Il Verona fallisce i 3 scontri diretti: a Lecce porta a casa l'unico punto, surclassato però sul piano del gioco e tenuto in partita solo da Montipò, poi perde con Parma e Genoa forse anche per colpa di qualche episodio sfortunato e denota comunque una carenza di assetto e tenuta. Classifica alla mano siamo tornati all'epoca di Cioffi e Bocchetti, conseguenza di una rosa fragile e incompleta. Ad un terzo del campionato il rischio di retrocedere è drammaticamente presente.
Ogni tifoso ovviamente sta facendo gli scongiuri e punta tutto sulla certa rivoluzione di Sogliano a gennaio sperando che possa ribaltare, per la quarta volta consecutiva, la situazione attuale e salvarci. Ma bisogna anche vedere in quali condizioni arriveremo all'apertura del mercato, con quale distacco e che budget economico di intervento avrà a disposizione il nostro direttore sportivo.
Certo che, a questo punto, la società deve attivarsi.
Zanetti, al di là del fatto che abbia ancora in mano o meno lo spogliatoio è caratterialmente e lucidamente in grado di guidare la riscossa? Gagliardini, reduce dal fallimento di Monza che tanto somiglia a quello in corso a Verona, assicura sulla compattezza e fiducia del gruppo nei suoi riguardi. Azzarda perfino che la responsabilità è anche e soprattutto dei giocatori scagionando in parte il tecnico. Presidio, sempre molto interessata agli aspetti di marketing e commerciali, ha compreso il crollo di ricavi che comporterebbe la retrocessione in B?
L'aspetto più preoccupante al momento è la mancanza di rabbia. L'anno scorso, più o meno di questi tempi, il Verona in crisi aveva lo spogliatoio spaccato, aveva deciso un ritiro con i nervi a fior di pelle e i risultati si sono visti poi con gli incredibili successi esterni di Parma e Bologna. Oggi l'ambiente appare imbambolato, confuso. Troppi prestiti, giocatori da rilanciare mandati a Verona a ritrovare la loro identità. Chi sono oggi i leader dello spogliatoio? Gagliardini che non riesce ad essere leader neppure in campo? Il talentuoso Giovane, che piange all'uscita del Bentegodi per l'errore fatto e si nasconde o quasi col Genoa? Dove sono la reattività e la cattiveria necessarie per contrastare questo periodo negativo? Dove sono i Dawidowicz e i Duda dell'anno scorso che, con le buone e le cattive, hanno tenuto in piedi baracca e burattini e consentito la rinascita della squadra?
Non sono pochi i tifosi in giro che sono stupiti perché non credono possibile che questo gruppo sia così scarso da retrocedere. Sulla carta siamo addirittura più forti dell'anno scorso. Certi giocatori, gli anni passati, ce li sognavamo. Il problema forse è proprio qui: c'è troppo potenziale e talento. Come se il potenziale e il talento siano poi sufficienti per salvarsi. Personalmente vedo solo tanta fragilità. Una squadra di cristallo. Come la mettiamo, si continuano a commettere errori grossolani in difesa, non c'è gioco, manca equilibrio tattico (senza Duda, contiamo esclusivamente sui fragili Serdar e Harroui). I gol di Giovane al Parma e Belghali al Genoa sono venuti solo grazie alla caparbietà di Mosquera, non certo da azioni costruite. Mancano schemi, profondità, idee. Se viene qualcosa di buono, è merito di qualche sporadica giocata individuale. Per il resto, c'è solo tanta approssimazione.
È tutta solo colpa di Zanetti? Può essere. Allora esoneratelo. Ma se sono vere le voci che le possibili alternative sono Sammarco, tecnico della Primavera senza patentino (lasciateli stare i ragazzi che, almeno loro, stanno andando bene ... ) oppure tecnici mediocri come Donati e Gotti reduci da 2 esoneri consecutivi, credo che non avremo scampo. Se il Verona vuole dare un messaggio forte ai tifosi e alla squadra lo deve fare in fretta scegliendo però un tecnico esperto, di grande personalità e in grado di portare quel senso di positività che oggi è sparito. Se invece si crede ancora in Zanetti e nel suo lavoro occorre che Sogliano e Zanzi lo dicano chiaramente, facciano quadrato intorno al tecnico sempre più abbandonato al suo destino, e promettano di risolvere a gennaio le incongruenze tecniche di questo gruppo. Non si può chiedere la testa dell'allenatore dopo ogni sconfitta senza sapere le intenzioni reali della società. In ogni caso è arrivato il momento dei chiarimenti e della consapevolezza che la proprietà è presente e pronta ad intervenire.
Massimo
Colonna sonora: Piccola stella senza cielo, Ligabue