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IN A CON ANDREA (MANDORLINI)!


IN A CON ANDREA (MANDORLINI)!

Alla fine è stata presa la decisione giusta. Sicuramente la più coraggiosa, forse la meno scontata. Il rapporto di fiducia e collaborazione non doveva interrompersi, non ce ne era alcun motivo. Abbiamo un presidente ambizioso, due eccellenze in panchina (Mandorlini) e alla regia (Sogliano), perchè mettere tutto in discussione ed affrontare la nuova avventura separati? Le nostre eccellenze devono imparare a convivere, con tutta la fatica del caso, non possiamo privarcene. Le cose, però, non sono state così scontate: a parte l'aspetto formale del contratto in essere, molte voci portavano a soluzioni diverse. Sannino, ad esempio, aveva chiesto di liberarsi dal Palermo, era stato avvicinato dalla stampa a noi e al Genoa e ha continuato a lanciare messaggi attrattivi all'indirizzo dell'Hellas e del suo direttore sportivo con il quale aveva collaborato per tre splendide stagioni. Anche i tempi della soluzione interna, non certo repentini, hanno giocato contro, al punto tale che lo stesso Mandorlini è stato accostato a vari club di A e B. Il ritardo è stato giustificato da Sogliano con la necessità di chiarimenti, una specie di verifica sul grado di fiducia e stima reciproca (e sopportazione, aggiungo io) dopo le tensioni che si sono registrate nella stagione appena conclusa. Non ci credo, non è sufficiente tutto ciò: davvero Mandorlini voleva andarsene e rinunciare di giocarsi la A con i suoi ragazzi? E dove, di grazia? Sogliano si fida adesso un po' di più del suo allenatore? Perchè non gli ha dato il benservito avendo a disposizione Sannino? Che ruolo ha giocato il presidente in tutta questa faccenda? Dubito fortemente che uno o più incontri possano essere stati sufficienti a chiarificare le singole posizioni e ancora meno rappresentare una base sufficiente per scongiurare nuove tensioni future. Sicuramente ci sono stati altri elementi decisivi che non conosciamo. La miglior soluzione possibile dal punto di vista sportivo ed emotivo nasce dunque con le stesse premesse di un governo di larghe intese: è comunque a termine. Va bene, ma è in attesa di nuove elezioni e cioè si gioca sulla base di come girerà il prossimo campionato.

Certo è che Mandorlini da una parte e Sogliano dall'altra hanno il loro bel carattere e vogliono assolutamente mantenere ciascuno il ruolo da protagonista. Uno risponde con i fatti, è quello che ci mette la faccia; l'altro rappresenta la società, persegue il programma, sa quanti soldi ha a disposizione, deve assicurare risultati duraturi nel tempo.

Tra l'altro, Sannino era una buona alternativa. Non la migliore, però. Tecnico serio, ha fatto bene in Lega Pro e in B, ha salvato il Siena in A, poi quest'anno ha commesso l'ingenuità di spingersi oltre, si è sentito pronto per fare il salto di qualità in una piazza calda ed ambiziosa come Palermo, di riuscire a gestire un personaggio come Zamparini (mi chiedo perchè in giro ci sono ancora tecnici che si lasciano deliberatamente mettere alla graticola da lui?), di saper far esprimere al meglio la quantità di giovani che gli ha messo a disposizione. A conti fatti, però, è stato un fallimento. Sulla carta gente come Mantovani, Von Bergen, Donati, Barreto, Ilicic, Kurtic, Miccoli, Dossena, Aronica e Sorrentino hanno qualità sufficienti per garantire un campionato (o quanto meno una salvezza) decente. Non eccezionale forse, ma neppure è gente da retrocessione. Lo dimostra il fatto che hanno mercato e quest'anno giocheranno comunque in serie A o all'estero mentre la società dovrà partire da zero e rimettersi in gioco nel campionato cadetto. Sannino ha quindi bisogno di cambiare aria in fretta, trovare una società sana con la quale avviare un progetto concreto e recuperare il tempo perduto. Il problema è che lui, finora, è riuscito a dare il meglio di sè in ambienti tranquilli e senza troppe pressioni come Varese e Siena. Come si sarebbe trovato al Verona? Non è troppo caldo per lui? Personalmente lo vedo più adatto ad una società della dimensione del Chievo che dell'Hellas. Con noi, i tipi un po' incartati e il modo di fare da professori (Salvioni, Ventura, Remondina, Colomba) non sono mai riusciti troppo bene.

Mandorlini, al contrario, nel Verona si esalta. Lui è uomo da Bentegodi, da tuta sudata, capelli sconvolti al vento e volto sofferente. Urla, piange e si tormenta come uno di noi. Non ha paura della folla, la provoca e la affronta. A volte parla a sproposito ma non molla mai. Si mette in discussione. E qui sta vivendo forse il momento più intenso della carriera: due promozioni ed un accesso ai playoff in due anni e mezzo sono un risultato incredibile. Provate a sommare quanti punti ha fatto e vi renderete conto del cambio di mentalità che ha dato a questa società depressa, abbandonata nello scantinato della Lega Pro, senza un presente e nemmeno (allora) un futuro.

Non ci dimentichiamo poi che, se fosse arrivato Sannino avrebbe dovuto concedere almeno 2 o 3 mesi al campionato per riuscire ad impostare la squadra a suo piacimento. Questo a prescindere dal fatto che Sogliano stravolgerà o meno il gruppo in sede di mercato. Senza avere neppure la certezza di venirne a capo, come è successo a Palermo. Con Mandorlini questo problema non si pone perchè lui rappresenta la continuità, conosce i giocatori e sa quanto possono rendere.

Certo, con la conferma del mister la società si consegna di fatto a lui. Quest'anno, nel momento più critico, Sogliano ha difeso a spada tratta il mister. Ma lo ha fatto essenzialmente per due motivi: prima di tutto perchè non aveva alternative all'altezza, in secondo luogo perchè rischiava poco, al massimo ci saremmo giocati la promozione ai playoff. Se le cose fossero andate male si sarebbe liberato di lui a giugno. Mandorlini, invece, ha risposto alla grande e gli ha consegnato la serie A direttamente e senza passare dal via. Adesso, pur avendo Sannino a disposizione, si è chiarito e lo ha confermato. Oppure, come credo, il presidente (che è persona pratica e non priva di buon senso) ha imposto ad entrambi un accordo. A questo punto, mi domando: se le cose dovessero andare male come potrebbe mai esonerare Mandorlini? Di logica dovrebbe prima esonerare se stesso...

Già lo scorso inverno molti tifosi hanno dubitato della rosa messa a disposizione (quindi, in pratica, dell'operato estivo di Sogliano) più che delle capacità del mister di impiegare al meglio i giocatori. Grossi, Crespo, Bojinov, Bacinovic e Rivas ne sono usciti con le ossa rotte. Ma l'anno prossimo, con il progetto Setti in pieno svolgimento, e dopo due attestati di stima e fiducia consecutivi è chiaro che, se dovessero subentrare problemi di classifica, il mister resterà agli occhi di tutti come l'unico in grado di salvare il salvabile. Soprattutto gli errori della società. Tenersi un Mandorlini invincibile e intoccabile espone in definitiva il direttore sportivo ad un giudizio più severo. Ma questa forse è proprio la strategia di Setti.

Naturalmente mi auguro non ce ne sia bisogno. Sicuramente non ce ne sarà bisogno. Speriamo proprio non ce ne sarà bisogno.

La cosa importante è che sia rimasto Mandorlini. E con lui, mi auguro, gran parte dei suoi ragazzi. Quello che dovremmo affrontare sarà un anno terribile, sempre nell'occhio del ciclone, pieno di insidie e di avversari migliori di noi. Sapere di poter contare su gente del genere mi rincuora. Solo di loro mi fido. Forse è esattamente questo quello che ha pensato Setti, all'ultimo.

Massimo

Colonna sonora: Ordinary Joe, del grande Terry Callier, possibilmente nella strepitosa versione live di Londra del 2000



Hellastory, 03/06/2013
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03/06/2013   IN A CON ANDREA (MANDORLINI)!
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L'inizio del terribile calendario di febbraio offre un paio di impressioni a caldo: 1) che il Verona è vivo e combatte, 2) che però è stato indebolito in attacco dal mercato di gennaio perché giocatori come Ngonge e Djiuric non sono facili da sostituire. A bocce ferme, quindi con maggior consapevolezza, possiamo invece realizzare che nel corso di gennaio abbiamo assistito a 3 eventi importanti, 2 dei quali francamente inusuali. In primo luogo, l'importante cessione di talento finalizzata a sistemare i conti societari. In secondo luogo, una serie di operazioni di mercato volte essenzialmente a lasciar andare quei giocatori che non si sentivano più parte del progetto. In terzo luogo, la bocciatura del sequestro delle azioni del Verona in sede di appello. Se però i primi due li abbiamo metabolizzati dal punto di vista affettivo oltre che tecnico costringendo i tifosi ad affidarsi completamente alla bontà del lavoro di Sogliano e Baroni e alla speranza che i nostri avversari non si siano adeguatamente rinforzati nel frattempo, il terzo apre a scenari che non riusciamo a valutare nella sua complessità.

[continua]

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