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La scheda di Attilio Gregori

Gregori
Attilio Gregori


Nato a: Monterotondo (RM)
Il: 04.10.1965
Nazionalità: italiana
Altezza: 182 cm
Peso: 82 kg
Ruolo: Portiere
Club scuola: Roma
Palmares: Tre promozioni in serie A (Genoa 1988-89; Verona 1990-91; Venezia 1997-98)

Il ruolo del portiere non è mai banale, e a Verona di portieri ne sono passati tanti. Alcuni, nonostante fossero di livello internazionale, sono passati come meteore alimentando anche facili ironie: è il caso di due portieri dell'est, Nigmatullin e Mihaylov. Altri invece, nonostante non siano mai arrivati alla Nazionale, hanno conquistato di diritto un posto nella storia del club scaligero. Fra questi, c'è Attilio Gregori. Portiere non altissimo e non esattamente longilineo: 181 cm di altezza e un peso forma sempre oltre gli 80 kg (addirittura nella stagione 1999-2000 l'album Panini riporta un peso di 87 kg). Non era esattamente omologato allo “standard” dei portieri del suo periodo. Basti pensare che nelle sua prima stagione di serie A, con la maglia del Genoa, nel 1989-90, di fronte si trovò spesso portieri attorno a 1,90 (Tacconi, Zenga, Pagliuca) se non oltre (Rossi, Cusin, Cervone). Anche in virtù del fisico, non era particolarmente spettacolare negli interventi, ma era dotato di ottimo senso di piazzamento e di reattività. Con la maglia del Verona in serie A può vantare un piccolo record sui rigori: su 12 penalty subiti, ha incassato solo 7 gol: 3 quelli parati (a Vialli, Mattheus e Brehme), e 2 quelli sbagliati dagli avversari.
Qui si può trovare il dossier di Carlo sui rigori subiti da Gregori con la maglia del Verona.

Nato a Monterotondo nel 1965, Gregori cresce nelle giovanili della Roma, e si affaccia alla prima squadra nella stagione 1983-84, alle spalle di Tancredi e di Malgioglio. Nella stagione successiva la Roma lo manda a farsi le ossa in serie C, nella Reggiana, poi lo richiama nella stagione 1986-87, dove però non vede mai il campo. Franco Tancredi, a quanto pare, non ha intenzione di farsi da parte, e comincia a sgomitare anche il giovanissimo Angelo Peruzzi, classe 1970. Nel settembre 1987 Gregori viene ceduto al Genoa in serie B. A 23 anni, una bella occasione per giocare stabilmente e fare il salto di qualità. Il Genoa non attraversa un gran momento e rischia la retrocessione in serie C ma, nella sfida salvezza con il Modena, Gregori para di tutto e tiene a galla il grifone. Nella stagione successiva la musica cambia, il Genoa conquista la serie A, e lui incassa appena 13 reti in 38 incontri.
L'approccio con la serie A non è però così entusiasmante: la piazza, rientrata nel massimo campionato dopo anni di anonimato, è esigente, e non perdona nulla al portiere laziale. Il distacco definitivo da Genova avviene probabilmente alla prima di ritorno: il 7 gennaio 1990 il Genoa va a Lecce. Al 18' Barbas tira una punizione di potenza, la palla si schianta sulla parte alta della traversa e si impenna dritta in verticale, neanche la traiettoria fosse stata disegnata con il filo a piombo. Gregori ha tutto il tempo per vederne la traiettoria discendente verso il terreno ma, mentre intorno a lui i difensori genoani tengono alla larga gli attaccanti leccesi, lui salta completamente fuori tempo, la palla rimbalza più in là, proprio sulla riga, e con effetto beffardo schizza in rete. E' uno fra i gol più “assurdi” della storia del calcio, e Gregori paga la scelleratezza con il posto da titolare: la domenica successiva Scoglio schiera in porta Simone Braglia. Lo stesso Gregori racconterà così la sua esperienza a Genova in un'intervista rilasciata a nel 2012 a Pianetagenoa:

“A Genova, invece, sono entrato nel calcio che conta, quello vero, quello da protagonista. Conservo dei bei ricordi di quell'esperienza, sia dei momenti negativi che positivi. Il primo anno è stato piuttosto complicato: la salvezza arrivò solamente all'ultima giornata del campionato di Serie B, se non sbaglio in casa del Modena. L'anno dopo intraprendemmo una cavalcata memorabile con Franco Scoglio e conquistammo la massima serie. Una volta arrivati in A, giocai solo per metà stagione. Con la testa ero già per fatti miei e così da gennaio in poi non trovai più spazi. Nonostante questo reputo che quella in rossoblù sia stata un'esperienza davvero importante.”

Gregori farà quindi il percorso opposto a quello di Osvaldo Bagnoli: il mister dello scudetto, chiuso un ciclo irripetibile a Verona, si trasferisce al Genoa, dove nell'arco di un paio di stagioni porterà la squadra rossoblu a giocarsi la semifinale di Coppa Uefa. Gregori invece arriva all'Hellas, e proprio nel momento più delicato della storia. Se solo fino a un paio di stagioni prima Verona poteva essere una piazza ambita da chiunque, nella stagione 1990-91, con la squadra in serie B e una società praticamente assente, la piazza può andare bene per chi ha bisogno di prendersi delle rivincite o è all'ultima spiaggia per dimostrare di valere un posto nel calcio che conta. Nonostante la situazione societaria precaria, il gruppo si compatta attorno a mister Fascetti e riesce a centrare la promozione in A. L'avvio di Gregori fra i pali è subito convincente: nelle prime 14 giornate di campionato riesce a tenere la porta inviolata in ben 9 occasioni. In quel campionato, si distingue anche per la “libera uscita” in dribbling nel finale di Messina, inserita fra le 10 follie nello speciale di Hellastory..

L'anno successivo le famiglie Mazzi e Ferretto cercano di allestire una squadra competitiva, confermando molti dei protagonisti del buon campionato di B, e portando in gialloblu, fra gli altri, i difensori Pin e Renica, e gli stranieri Raducioiu e Stojkovic, vero colpo del mercato estivo. Nonostante i più buoni propositi la squadra parte maluccio e crolla nel ritorno, quando perde tutti gli scontri diretti in trasferta e pareggia in casa con la Cremonese. Gregori fa quel che può, e in più occasioni tiene a galla la squadra: alla fine, sarà uno dei più positivi della stagione.
La sua giornata di gloria la vive il 15 settembre 1991 a San Siro, quando si trova a dover fronteggiare 4 rigori concessi all'Inter dall'arbitro Pezzella di Frattamaggiore, che crede di avere un conto aperto con la storia del football. Gregori ne para 2, un terzo finisce a lato, e il solo Desideri riesce a realizzare.

Tornato mestamente in B, il Verona chiama in panchina Edi Reja per la stagione 1992-93. Non una grande annata, conclusa con un anonimo dodicesimo posto, ma Gregori ha modo di balzare ancora agli onori delle cronache il 30 maggio 1993 quando, nel derby con il Venezia, si presenta sul dischetto del rigore. Il Venezia conduce 1-0 per la rete di Delvecchio nel primo tempo, il rigorista Prytz è uscito nell'intervallo per far posto a Ghirardello, fra i giocatori del Verona c'è un attimo di titubanza di troppo e si fa avanti il numero 1. Il tiro di Gregori finirà purtroppo alto sulla traversa.

Gregori giocherà altre 3 stagioni nel Verona, con un intermezzo a Udine in serie A, nel 1995-96, dove fece la riserva di Graziano Battistini, giocando comunque 10 partite. La sua ultima stagione in gialloblu è quella 1996-97, di nuovo serie A, con Gigi Cagni in panchina. Alla prima giornata, l'8 settembre 1996, subisce uno dei gol più celebri e rivisti della storia, da Weah del Milan, che lo batte in diagonale dopo una cavalcata solitaria partita dalla riga di fondo dell'area rossonera. Ecco come il portiere ricorderà quel gol ai microfoni di Radio Incontro nel 2012:
«Quel gol l'ho visto mille volte, e forse più. La cosa che più ricordo con maggior scalpore è che si trattasse di un calcio d'angolo per il Verona; Weah ha stoppato la palla, si è fatto cento metri di campo, palla al piede, pensi sarà stanco, e invece no: mi ha pure guardato, ha segnato, ha fatto altri trenta metri di corsa verso la bandierina, perché fisicamente è possente. Fu un rigore in movimento, dopo cento metri di scatto, con la palla al piede. Arrivò fresco come una rosa, e piazzò pure la palla».

Il Verona parte male anche quell'anno, Gregori fa quel che può ma incassa 2 reti di media nelle prime giornate. La sua ultima gara in maglia gialloblu sarà il 17 novembre 1996, nel derby con il Vicenza di Guidolin che, due settimane dopo, balzerà addirittura al comando solitario della classifica. La partita è preceduta da un minuto di silenzio in memoria di Giuliano Giuliani, ex portiere gialloblu scomparso prematuramente in settimana. Il Verona va in doppio vantaggio per l'autorete di Lopez e il gol di Maniero, ma il Vicenza accorcia le distanze con Murgita nel primo tempo e pareggia a 10' dal termine su punizione deviata da Baroni. Il gol di Murgita è probabilmente macchiato da un fallo di Beghetto su Gregori in uscita, ma per l'arbitro la carica è regolare. Comunque sia andata, la domenica successiva a Perugia, Cagni schiera in porta Guardalben, giovane sicuramente dotato, ma poco adatto alla difficile situazione dove occorre aver i nervi saldi. A gennaio 1997 Gregori lascia definitivamente Verona per trasferirsi a Venezia dove, con i lagunari, conquisterà una promozione in A nel 1997-98. Poi diverse stagioni in giro fra Siena, Bari, Savoia, Lodigiani. Ma nel destino di Gregori non c'è spazio per la normalità fra i pali, così il 24 novembre del 2002 si prende la rivincita con la sorte e va in gol, addirittura su punizione, con la maglia della Lodigiani, in una gara di C2 contro il Frosinone. Certo che un gol sotto la Curva Sud del Bentegodi sarebbe stato altra cosa, ma ci sono portieri che hanno fatto i Mondiali e avranno sempre meno da raccontare di Gregori...

Paolo


Carriera:
Stagione Squadra Serie Presenze Reti
1983-84 A Roma - -
1984-85 C1 Reggiana 22 -22
1985-86 A Roma - -
1986-87 A Roma - -
1987-88 B Genoa 38 -32
1988-89 B Genoa 38 -13
1989-90 A Genoa 16 -18
1990-91 B Verona 38 -29
1991-92 A Verona 34 -57
1992-93 B Verona 35 -30
1993-94 B Verona 35 -38
1994-95 B Verona 28 -28
1995-96 A Udinese 10 -18
1996-97 A Verona 9 -18
gen-97 B Venezia 23 -27
1997-98 B Venezia 34 -29
1998-99 C1 Siena 7 -10
mar-99 A Bari 2 -2
1999-2000 A Bari 2 0
2000-01 C1 Savoia 13 -20
gen-01 A Bari 4 -6
2001-02 B Bari - -
2002-03 C2 Lodigiani 21 -19




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