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Introduzione | Giornate 1-2 | 3-4 | L'Alluvione di Firenze | 6-7 | 8-9 | Rec.5 | Rit.1-2-3 | 4-5-6 | 7-8 | 9 | Semifinale | Finale

Giornate 6-7 - Padova e Brescia

A PADOVA CONTRO I CAMPIONI IN CARICA

Messo alle spalle uno dei weekend più neri della storia italiana degli Anni Sessanta, il campionato Primavera riprende con la sesta giornata, in programma domenica 13 novembre 1966. Il Verona è atteso dalla trasferta sul campo del Padova, che è ancora all'asciutto di vittorie. I primavera biancoscudati sin qui hanno subito 2 sconfitte, ad opera di Milan e Brescia, e raccolto solo 2 pareggi con Venezia e Reggiana.

Il Padova è una squadra tuttavia da rispettare, se non altro perché è campione d'Italia Primavera in carica di serie B, avendo conquistato il titolo nella stagione 1965-66, quando ha battuto la Pro Patria nelle finali disputate a Grosseto.

La squadra allenata da Mariano Tansini è però ampiamente rinnovata rispetto a quella che l'anno prima si è imposta nel campionato nazionale, e che era formata in massima parte da giocatori della classe 1947. Durante le finali aveva potuto schierare anche un certo Albertino Bigon che, a soli 18 anni, era già titolare inamovibile in prima squadra, disputando ben 24 partite nel campionato di serie B 1965-66. Per dare un'idea dello spessore della squadra padovana del campionato Primavera 1965-66, basti pensare che, oltre a Bigon, vi giocavano Claudio Lanciaprima e Alberto Quintavalle, rispettivamente 11 e 5 presenze in serie B nel corso di quella stagione.

Uno dei giocatori in campo che l'anno prima ha vinto lo scudetto Primavera di B è Roberto Filippi, classe 1948, che sarà poi protagonista, con la maglia del Vicenza, del campionato dei "miracoli" 1977-78, quando i biancorossi arriveranno secondi nel campionato di serie A alle spalle della Juventus.

Si gioca al campo Monti di Padova di Via Carducci, situato in adiacenza allo stadio Appiani, e dedicato a Giovanni Monti, ex calciatore del Padova passato alla storia soprattutto come aviatore. Classe 1900, Giovanni Monti esordì con la maglia del Padova proprio contro l'Hellas Verona, in una clamorosa vittoria patavina per 7-0, il 12 ottobre 1919. Alla sua morte, avvenuta a causa di un incidente di volo sul lago di Garda nell'estate del 1931, gli fu intitolato il campo – velodromo di Padova. Uno stadio a suo modo "romantico", dove coesistono per anni calcio e ciclismo e, come racconta Pino Lazzaro nel suo libro Di Angolo in Angolo, i calciatori che si allenavano in mezzo al campo dovevano stare attenti col pallone per non colpire i ciclisti che percorrevano la pista dell'anello.

Il velodromo Monti
Il velodromo Monti, in una foto d'epoca (da wikipedia.it), sorge sull'area dell'ex convento di Santa Maria della Misericordia.

Sul proprio terreno, la squadra biancoscudata tiene fede alla propria tradizione, giocando una partita "vigorosa", per usare un aggettivo con cui il corrispondente de L'Arena descrive l'incontro. Il Verona, che si schiera nella sua migliore formazione, potendo contare sul rientro in pianta stabile di Luigi Marcolongo dopo l'inizio di stagione a servizio della prima squadra, attacca con giudizio. Il punteggio non si schioda dallo 0-0, nonostante nella ripresa il Verona faccia valere una miglior organizzazione di gioco e prenda il comando delle iniziative. Occorre una mossa decisiva di mister Pozzan, che getta nella mischia Pasetto al posto di Pangrazio. Gaetano Pasetto, al 32' della ripresa, firma il gol della vittoria su imbeccata di Pastorello. Un gol importantissimo, intanto per il prestigio di avere espugnato il campo della squadra campione in carica, e inoltre perché dà al Verona 2 punti fondamentali per riprendere il cammino dopo la sosta forzata per l'alluvione.

Reggiana – Milan viene invece rinviata, per cui il Verona può godersi la vetta della classifica, anche se il campionato, per il momento, è condizionato dai recuperi ancora da disputare.

Intanto, la prima squadra gialloblu raccoglie un buon pareggio a Genova contro il Genoa. Passato in vantaggio dopo 2' grazie a Bonatti, il Verona viene raggiunto al 76' da Locatelli. Nonostante la prova incoraggiante, martedì arriva la clamorosa notizia dell'esonero di mister Omero Tognon. La squadra viene affidata "temporaneamente" – così dice il comunicato - a Ugo Pozzan, fino ad allora tecnico della Primavera, sulla cui panchina viene smistato Giacomo Conti, l'allenatore degli Allievi che, con i ragazzi della classe 1949, aveva vinto l'anno prima il Titolo Nazionale di categoria.

L'Arena di martedì 15 novembre 1966
Il titolo della pagina dello Sport Veronese da L'Arena di martedì 15 novembre 1966.

L'esonero di Tognon coglie impreparati i tifosi e gli addetti ai lavori. Il Verona è sì attardato in classifica, ma stava dando evidenti segnali di ripresa: dopo la vittoria interna con il Potenza (gol di Da Costa), il pareggio di Genova era stato un risultato non disprezzabile. Laconiche le dichiarazioni di Bonazzi, mentre Ugo Pozzan, ai taccuini de L'Arena, sceglie la linea diplomatica: "Mi dispiace per Omero Tognon con il quale ero legato da vincoli di schietta amicizia, ma io proprio non posso farci nulla. Mi hanno chiamato ed essendo un ex giocatore e un veronese non potevo rifiutare l'incarico".

LA DIFESA GIALLOBLU È UN BUNKER

La marcia dei ragazzi della Primavera continua inarrestabile anche sotto la guida di mister Conti. Per la maggior parte di loro, si tratta di un gradito ritorno alle origini: del loro tecnico conoscono il metodo di lavoro e la profonda umanità. Alla settima giornata, disputata il 20 novembre 1966, al vecchio Bentegodi arriva il Brescia, reduce da un pareggio 2-2 sul campo del Varese. I bresciani hanno perso solo all'esordio contro il Vicenza, poi hanno raccolto 3 pareggi e una vittoria, nella gara casalinga contro il Padova.

Giacomo Conti
Giacomo Conti (foto per gentile concessione di Fusaro).

Bastano 5 minuti ai gialloblu per portarsi in vantaggio: la rete che sblocca l'incontro è a firma di Pastorello, che raccoglie un cross di Pangrazio e batte imparabilmente Ghelotti con un potente tiro da centro area. Per il numero 11 del Verona è la prima rete in campionato.

Al 22' raddoppio di Fratton su cross di Antonini; nella ripresa, è ancora Fratton a realizzare il gol del definitivo 3-0 sugli sviluppi di un calcio di punizione battuto da Guardalben. Il Verona si impone d'autorità, vincendo per la prima volta in questo campionato con più di un gol di scarto.

L'Arena menziona che l'intera squadra merita un "plauso per l'affiatamento raggiunto". Proprio la coralità di gioco e lo spirito di squadra sembrano essere i punti di forza della Primavera del Verona che, dopo un avvio di campionato un po' stentato, ha preso un ritmo veramente esaltante.

Bertucco, dopo la rete subita da Bellei alla prima di campionato, è imbattuto da 5 partite. L'organizzazione difensiva gialloblu è invidiabile, e Conti sta proseguendo sulla strada che l'anno precedente aveva portato gli Allievi a vincere il titolo nazionale con appena 7 reti subite in tutta la stagione. Le premesse per fare bene ci sono anche quest'anno.

Sul fronte della prima squadra, l'esordio di Pozzan non è fra i più felici: l'incontro casalingo con la Salernitana finisce 0-0. Per ora, le soddisfazioni in casa gialloblu continuano ad arrivar solo dai ragazzi della Primavera.

Quinta giornata, 6 novembre 1966

VERONA – REGGIANA

Rinviata causa sospensione del campionato.

 

Sesta giornata, 13 novembre 1966

PADOVA – VERONA 0-1

PADOVA: Milani, Casellato, Rimbano, Guido, Cerantola, Brunelli, Bedin, Sell, Boscolo, Brizzolani, Filippi.

VERONA: Bertucco, Righetti, Migliorini, Guardalben, Gobbi, Marcolongo, Pangrazio (Pasetto), Antonini, Stoppa, Fratton, Pastorello.

RETE: Pasetto al 32' st

Settima giornata, 20 novembre 1966

VERONA – BRESCIA 3-0

VERONA: Bertucco (Giacomi), Righetti, Migliorini, Guardalben, Gobbi, Marcolongo, Pangrazio, Antonini (Pistori), Stoppa, Fratton, Pastorello.

BRESCIA: Ghelotti, Milini, Sali, Carelli, Bolis, Guerini, Pasotti, Trainini, Benti, Pagliardi, Ussoli.

RETI: Pastorello al 5' pt, Fratton al 22' pt e al 14' st.


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Hellastory, 21/04/2017

MASTER OF NONE


L'inizio del terribile calendario di febbraio offre un paio di impressioni a caldo: 1) che il Verona è vivo e combatte, 2) che però è stato indebolito in attacco dal mercato di gennaio perché giocatori come Ngonge e Djiuric non sono facili da sostituire. A bocce ferme, quindi con maggior consapevolezza, possiamo invece realizzare che nel corso di gennaio abbiamo assistito a 3 eventi importanti, 2 dei quali francamente inusuali. In primo luogo, l'importante cessione di talento finalizzata a sistemare i conti societari. In secondo luogo, una serie di operazioni di mercato volte essenzialmente a lasciar andare quei giocatori che non si sentivano più parte del progetto. In terzo luogo, la bocciatura del sequestro delle azioni del Verona in sede di appello. Se però i primi due li abbiamo metabolizzati dal punto di vista affettivo oltre che tecnico costringendo i tifosi ad affidarsi completamente alla bontà del lavoro di Sogliano e Baroni e alla speranza che i nostri avversari non si siano adeguatamente rinforzati nel frattempo, il terzo apre a scenari che non riusciamo a valutare nella sua complessità.

[continua]

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