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SFOGO DI UN TIFOSO FERITO


SFOGO DI UN TIFOSO FERITO
SFOGO DI UN TIFOSO FERITO

Quello che sta accadendo in questi giorni nel Mondo del Calcio mi ferisce profondamente. Non è importante tanto sapere se le informazioni che stiamo ricevendo sono solo ancora «macchie e non prove» come precisa Galliani, nemmeno conoscere se è stato scoperto a sufficienza o quale pena verrà riservata alla conclusione dei 4 filoni di indagini che si stanno sviluppando contemporaneamente. Il danno, a questo punto, è già stato fatto: il gioco al quale noi consegniamo quotidianamente una parte così importante di noi stessi è indelebilmente truccato, fasullo, manipolato. Non tanto – meglio, non solo – nei risultati, quanto soprattutto nel valore etico dei partecipanti, nei meccanismi in atto, nei suoi significati più profondi.

Non ho alcuna intenzione di fare un pistolotto moralistico che possa sollevare la mia attuale delusione e rendere un po' di giustizia ai tifosi, vere vittime di tutta questa faccenda. Proprio perché conosco una decina di calciatori di serie A e B, le loro abitudini, i loro pensieri, le loro aspirazioni mi sono spesso chiesto perché si debbano sentire figli di un Dio Maggiore. Poco tempo fa ho denunciato provocatoriamente che nessun essere umano è disposto a fare politica, spettacolo e sport gratis, cioè semplicemente per dare libera espressione a un proprio dono estetico e qualitativo. Il problema è che il Mondo del Calcio offre oggi un'immagine di sé assolutamente deprecabile e fastidiosa. Difficile da difendere e da accettare.

Ogni 6 mesi leggiamo di partite truccate, bilanci gonfiati, fideiussioni false, scommesse clandestine, tasse evase e poi rateizzate per decine di anni, passaporti dei giocatori extracomunitari falsi, arbitri corrotti e compiacenti, giornalisti e dirigenti accondiscendenti… Questa è la testimonianza che riceviamo dal malcostume dei signori del pallone che abusano della loro condizione per legittimarsi al di sopra di tutto e di tutti. E'davvero un mondo volgare, arrogante e immorale. Sporco perfino alla base, a livello dilettantistico, con i continui compromessi a cui devono sottostare giocatori e tecnici per trovare spazio o non uscire dal giro.

Ma a quale titolo?

Qualche mese fa sorridevamo sull'esito imbarazzante delle intercettazioni telefoniche che pubblicavano i quotidiani in merito alla faccenda che riguardava Fiorani e Ricucci. Uno sconvolgente senso di onnipotenza, affrancato da ogni genere di pudore, con la compiacenza di chissà quali poteri forti che assicuravano immunità, autorizzazioni e favori. Una delle tante brutte storie di chi ha pensato di potersi permettere di volare con ali che non ha.

In questi giorni, altre intercettazioni telefoniche hanno svergognato quello che accade tra i dirigenti delle squadre di calcio prima di una partita. E noi, poveri stupidi, raccogliamo durante tutta la settimana tensioni, preoccupazioni e ansie davanti a una gara che invece è già conclusa ancora prima di iniziare? Addirittura ci raduniamo a discutere di tattica, della bontà o meno di quel tecnico e giocatore, quando loro stessi appartengono ad un meccanismo già scontato. Come pugili alla fine della carriera che pattuiscono il numero di rounds in cui devono rimanere in piedi.

Voi capite che tutto questo fa perdere il senso della nostra vocazione sportiva. Ci umilia e ferisce. Quando leggo nel Guestbook il sogno gialloblu di amici lontanissimi come Rosso da Toronto o le goliardie pre (e post) partita di Spiaggiati e Bondole Smarse, vedo in loro l'orgoglio e la consapevolezza di uno status, di un'appartenenza. Potrebbero essere così se non ci fosse il Verona dentro di loro? Lo stesso vale per tutti gli altri che hanno quest'identica passione e che la esprimono in maniera differente, a modo loro.

Ebbene, cosa consegnano a noi tifosi le dichiarazioni di Moggi?

Vivendo a Milano, ho molti amici che sostengono squadre diverse. Oggi, i tifosi juventini si sentono veramente umiliati ed offesi; quelli delle altre squadre temono che da un momento all'altro ci sia anche il coinvolgimento della propria. Non sarà tanto facile togliere il peso del dubbio dietro ai successi sportivi di questi club. Quello che Galliani, colpevolmente superficiale, chiama «macchia» in realtà pesa molto di più delle vere e proprie «prove». Perché il Calcio non rappresenta solo una struttura a se stante, lontana a noi anni luce come lo sono i vari Fiorani e compagnia bella; qui stiamo parlando di un'entità che ci coinvolge in pieno e che noi alimentiamo quotidianamente con i nostri soldi, la nostra fantasia, il nostro entusiasmo, la nostra passione.

E quale messaggio stiamo trasmettendo ai nostri figli?

Il dubbio che le cose si possono sempre risolvere nella vita. In un modo o nell'altro. Non esistono esiti definitivi: sconfitte, pareggi e vittorie. Tutto è possibile, basta pagare. Ma così facendo, perdiamo il valore e il senso delle cose. E' la sconfitta che dà un significato alla vittoria, come la morte alla vita. Allora, è stato Pastorello a comperare la salvezza del Verona di Maddè facendoci vincere le ultime 4 partite del Campionato 2003/2004, oppure sono stati i giocatori che sono riusciti a trovare loro stessi dopo 13 disastri consecutivi? E ancora, perchè il presidente non è riuscito ad arrivare in tempo alcuni anni prima per evitarci la retrocessione dalla serie A alla serie B? Chi giocava a Piacenza per il Verona quel brutto 5 maggio: 11 calciatori ai quali chiedevamo un miracolo, oppure il cellulare staccato del Presidente a causa di accordi mai conclusi? Dove è finita la poesia e la fiducia nel Calcio?

Questo è il mondo che ci consegnano questi signori.

Del resto, cosa ci possiamo mai aspettare se gente come Buffon (esempio negativo, ma preso a caso) che pur essendo considerato il miglior portiere del mondo ed essere fidanzato a una top model, si sente in diritto di scommettere sull'esito di più partite della propria o di altre squadre? Cosa lo ha spinto a tanto? Posso comprendere la frustrazione di eterni panchinari (come Chimenti) annoiati ed emarginati dalla festa. Ma lui, che necessità aveva di spingersi a questo punto? E' proprio vero: i soldi, la fica e la celebrità non bastano mai!

Se fossero riconosciute valide tutte le intercettazioni, se fossero confermate queste benedette prove, come si potrebbe mai accettare di incollare la figurina di un giocatore del genere nell'album dei nostri eroi? O come potrebbe vestire la maglietta della Nazionale Italiana ai prossimi Campionati del Mondo?

Qui è dove viene meno tutto: Carraro, la Triade, la Gea e il mondo opaco dei procuratori, i Presidenti delle società coinvolte devono loro stessi ai tifosi, e non a se stessi. Dove è finita adesso la loro arroganza, il paternalismo e la supponenza con la quale fino a pochi giorni fa comandavano eserciti di tifosi e sanzionavano il pur deprecabile comportamento di qualche esagitato che lanciava bottigliette e urlava cori razzisti allo stadio? E' come se Al Capone facesse la ramanzina a un picciotto perché, in un momento di esagitazione, ha picchiato il primo bambino che gli è arrivato a tiro. Decine di crimini, corruzioni e malversazioni perpetrati nel tempo tolgono il senso del limite, della dignità e del rispetto. I troppi di metri sopra di noi, permettono loro anche questo.

Il sano e superiore Senso dello Sport…

A questo punto, non importa sapere come andrà a finire, chi pagherà per tutti, come verranno sistemate le cose. E' chiaro che, nel profondo di noi, piccoli esseri umani abbracciati a una bandiera colorata, è già finito tutto. Togliere l'innocenza al pallone è un reato che nessuna pena riuscirà tanto facilmente a risarcire: chi ci restituirà infatti la nostra innocenza?

Massimo

Hellastory, 15/05/2006
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05/06/2006   TEMPI DIFFICILI
15/05/2006   SFOGO DI UN TIFOSO FERITO

BRAVO ZANETTI!


Quanto di buono avevamo visto a partire da metà febbraio (l'Atalanta ha dato evidentemente la scossa decisiva) si conferma in queste ultime partite con una difesa finalmente compatta e autoritaria e un centrocampo duttile. Fateci caso, ora tutti i gialloblù si sentono molto più a loro agio. Sanno cosa fare, non mollano mai. E il tutti di cui sopra va riferito davvero alla rosa allargata perché in questo momento il Verona fa punti e prestazioni pesanti anche senza Serdar, Tengstedt, Suslov che sono poi i giocatori più rappresentativi.

[continua]

Qual è stato il miglior gialloblu in campo in

H.Verona-Cagliari?



H.Verona    Cagliari


Bernède A.

Bradaric D.

Coppola D.

Duda O.

Ghilardi D.

Kastanos G.

Lambourde M.

Lazovic D.

Livramento D.

Montipò L.

Mosquera D.

Sarr A.

Serdar S.

Suslov T.

Tchatchoua J.

Valentini N.


 


Riepilogo stagionale e classifica generale




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