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PROSSIMO IMPEGNO
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Anche se del tutto provvisoria, qualche idea ce la stiamo facendo sul nuovo Verona di Pecchia. Quanto meno, cominciamo a distinguere ciò che funziona e ciò che manca. In questa fase non è possibile fare di più, né entrare in merito all'efficacia del lavoro svolto (di questi tempi, tutti si sentono più forti dell'anno precedente) né sul clima che si respira (di questi tempi, tutti parlano di un ambiente sereno e proficuo). Ci sono da tutelare obiettivi di marketing aziendale (abbonamenti) e di promozione individuale. Da parte nostra, dobbiamo anche tener conto del limitato contributo offerto finora da Juanito, Wszolek e Fares a causa di infortuni e convalescenze e che il mercato in corso può aprire e chiudere gli equilibri attuali. Però, ripeto, qualcosa si riconosce.
In primo luogo il modulo: 4/3/3 più offensivo di quello di Mandorlini (per forza, in B dobbiamo prendere noi l'iniziativa), molto vicino alla vocazione tattica di Benitez con tre attaccanti vicini, inserimenti a centro area delle mezzali ed esterni difensivi in costante appoggio sulle fasce laterali. Bisogna vedere se questo assetto, piuttosto sbilanciato, sarà poi replicato anche in campionato contro avversari più impegnativi. Se è dunque Pecchia vuole imporre una mentalità aggressiva tipo Pescara e Crotone, oppure se lo vediamo applicato oggi esclusivamente perché i test sono poco probanti. Tra l'altro, un assetto del genere necessita di difensori efficaci e centrocampisti in grado di recuperare velocemente eventuali palloni persi. In secondo luogo, apprezziamo il contributo positivo di gente che ha assoluto bisogno di mettersi in mostra (Luppi, Cappelluzzo, Ganz e Zuculini).
In estrema sintesi, le uscite di Toni, Gollini (e Rafael) e Ionita sono state coperte. Non ancora quella di Moras. Ovviamente non è un confronto, solo un dato di fatto. Provando a tralasciare eventuali stravolgimenti futuri la squadra è abbastanza completa: mancano un paio di difensori, mentre centrocampo e attacco sono completi ed in possesso di cambi validi.
Ecco alcuni dubbi che il tempo risolverà.
Massimo
Colonna sonora: Summertime, George Gershwin
L'inizio del terribile calendario di febbraio offre un paio di impressioni a caldo: 1) che il Verona è vivo e combatte, 2) che però è stato indebolito in attacco dal mercato di gennaio perché giocatori come Ngonge e Djiuric non sono facili da sostituire. A bocce ferme, quindi con maggior consapevolezza, possiamo invece realizzare che nel corso di gennaio abbiamo assistito a 3 eventi importanti, 2 dei quali francamente inusuali. In primo luogo, l'importante cessione di talento finalizzata a sistemare i conti societari. In secondo luogo, una serie di operazioni di mercato volte essenzialmente a lasciar andare quei giocatori che non si sentivano più parte del progetto. In terzo luogo, la bocciatura del sequestro delle azioni del Verona in sede di appello. Se però i primi due li abbiamo metabolizzati dal punto di vista affettivo oltre che tecnico costringendo i tifosi ad affidarsi completamente alla bontà del lavoro di Sogliano e Baroni e alla speranza che i nostri avversari non si siano adeguatamente rinforzati nel frattempo, il terzo apre a scenari che non riusciamo a valutare nella sua complessità.
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