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RITOCCHI E AGGIUSTAMENTI


RITOCCHI E AGGIUSTAMENTI

È stato un gennaio in sordina. Poco emozionante. Sicuramente diverso da quello depresso dell'anno scorso, ma anche da quelli eccitati di qualche tempo fa quando si sperava nell'arrivo di questo o quel fenomeno in grado di risolvere (quasi sempre inutilmente) la situazione che si era creata. È difficile stravolgere ciò che il campo ha sancito alla testa della classifica, ci sono equilibri interni e prospettive future da preservare. Fusco ne è consapevole e ha operato con giudizio: cercando spazio per giovani chiusi (Riccardi e Vencato), chiedendo spazio a chi non fa più parte del progetto (Maresca e Greco), monetizzando ciò che è possibile (Wszolek riscattato dal QPR) chiudendo qualche toppa di rosa (Ferrari) e lavorando anche per il futuro (Bruno Zuculini e, a partire da luglio, Brosco). Nemmeno il campionato ha sortito sorprese. Il Verona, lo sappiamo bene, in genere dà il meglio di sé quando qualcuno lo scuote dal torpore e lo prende per il cravattino. Pertanto a Latina ha giocato con la stessa superficialità e fare piagnucoloso che avevamo visto a Vicenza (facciamo fatica a crescere da questo punto di vista) e con la Salernitana si è riscattato non senza un po' di fatica. Il tutto anche per rispetto di Frosinone, Spal e Benevento che continuano a muovere la classifica confermando le loro ambizioni.

Tornando al mercato gialloblu, i movimenti chiariscono vari punti della strategia societaria.

In attacco non c'era bisogno di altro, una volta stabilita la conferma di Ganz. In pratica si punta sulla sua crescita tattica e sul recupero fisico di Juanito. Per il resto, capitan Pazzini basta e avanza.

A centrocampo, l'arrivo di Bruno Zuculini non va sottovalutato. Dopo aver fatto panchina in mezza Europa (Valencia, Cordoba, Middlesbrough, AEK, Rayo Vallecano) per l'argentino di proprietà del City è arrivato il momento di darsi una svegliata e stabilire se è in grado o meno di mantener fede a quanto di buono ha fatto nel Racing. Il Verona, e il campionato italiano in genere, possono essere l'occasione per un duplice rilancio familiare: fisico per Franco, di maturazione per Bruno. Sicuramente è una scommessa quella proposta da Fusco, ma a rischio limitato visto lo scarso apporto offerto da Maresca. E poi, mal che vada, ci sono sempre Valoti e Zaccagni che hanno fatto benissimo finora. Teoricamente, per quello che ho intravisto, l'arrivo di questo incontrista forte fisicamente (2 gare e 2 ammonizioni) può offrire a Pecchia l'opportunità di una maggiore copertura a centrocampo in coppia o in alternativa a Fossati. E persino l'idea di un'evoluzione tattica aprendo al 4/2/3/1 visto il potenziale a disposizione. Dipende al mister.

Poche novità in difesa, anche se ne avevamo bisogno. Blindati e inamovibili i quattro titolari, affronteremo il girone di ritorno con i giovani Boldor e il bolognese Ferrari (prestito secco) a disposizione e il recuperato (speriamo) Albertazzi. Non sono troppo soddisfatto, vista l'assenza cronica di terzini di ruolo (con conseguente ripiego di Romulo o Zaccagni o Fares in caso di necessità) e il prolungato infortunio di Cherubin (sarà messo fuori rosa?) toglie forse un'alternativa di qualità ed esperienza ai centrali.

Non è chiaro infine se Fares non sia andato a Cesena per mancato accordo sulla formula (prestito secco o con diritto di riscatto) o per opposizione del giocatore; l'impressione è comunque che abbia perso una buona opportunità per mettersi in luce viste le poche occasioni che avrà a Verona. Per ricavarsi uno spazio ha bisogno di giocare con continuità e trovare un'identità tattica (oggi come oggi, che ruolo ha?).

Gennaio però è un mese subdolo. Chiude con il passato e apre al futuro. Per quanto ci riguarda, introduce i gialloblu ad una serie di scontri diretti (Benevento venerdì sera e Spal al Bentegodi e poi a Frosinone) che non saranno certamente decisivi, ma prepareranno alla volata primaverile. Senza contare che in mezzo ci sarà la trasferta di Avellino, terra di brutti ricordi, dove perse persino il Verona che Bagnoli portò allo scudetto e fummo umiliati (6 a 0) nel 2004 quando ci salvò Maddè. Vista la nostra difficoltà di fare risultato in campi dove domina l'agonismo (Vicenza e Latina) mi aspetto, per le prossime settimane, battaglie di spessore emotivo in grado di verificare le nostre ambizioni finali. Forza ragazzi, adesso viene il bello.

Massimo

Colonna sonora: Like Someone in Love, Bill Evans



Hellastory, 01/02/2017
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Stagione 2016/2017
19/05/2017   GRAZIE VERONA!
02/05/2017   GRANDE CUORE GIALLOBLU!
27/03/2017   PAURA DI VINCERE
01/02/2017   RITOCCHI E AGGIUSTAMENTI

MASTER OF NONE


L'inizio del terribile calendario di febbraio offre un paio di impressioni a caldo: 1) che il Verona è vivo e combatte, 2) che però è stato indebolito in attacco dal mercato di gennaio perché giocatori come Ngonge e Djiuric non sono facili da sostituire. A bocce ferme, quindi con maggior consapevolezza, possiamo invece realizzare che nel corso di gennaio abbiamo assistito a 3 eventi importanti, 2 dei quali francamente inusuali. In primo luogo, l'importante cessione di talento finalizzata a sistemare i conti societari. In secondo luogo, una serie di operazioni di mercato volte essenzialmente a lasciar andare quei giocatori che non si sentivano più parte del progetto. In terzo luogo, la bocciatura del sequestro delle azioni del Verona in sede di appello. Se però i primi due li abbiamo metabolizzati dal punto di vista affettivo oltre che tecnico costringendo i tifosi ad affidarsi completamente alla bontà del lavoro di Sogliano e Baroni e alla speranza che i nostri avversari non si siano adeguatamente rinforzati nel frattempo, il terzo apre a scenari che non riusciamo a valutare nella sua complessità.

[continua]

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