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HELLAS VERONA / Canone Inverso

E' IL MOMENTO DELLA VERITA'


E' IL MOMENTO DELLA VERITA'

Lo stato di malessere del tifoso gialloblu, alla seconda retrocessione in B in 3 anni, ha connotati ben precisi. Pur essendoci differenze sostanziali (di rosa e di cause scatenanti) tra la prima sotto la guida di Mandorlini - Delneri e Bigon, e questa, mal governata da Pecchia e Fusco, esiste tuttavia un fil rouge inequivocabile che le accomuna. In nessuno di questi campionati il Verona ha realmente combattuto per salvarsi. La posizione di classifica che abbiamo subito ad ottobre l'abbiamo mantenuta fino al termine del campionato. Ultimi eravamo allora e ultimi siamo rimasti alla fine. Penultimi siamo stati quest'autunno e penultimi abbiamo concluso. In nessun caso il Verona ha messo in atto energie mentali positive, disperazione, orgoglio per lottare. Ci sono state un'arrendevolezza e una presa d'atto della situazione sconcertanti. Il problema è che gli errori di mercato e l'inadeguatezza della gestione hanno nel frattempo spaccato l'ambiente, deprimendolo, tra i silenzi di chi doveva fare di più. Ogni grido di dolore, talvolta ironico, talvolta disperato, è rimasto inascoltato. Ma è mai possibile che il tifoso sia sempre quello che sbaglia e non capisce?

Di fatto, il malessere del tifoso è tutto verso l'alto, direi verso «l'istituzione», se mi si passa il termine. Manca, di fatto, la certezza di essere guidati bene e fatichiamo a riconoscerci in questa società.

Lo scorso febbraio, quando il Verona tentò un apprezzabile avvicinamento ai tifosi, parlò solo di bilancio e numeri. Devono essere stati momenti difficili per gli amministratori e la quadratura dei conti ha realmente assorbito gran parte delle energie. Lo abbiamo percepito perfettamente anche nel corso delle visite in società. Però, c'era ancora una stagione da rimediare. La squadra era stata impoverita di qualità, Pecchia continuava a non portare risultati, il campo esprimeva una povertà di valore (non solo tecnico, visti i mea culpa che stanno emergendo tra i giocatori) eppure non è stato fatto nulla a proposito. La preoccupazione del Verona, l'unica che traspare, è che i numeri siano a posto. E anche oggi scattano i nervi e la suscettibilità dei vertici gialloblu quando qualcuno avanza dubbi sulla reale redditività aziendale. Incredibile.

Il problema è che una società è sicuramente responsabile di una gestione profittevole, ma anche dei risultati sportivi che produce. Ma non solo. Vogliamo parlare dei danni di immagine accumulati nel corso dell'anno? Quanto si è parlato del Verona? Prima la sceneggiata Cassano che ha ridicolizzato chi ha investito su di lui, poi giocatori che hanno accusato di essere stati curati male (Albertazzi e Cerci), allenatori di altre squadre che hanno accolto i nostri fuori condizione (Bessa). Per non parlare dei record negativi accumulati o semplicemente - basterebbero quelle - delle ripetute figuracce subite in campo. Però le cifre quadrano, il resto non conta. Ma ricordiamoci una cosa fondamentale: se non ci saranno i risultati non verranno neppure i numeri. Questo è scontato.

Lo scollamento tra l'elemento aziendale fine a se stesso e il declino sportivo in atto è l'origine di questo profondo malessere. Del resto, quando il presidente dichiara scientemente di non aver esonerato Pecchia - peraltro reduce di 5 ultimatum - perchè la squadra lo seguiva lascia sgomenti e preoccupati. Sgomenti perchè solo lui non ha compreso che proprio l'assenza di una ribellione al disagio di classifica e di prestazioni era all'origine di tutti i mali. Accettando supinamente la malattia non ci può essere possibilità di salvezza. Dov'erano finite le difese immunitarie? Possibile che mai nessuno abbia mandato a quel paese il tecnico per la sua incapacità di trovare rimedi? Caro Setti, se a tutti stava bene questo torpore comatoso allora doveva essere proprio lei ad imporre una reazione d'orgoglio, magari semplicemente affidandosi ad un altro tecnico. Davvero perdere 1 a 0 o 5 a 0 è la stessa cosa? Davvero pensava che gli scontri diretti in casa potessero avere un esito differente dopo aver visto come stava girando la squadra? Ecco, non comprendere questo preoccupa tantissimo, anche per il futuro. In che mani siamo?

Il Presidente di una squadra di calcio ha un ruolo ben preciso. Lo assimilerei a quello del Presidente della Repubblica che, a prescindere dalle contese elettorali, deve difendere prima di tutto la Costituzione e l'interesse dei cittadini. Non solo i numeri del Parlamento e del bilancio di Stato. In questo, per la seconda volta in 3 anni, mi sono sentito abbandonato. L'espressione della squadra, succube su tutti i fronti, soprattutto nell'espressione orgogliosa della difesa dei propri colori è conseguenza di assenza di indirizzo. L'aspetto che dovrebbe rammaricare di più Setti è l'immagine di quell'applauso e quei striscioni che i tifosi del Benevento (ultimi dall'inizio alla fine, quindi non è questione di risultati ottenuti) hanno attribuito a giocatori e società. Quanto è lontana Benevento da questo Verona?

Adesso cominciano a girare i nomi della prossima stagione. I conti sono finalmente sotto controllo e quindi è lecito aspettarsi investimenti importanti. L'alibi dei numeri in difficoltà la società se lo è già giocato. Il prossimo anno deve essere quello del tanto sospirato rilancio. A mio avviso anche e soprattutto quello della riconciliazione. La rosa è svuotata da prestiti e scadenze contrattuali, il reparto offensivo è completamente da rifondare. Occorre fare scelte giuste. E quindi restituire serenità, impegno, motivazione. Ci deve mettere la faccia, Presidente.

E soprattutto, basta scommesse per favore. Basta direttori sportivi che si occupano solo di tagli e di allenatori che devono dimostrare tutto. Vadano a crescere da altre parti. Il Verona ha bisogno di certezze, di tecnici che sappiano dare valore. Occorre creare un gruppo positivo, reattivo e orgoglioso. Non fatto da mercenari che seguono pedissequamente il proprio allenatore anche quando sbaglia per non creare polemiche inutili (tanto si sa come andrà a finire), solo per temere di essere messi fuori squadra. Lei, Presidente, è il primo garante dei risultati che produce, non lo dimentichi.

Il calcio è bello perchè ha memoria corta. Per chi, come me, che ha amato questi colori sin dai tempi di Garonzi, ne ha viste di belle e di brutte. Per questo credo che tornando ad investire con criterio, portando gli uomini giusti, nulla sia compresso. Oggi l'Empoli è più forte di 2 anni fa. Il Parma in 3 anni è tornato alla categoria che gli spetta. Il Verona deve tornare ad alzare le braccia in cielo in segno di vittoria e avvolgersi del calore (che non è mai mancato, lo preciso, anche in questo periodo di depressione) dei suoi tifosi perchè si riconoscono tutti insieme in un unico, stupendo progetto. Noi la aspettiamo, Presidente. Non ci deluda.

Massimo

Colonna sonora: Stolen Car, Beth Orton.

Hellastory, 21/05/2018
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21/05/2018   E' IL MOMENTO DELLA VERITA'
19/04/2018   LE PRIORITA' DI SETTI
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05/02/2018   MISTERI GIALLOBLU
22/01/2018   VERSO UN NUOVO BARATRO
11/12/2017   UNA SQUADRA INAFFIDABILE
27/11/2017   OGGI RESPIRIAMO

LA STRATEGIA DI PRESIDIO E UN MERCATO FATTO DI PRESTITI


Povero Verona ... Prima la fragilità (tecnica e mentale) dimostrata all'Olimpico che conferma che anche quest'anno dovremo soffrire. Poi i rifiuti di mercato (Baldanzi, Richardson, Faivre) che, per motivi diversi, hanno tutti snobbato il Verona. Verona è una piazza poco appetibile o offre troppo poco? Comunque sia, per i tifosi del Verona ogni stagione è un continuo succedersi di momenti di passione con alternati picchi depressivi (molti) ed esaltati (pochi): si parte in estate con l'allestimento di una squadra decente in grado di salvarsi e si finisce con il riscontro sul campo. Il problema è che questo stress si risolve sempre solo negli ultimi giorni di trattativa e nelle ultime partite di campionato. Se questa è una situazione alla quale non finiremo mai ad abituarci, anche vedendo come si muovono nel frattempo le nostre avversarie dirette, credo che debbano essere rivisti i criteri che guidano le linee guida societarie e delle quali subiamo ansiogene conseguenze. Il Verona fa di un vanto la propria gestione oculata in termini di ingaggi e contenimento di costi. Corretto. Aggiungo che l'autofinanziamento nel mercato (compro sulla base di quanto riesco a vendere) è una regola quasi decennale introdotta da Setti che aveva un capitale limitato e anzi sosteneva se stesso con il risultato economico positivo della società. L'alternativa è prendere a prestito, magari con l'opzione del riscatto. Il Verona ha una struttura fragile e non può permettersi di sbagliare mercato, per questo punta su giocatori potenzialmente interessanti, magari provenienti da stagioni sfortunate. Spendere 10 milioni per un potenziale talento che poi o si infortuna o non riesce ad esprimersi sarebbe deleterio per il bilancio. Riuscire invece a strappare un'opzione ad una cifra prefissata aiuta la gestione societaria nel valutare l'opportunità di un successivo riscatto. Un buon esempio è stato il Cagliari che quest'estate ha riscattato Piccoli, Gaetano e Caprile spendendo subito 26 milioni e successivamente ha ceduto Piccoli alla Fiorentina per 25 ripagandosi di fatto l'intera operazione con il vantaggio di aver acquisito 2 giocatori (per loro) importanti.

[continua]

Qual è stato il miglior gialloblu in campo in

Lazio-H.Verona?



Lazio    H.Verona


Al-Musrati M.

Belghali R.

Bella-Kotchap A.

Bernède A.

Bradaric D.

Cham F.

Ebosse E.

Frese M.

Giovane S.

Harroui A.

Montipò L.

Mosquera D.

Nelsson V.

Nunez Gestoso U.

Sarr A.

Serdar S.


 


Riepilogo stagionale e classifica generale




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