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Giornate di ritorno 7-8 - Brescia e Mantova

PORTIERI SUGLI SCUDI A BRESCIA

Si entra nel mese di aprile, con le ultime 3 gare che decideranno la sorte del girone A.

L'Arena parla di Brescia-Verona

Il 2 aprile 1967 il Verona è atteso dal Brescia, squadra sconfitta all'andata per 3-0 ma che, sotto la guida dell'emergente Azeglio Vicini, già candidato ad allenare la prima squadra delle rondinelle, sta disputando un ottimo campionato. All'antistadio di Mompiano il Brescia, tra l'altro, ha bloccato sullo 0-0 anche il Milan.

Mister Conti deve rinunciare a Migliorini e Fratton; il tecnico gialloblu schiera Renato Negri terzino, mentre in attacco Gaetano Pasetto gioca con il numero 9. L'altro centravanti, Mario Stoppa si adatta al ruolo di mezzala con il numero 10, ricoprendo il ruolo che normalmente è di Fratton.

Alberto Bertucco
Alberto Bertucco, insuperabile a Brescia (foto per gentile concessione di Fusaro).

Nonostante sia aprile, il tempo è ancora invernale e, a partire dal venerdì, ha piovuto quasi incessantemente su Brescia. In montagna è caduta nuovamente la neve.

Le cronache raccontano pertanto di una partita disputata su un campo molto pesante, e non è la prima volta nella stagione. Tuttavia, il Verona si dimostra in ottime condizioni e, nonostante il campo pesante, riesce a costruire diverse azioni, sfiorando ripetutamente il gol. Gli avanti gialloblu si trovano però di fronte il portiere bresciano Chelotti in autentico stato di grazia.

Al 20' del primo tempo è il Brescia ad avere la più ghiotta delle occasioni da rete: l'arbitro Vinotti di Rovereto decreta un calcio di rigore in favore della squadra di casa. Sul dischetto si presenta il numero 10 degli azzurri, Pagliardi, ma Alberto Bertucco rimane freddo e para il tiro. Al 26' è il Verona ad avere invece una buona opportunità da rete, ma il tiro da distanza ravvicinata di Pastorello trova ancora Chelotti pronto alla ribattuta.

Nella ripresa si assiste ad un monologo gialloblu, ma il numero uno bresciano è insuperabile e finisce 0-0. Anche il Milan non va al di là dello 0-0 sul terreno del Sant'Elena di Venezia. In vetta rimane tutto immutato.

BONAZZI "SUONA LA CARICA" A MANTOVA

Il 9 aprile 1967 l'ultima trasferta del campionato gialloblu è sull'antistadio del Martelli a Mantova.

Assente capitan Righetti, Giacomo Conti si affida ad una formazione che per nove undicesimi è composta dai classe 1949: Bertucco in porta, Sandri e Negri terzini, Gobbi stopper, Fusaro libero, Marcolongo, Antonini e Stoppa a centrocampo, Pastorello e Pangrazio sulle ali e Pasetto di punta. Conti affida la fascia di capitano ad Ezio Antonini, che ancora oggi ricorda con emozione quella partita: "È stato un onore per me essere capitano, in particolare sapendo che c'era Bonazzi che ci guardava. Nel campionato Allievi l'anno prima avevo fatto un sacco di gol, mentre nella Primavera, dopo 16 partite, non avevo mai segnato. La cosa mi pesava un po' e Conti, avendolo intuito, ha voluto farmi capire che su di me c'era piena fiducia dandomi la fascia di capitano. Un gesto che mi ha riempito di orgoglio".

La gara è a senso unico, al punto che L'Arena titola: "Show della Primavera sul campo del Mantova", a corredo dell'articolo dell'inviato. Dopo lo 0-0 imposto dai biancorossi nella gara di andata, questa volta i ragazzi di Conti portano a casa i 2 punti con una prestazione autoritaria. E dire che anche stavolta il meteo non ha facilitato le cose: si gioca dopo un'abbondante pioggia, e su un campo battuto dal vento.

Dopo 10' (secondo La Gazzetta di Mantova dopo 7') il Verona è già in vantaggio grazie ad una punizione magistrale di Pastorello che aggira la barriera e si infila all'incrocio. Al 27' Pasetto avrebbe già l'occasione del raddoppio, ma non riesce a ribadire in rete una corta respinta del portiere virgiliano Marastoni.

L'Arena celebra la vittoria di Mantova

I Primavera gialloblu sono in pieno controllo della partita, come ammette anche il corrispondente mantovano, secondo il quale "la difesa virgiliana si è trovata molto a disagio cadendo in ingenuità e magre colossali" ogniqualvolta le mezze ali del Verona accelerano l'azione mettendo in moto le ali Pastorello e Pangrazio. I gialloblu tengono il campo con autorità e con molta lucidità, soffocando sul nascere le azioni del Mantova già a metà campo.

Nella ripresa, si scatena "Tano" Pasetto, che nel giro di due minuti infila per ben due volte il malcapitato Tramonti, portiere subentrato a Marastoni dopo l'intervallo. Il primo gol su lancio di Pangrazio: Pasetto batte il portiere con un diagonale improvviso. Poco dopo, ancora imbeccata di Pangrazio e Pasetto segna la sua doppietta personale anticipando il portiere mantovano in uscita.

"Dopo ogni gol, il presidente Bonazzi, che seguiva la partita chiuso dentro l'auto per ripararsi dal vento, suonava il clacson in segno di festa" ricorda il centravanti gialloblu, restituendo il quadro di un presidente umanissimo e vicino ai ragazzi. Scene che abbiamo visto tante volte sui campetti di periferia nei campionati amatoriali, e che Bonazzi non si vergognava di fare per i suoi ragazzi lanciati verso il primo posto nel torneo Primavera.

Ai taccuini de La Gazzetta di Mantova, il mister biancorosso Giavara ammette la netta sconfitta, rammaricandosi per non aver potuto bissare il successo ottenuto il giorno prima dalla De Martino mantovana, vittoriosa a Verona:

"Nulla da dire sul risultato. I ragazzi hanno giocato male. Probabilmente sono allergici alle partite casalinghe. Fuori giochiamo sempre meglio e otteniamo risultati più validi. Ad ogni modo il campionato è agli sgoccioli: domenica prossima andremo a Padova per l'ultima partita. È già tempo di pensare al prossimo anno". Non ci è dato purtroppo di sapere l'opinione di Giacomo Conti, ma non c'è dubbio che l'allenatore veronese debba essere stato molto fiero della prestazione dei suoi ragazzi, in una partita molto delicata per le sorti del girone.

Il Milan nel frattempo non molla e batte il Brescia per 1-0, rimanendo in scia ai gialloblu.

Settima giornata di ritorno, 2 aprile 1967

BRESCIA – VERONA 0-0

BRESCIA: Chelotti, Milini, Consolandi, Cainini, Bolis, Carelli, Guerini, Lanzini, Pasotti, Pagliardi, Ussoli.

VERONA: Bertucco, Righetti, Negri, Fusaro, Gobbi, Marcolongo, Pangrazio, Antonini, Pasetto, Stoppa, Pastorello.

NOTA: Bertucco para un rigore a Pagliardi

Ottava giornata di ritorno, 9 aprile 1967

MANTOVA – VERONA 0-3

MANTOVA: Marastoni (Tramonti), Petta, Lanza, Lui, Olivetti, Borroni, Caspani, Bianchini, Cavazzoni, Pettenati, Moioli (Contesini).

VERONA: Bertucco, Sandri, Negri, Fusaro, Gobbi, Marcolongo, Pangrazio, Antonini, Pasetto, Stoppa, Pastorello.

RETI: Pastorello 10' pt, Pasetto 12' e 14' st


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Hellastory, 17/05/2017

LA STRATEGIA DI PRESIDIO E UN MERCATO FATTO DI PRESTITI


Povero Verona ... Prima la fragilità (tecnica e mentale) dimostrata all'Olimpico che conferma che anche quest'anno dovremo soffrire. Poi i rifiuti di mercato (Baldanzi, Richardson, Faivre) che, per motivi diversi, hanno tutti snobbato il Verona. Verona è una piazza poco appetibile o offre troppo poco? Comunque sia, per i tifosi del Verona ogni stagione è un continuo succedersi di momenti di passione con alternati picchi depressivi (molti) ed esaltati (pochi): si parte in estate con l'allestimento di una squadra decente in grado di salvarsi e si finisce con il riscontro sul campo. Il problema è che questo stress si risolve sempre solo negli ultimi giorni di trattativa e nelle ultime partite di campionato. Se questa è una situazione alla quale non finiremo mai ad abituarci, anche vedendo come si muovono nel frattempo le nostre avversarie dirette, credo che debbano essere rivisti i criteri che guidano le linee guida societarie e delle quali subiamo ansiogene conseguenze. Il Verona fa di un vanto la propria gestione oculata in termini di ingaggi e contenimento di costi. Corretto. Aggiungo che l'autofinanziamento nel mercato (compro sulla base di quanto riesco a vendere) è una regola quasi decennale introdotta da Setti che aveva un capitale limitato e anzi sosteneva se stesso con il risultato economico positivo della società. L'alternativa è prendere a prestito, magari con l'opzione del riscatto. Il Verona ha una struttura fragile e non può permettersi di sbagliare mercato, per questo punta su giocatori potenzialmente interessanti, magari provenienti da stagioni sfortunate. Spendere 10 milioni per un potenziale talento che poi o si infortuna o non riesce ad esprimersi sarebbe deleterio per il bilancio. Riuscire invece a strappare un'opzione ad una cifra prefissata aiuta la gestione societaria nel valutare l'opportunità di un successivo riscatto. Un buon esempio è stato il Cagliari che quest'estate ha riscattato Piccoli, Gaetano e Caprile spendendo subito 26 milioni e successivamente ha ceduto Piccoli alla Fiorentina per 25 ripagandosi di fatto l'intera operazione con il vantaggio di aver acquisito 2 giocatori (per loro) importanti.

[continua]

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