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HELLAS VERONA / Canone Inverso

L'HELLAS DI DELNERI


L'HELLAS DI DELNERI

È venuto giù il Bentegodi. Quello giusto però. Derby stravinto, dominato nel primo tempo e mai in discussione nella ripresa. Anche nei minuti nei quali gli ospiti (estranei in tutti i sensi) hanno accorciato le distanze. Quanti pericoli ha corso Gollini? L'Hellas di Delneri – è bene sottolinearlo, merito esclusivamente suo tutto ciò che sta accadendo – ha concesso solo uno sterile possesso palla. Tutti gli spazi erano chiusi, non è facile giocare contro di noi in questo momento. Velocità, determinazione, cattiveria agonistica ce le siamo prese noi. La differenza in campo - perché sugli spalti, in città e provincia non esiste un termine di paragone - l'ha fatta la nostra voglia di vincere. La corrente più forte a cui continuare ad aggrapparci.

Se non ha senso guardare la classifica, profondamente deficitaria, il calendario sì. Chievo (missione compiuta), Udinese (3 punti nelle ultime 8 partite) e Sampdoria (solo 2) sono il trittico spartiacque. Solo dopo i doriani possiamo vedere a che punto siamo arrivati e se ha ancora un senso sperare. Ora dobbiamo pensare a correre più veloci degli altri e tirare in porta.

All'atto pratico, il grosso recupero tattico e motivazionale del mister ha prodotto due risultati concreti. Ha ridotto a 7 i punti dalla zona salvezza (e così anche l'ultimo patetico baluardo difensivo di Mandorlini è venuto meno) e sta mettendo in agitazione un gruppo di squadre che fino a poco tempo fa si sentiva al sicuro. Attenzione perché al Verona ci sono voluti 3 o 4 mesi per rendersi conto che doveva cambiare mentalità e lottare per non retrocedere. Tra 3 o 4 mesi, per formazioni incompiute e in stato confusionale come Sampdoria, Genoa, Udinese o Palermo, potrebbe essere troppo tardi.

Poi, se vogliamo addentrarci all'interno del gruppo gialloblu, la trasformazione in corso è spettacolare. Pazzini e Toni continuano a dialogare tra loro e quando arriva un pallone in area uno dei due c'è sempre. Ionita (incredibile, ma vero) è l'anima della squadra: protegge, imposta, tira, colpisce di testa. Wszolek (e chi lo conosceva fino a pochi mesi fa?) spinge e copre padrone della fascia. Marrone non perde un pallone. Vogliamo parlare della difesa? La stessa che deridevamo da due anni e mezzo a questa parte (ma forse era il caso di deridere chi non l'ha mai curata).

Ora però servono i risultati. Alle buone intenzioni serve la continuità dei numeri. Chievo deve essere solo l'inizio, non possiamo fermarci qui.

E poi serve un'altra cosa. Oggi chi segue il mister è un gruppo compatto ma ristretto. La gara con la Lazio è stata emblematica. A Roma, per compensare la stanchezza delle battaglie con Atalanta e Inter, il mister si è affidato per un tempo a Romulo, Jankovic prima Gilberto poi e Juanito. Ma sono sembrati spaesati, mentalmente fuori dal progetto. Non c'è dubbio che, oggi come oggi, Wszolek e Fares servono molto di più alla causa. Ma possiamo fare a lungo a meno di loro? Pazzini è in diffida, non può assolutamente mancare le prossime due partite. Ma Juanito è eventualmente in grado di non farlo rimpiangere? Contro Inter e Lazio è stato a dir poco imbarazzante. Contro l'Udinese mancherà quel monumento di Moras. Ho visto Bianchetti fare un'entrata decisiva in scivolata per bloccare un possibile contropiede del Chievo. Samir, di cui si dice un gran bene, ha la testa necessaria? I risultati nel calcio, come accade in genere per le cose della vita, dipendono dalla determinazione e dal fuoco che c'è dentro di noi.

Concludo con un'immagine che mi è rimasta dentro. Fares e Pazzini seduti in panchina a soffrire dopo la sostituzione e Moras nascosto dalla tuta, gli occhi inumiditi dalla rabbia per l'ingiusta espulsione e il timore che la pecorella clivense potesse finire per ruggire e soffiarci l'impresa. Ma contro quest'Hellas, sabato sera, il massimo che poteva emettere era un belato lamentoso e infelice. Che il sinistro di Ionita all'incrocio dei pali ha zittito definitivamente.

Massimo

Colonna sonora: 18 (come i punti del Verona), di Moby

Hellastory, 22/02/2016
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LA STRATEGIA DI PRESIDIO E UN MERCATO FATTO DI PRESTITI


Povero Verona ... Prima la fragilità (tecnica e mentale) dimostrata all'Olimpico che conferma che anche quest'anno dovremo soffrire. Poi i rifiuti di mercato (Baldanzi, Richardson, Faivre) che, per motivi diversi, hanno tutti snobbato il Verona. Verona è una piazza poco appetibile o offre troppo poco? Comunque sia, per i tifosi del Verona ogni stagione è un continuo succedersi di momenti di passione con alternati picchi depressivi (molti) ed esaltati (pochi): si parte in estate con l'allestimento di una squadra decente in grado di salvarsi e si finisce con il riscontro sul campo. Il problema è che questo stress si risolve sempre solo negli ultimi giorni di trattativa e nelle ultime partite di campionato. Se questa è una situazione alla quale non finiremo mai ad abituarci, anche vedendo come si muovono nel frattempo le nostre avversarie dirette, credo che debbano essere rivisti i criteri che guidano le linee guida societarie e delle quali subiamo ansiogene conseguenze. Il Verona fa di un vanto la propria gestione oculata in termini di ingaggi e contenimento di costi. Corretto. Aggiungo che l'autofinanziamento nel mercato (compro sulla base di quanto riesco a vendere) è una regola quasi decennale introdotta da Setti che aveva un capitale limitato e anzi sosteneva se stesso con il risultato economico positivo della società. L'alternativa è prendere a prestito, magari con l'opzione del riscatto. Il Verona ha una struttura fragile e non può permettersi di sbagliare mercato, per questo punta su giocatori potenzialmente interessanti, magari provenienti da stagioni sfortunate. Spendere 10 milioni per un potenziale talento che poi o si infortuna o non riesce ad esprimersi sarebbe deleterio per il bilancio. Riuscire invece a strappare un'opzione ad una cifra prefissata aiuta la gestione societaria nel valutare l'opportunità di un successivo riscatto. Un buon esempio è stato il Cagliari che quest'estate ha riscattato Piccoli, Gaetano e Caprile spendendo subito 26 milioni e successivamente ha ceduto Piccoli alla Fiorentina per 25 ripagandosi di fatto l'intera operazione con il vantaggio di aver acquisito 2 giocatori (per loro) importanti.

[continua]

Qual è stato il miglior gialloblu in campo in

Lazio-H.Verona?



Lazio    H.Verona


Al-Musrati M.

Belghali R.

Bella-Kotchap A.

Bernède A.

Bradaric D.

Cham F.

Ebosse E.

Frese M.

Giovane S.

Harroui A.

Montipò L.

Mosquera D.

Nelsson V.

Nunez Gestoso U.

Sarr A.

Serdar S.


 


Riepilogo stagionale e classifica generale




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