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HELLAS VERONA / Canone Inverso

RESA INCONDIZIONATA


RESA INCONDIZIONATA

Cominciamo dalla fine. Anche perché siamo arrivati alla fine. Bigon, nel dopo gara, raccolto nella sua mestizia (era lui che ad ottobre parlava solo di sfortuna?) ammette che “la serie B è un dramma economico per il club, il paracadute permetterà solo di fare un buon campionato cadetto”. Bella prospettiva. In un colpo solo ci svela il futuro prossimo che ci attenderà e smonta la teoria complottistica di un Verona che ha scelto scientemente di retrocedere. Magari per mettere a posto i conti, fare lo stadio nuovo e liberarsi di contratti e giocatori fardello (Romulo e Pazzini su tutti). Questo è un colpo basso per noi che, non riuscendo a spiegare razionalmente tutto il casino che Setti ha combinato, ci eravamo illusi che ci fosse se non altro una strategia dietro. Diabolica quanto vi pare, ma almeno compensativa. Insomma, neppure i 25 milioni di euro che incasseremo riusciranno a farci voltare pagina. Un disastro completo dunque che il nostro presidente, tatuato dei colori gialloblu, non solo non è riuscito a concepire, ma neppure ha cercato di evitare. Vorrei tanto fargli risentire la sdolcinata conferenza stampa che ci ha propinato a metà gennaio e chiedergli se si sente ancora così sereno e a posto con la coscienza per tutto quello che ha fatto.

Il Verona ha alzato bandiera bianca ad Udine. L'ultima gara che ha onorato è stata il derby. Poi, di fronte agli scontri diretti con Udinese e Sampdoria ha avuto lo stesso atteggiamento disarmante e remissivo dell'andata con Carpi, Frosinone e Bologna. Sono cambiati gli allenatori, molti giocatori, solo la società è rimasta allo stesso modo passiva e silenziosa ad osservare tutte le fragili contromisure disperdersi nel nulla. Incapace, o forse, da tempo rassegnata.

Tanto è vero che siamo così sin da novembre. Non dimentichiamolo. Tecnicamente non abbiamo mai lottato per non retrocedere. Siamo precipitati all'ultimo posto sin dall'inizio e ci siamo subito arresi all'evidenza. Ecco, questa è la frustrazione maggiore, quella che non perdonerò.

Guardiamoci intorno. Pazzini diffidato, per non fare uno sgarbo alla sua ex squadra, si era fatto (appositamente?) ammonire con un inutile intervento a metà campo la settimana precedente; e per dare un messaggio chiaro ai compagni che ci credevano ancora ha fallito il gol del pareggio all'inizio della ripresa solo davanti al portiere con un'assurda acrobazia da spot televisivo. Bastava mirare la porta e non la curva e la partita sarebbe cambiata. Per anni abbiamo inveito contro Cutolo per quello che combinò a La Spezia, ora abbiamo un giocatore che ha giocato in Nazionale e nelle competizioni internazionali che nel momento decisivo della stagione si lascia andare in questo modo. Per il danno provocato giudico il comportamento di Pazzini ad Udine alla stessa stregua di quello di Rafael a Frosinone. Comunque sia, sempre un gradino sotto le fughe precipitose di Rafa Marquez (che voleva fare qualcosa di importante in patria) e Gardini (uno dei principali responsabili di questo rapido declino).

Lo spettacolo di sabato pomeriggio è stato deprimente. Non siamo letteralmente entrati in campo. Eppure dovevamo assolutamente vincere. Giocatori molli, messi male in campo, in confusione sin dall'avvio, senza una guida lucida, nemmeno la propria. Anche Delneri comincia a commettere errori clamorosi. Si ostina a ritenere Fares, bomber della primavera, un difensore (non gli sono bastati gli errori commessi contro la Lazio) tanto da finire per bruciare questo ragazzo di qualità; e poi insiste con Rebic e Siligardi ovvero il nulla assoluto. Certo che se entri in campo 9 contro 11 e uno fuori ruolo poi non devi lamentarti se Gollini viene preso subito come bersaglio.

Probabilmente ci siamo illusi con la striscia positiva di febbraio. Con i successi su Atalanta e Chievo e i pareggi con Roma e Inter. Ma se guardiamo con obiettività la classifica non siamo riusciti nemmeno a prendere il Carpi, appena sopra di noi. Forse abbiamo dato troppo retta alle parole di Delneri o sperato in un miracolo. Ma che razza di miracolo sarebbe riconsegnarci nuovamente nelle mani di chi ci ha ridotto in questo modo?

Massimo

Colonna sonora: Hard Times - Ray Charles

Hellastory, 07/03/2016
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LA STRATEGIA DI PRESIDIO E UN MERCATO FATTO DI PRESTITI


Povero Verona ... Prima la fragilità (tecnica e mentale) dimostrata all'Olimpico che conferma che anche quest'anno dovremo soffrire. Poi i rifiuti di mercato (Baldanzi, Richardson, Faivre) che, per motivi diversi, hanno tutti snobbato il Verona. Verona è una piazza poco appetibile o offre troppo poco? Comunque sia, per i tifosi del Verona ogni stagione è un continuo succedersi di momenti di passione con alternati picchi depressivi (molti) ed esaltati (pochi): si parte in estate con l'allestimento di una squadra decente in grado di salvarsi e si finisce con il riscontro sul campo. Il problema è che questo stress si risolve sempre solo negli ultimi giorni di trattativa e nelle ultime partite di campionato. Se questa è una situazione alla quale non finiremo mai ad abituarci, anche vedendo come si muovono nel frattempo le nostre avversarie dirette, credo che debbano essere rivisti i criteri che guidano le linee guida societarie e delle quali subiamo ansiogene conseguenze. Il Verona fa di un vanto la propria gestione oculata in termini di ingaggi e contenimento di costi. Corretto. Aggiungo che l'autofinanziamento nel mercato (compro sulla base di quanto riesco a vendere) è una regola quasi decennale introdotta da Setti che aveva un capitale limitato e anzi sosteneva se stesso con il risultato economico positivo della società. L'alternativa è prendere a prestito, magari con l'opzione del riscatto. Il Verona ha una struttura fragile e non può permettersi di sbagliare mercato, per questo punta su giocatori potenzialmente interessanti, magari provenienti da stagioni sfortunate. Spendere 10 milioni per un potenziale talento che poi o si infortuna o non riesce ad esprimersi sarebbe deleterio per il bilancio. Riuscire invece a strappare un'opzione ad una cifra prefissata aiuta la gestione societaria nel valutare l'opportunità di un successivo riscatto. Un buon esempio è stato il Cagliari che quest'estate ha riscattato Piccoli, Gaetano e Caprile spendendo subito 26 milioni e successivamente ha ceduto Piccoli alla Fiorentina per 25 ripagandosi di fatto l'intera operazione con il vantaggio di aver acquisito 2 giocatori (per loro) importanti.

[continua]

Qual è stato il miglior gialloblu in campo in

Lazio-H.Verona?



Lazio    H.Verona


Al-Musrati M.

Belghali R.

Bella-Kotchap A.

Bernède A.

Bradaric D.

Cham F.

Ebosse E.

Frese M.

Giovane S.

Harroui A.

Montipò L.

Mosquera D.

Nelsson V.

Nunez Gestoso U.

Sarr A.

Serdar S.


 


Riepilogo stagionale e classifica generale




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