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PROSSIMO IMPEGNO
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Eugenio Fascetti, guru della serie B, in occasione del campionato 1990-91, allora seduto sulla nostra gloriosa panchina ed impegnato a rilanciare il nostro «brand» post-Bagnoli, ebbe a dire diverse frasi ad effetto, che immancabilmente si rivelarono esatte. Due in particolare fanno al caso del nostro amato Verona Hellas, in questo campionato dal contesto squilibrato e senza certezze che sta attraversando. La prima, espressa più o meno a fine settembre era: «Bisogna restare a fari spenti fino a febbraio-marzo...». Beh, il vecchio saggio, dall'alto della sua esperienza fornì un mantra corretto e realizzato. Quel Verona si accese definitivamante proprio in quel periodo a cavallo tra inverno e primavera. ... [continua]
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Come sempre, non serve uno scienziato per stabilire che il Verona è in crisi. Parla la classifica, parla il nostro umore in picchiata, che fa da contraltare all'ottimismo di mister Pecchia che si è dichiarato contento della prestazione. Ma mentre lui invita a non guardare la classifica, il tifoso gialloblu la guarda – eccome – preoccupato. Abbiamo già sentito abbastanza lo scorso anno il presidente Setti elogiare l'operato dello staff gialloblu, e la squadra retrocedere matematicamente già a Carnevale. A questo punto, sia chiaro, le prestazioni positive lasciano il tempo che trovano. C'è un solo obiettivo che può essere valutato positivamente, ed è quello di tornare a vincere con continuità per riprendersi la promozione diretta.
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Siamo arrivati al termine anche della seconda tranche di 13 partite che determina il secondo dei tre finalisti del nostro Torneo Pronostici
Sarà quindi Seric a far compagnia a Danhellas già precedentemente qualificato. La classifica di questa seconda manche è povera di punti, esattamente come la classifica del nostro Verona. Queste 13 partite sono partite da Novara e hanno coinciso esattamente col brutto momento del nostro Verona.
La speranza è che la situazione possa riprendersi già da Frosinone, partita importantissima e che segna anche l'inizio della terza e ultima manche del nostro Torneo.
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Eccoci finalmente. È giunta l'ora delle libagioni. Un pretesto per rivedere vecchi ceffi gialloblu e far la conoscenza di nuove vite trasfigurate per l'Hellas. Appuntamento a Tarmassia quindi per una serata da passare in compagnia dal «vivo».
Venerdì 10 febbraio alle ore 20,30 presso la Trattoria Pizzeria Mamò.
Aderite mandando una mail a redazione@hellastory.net entro la giornata di lunedì 6.
La Redazione
PS: Per chi lo desidera è possibile organizzare un ritrovo in zona Verona sud da fissare.
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Prima di partire a snocciolare le pagelle del primo quadrimestre spieghiamo un attimo la foto dell'articolo altrimenti passiamo per scemi (cosa che effettivamente siamo).
Dovete sapere che Andrea, il nostro Webmaster, ogni settimana è vittima delle richieste di Massimo per quel che riguarda le foto da allegare al canone. Roba del tipo “mi serve Pecchia accigliato in panchina” piuttosto che “mi serve Pecchia rilassato mentre i giocatori esultano” .
Ieri sera, per ridere, io gli dico: “per le pagelle di metà campionato mi serve una foto di Pecchia vestito da maestro Perboni, Fusco da maestrina dalla penna rossa, con alla lavagna disegnato il Bentegodi un po' triste e un po' allegro, dietro alla lavagna voglio ... [continua]
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Pecchia non mi è mai piaciuto come giocatore, né come personaggio calcistico. Proprio a pelle. Troppo professorino. Troppo perfettino fin dal taglio di capelli che lo accompagna da sempre. Vuoi perché calciatore di squadre a me invise, vuoi per il tipo di giocatore e ruolo da lui ricoperto che si annovera tra quelli non capiti da me (Centrocampista? Mezzapunta? Trequartista? Talento sì ma non abbastanza per essere determinante. Polmoni sì ma non abbastanza per essere motorino instancabile). Vuoi perché ci ha fatto un gol che praticamente ci condannava alla B nel 2001... In ogni caso a pelle non mi piace nemmeno ora.
Questo può deporre a suo favore. Anche Prandelli e Mandorlini non li sopportavo da giocatori e nemmeno da allenator ... [continua]
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Juric ha due meriti dei quali gli diamo atto, D'Amico uno solo ma decisivo. Partiamo con il mister. Il suo primo è di natura professionale perché, a questo punto della stagione e alla terza sconfitta consecutiva, sta riuscendo comunque nella difficile impresa di confermarsi. Alla 28° giornata giriamo solo 1 punto sotto lo scorso campionato, e ricordo che all'epoca avevamo gli stessi punti del Parma e 1 più del Cagliari, entrambi oggi ad un passo dalla B. Questo la dice lunga di quanto sia difficile ripetersi. Conferma, ad esempio, che non riuscì a Mandorlini che, dopo l'exploit del 2013/14 con 54 punti e altrettanto spettacolo, chiuse l'anno successivo sotto di 8 punti e 3 posizioni in classifica innescando inevitabilmente il progressivo declino che portò alla successiva retrocessione del terzo anno. Il Verona oggi rappresenta una realtà ben collocata in un arco di potenziale che va dal Sassuolo (che comunque ha molti più mezzi di noi e ci è tecnicamente superiore) al Genoa. Chiedere di più a questa rosa non è oggettivamente possibile anche perché composta essenzialmente da giocatori appartenenti a questa fascia di valore (i nuovi sono essenzialmente tutti ex udinesi e genoani). Confermarsi, soprattutto se non hai in squadra un talento di valore assoluto alla Ibrahimovic in grado di compensare eventuali prestazioni imperfette dei compagni, è davvero importante e rassicurante.
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