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HELLAS VERONA / Canone Inverso

IL SENSO DEL BARATRO


IL SENSO DEL BARATRO

Finalmente l'Hellas! Il pareggio contro la Roma, uno dei più convincenti dall'inizio dell'anno, mette d'accordo proprio tutti. In primo luogo i tifosi di Mandorlini, che lo vedevano sempre più depresso e sconsolato e non si facevano una ragione per le ultime scadenti prestazioni della squadra. Io stesso, che solo una settimana fa alla terza sconfitta consecutiva auspicavo con rabbia la sua cacciata, cambio completamente opinione e ritengo – anche alla luce delle dichiarazioni in settimana del direttore generale – che cambiare tanto per cambiare è ancora più rischioso. Sono contenti anche coloro che sostengono che infondo questa rosa non è poi così scarsa come è apparsa finora: basta qualche recupero dall'infortunio (Juanito, Jankovic, Ionita, Obbadi e ! speriamo presto Sala) per giustificare una tenuta dignitosa contro qualunque avversario. Persino il direttore generale Gardini ha le sue ragioni dopo aver profetizzato in settimana che la razionalità vince sull'isterismo. Ma cosa è successo di tanto straordinario in così pochi giorni?

Indubbiamente fermare la Roma, rabberciata e stanca quanto si voglia, ma formazione che ha il doppio dei nostri punti e capace di lottare su più fronti, è un risultato importante. Quanto meno, non ci mette in imbarazzo rispetto a Fiorentina, Empoli, Parma e Feyenoord che l'hanno fermata prima di noi in quest'ultimo mese. C'è un incredibile istinto alla sopravvivenza all'interno di questo gruppo, un feroce senso del baratro: qualunque cosa sia accaduta finora, esiste un limite oltre il quale non bisogna lasciarsi andare, una barriera emotiva alla quale aggrapparsi. All'ultimo istante. Prima d'ora è già successo ad Udine, dopo le brutte sconfitte con Fiorentina, Sassuolo e Samp; con l'Atalanta dopo la doppia umiliazione con la Juventus; ed oggi dopo le recenti batoste con Palermo, Torino e Genoa. Non è solo adrenalina o recupero di motivazione, perché da soli non sarebbero sufficienti per opporsi alla Roma, soprattutto dopo il gol regalato a Totti che avrebbe potuto avviare una spirale pericolosa. L'ennesima. Il Verona odierno (e prima ancora con Udinese e Atalanta) ha recuperato con testa, metodo e rigore, senza concedere nulla, strappando più volte applausi per come è stato in campo. Questa squadra, sufficientemente attenta dietro, non sembrava proprio reduce da 3 sconfitte consecutive e 10 gol incassati.

Non sono in grado di spiegare il fenomeno. Questo Verona pare rigenerarsi un attimo prima di morire, ha un inconscio in grado di accendere ogni forma di difesa (istintiva e razionale) nel momento decisivo. Chissà se la natura, estrema a modo suo, del concetto societario del siamo tutti in scadenza (tecnico, dirigenti e giocatori principali) a fine stagione ha contribuito in qualche maniera. Certo toglie compromessi e alibi verso una conferma scontata e immeritata.

E poi giustifica la difesa ad oltranza di Mandorlini. Non so se qualche impegno è stato già preso per la prossima stagione (se non viene confermato, c'è chi spera in Guidolin, ma si parla anche di un emergente dalla B), quindi l'esonero del mister passa per la consegna ad un traghettatore di dubbia affidabilità, senza alcuna certezza di ottenere in cambio un risultato finale migliore rispetto a Mandorlini che, quanto meno, conosce pregi e difetti di tutti i giocatori. Non parlo solo di capacità tecnica e gestionale, quanto anche di mera opportunità e motivazione. Chi è quel fenomeno disoccupato che accetterebbe di prendere in mano una polveriera come il Verona per soli 14 partite e poi andarsene? Non si fanno patti con un contratto in scadenza. Oltre c'è il baratro.

Certo è che ora il Verona va a Cagliari con uno stato d'animo diverso. Finora è riuscito sempre a pareggiare gli scontri diretti in trasferta (Atalanta, Cesena, Empoli) e questo è già di per sé un segnale positivo. Ma subito dopo ci aspettano Milan, Napoli, Lazio. Per questo bisogna assolutamente dare continuità a questo risultato, non perdere fiducia nei propri mezzi e nemmeno abbassare la guardia. La classifica dietro è cortissima e, anche pareggiando, potrebbe non essere sufficiente per tenere lontani gli isolani. Continuiamo allora così, muovendoci sull'orlo di un precipizio continuo, restando svegli e vigili per dare il meglio di noi. Un nuovo calo di tensione e c'è subito l'abisso.

Massimo

Colonna sonora: Future Starts Slow, The Kills.

Hellastory, 23/02/2015
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LA STRATEGIA DI PRESIDIO E UN MERCATO FATTO DI PRESTITI


Povero Verona ... Prima la fragilità (tecnica e mentale) dimostrata all'Olimpico che conferma che anche quest'anno dovremo soffrire. Poi i rifiuti di mercato (Baldanzi, Richardson, Faivre) che, per motivi diversi, hanno tutti snobbato il Verona. Verona è una piazza poco appetibile o offre troppo poco? Comunque sia, per i tifosi del Verona ogni stagione è un continuo succedersi di momenti di passione con alternati picchi depressivi (molti) ed esaltati (pochi): si parte in estate con l'allestimento di una squadra decente in grado di salvarsi e si finisce con il riscontro sul campo. Il problema è che questo stress si risolve sempre solo negli ultimi giorni di trattativa e nelle ultime partite di campionato. Se questa è una situazione alla quale non finiremo mai ad abituarci, anche vedendo come si muovono nel frattempo le nostre avversarie dirette, credo che debbano essere rivisti i criteri che guidano le linee guida societarie e delle quali subiamo ansiogene conseguenze. Il Verona fa di un vanto la propria gestione oculata in termini di ingaggi e contenimento di costi. Corretto. Aggiungo che l'autofinanziamento nel mercato (compro sulla base di quanto riesco a vendere) è una regola quasi decennale introdotta da Setti che aveva un capitale limitato e anzi sosteneva se stesso con il risultato economico positivo della società. L'alternativa è prendere a prestito, magari con l'opzione del riscatto. Il Verona ha una struttura fragile e non può permettersi di sbagliare mercato, per questo punta su giocatori potenzialmente interessanti, magari provenienti da stagioni sfortunate. Spendere 10 milioni per un potenziale talento che poi o si infortuna o non riesce ad esprimersi sarebbe deleterio per il bilancio. Riuscire invece a strappare un'opzione ad una cifra prefissata aiuta la gestione societaria nel valutare l'opportunità di un successivo riscatto. Un buon esempio è stato il Cagliari che quest'estate ha riscattato Piccoli, Gaetano e Caprile spendendo subito 26 milioni e successivamente ha ceduto Piccoli alla Fiorentina per 25 ripagandosi di fatto l'intera operazione con il vantaggio di aver acquisito 2 giocatori (per loro) importanti.

[continua]

Qual è stato il miglior gialloblu in campo in

Lazio-H.Verona?



Lazio    H.Verona


Al-Musrati M.

Belghali R.

Bella-Kotchap A.

Bernède A.

Bradaric D.

Cham F.

Ebosse E.

Frese M.

Giovane S.

Harroui A.

Montipò L.

Mosquera D.

Nelsson V.

Nunez Gestoso U.

Sarr A.

Serdar S.


 


Riepilogo stagionale e classifica generale




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