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E ADESSO, PECCHIA?


E ADESSO, PECCHIA?

La batosta con il Novara è scaturita da un errore arbitrale, quella con il Cittadella da una papera colossale di Nicolas. E allora? Basta così poco per crollare in questo modo? Sarebbe una situazione scioccante per una squadra qualunque, capirai per una capolista allestita per salire in serie A. Se la batosta di domenica scorsa non poteva essere considerata una sconfitta qualunque, per dimensioni e prestazione complessiva, quella odierna è il proseguimento logico e naturale che scopre un re nudo e fanfarone che ancora crede di poter fare a suo piacimento, circondato da una corte festosa e indifferente. Le 5 reti su calcio piazzato (di cui solo quella di Benedetti realmente inevitabile) sono sintomo di un blocco mentale collettivo. Al quale si aggiungono la pochezza sconcertante del centrocampo e una leggerezza preoccupante in zona gol, tutto già evidenziato nel secondo tempo del Bentegodi. Due débâcle identiche e così ravvicinate sono la prova provata che il Verona è entrato ufficialmente in crisi. Ha ragione Pecchia quando dice di sentirsi responsabile della prestazione della squadra. Chi altri, se no?

Attenzione però a non smontare tutto. Se partiamo dal concetto che Nicolas è inaffidabile e ha persino fatto perdere i playoff al Trapani, che Bianchetti non crescerà mai, che Maresca fa rimpiangere Matuzalem, Donadel e Donati, che Siligardi farebbe panchina in qualunque squadra di B, che Bessa, Luppi, Valoti e Ganz saranno pure bravi ma hanno poca personalità e vengono da altrettante retrocessioni, non andiamo da nessuna parte. Smontare quanto di buono è stato accumulato finora non porta da nessuna parte, anche perché la testa della classifica è stata conquistata con il gioco e le prestazioni. Ma siamo in grado di recuperare in fretta?

Oggi il tifoso si sente ancora più smarrito. Quello che è accaduto col Novara andava compreso e risolto. Non è stato così. Il mai più una cosa simile e sarà un Verona diverso sentiti da Pecchia in settimana sono state solo sincere intenzioni. La gravità della situazione sta infatti nell'impotenza del mister che non ci ha spiegato la caduta e, di conseguenza, non è stato in grado di prendere le contromisure. Dopo essere passato in vantaggio e aver avuto anche un paio di buone occasioni, l'Hellas ha concesso campo al Cittadella senza riuscire ad opporsi a centrocampo e in difesa. Il grosso interrogativo, a questo punto, è: il mister ha semplicemente sbagliato l'approccio tattico e mentale di entrambe le partite, oppure non è in grado di trasmettere quel senso pratico di umiltà e cattiveria che ogni squadra REALMENTE forte ha consapevolmente dentro di sé?

Nel primo caso si tratta di uno scotto da pagare per la sua inesperienza. Nel secondo caso si apre un tarlo di diffidenza, già evidenziato in estate, sulle sue effettive capacità che finiranno per condizionare il proseguo del campionato. E qui ritorna, prepotente, l'interrogativo sull'opportunità o meno di affidare una squadra così impegnativa e ambiziosa ad un allenatore esonerato due volte (su due) e reduce da un paio di anni in assistenza a Benitez. In parole povere, Pecchia è pronto per il Verona?

Non sono in grado di dare una risposta. Certo, a Cittadella ho rivisto il Verona di Genova contro la Sampdoria dell'anno scorso. E la sua espressione confusa e preoccupata, nel dopo gara, ricorda tanto quella di allora di Mandorlini. Un senso comune di impotenza.

Ma cosa è successo dopo La Spezia? esempio della partita perfetta in un campo difficile. Come può una squadra mostrare muscoli, testa e corsa e poi imbarcare 9 gol in due gare senza alcuna reazione? Non poteva essere falso tutto ciò che è stato prima, non può essere reale questa situazione. Sono così scioccato che non riesco proprio a rendermi conto. Anche Prandelli venne da due esoneri ma poi portò il Verona in A, anche quella squadra sbracò una volta in casa con la Reggiana (2 a 5 al Bentegodi, a metà settembre) ma poi non ce ne fu più per nessuno. E poi accadde una volta sola, ripeto, non due. E non in questo modo.

Adesso cosa dobbiamo aspettarci?

Pecchia oggi non può rispondere. Si è scusato e pensa giustamente a lavorare, perché dal campo deve arrivare la sua risposta. Il problema è che, in ogni caso, questa fragilità è destinata a lasciare il segno. La settimana scorsa l'avevo definita “tradimento”, questa squadra ci ha già tradito due volte e potrà ricadere, prima o poi, nella tentazione narcisa della sua superbia. E, inevitabilmente, finirà per scoprirsi ancora nuda. Non me ne voglia il mister, Novara e Cittadella hanno evidenziato un vuoto profondo e un'inaffidabilità di testa, gambe e visione senza precedenti. Insisto con convinzione nel giudicare gli errori individuali (e arbitrali) la miccia e non il combustibile di questo incendio. È lo stato confusionale collettivo che ha preso il sopravvento attraverso, probabilmente, i giocatori più deboli. Gli stessi che lodavamo 2 settimane prima.

E' qui, a questo punto, che si vedrà lo spessore Pecchia. Le sue reali capacità. Certo, Bari, Perugia, Vicenza, Entella, Carpi e Cesena a questo punto mettono paura. Più per colpa nostra che per merito loro. Per questo, consiglio vivamente il Presidente di monitorare da vicino, solo lui può rendersi conto se il mister è padrone della situazione e ha la squadra in mano. Non mi pare proprio il caso di tergiversare commettendo nuovamente gli errori dell'anno scorso.

Massimo

Colonna sonora: Lost Stars, Adam Levine



Hellastory, 19/11/2016
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MASTER OF NONE


L'inizio del terribile calendario di febbraio offre un paio di impressioni a caldo: 1) che il Verona è vivo e combatte, 2) che però è stato indebolito in attacco dal mercato di gennaio perché giocatori come Ngonge e Djiuric non sono facili da sostituire. A bocce ferme, quindi con maggior consapevolezza, possiamo invece realizzare che nel corso di gennaio abbiamo assistito a 3 eventi importanti, 2 dei quali francamente inusuali. In primo luogo, l'importante cessione di talento finalizzata a sistemare i conti societari. In secondo luogo, una serie di operazioni di mercato volte essenzialmente a lasciar andare quei giocatori che non si sentivano più parte del progetto. In terzo luogo, la bocciatura del sequestro delle azioni del Verona in sede di appello. Se però i primi due li abbiamo metabolizzati dal punto di vista affettivo oltre che tecnico costringendo i tifosi ad affidarsi completamente alla bontà del lavoro di Sogliano e Baroni e alla speranza che i nostri avversari non si siano adeguatamente rinforzati nel frattempo, il terzo apre a scenari che non riusciamo a valutare nella sua complessità.

[continua]

Qual è stato il miglior gialloblu in campo in

H.Verona-Udinese?



H.Verona    Udinese


Bonazzoli F.

Cabal J.

Centonze F.

Coppola D.

Duda O.

Folorunsho M.

Lazovic D.

Magnani G.

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Silva D.

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Riepilogo stagionale e classifica generale




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