Cominciamo
dall'inizio. Come sei arrivato al Verona?
"Da
ragazzo giocavo nell'Audace di San Michele Extra, che al tempo era
la seconda squadra della città. L'Audace aveva un ottimo vivaio e
aveva stretti rapporti con l'Inter. Inoltre l'allenatore della
prima squadra dell'Audace, in quegli anni, era Eros Beraldo, ex
giocatore del Milan. I contatti con i due club milanesi erano
pertanto molto frequenti, e finii per fare un provino sia ad Appiano
Gentile sia a Milanello. Purtroppo la mia famiglia non mi diede il
permesso di trasferirmi a Milano. E così arrivai al Verona, anche
perché l'allenatore degli Allievi, Conti, mi conosceva per avermi
allenato nella Rappresentativa Regionale Veneta con la quale avevamo
vinto il Torneo Nazionale."
Rappresentativa
Regionale... ci spieghi come funzionava?
"Era
un Torneo Nazionale fra le Rappresentative selezionate dai Comitati
Regionali. Per gli allievi la prima edizione si era svolta nel
1964-65. Nella stagione 1965-66, penso a causa di una serie di
difficoltà di coordinamento fra i comitati provinciali, la
rappresentativa Veneta fu in realtà una rappresentativa Veronese,
con elementi selezionati solo fra le squadre di quarta serie della
provincia veronese, affidati a Conti, allenatore degli Allievi
gialloblu. Oltre ai giocatori delle giovanili delle società
dilettantistiche si poteva portare qualche elemento delle società
professionistiche: Conti portò con sé Migliorini, Marcolongo e
Pasetto."
Dove
si giocava?
C'era una prima fase con un
girone eliminatorio che si giocava presso i campi designati dai
comitati Regionali. Noi giocammo le nostre partite interne al
Bentegodi. Le fasi finali invece furono a Roma, allo stadio Flaminio,
i giorni 1 e 2 giugno 1966. Fu un vero e proprio tour de force, con
arrivo all'Acquacetosa alle 23.30 del 31 maggio; il giorno dopo
semifinale contro la Lombardia, vinta 4-3 in rimonta con gol decisivo
di Welponer dell'Olympia. Infine il 2 giugno battemmo in finale il
Piemonte Valle D'Aosta, campione in carica che aveva eliminato la
Calabria in semifinale: partita alle ore 18 e, dopo la doccia, subito
il rientro a Verona."
La
Rappresentativa Veneta del 1965-66 schierata allo Stadio "Flaminio"
Nella fila in alto si riconoscono Pasetto, Marcolongo, Gobbi e
l'allenatore Conti; fra gli accosciati Migliorini.
E
la stagione all'Audace?
"Fu
anche questa piena di soddisfazioni. Intanto debuttai con la prima
squadra in quarta serie, all'età di 16 anni, in una partita contro
il Città di Castello. Vincemmo 1-0 grazie ad una rete di un ex
gialloblu, Aldo Gaiga. Poi arrivò anche il titolo regionale
juniores. E dire che non avevamo praticamente l'allenatore: ci
trovavamo per gli allenamenti quasi autogestiti. C'era solo Eros
Beraldo, che era l'allenatore della prima squadra, che vigilava e
coordinava un po' dall'alto anche il settore giovanile."
Andando
a sfogliare i vecchi ritagli di giornale, ricostruiamo la fase finale
del campionato juniores dell'Audace di San Michele Extra nel
campionato 1965-66. Le fasi finali si giocano tutte in partite di
andata e ritorno: i rossoneri eliminano in sequenza l'Azzurra di
Sandrigo e il Legnago, e affrontano in finale il Monselice. I
patavini si impongono 1-0 al Tiberghien all'andata, ma l'Audace
restituisce il "favore" nella gara di ritorno vincendo 1-0 a
Monselice. E' necessaria la "bella" che si gioca a Cerea e
nella quale l'Audace si impone con il netto punteggio di 3-0
aggiudicandosi il titolo regionale.
Una
foto degli Allievi dell'Audace del 1965: Dino Gobbi è il terzo in
alto da destra.
Seguivi
le partite del Verona da ragazzo?
"Certo,
andavo spesso allo stadio con mio padre. Quando poi il Verona giocava
in trasferta, ogni tanto andavamo a vedere le partite di serie A
negli stadi di Mantova o Vicenza. Ricordo di aver visto al Martelli
la famosa partita che decise lo scudetto del 1966-67 con la papera di
Giuliano Sarti."
Com'era il settore
giovanile del Verona ai tuoi tempi?
"Era
molto forte, grazie anche alla qualità degli allenatori. Ho avuto la
fortuna di lavorare con Conti e Caceffo che erano due ottimi tecnici.
E ho fatto parte della squadra giovanile gialloblu che ha vinto lo
scudetto Primavera per due anni consecutivi. Molti di quei ragazzi
erano veramente forti e secondo me potevano giocare benissimo nel
Verona o in altre squadre di serie A. Tuttavia pochissimi ebbero
fortuna. L'unico ad avere un po' di spazio in prima squadra fu
l'indimenticato Mario Giacomi."
Giacomi
che tuttavia, prima di arrivare a giocare con la maglia della prima
squadra, ne ha dovuta fare di gavetta...
Dino Gobbi ai tempi del Bolzano, stagione 1969-70, campionato di serie D.
"Fu
mandato a farsi le ossa nel Cerea e nel Legnago che militavano in
Promozione e serie D, prima di essere richiamato a Verona dove
disputò un ottimo campionato nella stagione 1973-74, quello che si
concluse con la retrocessione per la telefonata di Garonzi a Clerici.
Pensa che quando era a giocare nella Bassa, ogni tanto capitava che
Giacomi passasse dal campo di allenamento per salutarmi. Un giorno
arriva al campo per i saluti, Ugo Pozzan lo nota e gli dice: "Siamo
senza secondo portiere, potresti aggregarti con noi. Vai a prendere
la borsa". Quando ritorna al campo col borsone per allenarsi,
Sergio Clerici vuole subito metterlo alla prova. Giacomi si mette in
porta, Clerici gli fa qualche tiro e si vede parare tutto. "Ma
questo dove lo avete tenuto nascosto fino ad ora?" fu il commento
dell'attaccante brasiliano. Fu anche grazie a Clerici se Giacomi fu
preso in seria considerazione; io all'epoca ero poco più che un
ragazzo ma il talento di Mario lo conoscevo benissimo".
Anche tu,
all'inizio della tua carriera, sei stato in prestito in serie D...
"Sì,
l'anno del servizio militare. Siccome ero di leva a Bolzano fui
dato in prestito al Bolzano che militava in serie D. Con me c'erano
altri 3 ragazzi della Primavera: Pastorello, Fratton e Pasetto".