IL VERONA IN COPPA CAMPIONI

EUROPREBEN - PAOK-VERONA 1-2

Il Verona passa il turno se a Salonicco vince, pareggia o perde con un gol di scarto. Per quanto visto al Bentegodi, il livello tecnico della squadra greca è sicuramente più basso di quello dei gialloblu, tanto più che il tecnico del Paok, l’austriaco Skocic, con un ragionamento che in Italia non farebbe nemmeno un allenatore dei pulcini, dichiara alla vigilia che la sua squadra tenterà il tutto per tutto e si schiererà a 3 punte, lasciando intravedere al buon Bagnoli intere praterie su cui lasciare scorazzare cavallo pazzo Preben, tenuto a riposo nella partita contro la Juve per non dover rischiare la sua assenza a Salonicco. Il rischio per il Verona, a questo punto, viene soprattutto dal clima che incontrerà al “Tumba”.Fondamentale, per non complicarsi la vita, evitare di prendere gol nei primi minuti.

Il Verona scende in campo con Giuliani tra i pali, Fontolan stopper, Tricella libero, Ferroni (a destra) e Volpati (a sinistra) terzini, Briegel e Sacchetti in mediana, Di Gennaro a dirigere le operazioni a metà campo, Verza in fascia, Galderisi punta e Elkjaer… a tutto campo. La parola d’ordine è quella di sempre: contenere con ordine e poi ripartire in contropiede. All’entrata delle squadre in campo il “Tumba” è una vera bolgia, ma è ancora poco rispetto all’esplosione del ‘4 minuto: botta dal limite, palo interno alla sinistra di Giuliani e il Paok è in vantaggio!

I greci prendono coraggio e si buttano all’assalto. Il momento è delicato perché il Paok ci crede e si butta anima e corpo nella metà campo gialloblu. Tuttavia, il Verona mostra di non perdere la testa, di avere carattere e personalità, e con il passare dei minuti la differenza tecnica tra le due squadre appare sempre più evidente. Anche sul lato prettamente fisico, temuto alla vigilia per la veemenza dei greci, i gialloblu tengono bene, anche se purtroppo, al ’19, Ferroni è costretto ad uscire per infortunio, sostituito dal giovane Galbagini che entra immediatamente nel clima da battaglia, e in tale clima sembra trovarsi davvero a suo agio.

Ai disordinati attacchi dei padroni di casa il Verona risponde con ripartenze veloci, affidate a Briegel, Verza e al neo entrato Galbagini, ottimo in copertura, ma anche abile a spingere sulla mediana. Il Paok sembra un animale ferito che corre a testa bassa senza un obiettivo preciso mentre il Verona, piano piano, riesce ad abbassare il ritmo e ad organizzare il proprio gioco al meglio, avvicinandosi sempre più alla porta avversaria, per dirla alla Puliero: “Il gol è maturo”. Al ’27 infatti, l’Hellas si avvicina al pareggio: calcio di punizione da oltre 30 metri, ci si aspetta un cross in area, e invece Preben prende la palla, la sistema sull’erba e fa capire di voler battere lui. La botta che si schianta sull’incrocio dei pali è micidiale!

Ma il gol è rimandato di poco, appena due minuti: Di Gennaro per Briegel che scende sulla destra e crossa al centro dove Verza sfiora appena di testa la sfera, Galderisi finta ed Elkjaer la butta in rete con una deviazione al volo di destro. In campo comincia a piovere di tutto e lo stesso Bagnoli viene sfiorato da una bottiglia. Ma non importa: adesso il Paok, se vuole passare il turno, deve farci altri 3 gol. Il Verona, per nulla sazio del risultato, adesso è padrone assoluto del campo e prima dell’intervallo reclama per un vistoso fallo in area su Galderisi. Si va negli spogliatoi con la qualificazione in tasca mentre i greci inveiscono in varie lingue, e con gesti espliciti, all’indirizzo del grande Preben. L’aria europea evidentemente fa bene al Verona, abulico e incostante in campionato, in coppa riesce a trovare stimoli nuovi e a dare il meglio di se.

L’inizio della ripresa è sulla falsariga di quello del primo tempo: il Paok tenta il tutto per tutto e si butta all’arrembaggio, facendo in tutto e per tutto il gioco del Verona. L’assalto greco infatti si spegne in fretta e i gialloblu di Bagnoli, in modo quasi irridente, dominano la partita. Elkjaer fa impazzire il suo marcatore, tale Jurisic, che probabilmente dovrà ricorrere ad un buon psicologo, o forse addirittura ad un esorcista, per recuperare il sonno, mentre Di Gennaro e Verza, dall’alto di un’indiscutibile tecnica individuale, si lasciano anche andare a tocchi di classe sopraffina, destinati ai guizzi di nanu Galderisi e alle scorribande di Preben, il tutto sotto la supervisione di un insuperabile Briegel e di una difesa che capitan Tricella dirige senza nessun affanno.

L’unico brivido per i gialloblu arriva al ’68, quando Briegel atterra lo sgusciante Kostikos: il Paok vorrebbe il rigore ma l’arbitro concede una dubbia punizione dal limite. Si tratta però di un episodio sporadico, occasionale, che arriva proprio nel momento migliore del Verona che, al ’70, potrebbe raddoppiare con Briegel. Il tedescone dopo aver superato in slalom almeno 4 avversari (vi ricordate Cremona un anno prima?) sbaglia il tiro e consegna la palla tra le mani del portiere greco. La panchina e i tifosi gialloblu però, non fanno in tempo a rammaricarsi che il gol del 2-1 è cosa fatta. Palla conquistata sulla tre-quarti campo, azione personale, la difesa del Paok barcolla, vacilla, qualcuno cade a terra sotto l’effetto delle finte, il portiere esce ma viene superato dalla palla che rotola piano piano verso la porta sguarnita, inutile l’estremo tentativo di un difensore bianconero: è gol! Chi l’ha fatto? Preben naturalmente.

Ormai è fatta. Bagnoli fa entrare anche Turchetta, al posto di Verza, ma la partita non ha più nulla da dire fino al triplice fischio. Il Verona resta in Europa e approda agli ottavi di finale di Coppa Campioni. I tifosi gialloblu esultano mentre la polizia greca rafforza il cordone che li separa dal resto dello stadio tenendoli all’interno fino a quando la situazione non si sarà calmata. Si perché, nel seguire la partita sul campo, ci siamo dimenticati che dopo il secondo gol gialloblu la pioggia di oggetti in campo è aumentata, tanto da creare problemi per la battuta di un calcio d’angolo e per il rientro delle squadre e dell’arbitro negli spogliatoi. Alla fine, la rassegnazione e la rabbia dei tifosi greci si sposterà fuori dallo stadio, dove si scontreranno duramente con la polizia.

Preben lo aveva detto: “in Grecia segno sempre!” C’era già riuscito con il Lokeren e anche con la nazionale danese, ma con il povero Paok sembra avere un conto in sospeso, perché 4 gol in 2 partite sono davvero tanti. Del resto, Preben è fra gli attaccanti più temuti a livello internazionale, ricordiamo che solo un anno prima, nel 1984, ha vinto il pallone d’argento, quello d’oro se l’è accaparrato Michel Platini, capitano della nazionale francese campione d’Europa. Senza nulla togliere agli altri giocatori che vestono la maglia gialloblu, è davvero un onore per Verona che un campione di tale caratura abbia scelto la nostra città.

Adesso aspettiamo il sorteggio e poi, sotto a chi tocca: l’avventura in Europa continua!



Davide

Salonicco (Grecia), 02/10/1985 ore 20:30 - Coppa Campioni - Giornata 1 - Gara di ritorno
PAOK SALONICCO

Sterioudas, Tsourelas, Alavantas ammonito, Jurisic, Sigas, Skartados, Pittas ammonito, Vassilakos, Orfanos (sostituzione 46'Karasavidis), Paprica, Kostikos. All.: Scocik
  1   
HELLAS VERONA

Giuliani, Ferroni (sostituzione 19'Garbagini), Volpati, Tricella, Fontolan, Briegel, Sacchetti, Verza, Galderisi, Di Gennaro (sostituzione 78' Turchetta), Elkjaer. All.: Bagnoli
  2   
Marcatori: H.Verona: 29' Elkjaer, 72' Elkjaer
PAOK Salonicco: 3'Vassilakos
Arbitro: Lama Castillo (Spagna)
Note: Spettatori 40 mila

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