Dopo 11 giornate il Verona è impantanato al penultimo posto di classifica, con la metà esatta dei punti dell'anno scorso, il peggior attacco della serie A e una delle peggiori difese (peggio di noi solo Fiorentina e Udinese). Soprattutto, il Verona texano non sa più vincere: tra campionato e coppa sono ben 13 le gare ufficiali senza gioia. L'ultimo successo, ad Empoli, risale al 25 maggio e appartiene ad una vita fa. Questa situazione è complicata dalla brutta prestazione di Lecce, dove salviamo solo il risultato, e dal fatto che dietro di noi c'è una squadra come la Fiorentina che appare lì per caso e che mi sento di escludere dalla lotta per non retrocede vista la rosa e l'accredito che ha a disposizione. A questo punto nasce spontaneo l'interrogativo su Zanetti, sulle sue capacità di trovare il bandolo della matassa e sull'opportunità di cercare una nuova guida come è accaduto di recente proprio a Firenze e Genova.
Il primo elemento che salta all'occhio è che la fiducia in Zanetti appare molto più in bilico tra i tifosi che tra i media, in particolare quelli meno umorali e più vicini alla società. La sensazione di un Hellas combattivo e sfortunato contro Cremonese e Inter ha il suo peso e non siamo ancora entrati nella fase da ultima spiaggia che, ad esempio, hanno accompagnato le ultime gare di Tudor (Juve) e Juric (Atalanta). Tutto vero ma, a mio avviso, non manca molto.
Zanetti ha ancora un po' di credito. Da capire quanto meritato e quanto sostenibile nel proseguo del campionato ai fini del conseguimento dell'ennesima salvezza.
Lato suo vanta un riconoscimento da parte della società per la salvezza conquistata lo scorso anno. Non solo, in nessuna circostanza abbiamo avuto la sensazione di una squadra che gli gioca contro. Il gruppo, al momento, è con lui. Infine, c'è la sensazione che Sogliano non crede nell'efficacia di un cambio di panchina. Il Verona di Baroni, due anni fa all'11a giornata, girava mestamente terz'ultimo in classica a 8 punti; eppure, il tecnico ha salvato la squadra grazie anche alla rivoluzione di gennaio. L'anno scorso, di questi tempi, la squadra non sapeva pareggiare e prendeva caterve di gol, poi Zanetti ha creato una linea Maginot e i 5 punti nelle ultime 3 partite sono stati decisivi. Per Sogliano, insomma, un tecnico aziendalista (e Baroni e Zanetti lo sono sicuramente) conta moltissimo, più delle eventuali capacità tattiche. Tanto c'è sempre tempo a gennaio per mettere a posto le cose.
C'è forse un ulteriore motivo per il quale Sogliano non ha ancora scaricato Zanetti e riguarda gli evidenti errori di mercato estivo per il quale il mister ha ben poca responsabilità. Questo Verona appare solido dietro, grazie al contributo di giocatori di esperienza (Nunez, Nelsson, Bella-Kotchap) e con qualità individuali davanti (Giovane e Orban) ma è completamente deficitario a centrocampo. Duda non è stato sostituito: l'esperimento estivo Bernede è fallito, Gagliardini e Akpa Akpro sono efficaci in fase di interdizione non certo di costruzione di gioco, Serdar non è un regista. Nemmeno Suslov è stato sostituto visto il tempo perso dietro a Baldanzi e alle speranze nel recupero definitivo di Harroui. Ora, se tu togli i due giocatori più importanti nella costruzione del gioco (Duda in particolare) cosa rimane? Frenetici spunti individuali, qualche lancio lungo, giocate in velocità e contropiede. Tutte situazioni che mettono in difficoltà gli attaccanti in fase conclusiva. Il Verona davanti improvvisa, tira tanto e male. E questo spiega la miseria dei 6 gol realizzati a fronte di ben 133 tiri fatti e anche i 5 pali presi sono conseguenza della precipitazione sotto porta. Con queste vistose carenze tecniche a centrocampo esistono allenatori che possono far meglio di Zanetti?
Aggiungo: un Verona fatto di risparmio (Orban e tutto il blocco della difesa è in prestito) e che ha in panchina uno dei tecnici più economici della serie A (salvo errore, solo Di Francesco prende meno di lui) è disposto ad accollarsi l'ingaggio di un altro allenatore che vorrà spuntare come minimo anche l'opzione in caso di salvezza? In estate la proprietà ha dato pochissima disponibilità economica per rafforzare la rosa e il mercato si è basato essenzialmente sulle plusvalenze di Coppola e Tchatchoua, ora che c'è l'urgenza di classifica come si comporterà? Quanto può distrarre (o complicare) l'impegno sullo stadio nel budget texano?
Queste le ragioni per le quali Zanetti siede ancora nella panchina del Verona. Ma sono anche convinto che i prossimi confronti diretti con Parma e Genoa possono rompere gli indugi e le perplessità su di lui. Non può più sbagliare. In caso di duplice vittoria, non solo il Verona recupererebbe i fatidici 12 punti di classifica dello scorso anno ma darebbe un messaggio forte agli avversari in lotta per non retrocedere. Ma se dovessero uscire solo miseri 1 o 2 punti una riflessione va fatta sul mister perché gli alibi di cui sopra perderebbero valore ed ha più senso affidarsi subito ad un nuovo tecnico per consentirgli di conoscere i giocatori e valutare con Sogliano le mosse più opportune di mercato.
C'è infine un ultimo punto che mi sento di allertare. Dando un'occhiata al calendario scopriamo che, da metà aprile in poi avremo pochissime opportunità di fare punti visto che affronteremo nell'ordine Milan, Lecce, Juventus, Como, Inter e Roma tutte squadre che saranno in corsa per qualche posizione e non affronteranno certo il Verona sotto gamba. Sarà un finale di stagione feroce per noi. Questo significa che i tempi di reazione e recupero di classifica si accorciano. Le risposte sul campo non possono più attendere ancora a lungo. Zanetti, o chi per lui, non avranno molto spazio per trovare i punti necessari per salvarsi. Ma prima Zanetti deve affrontare il crocevia Parma e Genoa, momento cruciale per lui. Conteranno poco le statistiche, ma negli ultimi due campionati, chi ha chiuso la classifica alla 13° giornata è poi retrocesso. A buon intenditore ...
Massimo
Colonna sonora: Every little thing, Eric Clapton.