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HELLAS VERONA / Caleidoscopio gialloblu

CALEIDOSCOPIO GIALLOBLÙ - 3


CALEIDOSCOPIO GIALLOBLÙ - 3

Con la splendida vittoria sul Napoli Juric supera se stesso dimostrando con i fatti di essere più forte delle 4 difficoltà incontrate, elencate nel corso della conferenza stampa di venerdì scorso: 1) preparazione breve 2) infortuni 3) Covid 4) perdita dei protagonisti della stagione precedente. Juric chiude a quota 30, 2 punti in meno del fantastico Verona di Mandorlini. Ma la sfida, per quanto mi riguarda, è apertissima e solo rinviata a fine stagione. Il bilancio è ancora più esaltato dal fatto di aver conseguito la migliore difesa del Campionato in compagnia della Juventus che ha però 1 partita in meno e quindi rischia di lasciare il primato a Silvestri. Tante belle cose, insomma, ma c'è tanto altro da affrontare.

DA STURARO A LASAGNA. Il mercato gialloblù non è stato orientato solo a riempire gap di rosa (gli infortuni di Benassi e Vieira a centrocampo e la fragilità fisica e realizzativa di Kalinic, Favilli e Di Carmine) ma sono state vere e proprie operazioni di miglioramento della rosa. Aggiungo: di salto di qualità. Anche lo scorso anno il Verona fu migliorato molto a gennaio con investimenti riusciti (Dimarco e Lovato) e operazione finalizzate alla stagione in corso (Borini ed Eysseric).

Sturaro appartiene alla lunga schiera di fedelissimi di Juric accantonati dal Genoa. Non c'è dubbio che Gunter, Lazovic e Veloso sono rinati qui a Verona; Favilli stesso ha fatto meglio nei soli 291 minuti in cui ha giocato tra un acciacco e una ricaduta che l'intera scorsa stagione in rossoblù. Sturaro ha un altissimo potenziale tecnico (un gran bel giocatore, ha detto Juric) che lo ha fatto mettere in mostra anche nella Juventus e in Nazionale, può ricoprire più ruoli di centrocampo, conosce la disciplina tattica di Juric. Il problema di fondo è la tenuta fisica che, per un atleta di 27 anni, è piuttosto deficitaria. Alla sua età ci si aspetta maggiore risposta fisica, anche nei tempi di recupero. E questo è il suo limite maggiore. Recupera? Poi, per quanto regge? Già adesso, appena arrivato, ci vorranno una decina di giorni per il pieno utilizzo. I liguri non lo hanno svenduto, anzi hanno chiesto un riscatto a fine stagione piuttosto elevato (12,5 milioni) perché sono convinti che il giocatore non sia affatto finito. Lasciano insomma che siano il tempo e Juric a rimetterlo in sesto. Comunque, visto lo spessore, viene con intenzioni serie di ricavarsi un ruolo da protagonista ma dovrà vedersela con Tameze e Barak che, dall'inizio di stagione, non stanno perdendo un colpo. Per noi è un arrivo importante perché è fondamentale inserire un nuovo elemento di qualità. Sulla possibilità poi di vederlo in gialloblù anche la prossima stagione ho qualche riserva. Tenuta fisica a parte, il Verona avrà disponibilità sufficiente per riscattarlo?

Al momento non è stata ancora ufficializzata l'operazione Lasagna ma siamo ai dettagli (formula contrattuale e cifre). Aggiungo che, la cautela di Setti prima, la smentita di Marino poi e – fatto più grave di tutti - il rischio di averlo impiegato contro l'Inter hanno lasciato più di una perplessità tra i tifosi. Tutti però sono convinti che verrà. E questo è un bel acquisto. Mantovano di nascita, è quasi un predestinato in gialloblù. Partito dalle giovanili del Chievo (peccato veniale che gli sopportiamo) ha conquistato le categorie superiori dopo aver giocato le prime stagioni in squadre della bassa padana. Lasagna è un signor attaccante, anche lui vicino alla Nazionale, abituato tatticamente a giocare sulla profondità, dotato di velocità e di un sinistro importante. Non so esattamente come Juric lo collocherà ma non credo proprio che venga a fare la riserva di Kalinic. Dopo Carpi e Udine, Verona rappresenterà dunque la sua terza stagione agonistica, quella della maturità. E l'impegno reciproco con la nuova società è quello di durare. Se dovessi identificare con lui un vuoto di rosa da riempire, anche se il ruolo è completamente diverso, Lasagna rappresenta quello che è stato Borini l'anno scorso. Esperienza e qualità offensiva. Gli farà spazio probabilmente Di Carmine che ha necessità di cambiare aria e trovare nuovamente lucidità sotto porta.

KALINIC Ho delle riserve su di lui perché non mi ha convinto finora. Tocca bene la palla, va bene; è arrivato fuori condizione, va bene. Ma ho la sensazione che a volte si nasconda, non ha il furore agonistico dei compagni e non ha affatto migliorato il reparto offensivo. Con lui in campo hai sempre la sensazione che qualcosa possa accadere, ma poi non succede mai niente. E per questo, dopo ogni 50/60 minuti lascia mestamente il campo. A sua parziale discolpa è possibile che il gioco attuale del Verona favorisca soprattutto gli inserimenti delle mezze punte (Zaccagni e Barak) e lui si trova spesso spalle alla porta a fare un lavoro sporco che poco gli si addice.

Il Verona (Juric in particolare) in questo momento lo sta proteggendo, lo difende dalle critiche, lo aspetta. Io un po' meno e sono contento dell'arrivo di Lasagna (che fa più o meno questo nell'Udinese) e del recupero di Favilli, entrambi destinati a prendergli altro spazio e minuti se non si dà una svegliata. Forse, tra le righe e le pacche sulla spalla, questo è un messaggio che gli sta arrivando.

BESSA Lui è, a tutti gli effetti, un nuovo rinforzo. E le aspettative sono alte. Non è un caso se, dopo pochi giorni, è stato subito convocato da Juric e a Bologna ha persino esordito giocando gli ultimi 5 minuti per tentare di recuperare lo svantaggio. Il mister lo ha preferito al più logico Salcedo, del quale si sono perse le tracce le ultime settimane. Anche contro il Napoli ha dato fiato a Zaccagni, in un'identità di posizione in campo.

Di Bessa ho sia ricordi positivi che ricordi negativi. Di buono trattengo l'anno della promozione con Pecchia, quello disputato nel Genoa e la considerazione che aveva Juric su di lui quando, al suo arrivo a Verona prima di iniziare il mercato estivo, disse che in quella rosa c'erano solo 2 giocatori da A: Pazzini e Bessa appunto. Dall'altra parte però mi vengono in mente anche tutta una serie di episodi e insofferenze nei rapporti interni. C'è probabilmente un'alta considerazione di sé ad aver condizionato e limitato la sua carriera. Perché il potenziale va continuamente difeso e non ostentato. Ora, dopo un anno trascorso nel purgatorio brasiliano, torna a Verona e trova una squadra e una società molto cambiate da come le ha lasciate. L'Hellas in A non è più la scommessa (a perdere) che Setti aveva consegnato a Pecchia.

Non so se nel frattempo è maturato o se ha recuperato quell'umiltà che è condizione necessaria per confrontarsi continuamente con avversari più forti e compagni volenterosi. Però, Verona e Juric gli stanno offrendo quella seconda ultima occasione che capita solo una volta nella vita. Se è vero che ha ancora voglia di impegnarsi e tirare fuori quel talento che solo raramente è riuscito ad esprimere dovrebbe capire che questo è il luogo giusto. E noi potremmo ritrovarci in casa l'alternativa tattica a Zaccagni, se è vero che a giugno verrà sacrificato a formazioni più ambiziose (vista la partita con il Napoli, non certo più forti...). Ma dipende tutto, ancora una volta, esclusivamente da lui.

BENASSI Gira voce che il Verona non abbia ancora rescisso il contratto con Benassi. Se ci dovessero essere speranze di un recupero completo questo sarebbe davvero un acquisto importante. L'arrivo di Sturaro concede tempo, occorre però che sia rinegoziato un ampio sconto da parte della Fiorentina per il suo riscatto. Ne guadagnerebbero tutti, e non si spegnerebbero le luci intorno ad un atleta sfortunato che ha scelto di rilanciarsi qui da noi. Lo aspettiamo.

Bene, finito tutto andiamo a iniziare il ritorno.

Massimo

Colonna sonora: Years Ahead, suonato da un trio speciale: Fresu, Galliano e Lundgren.



Hellastory, 26/01/2021
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26/01/2021   CALEIDOSCOPIO GIALLOBLÙ - 3

MASTER OF NONE


L'inizio del terribile calendario di febbraio offre un paio di impressioni a caldo: 1) che il Verona è vivo e combatte, 2) che però è stato indebolito in attacco dal mercato di gennaio perché giocatori come Ngonge e Djiuric non sono facili da sostituire. A bocce ferme, quindi con maggior consapevolezza, possiamo invece realizzare che nel corso di gennaio abbiamo assistito a 3 eventi importanti, 2 dei quali francamente inusuali. In primo luogo, l'importante cessione di talento finalizzata a sistemare i conti societari. In secondo luogo, una serie di operazioni di mercato volte essenzialmente a lasciar andare quei giocatori che non si sentivano più parte del progetto. In terzo luogo, la bocciatura del sequestro delle azioni del Verona in sede di appello. Se però i primi due li abbiamo metabolizzati dal punto di vista affettivo oltre che tecnico costringendo i tifosi ad affidarsi completamente alla bontà del lavoro di Sogliano e Baroni e alla speranza che i nostri avversari non si siano adeguatamente rinforzati nel frattempo, il terzo apre a scenari che non riusciamo a valutare nella sua complessità.

[continua]

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