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HELLAS VERONA / Canone Inverso

NUOVO PALINSESTO GIALLOBLU


NUOVO PALINSESTO GIALLOBLU

QUESTA SERA SI RECITA A SOGGETTO (Luigi Pirandello) Il Verona, in 7 giornate, ha fermato la Roma nel deserto del Bentegodi, Juventus e Milan tra gli echi dei loro inospitali templi. Non so se mi spiego. Si è confermato una squadra irriverente (grande il gatto Silvestri ...), difficile da affrontare. Ha la miglior difesa del Campionato e sdoganato in Nazionale Silvestri, Lovato, Zaccagni e Pessina (merito di Juric). E' tra le prime 15 rose più giovani dei massimi campionati europei. E' pieno zeppo di ragazzini terribili con la faccia per bene, ultimo dei quali è Udogie, classe 2002, al terzo posto in assoluto dietro Gasparini e Kean tra gli esordienti, appena un attimo davanti a Salcedo. Ha assunto insomma visibilità anche nel palinsesto internazionale.

Arriviamo alla seconda sosta di campionato esausti per le imprese fatte, carichi di entusiasmo e di sensazioni positive, ma anche pieni di infortuni muscolari e rischi di pericolose ricadute. Per fortuna, la lunga panchina è riuscita finora a mascherare bene assenze importanti e gap di preparazione. Vedere Dawidowicz prima e Udogie poi lottare contro Calhanoglu e su ogni assalto del Milan ci ha fatto dimenticare quello che potevano dare all'inizio e come li abbiamo visti giocare finora.

Si recita a soggetto nel Verona, senza un vero o proprio copione, perché ognuno sa esattamente in partenza ciò che deve fare. Il copione è dentro ciascuno giocatore, e questo li libera all'improvvisazione (i gol di Barak ne sono l'espressione vincente) nella certezza di sapere in anticipo ciò che è necessario fare. Ma la stessa sosta, oltre a celebrare il Verona e Juric, è occasione anche per fare qualche riflessione più ampia su ciò che si sviluppa fuori dal teatro e su quello che siamo diventati. Lo spettacolo ha un senso solo se riusciamo a rappresentarlo.

L'OPERA DA TRE SOLDI (Bertolt Brecht) Il fatto è che siamo nel mezzo di un lungo periodo di incertezza. Mezzo sia nel significato di «nel pieno di» che in quello di «a metà», visto che tutto ciò è iniziato a fine dello scorso febbraio e, come tutte le guerre, vede il nemico ben lontano dall'essere sconfitto e noi dal finire di contare le nostre vittime. Di malattia e di economia. I tempi e le speranze di un esaurirsi da solo (come accadde un secolo fa con l'influenza spagnola) o per merito della scienza (terapie e vaccino) sono lunghi e incerti. In questo, persino la lingua italiana non ci aiuta affatto perché tra il CAOS, espressione estrema di disordine, e la COSA, ovvero la certezza e la conseguenza logica degli eventi, anagramma il CASO, manifestazione di una quantità impressionante di Cigni Neri che confondono il colore originale in una mutazione di grigi spenti e opprimenti. La guerra in atto, almeno questo, ci rende un po' più indulgenti, meno arroganti (anche la comunicazione politica sembra esserne accorta) e, alla fine, più empatici. Cominciamo insomma a farcene una ragione.

«Prima viene o stomaco, poi la morale» urla Brecht alla fine del secondo atto. E così Setti (al quale Hellastory fa gli auguri di una pronta guarigione) quando, nell'ultima intervista rilasciata, ha ammesso malinconicamente che la scelta di non investire tutto l'incassato del mercato è dipesa dall'incertezza del momento, dai minori introiti del pubblico pagante e delle sponsorizzazioni. Per tornare alla metafora, è importante che il teatro resti aperto, proprio in un periodo dove i teatri li chiudono.

Il Covid ha limitato l'espansione del Verona pieno zeppo di prestiti, alcuni dei quali con obbligo di riscatto (se non ricordo male Magnani, Ceccherini, Benassi e Barak) che non sono pochi, al punto che faccio fatica a capire dove usciranno i soldi per confermare quelli con semplice opzione (Dimarco, Ilic, Favilli, Colley, Vieira) e con contro opzione (Salcedo). Quest'estate il Verona si è impegnato solo a riscattare Gunter, mollando invece Verre. Questo significa, in parole povere, che dovranno essere fatte delle scelte dolorose e una parte della rosa attuale è a perdere. Oppure, che eventuali investimenti dovranno passare necessariamente per qualche rinuncia importante (al momento mi vengono in mente Lovato, Zaccagni, Silvestri e Lazovic). Ha ragione quindi Juric a sentirsi un po' tradito. Anche perché, come ha ammesso sconsolato, non capisce perché altre società non si comportano con la stessa attenzione al bilancio.

Il problema di fondo è che l'intero Sistema Calcio si regge sul debito e, chi decide di rischiare il meno possibile, è costretto subire l'arroganza dei numeri. E' un settore drogato dalle grandi che devono mascherare i propri errori manageriali (può Conte prendere 12 milioni netti a stagione? Sarebbe in grado quindi di migliorare 6 volte le prestazioni di una squadra rispetto a Juric?) gonfiando cartellini e patrimonio per far quadrare i conti senza riuscire poi a fare risultati decenti a livello internazionale. In tutto questo, si dice in giro che una dozzina di società di A fatica a pagare gli stipendi, eppure in estate ingaggia giocatori provenienti da club ricchi proseguendo la stagione nella speranza di un passaggio di proprietà (che poi non si concretizza alle cifre volute) o lanciando qualche fenomeno in grado di rendere appena presentabili i conti. Setti, lato suo, ha rischiato moltissimo un paio di anni fa ed è preoccupato per ciò che potrebbe accadere in un futuro così incerto. Purtroppo, con la crisi in atto non è possibile crescere, solo resistere cercando di compensare la svalutazione.

La buona notizia è che, al di là di tutto, ritengo che questo sia stato compreso da Juric accettando il triennale. Lui è esattamente il calcio che esprime, sempre concentrato e aggressivo, ma non ci dimentichiamo che lavora soprattutto per ottenere dai suoi un equilibrio tattico che si concretizza con la grande tenuta difensiva. La difesa di Setti e di Juric, in definitiva, salvano la stagione e, in fin dei conti, la sostenibilità societaria.

MISERIA E NOBILTA' (Marco Tutino) Il ricorso della Roma è stato respinto. Non entro in merito sul peso specifico dell'errore formale né di quanto il Verona, occasionale avversario diretto, ne possa effettivamente aver beneficiato. Sul campo il pareggio mi è sembrato il risultato più equo e, nell'occasione, Juric fu multato per aver sostenuto la squadra urlando per tutta la partita dalla tribuna ... vuota.

I 3 punti guadagnati sull'errore altrui mi mette però un po' a disagio. Fosse capitato a noi, ci sarei rimasto molto male. Forse perché non mi piace parlare di questioni esterne al mio Verona o approfittare delle debolezze altrui. Me ne farò sicuramente una ragione, basta dare un occhio alla classifica. E lo faccio diventare come un clamoroso autogol o un rigore calciato alle stelle da parte di Ibrahimovic. Se poi mi tornano in mente quelli che comprano giocatori senza avere i soldi danneggiando chi fa i conti tutti i santi giorni, allora mi consolo. Il maledetto pareggio interno con la Roma alla prima giornata che porta quasi sempre la sciagurata retrocessione è stato scongiurato. Siamo dunque a meno 28 dalla salvezza e a meno all'infinito per dove meritiamo di arrivare. Gustiamoci il momento.

IL FIGLIOL PRODIGO (Musica di Amilcare Ponchielli e Libretto di Angelo Zanardini) Empereur, brao fiol, torna in patria a difendere i colori prestigiosi del Palmeiras. Una bella opportunità per lui. Anche perché, con il graduale rientro di tutti i titolari, lo spazio in prima squadra si sarebbe ridotto al minimo. In questo modo ha liberato un posto in rosa e non mi spiacerebbe rivedere Borini in gialloblù. Dopo un'estate passata a proporsi a tutto il mondo con richieste francamente fuori mercato, eccolo rimasto lì da solo a chiedere se c'è ancora un posto per lui.

Durante l'estate ha preso la maturità, conosce quello che vuole Juric in campo e fuori, sa che l'Hellas non ha trovato un sostituto. Io lo aspetto volentieri. C'è sempre posto per chi ha segnato quel bel gol alla Juventus. E per chi capisce che lasciare il Verona è l'errore di una vita. Ora tocca a lui, però.

Colonna sonora: Black, Brown and Beige suonato da Duke Ellington e la sua orchestra

Massimo



Hellastory, 11/11/2020
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L'inizio del terribile calendario di febbraio offre un paio di impressioni a caldo: 1) che il Verona è vivo e combatte, 2) che però è stato indebolito in attacco dal mercato di gennaio perché giocatori come Ngonge e Djiuric non sono facili da sostituire. A bocce ferme, quindi con maggior consapevolezza, possiamo invece realizzare che nel corso di gennaio abbiamo assistito a 3 eventi importanti, 2 dei quali francamente inusuali. In primo luogo, l'importante cessione di talento finalizzata a sistemare i conti societari. In secondo luogo, una serie di operazioni di mercato volte essenzialmente a lasciar andare quei giocatori che non si sentivano più parte del progetto. In terzo luogo, la bocciatura del sequestro delle azioni del Verona in sede di appello. Se però i primi due li abbiamo metabolizzati dal punto di vista affettivo oltre che tecnico costringendo i tifosi ad affidarsi completamente alla bontà del lavoro di Sogliano e Baroni e alla speranza che i nostri avversari non si siano adeguatamente rinforzati nel frattempo, il terzo apre a scenari che non riusciamo a valutare nella sua complessità.

[continua]

Qual è stato il miglior gialloblu in campo in

Atalanta-H.Verona?



Atalanta    H.Verona


Bonazzoli F.

Cabal J.

Centonze F.

Coppola D.

Dawidowicz P.

Folorunsho M.

Lazovic D.

Magnani G.

Mitrovic S.

Montipò L.

Noslin T.

Silva D.

Suslov T.

Swiderski K.

Tchatchoua J.

Vinagre R.


 


Riepilogo stagionale e classifica generale




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