quindici giorni ce ne sarà un altro. È chiaro che, con le partenze di Iturbe e Romulo (ma anche di Maietta e Donadel), insieme a Tachtsidis e Christodoulopoulos doveva rappresentare il fiore all'occhiello del nuovo Hellas. Ora però il Verona ha liquidità sufficiente per tentare un attaccante di questo spessore. Magari uno che sia anche tanto intelligente da comprendere quanto è fortunato.

L'idea che ossessiona in questo periodo i vertici gialloblu è confermarsi è difficile. Siamo sui livelli, più o meno, del prima i 40 punti dell'anno scorso. È corretto partire su basi solide. Basta non prendersi troppo sul serio e finire per condizionarsi la vita. Nel calcio basta poco. Ai Mondiali il Brasile si è sciolto nell'ansia di dover dimostrare a tutti i costi di valere qualcosa, l'Italia non è mai decollata bloccata dalla propria incapacità di adattarsi alle situazioni: appena superata la salita inglese non ha saputo affrontare né la discesa (Costarica), né la pianura (Uruguay). Entrambe si sono prese troppo sul serio e sono implose manifestando fragilità incomprensibili. Il Verona, fintanto che si divertiva, ha giocato e divertito. Quando ha cominciato a porsi di fronte un obiettivo (la salvezza prima e un posto UEFA poi) si è complicato la vita e si è fermato. Si è complessato.

È cambiata la geografia all'interno dello spogliatoio gialloblu. Questo anche in funzione del nuovo percorso. Abbiamo perso un po' di farfalle sudamericane, ma acquisito senso pratico mediterraneo (greci e marocchini) e la giusta cattiveria dell'est (abbiamo moldavi, serbi, croati, sloveni, cechi e perfino georgiani). Marinai, pastori e soldati al posto di poeti, cantanti e studenti universitari (Pillud, Marquinho, Martinho, Cirigliano).

Tra i giovani, quest'anno, l'Hellas punta molto su Sala. Protagonista positivo nel finale di campionato, può coprire più ruoli nella fascia destra mostrando sensibilità e duttilità tattica. Non credo sia un caso meramente estetico il fatto che la società lo abbia scelto come uomo immagine – a fianco di Toni – nella presentazione della nuova maglia. Anche il presidente, nella presentazione, si è soffermato su di lui. Sui giovani, comunque, il Verona ha svoltato. Ha rinunciato a Donsah, è vero, (ma c'è dietro l'affare Tachtsidis scippato al Cagliari perché voluto da Zeman), ma Gatto e Torregrossa vanno a giocarsi le loro chance in serie B, qualche altro va in Lega Pro e non certo per fare panchina. In più, in ritiro c'è qualche '93 che alla fine potrebbe anche sorprenderci (Bianchetti, Zampano e Valoti).

Il vero problema, oltre all'attaccante di spessore, è il rafforzamento della difesa: 68 goals subiti con Rafael portiere che ha fatto più parate in serie A, la dicono lunga sull'inadeguatezza del reparto. Finora è stato fatto poco o nulla. E questo mi preoccupa. Via Cacciatore e Pillud, a destra sono arrivati dalla Svizzera un terzino croato (Martic) e un ragazzino (Zampano) titolare in una Juve Stabia retrocessa già da dicembre: sulla carta, nessun miglioramento. A sinistra, Albertazzi è stato perso alle buste ed è chiaro che Agostini (sempre mezzo rotto) ha bisogno di un'alternativa decente. In mezzo, capitan Maietta è stato sacrificato (scelta tecnica o c'è dell'altro?) pur essendo nettamente migliore di Marques e Gonzalez dei quali si può fare decisamente a meno. L'impressione è che finora Sogliano si sia concentrato sul centrocampo scegliendo gente energica come Obbadi, Tachtsidis e Ionita abituata ad aggredire gli spazi e a non far tirare. Il che aiuterà sicuramente per un 30% i compagni dietro. Ma occorrono almeno 3 difensori decenti (2 centrali ed un esterno) per mettere a posto le cose e non sprecare la nuova annata. In giro si sente parlare di tal Compper, 16 partite in una stagione e mezza nella Fiorentina e di Gamberini, anche lui riserva nel Genoa lo scorso anno. Mi sembra davvero pochino...

Però siamo solo agli inizi. Vediamo come evolvono le cose.

Massimo

Colonna sonora: What It is, Mark Knopfler



Hellastory, 21/07/2014
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MASTER OF NONE


L'inizio del terribile calendario di febbraio offre un paio di impressioni a caldo: 1) che il Verona è vivo e combatte, 2) che però è stato indebolito in attacco dal mercato di gennaio perché giocatori come Ngonge e Djiuric non sono facili da sostituire. A bocce ferme, quindi con maggior consapevolezza, possiamo invece realizzare che nel corso di gennaio abbiamo assistito a 3 eventi importanti, 2 dei quali francamente inusuali. In primo luogo, l'importante cessione di talento finalizzata a sistemare i conti societari. In secondo luogo, una serie di operazioni di mercato volte essenzialmente a lasciar andare quei giocatori che non si sentivano più parte del progetto. In terzo luogo, la bocciatura del sequestro delle azioni del Verona in sede di appello. Se però i primi due li abbiamo metabolizzati dal punto di vista affettivo oltre che tecnico costringendo i tifosi ad affidarsi completamente alla bontà del lavoro di Sogliano e Baroni e alla speranza che i nostri avversari non si siano adeguatamente rinforzati nel frattempo, il terzo apre a scenari che non riusciamo a valutare nella sua complessità.

[continua]

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