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La scheda di Massimo Ficcadenti

Ficcadenti
Massimo Ficcadenti


Nato a: Fermo (Ap)
Il: 06.11.1967
Nazionalità: italiana
Altezza: 181 cm
Peso: 77 kg
Ruolo: Centrocampista/Allenatore
Club scuola: Sambenedettese
Palmares: 2 promozioni in A (Hellas Verona 1995-96, Torino 1998-99)

Carriera da giocatore

Quando giocava ha rappresentato la tipologia del calciatore che tutti gli allenatori ambiscono avere: serio, determinato, uomo di squadra e di spogliatoio. In campo poi, un altro allenatore. Cresciuto come mediano, forgiato dal carattere che formazioni come la Sambenedettese e il Messina esigono, ha rinunciato alla serie A (Cagliari) per arrivare al Verona di Reja dove ha giocato 132 gare e segnò 9 reti nel corso di 5 stagioni. Qui si è evoluto, e pur conservando le sue qualità di incontrista, è riuscito a diventare la vera anima del centrocampo gialloblu. Perché Ficcadenti, è giusto ricordarlo, sapeva stare benissimo in campo, assoluto padrone di una dote che abbiamo apprezzato raramente e in pochi altri giocatori, gente come Bencina, Leo Colucci e Mazzola: la conquista e la gestione degli spazi, l'equilibrio in mezzo al campo, il senso della squadra. Per avere questa dote devi essere intelligente di tuo e anche pratico. Il Verona molto offensivo di Perotti (quello di Valoti, Zanini, Cammarata e De Vitis per intenderci) che conquistò la serie A nel 1995/96, ad esempio, poteva sbilanciarsi secondo le necessità perché era protetto alle spalle da Ficcadenti, catalizzatore del gioco e possessore di grande senso tattico. Dopo Verona ha disputato tre stagioni da comprimario al Torino, cogliendo anche una promozione, e ha chiuso la carriera a Ravenna nella stagione 2000/01

Carriera da allenatore

Quando Ficcadenti intraprende la carriera da allenatore ha solo trentatre anni. Siamo nel 2001/02 e a chiamarlo è il Fiorenzuola squadra che dopo una soffertissima salvezza (con in porta Pegolo) chiede proprio al neo-mister la conquista della permanenza in C2. Si tratterebbe di un vero e proprio miracolo visto che la società piacentina dopo un decennio di soddisfazioni tra C1 e C2 sta vivendo una grave crisi societaria ed in estate è stata costretta ad indebolire ulteriormente una rosa che solo ai play-out era riuscita a strappare la salvezza. Tutti i titolari della stagione precedente sono stati ceduti e in pratica sono rimasti solo quattro giocatori. La rosa viene completata con prestiti, giocatori disoccupati e giovani pescati dai Berretti. A Ficcadenti, che in mancanza del patentino si deve far «tutorare» da Bozzi, non rimane che fare «buon viso a cattivo gioco».

Il debutto ufficiale in un campionato professionistico da allenatore arriva il 2 settembre 2001 e non è dei più fortunati: la sua squadra infatti perde per 1-0 sul campo dell'Imolese. E' solo l'inizio di un campionato tutto in salita. Dopo una promettente striscia positiva di due vittorie e due pareggi tra la terza e la sesta giornata infatti il Fiorenzuola comincia lentamente a precipitare in classifica, mettendo assieme la miseria di otto punti nelle successive diciotto giornate. Un rullino davvero negativo nel quale però Ficcadenti sembra avere poche colpe. La rosa messagli a disposizione infatti è davvero imbarazzante e con il poco che si trova per le mani il giovane allenatore dimostra almeno di riuscire a dare una dignità ai suoi, disponendoli in campo con un atteggiamento prudente (4-5-1) che gli permette di giocarsela alla pari con tutti, anche con gli avversari più tosti (delle dodici sconfitte, dieci sono di misura). Insomma il suo Fiorenzuola, seppur modestissimo sul piano tecnico, non è un'armata brancaleone ma una squadra motivata ed organizzata capace di esprimere al massimo il suo limitato potenziale. Ecco perché la società non lo caccia e anzi lo lascia lavorare tranquillo fino al termine della stagione. Il Fiorenzuola dopo un bel finale chiude al penultimo posto conquistandosi l'accesso ai play-out dove però il Trento ha la meglio e caccia gli emiliani in D. E' solo l'inizio della discesa: il Fiorenzuola infatti l'anno successivo si salverà solo ai play-out dalla retrocessione in Eccellenza.

Per Ficcadenti invece l'amara stagione non porta un declassamento, anzi. Ad Avellino infatti il presidente Casillo è rimasto colpito dal suo lavoro tanto da proporgli un'alettante posto nella panchina della sua squadra che dopo anni nell'inferno della C1 ha terribilmente voglia di ritornare tra i cadetti. Ficcadenti naturalmente non si fa ripetere due volte la proposta e corre in Campania. Dove però va incontro ad una grandissima delusione: dopo il ritiro e qualche battuta a vuoto nelle amichevoli e nella Coppa Italia di serie C infatti il vulcanico patron avellinese decide di cacciarlo rimpiazzandolo con Vullo che riuscirà nel compito di riportare i lupi irpini in B. Doveva essere il trampolino di lancio e invece è diventato una pesante zavorra nel curriculum di Ficcadenti che dopo un solo anno di carriera si trova così già appiedato. A venirgli in salvo è l'estate successiva la Pistoiese. Ancora una volta lo scenario che si presenta a Ficcadenti però non è dei migliori. Il club toscano infatti è sommerso dai debiti e per ripartire ha bisogno di nuovi investitori che tardano però ad arrivare. Tra gli altri si parla addirittura dell'ex gialloblu Raducioiu pronto a venire in salvo con una cordata di amici nell'inedita veste di presidente-giocatore. La realtà è che di gente disposta ad entrare in società in giro ce n'è poca e così non rimane al club che riproporre la strategia che già l'anno precedente aveva consentito di ottenere buoni risultati a costo zero: tanti giovani (in prestito e dal vivaio) ed un allenatore capace di farli crescere e valorizzare. In questa veste, dopo la partenza di Mazzari verso Livorno, viene scelto proprio Ficcadenti.

Come detto, la rosa che gli viene messa a disposizione è giovanissima (19 giocatori su ventisei sono classe under 80'), addirittura la più giovane di tutti i campionati professionistici. Nella quale però non mancano delle vecchie volpi come l'attaccante Artistico e i difensori Bellini e Montalbano, elementi in grado di regalare esperienza e personalità alla squadra. Proprio questo mix tra tanti giovani e due-tre esperti «vecchietti» riesce, grazie all'ottimo lavoro di Ficcadenti, a raccogliere risultati insperati regalando addirittura ai tifosi il sogno della promozione. La Pistoiese infatti dopo una brutta partenza, ingrana la quinta e balza dopo la decima giornata al terzo posto subito dietro le «lepri» Arezzo e Lumezzane. La squadra gioca bene, diverte e vince . I punti conquistati tra la sesta e la ventesima giornata sono ben ventisette e nell'ambiente già si parla di Ficcadenti come una delle grandi promesse in panchina. I sogni di gloria purtroppo si spengono nell'ultima parte della stagione quando la Pistoiese, una volta uscita dalla zona play-off, tira un po' i remi in barca accontentandosi di un più che dignitoso undicesimo posto. Ficcadenti in pratica ripete la stessa posizione e gli stessi punti di chi lo ha preceduto, quel Mazzeri che nel frattempo ha trascinato il Livorno in A.

Ora dopo trentasei primavere e tre anni di carriera alle spalle Ficcadenti si ritrova, giovanissimo, già in serie B per di più in un club prestigioso ed amato come il Verona. La situazione societaria che si trova ad affrontare è ancora una volta da brividi, con una presidenza al momento assente ed una squadra imbottita di giovani e costruita in economia.

Lui però non sembra preoccuparsi più di tanto forte delle esperienze maturate a Fiorenzuola e Pistoia. E' chiaro però che questa volta tutto sarà più difficile perché la categoria, la piazza, le pressioni e, se non troveranno in fretta una risoluzione, pure i problemi societari sono indubbiamente più importanti.

Stagione 2004-05

La sfida che gli ha proposto Pastorello era di quelle tanto ambiziose quanto difficili da affrontare. Ficcadenti non ha perso la calma e pure dopo il terribile inizio ha continuato a sostenere con coraggio le proprie idee e il proprio modulo di gioco. I fatti gli hanno dato ragione. Nel 3-4-3 del mister marchigiano Adailton e Bogdani sono riusciti a trovare le condizioni ideali per esprimersi, i vari Cassani, Dossena e Behrami sono sbocciati e quando in cabina di regia è salito Italiano per gli avversari non c’è stata più gara. Partito con l’obiettivo di una salvezza sofferta il Verona si è trovato ai vertici della classifica con un gioco spumeggiante e spettacolare (migliore attacco), a detta di tutti il più bello della serie cadetta. Poi, per vari motivi il giocattolo s’è rotto e il bel cigno è diventato un brutto anatroccolo. Più che i scarsi risultati a colpire del Verona di fine stagione è stata proprio questa incredibile involuzione a livello di gioco e di idee. Ficcadenti le ha provate tutte per rimettere l’Hellas in carreggiata: strigliate, ritiri (a riprova del grande carattere e personalità), modifiche di formazioni e di moduli ma non c’è stato niente da fare. Per fortuna anche nella prossima stagione sedierà nella panchina del Verona. La speranza è di rivedere il Ficcadenti della prima parte di stagione (e per questo sarà fondamentale il contributo di Pastorello).

Stagione 2005-06

Sul suo conto si è discusso molto durante la stagione. Ficcadenti è indubbiamente amato dalla Curva, ma secondo alcuni sarebbe sopravvalutato, visti i risultati non eccelsi conseguiti con una squadra modesta ma comunque non inferiore ad altre che hanno ben figurato (come Arezzo, Crotone, Pescara, Triestina o Bari). La verità, forse, sta proprio nel mezzo. Il Ficca è un tecnico molto preparato che sa spremere molto dai giocatori a sua disposizione e che in questa stagione ha anche dimostrato una certa flessibilità tattica (modificando l’impostazione del suo 4-3-3, modulo dal quale comunque non prescinde). Tuttavia non si può ignorare il calo netto che ha accompagnato tutti e due i suoi Verona nella seconda parte di stagione, né tanto meno il fatto che la squadra appare sì organizzata ma non proprio spettacolare. Tecnici come Gustinetti, Gasperini o Castori in questi anni hanno forse dimostrato di essere più bravi, ma Ficcadenti rimane comunque uno degli elementi più interessanti della nuova generazione della panchina ed è ancora giovanissimo (ha solo 38 anni!). Se di errori ne ha fatti, sicuramente avrà il tempo per correggerli e migliorarsi. Nel frattempo gli va un grande grazie per l’averci consentito di raggiungere una salvezza comunque non scontata


Carriera da giocatore:
Stagione Squadra Serie Presenze Reti
1985-86 Sambenedettese B 2 0
1986-87 Sambenedettese B 16 0
1987-88 Sambenedettese B 18 0
1988-89 Sambenedettese B 32 2
1989-90 Messina B 27 1
1990-91 Messina B 33 1
1991-92 Messina B 30 3
1992-93 Hellas Verona B 31 0
1993-94 Hellas Verona B 26 4
1994-95 Hellas Verona B 29 3
1995-96 Hellas Verona B 28 2
1996-97 Hellas Verona A 19 0
1997-98 Torino B 21 2
1998-99 Torino B 15 0
1999-00 Torino A 12 0
2000-01 Ravenna B 2 0

Carriera nel Verona:
Campionato Coppe Nazionali Spareggi/PlayOut TOTALE
Stagione Serie Pres. Reti Pres. Reti Pres. Reti Pres. Reti
1992-93 B 31 0 4 0 0 0 35 0
1993-94 B 26 4 1 0 0 0 27 4
1994-95 B 29 3 1 0 0 0 30 3
1995-96 B 28 2 1 0 0 0 29 2
1996-97 A 19 0 1 0 0 0 20 0
Totale - 132 9 8 0 0 0 140 9



Carriera da allenatore:
Stagione Squadra Serie Piazzamento Successi
2001-02 Fiorenzuola C2 17 Retrocessione
2002-03 Avellino C1 Sost. -
2003-04 Pistoiese C1 11 -
2004-05 Hellas Verona B 7 -
2005-06 Hellas Verona B 15 -
2006-07 Hellas Verona B - -





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