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La scheda di Pietro Fanna

Fanna
Pietro Fanna


Nato a: Moimacco (UD)
Il: 23.06.1958
Nazionalità: italiana
Altezza: 178 cm
Peso: 72 Kg
Ruolo: Ala sinistra
Palmares: 5 scudetti (Juventus 1977-78, 1980-81, 1981-82, Hellas Verona 1984-85, Inter 1988-89), 2 Coppe Italia (Inter 1977-78, Juventus 1989-90), 1 Coppa Uefa (Juventus 1989-90)
Club scuola: Udinese
Nazionale: 14 pres. 0 gol (debutto 22.12.1983 Italia-Cipro 3-1); Under 21: 21 pres. 6 gol

«Lo scudetto di Verona è, tra i cinque che ho vinto, quello che ricordo con maggior gioia e soddisfazione»

La sua testa quasi completamente calva passava come un lampo. L'ombra fuggitiva di un treno in corsa ed eccolo a destinazione, al tiro o al cross. Pietro Fanna era un'ala destra che sapeva però svariare su tutti e due i lati del campo. Memorabile era l'ondeggiare delle sue anche, il saettare delle finte, ora di qua, ora di là come folgorato da pensieri diversi ed intrecciati, l'invenzione del passaggio, la conclusione, rara ma preziosa, gli spostamenti imprevedibili sulla scacchiera verde. Pierino sapeva donare alla linea bianca la dignità di confine, il cunicolo ove la fuga poneva in ginocchio l'avversario. La sua classe e il suo estro sapevano mettersi a disposizione della squadra incanalandosi in sentieri tattici produttivi. L'ala friulana con le sue finte, i fuggenti contropiedi, le imprevedibili giocate regalava ai tifosi gialloblù un sapore di libertà, di gioia sregolata che rendeva indimenticabili le domeniche al Bentegodi. Idolo per anni dei supporters della curva sud ha continuato a dare il suo contributo all'Hellas anche dopo aver appeso le scarpe al chiodo. Il recente passaggio al Venezia come vice di Prandelli, ha intaccato in parte la stima e la simpatia del popolo veronese che ha giudicato la sua scelta come un tradimento nei confronti della società.

Pietro Fanna nacque a Moimacco, piccolo paese friulano, il 23 giugno 1958. Fu il padre Rino, a quel tempo gestore di una trattoria, ad infondere nel giovane figlio la passione per il pallone, portandolo ogni giorno a palleggiare in corsa lungo le stradine impervie del paese ed educandolo a sani valori sportivi. La velocità, la padronanza del pallone e l'abilità nel superare l'avversario colpirono gli osservatori dell'Atalanta che lo portarono giovanissimo a Bergamo. La città lombarda rappresentò l'ambiente ideale per l'ingresso di Pierino nel calcio che conta. A soli diciassette anni Fanna esordì nella serie cadetta collezionando alla fine del campionato ben 20 presenze condite da due gol. La stagione 1976/77 consacrò la giovane ala friulana: titolare fisso, con i suoi quattro gol fu uno dei principali protagonisti della promozione della propria squadra. Si guadagnò così un posto nella nazionale under 21 e l'interesse dei grandi club che si diedero battaglia per accapparrarsi il giovane Fanna.

Alla fine fu la Juventus a spuntarla. Pietro si ritrovò così, dopo due sole stagioni di calcio che conta, nella squadra più blasonata e potente d'Italia. Presentato come l'erede di Causio, Fanna pagò il peso della responsabilità non riuscendo mai, nei primi tre anni di Juventus, ad esprimersi al meglio. L'ambiente bianconero non riusciva a garantire la fiducia necessaria al giovane Fanna, costretto a trascorrere numerose domeniche in panchina. Ma Pietro, penalizzato anche dalla suo carattere introverso tipicamente friulano, non fece mai una polemica, un appunto a Trappatoni che lo giudicava poco campione in una squadra che di assi ne aveva già in abbondanza. L'unico a capirlo era Furino che di Fanna diceva: «E' il migliore, sa giocare a tutto campo e bene in ogni ruolo. E' serio e buono, non può non sfondare».

Nella stagione 1980/81 Pierino trovò finalmente un posto da titolare e contribuì con cinque gol e numerosi assist allo scudetto, il secondo dei tre da lui conquistati con la maglia bianconera. L'annata successiva però si ritrovò di nuovo in panchina: di qui la decisione di cambiare squadra e di passare al Verona, una neopromossa destinata a divenire presto grande. Pietro Fanna decise così, dopo tre scudetti e una Coppa Italia conquistati da comprimario nella Juve, di rimettersi in discussione passando a una «piccola» ambiziosa, deciso questa volta a recitare un ruolo di prim'attore.

La scelta si rivelò quanto mai felice. Pierino trovò nella città scaligera l'ambiente ideale per mostrare la sua classe, circondato dalla fiducia della società e soprattutto dei tifosi. Decisive nella sua maturazione di calciatore furono anche le donne di Fanna: la moglie Laura, le figlie, la madre, la nonna e le tre sorelle con le quali era solito spendere tutti i lunedì per rintemprarsi e ritrovare sempre nuove energie, quelle che in campo dispensava senza risparmio. Trovata fiducia e serenità famigliare Fanna disputò tre straordinarie stagioni con la maglia dell'Hellas, acquisendo sempre maggior convinzione nei propri mezzi.

Se le stagioni 1982/83 e 1983/84 furono le più prolifiche dal punto di vista dei gol, fu tuttavia l'anno dello scudetto quello in cui Fanna risultò maggiormente decisivo per le sorti della squadra. Pierino, oltre al consueto apporto di assist, gol e dribbling, rappresentò la pedina tattica fondamentale nello sviluppo del contropiede, che fece le fortune del Verona. Fanna infatti quando indietreggiava creava gli spazi e i presupposti per una rapida ripartenza senza palla da parte di Tricella il quale veniva poi servito quando era ormai nel vivo della difesa avversaria, cogliendo impreparati i calciatori rivali troppo sbilanciati in avanti. Era proprio la scelta di tempo di questi due giocatori chiave dell'Hellas a determinare lo spostamento e l'inserimento di un compagno che andava poi a finalizzare l'azione.

Nell'anno dello scudetto Fanna realizzò due reti, la prima delle quali di fondamentale importanza: il 28 aprile si stava disputando al Bentegodi la partita Verona-Lazio, valevole per la ventisettesima giornata di campionato. La squadra gialloblu, in una domenica resa quasi irreale dallo sciopero di giornali, radio e televisioni, si trovava ancora sullo zero a zero con una Lazio già retrocessa, quando Pierino segnò al 78' un gol di fondamentale importanza che di fatto sancì (anche se non dal punto di vista matematico) la conquista dello scudetto.

In tre anni gialloblu Fanna aveva conquistato la nazionale, vinto uno scudetto e mostrato a tutta Italia la sua classe divenendo la miglior ala italiana dopo Bruno Conti. Per il Verona fu così impossibile mantenere nelle proprie fila Pierino che nell'estate del 1985 passò all'Inter. Dopo un'annata negativa per la squadra milanese (6°posto), che gli precluse la possibilità di partecipare ai mondiali del Messico, nella stagione 1986/87 arrivò come allenatore Trapattoni deciso a risollevare le sorti dell'Inter. E in effetti il Trap riuscì nell'impresa portando la propria squadra, dopo due stagioni di transizione (3° e 5° posto), allo scudetto dei primati: era il 1988/89 e l'Inter vinse il campionato battendo ogni record (58 punti, 26 partite vinte solo 19 gol subiti e ben 67 realizzati). Fanna fu protagonista marginale di questo successo: per lui solo tredici spezzoni di partita.

Superata la trentina ed entrato ormai nella fase discendente della sua parabola calcistica Fanna decise di tornare «a casa», nel Verona dove spese tra amarezze (molte) e soddisfazioni (poche) gli ultimi anni della sua carriera. La stagione 1989/90 fu malinconica per i tifosi gialloblu: con gli anni '80 si chiuse infatti il grande ciclo del Verona di Bagnoli e la squadra scaligera fu costretta a rientrare nei ranghi. L'Hellas, con una formazione completamente nuova composta da scarti delle altre squadre di Serie A (Bodini, Favero, Magrin, Pusceddu, Calisti, Gutierrez, Acerbi, Prytz e lo stesso Fanna), da vecchi bomber ormai dimenticati (Gritti e Iorio), dal modesto Gaudenzi, dalla promessa mancata Pellegrini, dallo sconosciuto Sotomayor e il giovanissimo Peruzzi, riuscì a rimanere in lotta fino all'ultima giornata quando la sconfitta per uno a zero a Cesena condannò i gialloblu alla B. Il grande Bagnoli lasciò la società, non per volere suo, ma per l'ottusità di una dirigenza ingrata.

L'anno dopo il Verona riconquistò subito la Serie A grazie anche agli intramontabili guizzi di Fanna. La stagione 1991/92 fu quella della grande illusione. Il Verona partito con intenzioni europee retrocesse in malo modo. Nell'annata del bidone Raducioiu e degl'infiniti acciacchi di Stojkovic il vecchio Fanna fu tra gli unici giocatori a salvarsi. C'è ancora il tempo per un'altra, deludentissima stagione in serie B al termine della quale Pierino decise di lasciare l'attività agonistica.

Occupatosi del settore giovanile veronese per diversi anni, Pietro Fanna ha assunto con l'arrivo di Prandelli nell'estate 1998, il ruolo di secondo allenatore. Prandelli dopo aver ottenuto una promozione e una tranquilla salvezza, regalando un calcio offensivo e assai piacevole, ha lasciato la panchina del Verona in aperta polemica nei confronti della presidenza. Grande scalpore ha suscitato nei tifosi gialloblu la scelta di Fanna di seguire Prandelli a Venezia. L'affetto nei confronti di Pierino è rimasto comunque grande, nonostante il «tradimento»: ne è una prova il recente sondaggio di «solohellas» nel quale si è classificato secondo tra tutti i centrocampisti del club scaligero.


Carriera in Campionato:
Stagione Squadra Serie Presenze Reti
1975-76 Atalanta B 20 2
1976-77 Atalanta B 35 4
1977-78 Juventus A 13 2
1978-79 Juventus A 16 2
1979-80 Juventus A 22 3
1980-81 Juventus A 29 5
1981-82 Juventus A 21 1
1982-83 Hellas Verona A 28 7
1983-84 Hellas Verona A 28 5
1984-85 Hellas Verona A 29 2
1985-86 Inter A 28 0
1986-87 Inter A 28 3
1987-88 Inter A 28 1
1988-89 Inter A 13 0
1989-90 Hellas Verona A 24 1
1990-91 Hellas Verona B 30 1
1991-92 Hellas Verona A 25 3
1992-93 Hellas Verona B 24 1

Carriera nel Verona:
Campionato Coppe Nazionali Spareggi/PlayOut TOTALE
Stagione Serie Pres. Reti Pres. Reti Pres. Reti Pres. Reti
1982-83 A 28 7 10 0 5 0 43 7
1983-84 A 28 5 8 0 4 2 40 7
1984-85 A 29 2 7 0 0 0 36 2
1989-90 A 24 1 1 0 0 0 25 1
1990-91 B 30 1 2 1 0 0 32 2
1991-92 A 25 3 4 1 0 0 29 4
1992-93 B 24 1 4 0 0 0 28 1
Totale - 188 20 36 2 9 2 233 24




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