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E SE PASTORELLO, A QUESTO PUNTO, RILANCIASSE?


E SE PASTORELLO, A QUESTO PUNTO, RILANCIASSE?

Alla fine, il tempo ci ha regalato 2 conferme e una grossa novità. Primo, il Verona ha conquistato la salvezza con 1 giornata di anticipo semplicemente ricordandosi di essere una buona squadra, incompleta forse, ma sicuramente la migliore tra quelle che occupano la parte destra della classifica; e questo aumenta il mio rammarico per una stagione non sfruttata a pieno. Secondo, Farina sta incontrando difficoltà a reperire imprenditori che vogliano ripianare i debiti della società e ha prorogato la sua iniziativa di altri 15 giorni. Tutto scontato quindi? Manco per idea. Il bailamme causato in questi giorni dalle indagini relative alle intercettazioni che riguardano Moggi e dintorni, ha messo sul piatto della bilancia nuove argomentazioni alle quali fino a poco tempo fa nessuno avrebbe dato troppo peso. Il problema è che tutte giocano a favore di Pastorello.

MOGGI HA SPARIGLIATO IL MERCATO. Quello che sta accadendo nel Mondo del Calcio, se dovesse limitare il suo raggio di azione e il coinvolgimento ai soli personaggi chiacchierati, vedrebbe Pastorello e i suoi figli uscirne nettamente rafforzati. E questo per un paio di semplici ragioni:

  • Fino a prova contraria, P&P può arrogarsi lezioni di etica e di stile che l'ingombrante concorrente Gea World – presa sul fatto e costretta a sciogliersi – non può più vantare. Non tanto perché il loro modo di comportarsi sia più pulito o consono alle regole, ma semplicemente per il fatto di risultare tale, essendo estranei alla faccenda. Pur rimanendo dell'idea che una certa invadenza ci sia sempre stata, non è il principio dei procuratori nel Calcio ad essere stato messo in discussione in questi giorni, ma il loro intreccio antisportivo con sodalizi, giocatori e classe arbitrale.
  • Molti calciatori si stanno liberando dai procuratori indagati, aprendosi al mercato e fornendo nuove occasioni per i vari Pastorello, Damiani, Pasqualin-D'Amico, Bonetto, Tinti, Martina etc. Per ora hanno iniziato Materazzi e Nesta, ma la lista è molto lunga.

A questo punto, è possibile che il nostro Presidente cominci addirittura a ritenere sconveniente mollare il Verona in questo momento particolare: la sua squadra rappresenta comunque un serbatoio disponibile ad accogliere nuovi potenziali clienti-giocatori, gli consente di essere più presente che mai nel mercato e di avere una maggiore libertà di movimento rispetto ad altre società di A. Finora, o ti affidavi in toto alla Gea (Siena, Messina, Livorno, Crotone ed Avellino) o era meglio seguire calciatori sciolti, importando a Verona quelli che non trovavano formazioni migliori, con la speranza di rappresentare per loro un trampolino di lancio. In parte, adesso, qualcosa cambia.

Inoltre, il vuoto di potere dei vertici federali, può offrire opportunità anche da questo punto di vista. Pastorello ha sempre avuto buoni rapporti con i vertici della Lega e ha sempre tenuto in grande considerazione per sé poltrone o interessenze di natura istituzionale. Soprattutto adesso che il Palazzo verrà completamente rifondato, mentre i giudici scoperchiano le porcherie che sono state compiute, c'è una grande quantità di soggetti che ne stanno approfittando per conquistare spazi, alleanze, potere. Il vuoto va naturalmente riempito. E il fatto di presiedere una modesta formazione di B, appare agli occhi di molti addirittura un vantaggio, perché parte da una posizione meno schierata a favore delle solite grandi e quindi più tutelante.

Riassumendo: il crollo della Cupola del Calcio, offre opportunità nel mercato dei giocatori ai figli di Pastorello e possibilità di potere al padre.

A corollario di ciò, ci sono tutta una serie di conseguenze incontestabili da mettere sul piatto della bilancia. Sentite qua:

  • Il prossimo Campionato di serie B varrà qualitativamente quasi quanto quello della A. Juventus, Fiorentina e Lazio sono a grave rischio retrocessione, mentre dalla C sale il Napoli (e forse anche il Genoa). Recuperi e playoff a parte, in giro ci sono anche il Bologna, il Piacenza e il nostro Verona. Escludendo il rischio fallimento legato ai bilanci, che potrebbe coinvolgere almeno 6 società tra A e B. Pertanto, ci troveremmo ad affrontare un Torneo nel quale si misurano corazzate incredibili costringendo i vertici di Lega a ridiscutere gli accordi televisivi e mutualistici già presi, per dare la necessaria visibilità al nuovo Campionato cadetto. Vedrete che, appena chiarito l'elenco delle partecipanti, qualcuno riproporrà nuovamente la serie B al sabato sera o alla domenica pomeriggio.
  • Questo comporterà anche un incremento della presenza degli spettatori negli stadi di B. A prescindere dal valore complessivo della rosa gialloblu, le grosse società hanno un grande richiamo di pubblico e, se a queste aggiungiamo i 3 derby che possono ripresentarsi, Pastorello si sarebbe assicurato almeno 1/3 di partite al Bentegodi con un'affluenza superiore alle 10.000 unità. Ciò a prescindere dal numero di abbonati.
  • Se poi vogliamo fantasticare, si possono presentare (flebili) possibilità di ripescaggio. In questi giorni la Lega ha emanato un documento molto complesso che determina il punteggio di assegnazione secondo criteri di natura quantitativa (e qui, il modesto Campionato del Verona non ci agevola affatto) e di natura qualitativa. La nostra speranza di ripescaggio si baserà non solo sulle conseguenze di Calciopoli, ma anche sui disastri amministrativi altrui.
  • Un ulteriore effetto sarà la svalutazione complessiva del valore economico dei giocatori per 2 semplici ragioni: da una parte, la nuova ventata moralistica non accoglierà più tanto facilmente richieste di giocatori e tecnici di aumenti degli ingaggi e assisteremo a una riduzione censoria del valore del cartellino. Nel mercato, gli attuali giocatori della Juventus sono già quotati a sconto del 20%. Dall'altra, ciliegina finale, c'è l'obbligo per ogni società di B di avere in rosa un numero limitato di calciatori (22) completato da ragazzini della primavera in linea con le recenti norme relative alla salary cap. Questo finirà inevitabilmente per creare un cospicuo esubero di professionisti senza squadra, con conseguente riduzione delle loro pretese contrattuali. In pratica, situazioni tipo quello che è accaduto quest'anno con la Triestina, che ha schierato 38 giocatori diversi, non sarà più consentito. Per chi, come Pastorello, non investe nel Verona da anni, questo è un ulteriore vantaggio.

LE SUE PROSSIME MOSSE E' chiaro quindi che, allo stato attuale, il Presidente non ha alcun interesse a cedere. Viceversa, la nuova situazione potrebbe orientarlo a cercare nuovi soci di minoranza (magari glieli sta trovando addirittura Farina…) per cogliere le opportunità che si stanno presentando. Badate bene: non è tanto importante che il Verona si rafforzi per conquistare un'improbabile promozione in serie A, quanto che ci sia. Se dovesse esserci quindi l'auspicabile opera di pulizia che tutti ci aspettiamo, le formazioni di serie B ne trarranno grosse convenienze la prossima stagione.

A questo punto, la domanda reale da porci è la seguente: ce la farà Pastorello a iscrivere il Verona al prossimo Campionato di Calcio?

Stando a quanto circola, le banche hanno parlato di «impossibilità ad investire ulteriormente», non di mancanza di disponibilità liquide tali da non riuscire ad onorare gli impegni amministrativi e fiscali. C'è una bella differenza.

Nel frattempo, il Presidente ha lanciato un paio di messaggi inequivocabili.

  • Il primo è verso i tifosi e la squadra: fino a prova contraria, chi comanda sono ancora io. Non sarà sfuggito ad alcuno il fatto che negli ultimi 45 giorni Pastorello è apparso alla televisione, ha rilasciato interviste sui quotidiani ed è risultato insolitamente vicino alla squadra. Tanto da mandare in bestia Ficcadenti, durante e dopo il derby con il Vicenza. Tutti questi interventi - alcuni morbidi altri più sostenuti - e le stangatine verso la guida tecnica e la preparazione atletica, sono state intromissioni anomale per noi tifosi.

La mia personale opinione è che lui è sempre stato convinto del valore discreto (non eccezionale, è chiaro) della sua squadra e che questa avrebbe ottenuto sicuramente una comoda salvezza; proprio per questo motivo ha voluto mettere il suo sigillo personale nel risultato finale. Un po' come accade a quei capo uffici che, apponendo la propria firma su un contratto prestigioso, vogliono arrogarsi una parte di merito che in realtà non hanno, perché l'affare è stato concluso da un proprio collaboratore. Parliamoci chiaro: Pastorello non ha alcun merito specifico sulla salvezza gialloblu, semmai ha solo demeriti per aver creato confusione alla squadra e al tecnico a gennaio per non essere riuscito a comperare il centravanti che serviva. Eppure, a livello formale e agli occhi di chi lo stima, ha contribuito anche lui al conseguimento di questo importante risultato sportivo. Molto astuto da parte sua.

  • Il secondo siluro è tutto per Ficcadenti. Il tecnico ha ottenuto il risultato che gli compete (ci mancherebbe altro…) chiamando a raccolta i suoi 7 fedelissimi (Pegolo, Cassani, Biasi, Italiano, Adailton, Pulzetti e Iunco). Ora, è scontato che almeno la metà di loro lascerà presto il Verona, indebolendo di fatto la posizione del tecnico all'interno di uno spogliatoio che attualmente è spaccato in 3 parti: chi sostiene il mister, chi non ne può più di lui, chi è sicuro di lasciare Verona a prescindere (perché in prestito, in scadenza o in comproprietà già risolta).

A questo punto, il tecnico ha 2 possibilità davanti a lui: o chiede a Pastorello di andarsene, e in giro ha abbastanza mercato (meno di quanto si pensi però); oppure rimane rispettando il contratto che lo lega alla società, con l'obbligo di ricucire lo strappo interno, facendo il mea culpa e accettando un ridimensionamento ulteriore della rosa.

E' chiaro che non è un bel lavorare questo. Del resto, sappiamo tutti che, al di là di frasi di circostanza (ferme peraltro allo scorso Natale), il rapporto tra Ficcadenti e Pastorello si è logorato 14 mesi fa. Loro convivono con lo stesso entusiasmo di un cane con la sua zecca: questa gli succhia il sangue, dandogli in cambio solo prurito. Cosa accadrà? Vedremo. Ma teniamo presente che, quello che Pastorello non può più incassare dagli svincolati, gli può rientrare dalla cessione del contratto di Ficcadenti.

A questo punto, per ipotizzare ciò che potrà effettivamente accadere nei prossimi giorni, dobbiamo valutare questi fattori:

  1. il nuovo scenario che offre il Mondo del Calcio
  2. il fatto che solo Pastorello (e non i suoi creditori) sa quanto effettivamente può ancora mettere sul piatto della bilancia e quanto gli costerebbe invece lasciare oggi il Verona, senza avere alternative immediate dove ricollocarsi
  3. il continuo reiterarsi di incontri tra le parti è indice che non esistono allo stato imprenditori tali da ripianare i debiti della società e investire contemporaneamente sulla squadra.

E allora? A fine mese parleranno Farina, Pastorello e qualcun altro.

Nel frattempo, nessuno ha il coraggio di dire quello che vuole fare effettivamente: prima era colpa di Pastorello che non voleva cedere, poi della salvezza della squadra che metteva tutto in discussione, adesso degli sviluppi delle indagini in corso, domani sarà colpa del bilancio del Verona. Queste sono tutte scuse, che nascondono la mancanza di volontà di prendere una posizione seria e definitiva. La mancanza di volontà è la peggior nemica del nostro Verona.

Sono sicuro anche che Pastorello non ammetterà mai tutti i vantaggi che gli derivano dallo statu quo, anzi farebbe passare la debolezza e l'indecisione degli imprenditori veronesi come la sua legittimazione a non abbandonare la società e i tifosi gialloblu in questo momento così delicato. Per questo, si giocherà fino in fondo le sue carte.

Comunque sia, dal prossimo 1 giugno comincia per noi un nuovo Campionato, lungo almeno 3 mesi. Sarà torrido, incerto fino all'ultimo, logorante. L'unica certezza che posso offrire, è che anche l'anno prossimo non avremo una squadra protagonista. Ma forse ci saremo.

Massimo

Hellastory, 22/05/2006
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22/05/2006   E SE PASTORELLO, A QUESTO PUNTO, RILANCI...

BRAVO ZANETTI!


Quanto di buono avevamo visto a partire da metà febbraio (l'Atalanta ha dato evidentemente la scossa decisiva) si conferma in queste ultime partite con una difesa finalmente compatta e autoritaria e un centrocampo duttile. Fateci caso, ora tutti i gialloblù si sentono molto più a loro agio. Sanno cosa fare, non mollano mai. E il tutti di cui sopra va riferito davvero alla rosa allargata perché in questo momento il Verona fa punti e prestazioni pesanti anche senza Serdar, Tengstedt, Suslov che sono poi i giocatori più rappresentativi.

[continua]

Qual è stato il miglior gialloblu in campo in

H.Verona-Cagliari?



H.Verona    Cagliari


Bernède A.

Bradaric D.

Coppola D.

Duda O.

Ghilardi D.

Kastanos G.

Lambourde M.

Lazovic D.

Livramento D.

Montipò L.

Mosquera D.

Sarr A.

Serdar S.

Suslov T.

Tchatchoua J.

Valentini N.


 


Riepilogo stagionale e classifica generale




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