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6. Il Cigno nero

Il Cigno nero

L'ultima puntata del Dossier, come al solito, volge uno sguardo sul futuro, peraltro già imminente, sulla base di ciò che è appena accaduto. E poiché è stato un anno assolutamente eccezionale mi avvalgo della competenza di Nassim Nicholas Taleb e il suo affascinante Cigno Nero per comprendere ciò che è accaduto e, soprattutto, ipotizzare quello che potrà succedere. Il Cigno nero è un evento che possiede le seguenti tre caratteristiche. In primo luogo, è isolato e non rientra nel campo delle normali aspettative (leggi: Covid). In secondo luogo, ha un impatto enorme (leggi: lockdown). In terzo luogo, nonostante il suo carattere di evento isolato, la natura umana ci spinge a elaborare a posteriori giustificazioni per renderlo prevedibile. E quindi, renderlo ai nostri occhi più giustificabile e comprensibile. Prima dell'11 settembre non era ipotizzabile alcun attacco alle Torri Gemelle, ora che sono state abbattute il rischio di nuovi attentati nel cuore di Manhattan rientra nella nostra deformata idea di normalità. Come, ad esempio, l'arrivo di una seconda o terza ondata di Covid nel periodo autunnale.

La mia personale convinzione è che molti collegamenti col campionato appena concluso e relative proiezioni future sono del tutto forzati. Non solo per il fatto che il nuovo Verona verrà ricostruito su basi finalmente più solide ma con l'incognita della validità del nuovo impianto. Riuscirà infatti D'Amico a sostituire adeguatamente i vari Rrahami, Amrabat, Pessina, Borini? Kumbulla e Faraoni verranno ceduti? E infine, Juric sarà in grado di creare la stessa alchimia di quel gruppo composto da giocatori eccezionali ma sulla base di prestiti e svincolati alla ricerca di una risposta sul campo? Modulo tattico a parte, sarà un Hellas completamente diverso. Con alcune consapevolezze in più (ad esempio, il fatto di essere ben guidati da un tecnico capace), ma anche con un'infinità di situazioni nuove da incanalare nel giusto binario. Ma di tutto ciò abbiamo già abbondantemente discusso.

C'è infatti un'altra convinzione, elencata da Taleb come terza caratteristica del Cigno Nero e riguardante la sua prevedibilità futura. Quest'anno abbiamo assistito a due campionati in uno: il primo si è concluso tra fine febbraio e gli inizi di marzo alla settima giornata di ritorno; il secondo (recuperi a parte) è iniziato lo scorso 22 e 23 giugno ed è durato 12 partite giocate ogni 3 giorni. La classifica finale, pur omogeneizzando le diverse prestazioni, è stata condizionata dal diverso comportamento in campo. Ci sono squadre che hanno fatto molto bene nel primo periodo (Lazio e, in fondo, anche il nostro Hellas) ma sono state poi penalizzate dal lockdown. Il mister, e recentemente anche il presidente Setti, hanno sostenuto che se non ci fosse stata l'interruzione il Verona avrebbe lottato con maggiore fortuna per un posto in Europa League. Possibile, ma senza riprove. Altre invece hanno spaccato nel secondo (Milan, Sassuolo) recuperando punti e posizioni di classifica. Non parlo infine di quelle che hanno dovuto poi gestire anche le Coppe Europee, perché hanno addirittura disputato un terzo campionato, complicato dalla formula dentro o fuori e dalla difficoltà di affrontare avversari con preparazione fisica differente. Mai come in queste coppe europee la preparazione fisica è stata decisiva, soverchiando i pronostici iniziali e mitigando la differenza tecnica in campo. Lipsia, Lione e Siviglia e – fino a quando ha tenuto il fisico all'Atalanta - hanno messo tutto in discussione affondando via via corazzate impressionanti. Ma questa è stata un'eccezione, non la regola a cui affidarci. Anche perché, in fin dei conti, in finale sono poi arrivate le migliori.

Eppure, c'è chi è convinto che la seconda parte della stagione sia un ottimo punto di partenza per costruire le ambizioni del prossimo campionato. La Milano rossonera, ad esempio, è convinta che con pochi innesti ha già in mano una squadra da zona Champions League. Sono cambiati pochissimi allenatori * (Cagliari, Torino dopo gli evidenti fallimenti stagionali e soprattutto la Juventus) sulla base dei risultati post Covid. Il ragionamento condiviso è stato il seguente: dopo il lockdown ha contato la forza del gruppo, di conseguente chi ha fatto bene ha avuto un ottimo motivatore in panchina e uno spogliatoio lungo in grado di sopperire a tutte le evenienze. In effetti, la Lazio e lo stesso Hellas hanno patito le difficoltà del turnover e della tenuta fisica (quanti punti abbiamo perso nel finale di gara?).

Questo ragionamento non mi convince a pieno. Taleb sostiene infatti che gli eventi non ripetibili vengono ignorati prima che accadono (Pioli, ad esempio, era destinato a lasciare il Milan dopo una mediocre prima parte) e sopravvalutati dopo. Il prossimo campionato azzera la classifica e recupera il flusso settimanale delle gare. Gli allenatori hanno quindi più giorni a disposizione per lavorare sulla squadra, correggere gli errori e verificare l'intero parco giocatori a disposizione. Lo stato di emergenza continua conterà il giusto, e ci sarà il tempo necessario per prepararsi. Tutte cose chiaramente impossibili quando sei costretto a giocare il mercoledì e la domenica, tra un recupero fisico e una nuova trasferta da affrontare.

Il Verona post Covid era una squadra sufficientemente serena per la salvezza a porta di mano. Ha disputato gare orgogliose e divertenti proprio perché poco stressata dalla classifica, fallendo solo le trasferte di Brescia (avversario sottovalutato) e Genova (prestazione questa in verità piuttosto discutibile). Ma se non avesse accumulato il tesoretto della prima parte del campionato avremmo assistito ad un Hellas ben diverso, molto più attento al risultato che alla prestazione. E allora, sulla base della teoria che fa speranzosi oggi i milanisti, che campionato ci dovremmo aspettare sulla base della seconda parte della stagione?

I libri non letti sono molto più preziosi di quelli letti, risponde Taleb. Il finale di stagione, per la sua complessità e anomalia, non sarà il nostro punto di partenza. Come detto, cambieranno i giocatori ma anche le condizioni. Ci saranno avversari che, all'inizio, avranno pochi giorni per ritrovare la condizione (tra Coppe e playoff per venire in A), altre invece si faranno trovare già pronte. Lato nostro, per alcuni versi il ritorno alla diluizione normale potrebbe riavvicinarci al primo Verona dell'anno. Senza però il supporto di quei protagonisti.

Ecco perché preferisco affidarmi alla conclusione più logica, quella secondo cui il successo di un'impresa umana è inversamente proporzionale alla sua prevedibilità. Questo, Juric ce lo ha ribadito chiaro e tondo l'indomani della firma del rinnovo contrattuale quando ha presentato le difficoltà - ma anche il fascino – della nuova avventura (triennale) gialloblù. La sua consapevolezza e i suoi dubbi saranno la nostra forza. Anche perché, conclude il nostro amico Taleb, ricordiamoci che ci vuole una storia per spodestare un'altra storia. Quella che deve essere ancora scritta. Buona avventura a tutti.



Massimo

* fa eccezione il recente arrivo di Liverani a Parma è legato al cambio dirigenziale.

Colonna sonora: Black Swan Duke Ellington.




Hellastory, 24/08/2020

MASTER OF NONE


L'inizio del terribile calendario di febbraio offre un paio di impressioni a caldo: 1) che il Verona è vivo e combatte, 2) che però è stato indebolito in attacco dal mercato di gennaio perché giocatori come Ngonge e Djiuric non sono facili da sostituire. A bocce ferme, quindi con maggior consapevolezza, possiamo invece realizzare che nel corso di gennaio abbiamo assistito a 3 eventi importanti, 2 dei quali francamente inusuali. In primo luogo, l'importante cessione di talento finalizzata a sistemare i conti societari. In secondo luogo, una serie di operazioni di mercato volte essenzialmente a lasciar andare quei giocatori che non si sentivano più parte del progetto. In terzo luogo, la bocciatura del sequestro delle azioni del Verona in sede di appello. Se però i primi due li abbiamo metabolizzati dal punto di vista affettivo oltre che tecnico costringendo i tifosi ad affidarsi completamente alla bontà del lavoro di Sogliano e Baroni e alla speranza che i nostri avversari non si siano adeguatamente rinforzati nel frattempo, il terzo apre a scenari che non riusciamo a valutare nella sua complessità.

[continua]

Qual è stato il miglior gialloblu in campo in

Atalanta-H.Verona?



Atalanta    H.Verona


Bonazzoli F.

Cabal J.

Centonze F.

Coppola D.

Dawidowicz P.

Folorunsho M.

Lazovic D.

Magnani G.

Mitrovic S.

Montipò L.

Noslin T.

Silva D.

Suslov T.

Swiderski K.

Tchatchoua J.

Vinagre R.


 


Riepilogo stagionale e classifica generale




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