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HELLAS VERONA / Canone Inverso

CACCIA AL SESTO POSTO: LE MOSSE DI FICCADENTI


CACCIA AL SESTO POSTO: LE MOSSE DI FICCADENTI
CACCIA AL SESTO POSTO: LE MOSSE DI FICCADENTI

Lo scorso 16 aprile siamo entrati nella quarta e ultima fase del Campionato: quella del rush finale per la conquista diretta della serie A, dei playoff e dei playout. Il Verona ci arriva con i propri mezzi, non elevatissimi per la verità, ma si gioca tutte le sue carte fino all'ultima giornata deciso a non mollare. Oggi analizzeremo con maggiori elementi a nostra disposizione il confronto in atto e scopriremo in che modo Ficcadenti ha deciso di combattere questa guerra. La sua guerra personale.

Dimentichiamoci per un attimo di Genoa ed Empoli, squadre che corrono a sè. Per i playoff, Torino e Treviso hanno un margine sufficiente di punti e di freschezza atletica e il Perugia ha anche il vantaggio di un calendario così agevole da apparire perfino imbarazzante. La lotta per il sesto posto vedrà pertanto impegnate essenzialmente 4 formazioni: Verona, Ascoli, Piacenza e Modena. Il problema è che mentre gli scaligeri e gli ascolani sono reduci da un Campionato strepitoso, nettamente al di sopra delle loro aspettative estive tale da costringerli a effettuare un deciso cambio di rotta verso prospettive nuove e nettamente più ambiziose, le altre contendenti sono state costruite a tavolino con il preciso obiettivo di puntare alla serie A.

LE 4 CONTENDENTI La scelta del 16 aprile non è affatto casuale. A partire da questa giornata, la dodicesima di ritorno, il Verona ha deciso di andare in ritiro; al suo interno è stato collocato l'ultimo turno infrasettimanale; accediamo all'ultimo quarto di Campionato, infatti contiamo esattamente 10 partite alla fine; siamo entrati nella Primavera climatica (in grave ritardo, quest'anno). Tutto ciò che precede appartiene alla lunga e snervante fase di transizione post mercato, quella per intenderci nella quale si ridisegnano le squadre e ci si prepara agli obiettivi finali. Non è un gioco delle parti o delle convenienze, ma Modena – Verona a mio avviso si colloca nel periodo precedente mentre a partire da Albinoleffe – Verona entriamo in quello attuale.

E con questa filosofia dobbiamo occuparci del destino nostro e delle altre 3 avversarie dirette. Tra l'altro, a questo punto è divertente scoprire che l'ultima giornata di Campionato proporrà un'emozionante sintesi di sè: Ascoli – Modena da una parte e Verona – Piacenza dall'altra. Il cammino intermedio è assolutamente identico per tutte perché avranno di fronte o i medesimi avversari (Vicenza, Salernitana e Perugia si confronteranno con 2 avversarie diverse) o le medesime incalzanti motivazioni di classifica. Nessuna favorita sulla carta dunque, nessuna penalizzata. Alla fine, passa davvero la migliore.

C'è un concetto di base sul quale voglio soffermarmi ora: quanto si percepisce del valore degli avversari. Il Verona, lo sappiamo bene, procede apparentemente col freno tirato, l'Ascoli va peggio di noi, il Modena non molla più niente a nessuno sospinto anche dai punti restituitigli dalla CAF, il Piacenza è in grado di ottenere qualunque risultato. Sulla carta la nostra percezione però è condizionata da 2 fattori limitanti: da una parte l'impossibilità da parte nostra di conoscere l'effettiva fatica accumulata, lo stato di salute e di tensione nervosa di ciascun contendente; dall'altra l'umanissima considerazione che «l'erba del vicino è sempre la più verde». Ecco perché o tendiamo a sopravvalutare i nostri avversari o sottovalutiamo i nostri comportamenti. Ad esempio, la maggiore frammentazione del gioco gialloblu sembra essere figlia della nostra difficoltà attuale a tenere il ritmo e la tenacia delle due inseguitrici della via Emilia. Tutto ciò è possibile. Infatti è chiaro a tutti che il Verona di questo autunno era una squadra e quello attuale è un'altra, però attenzione ad arrivare a conclusioni precipitose. Anche i nostri avversari possono percepire i gialloblu come una formazione incredibilmente rocciosa, che non molla mai e in grado di battere il Treviso e di resistere senza affanni in campi molto difficili come Bergamo, Terni e Pescara. Se il percepito vale per noi, vale anche per gli altri.

Allo stato attuale, la classifica generale dei punti è la seguente: Verona e Modena 55 punti; Piacenza 54; Ascoli 53. Invece, la classifica limitata alla fase in corso è la seguente: il Modena ha conquistato 9 punti (1,80 di media), il Piacenza 8 (1,60), il Verona 7 (1,40, quindi leggermente sotto bugdet) e l'Ascoli solo 4 (0,80)

Facciamo delle considerazioni, alcune ci sono favorevoli altre no: il Modena non ha mai perso nelle ultime 5 gare, a dire la verità non perde da una vita; il Piacenza 1 volta (in casa con la Ternana); l'Ascoli 3 volte (a Crotone e a Terni e in casa con il Genoa); anche il nostro Verona, nonostante tutto, è rimasto imbattuto. Il nostro percepito del Modena, corrisponde al valore e all'eccellente stato di forma dei canarini ma a parità di punti ne usciamo vincitori grazie allo scontro diretto (3 a 0 contro 2 a 0). Il Piacenza sta arrivando a grandi falcate, ma ottiene risultati migliori in trasferta che in casa dove è stato recentemente battuto dalla Ternana e fermato dalla Triestina. L'Ascoli è in caduta libera e o si dà una mossa o verrà presto sopravanzato dalla tosta Ternana.

Il Verona ha vinto una sola volta, contro il Treviso e pareggiato 4, ma ha giocato 3 gare in trasferta. La vittoria contro il Treviso è indice che i gialloblu difficilmente sbagliano contro le grandi (è accaduto in definitiva solo con l'Empoli) e che è diventato impermeabile ai rischi che scaturiscono dalle varie trasferte. L'unico appunto che ci sentiamo di muovere è la disastrosa partita casalinga con il Crotone, un fallimento nel gioco e nel risultato. Una situazione analoga è accaduta però anche a Piacenza contro la Triestina, ma purtroppo non è ancora successo al Modena, davvero scatenato in casa e fuori. Senza quella gara, oggi sarei molto più sereno; con quella invece, è necessario recuperare presto punti pesanti in campi impossibili. E' con questo metro che dobbiamo misurare le sfide che ci aspettano fino all'11 giugno.

IL CAMBIO DI MENTALITA' Guardando da vicino il Verona attuale, permettetemi di fare unadomanda provocatoria: ma siamo proprio sicuri che il brutto gioco del Verona, culminato con il deludente pareggio con il Crotone, e l'involuzione tattica che stiamo assistendo non sia in qualche modo voluto da Ficcadenti?

Immaginate di essere l'allenatore di una squadra di calcio che sta andando a meraviglia e che vi trovate, sul più bello, a dover gestire una serie di imprevisti ai quali non siete preparati. E' come se qualcuno, all'improvviso, ha deciso di cambiare le regole del gioco e voi dovete fare buon viso a cattivo gioco. Arriva il vostro Presidente che, per motivi che non vi appartengono, vi fa fuori un giocatore come Italiano e cambi eccellenti come Myrtaj e Agnelli. Poi arrivano in rapida successione a complicarvi le cose, il lungo infortunio di Adailton (è solo un infortunio o l'ennesima conferma di un logorio strutturale?) e la malattia di Guarente; Behrami, altro punto di forza della vostra squadra, viene preso di mira dai killer avversari che lo massacrano di botte e qualche giocatore importante perde la condizione del girone di andata (Bogdani, Pegolo, Waigo per tutti). Cosa vi viene naturale fare?

Innanzitutto vi contate: prendete dalla vostra parte quello che vi passa il convento (De Simone, Artistico e Rosina) ma capite che ciò non è di per sé sufficiente. Il Verona non può più essere quello di novembre e dicembre e non solo perché state perdendo per strada molti pezzi, ma perché avete perso anche la serenità e la spensieratezza di quel periodo. Vi avevano chiesto solo salvezza e bel gioco? Adesso vi stanno chiedendo anche i playoff. Potranno essere playoff ottenuti per tentare subito la serie A (già che ci siamo) o molto più probabilmente per prezzare adeguatamente le credenziali di questa società al prossimo Campionato. A voi poco importa, avete conquistato un nuovo contratto triennale e possedete numerosi punti in classifica, per questo è lecito che maturino anche nuove esigenze. Da questo momento in poi, ogni partita vale il doppio, ogni sfida è un esame. Indipendentemente dal fatto che avete in mano una rosa peggiore della precedente e dal fatto che stavate correndo per altri obiettivi, nettamente più comodi.

Pertanto voi, come Ficcadenti ha dovuto fare, come decidete di affrontare questa nuova sfida? Nel modo più ovvio e semplice possibile: chiamate a raduno la vostra squadra e cambiate anche voi le vostre regole di ingaggio.

Da questo momento, signori miei, saremo il castigo dei nostri avversari. Basta assalti di cavalleria, basta bombardamenti a tappeto, basta gioco arioso e offensivo. Il Verona si chiude dietro intorno alla propria difesa, che è poi l'unico reparto ancora intatto, e da qui prova a vincere. Fuori i guastatori e le imboscate, scavate trincee profonde a metà campo, avanti con gli atti di terrorismo e gli agguati a tutto campo. Da adesso in poi giocheremo male, faremo poco più di 2 o 3 azioni serie durante tutta la partita, ma non concederemo più niente a nessuno. Segneremo o su azione di contropiede arrivando con pochi passaggi davanti al portiere avversario o su tiri da fuori area. Di più non possiamo fare. Ma non voglio neppure prendere gol stupidi. Questa è la nuova strategia. Verona – Treviso è il momento più alto del nuovo dettato: 2 tiri e 2 gol. La manovra offensiva coinvolgente e la carica a Fort Apache, appartengono al passato e a condizioni diverse.

Avete presente la Grecia degli europei? La negazione del calcio, forse. Eppure…senza altro che la propria difesa ha vinto contro tutti e tutto. Avete presente il Liverpool finalista di Champions League? ha fatto fuori le più accreditate e offensive Juventus e Chelsea con il vecchio catenaccio e senza avere punti di riferimento davanti. Il Liverpool di Barros è entrato in finale, quello di Cissè ha invece chiuso il campionato a metà classifica. E il bel calcio? Lasciamolo ai ricordi del girone di andata, quello delle regole precedenti. Oggi, che mi è stato tolto tutto quello che potevano togliermi, anch'io cambio le mie regole. Della serie, chi vuole spettacolo e punti insieme, si rivolga al signor Pastorello e alla cattiva sorte che mi hanno entrambi fregato: io faccio ciò che posso e lo faccio come posso.

Il Verona autunnale sbarazzino e spettacolare aveva vinto 10 volte, pareggiato 5 e perso 6. Quello attuale ha vinto solo 3 volte, è vero, ma ha pareggiato 9 volte e perso 4: non vincerà molto, ma non è neppure così facile metterlo sotto. Di conseguenza, cambiando le prospettive cambiano i comportamenti: prima i gialloblu segnavano l'incredibile quantità di 1,95 gol a partita ma ne prendevano anche 1,33. Oggi segnano e incassano meno di 1 gol a partita (0,94).

Questa è l'ottica giusta con la quale dobbiamo guardare da oggi in poi il nostro Verona. Confrontandolo sempre con il recente passato spettacolare sbagliamo; confrontandolo con i nostri avversari più pericolosi (Modena e Piacenza in particolare) sbagliamo; interpretando il 4-3-3 o 4-4-2 come un modulo solamente offensivo sbagliamo. Mi dispiace di esserci arrivato un po' troppo tardi e pertanto chiedo scusa a tutti gli amici che mi leggono e mi seguono da tempo. Abbiamo sì davanti a noi la stessa partitura di prima, ma adesso il ritmo musicale è rallentato e l'escursione delle note è minore e meno frammentato. Il jazz gialloblu è diventato, a causa delle nuove esigenze, un blues.

Se qualcuno riuscirà a contraddire il pensiero del povero Ficcadenti, questo potrà essere solo il campo di gioco. Ma anche in condizioni definitivamente avverse, noi gli tribuiremo sempre l'onore delle armi e la volontà di non mollare mai. Il Ficca è uno tosto che fa di necessità virtù. Buon Verona – Perugia a tutti, giocata col coltello tra i denti e senza l'assalto di una cavalleria che non esiste più, quindi con poco spettacolo ma con tutto l'ardore possibile. L'unico modo per arrivare fino in fondo.

Massimo

Hellastory, 09/05/2005
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LA GUERRA DI TRINCEA HA FUNZIONATO


Il confronto diretto del Verona con l'Empoli è la sintesi di questo girone di ritorno. Una squadra rognosa la nostra, difficile da affrontare, disposta a concedere pochissimo all'avversario di turno. Sulla salvezza, onestamente, ero abbastanza sereno. Troppe combinazioni negative si sarebbero dovute verificare contemporaneamente. Ma vincere ad Empoli non l'avevo proprio messo in conto. Sogliano conquista la sua terza salvezza consecutiva. Era stato chiaro, durante la settimana: mentre altri fanno le celebrazioni per lo storico scudetto (che Dio benedica quegli eroi!), e altri ancora si lasciano andare a fantasie intorno ad un nuovo stadio (a questo punto, ipotizzo di proprietà), noi dobbiamo pensare unicamente alla salvezza. E non è affatto vero che tutto, nel mondo del calcio, sia scontato o già scritto in partenza: la Lazio, che aveva imposto il pareggio all'Inter in casa sua, non è riuscita a battere il Lecce all'Olimpico pur giocando un tempo intero in superiorità numerica. Perdendo, di conseguenza, anche l'opportunità di un piazzamento nelle coppe europee. Per non parlare del tracollo interno dell'Atalanta, evidentemente sazia, ad opera del Parma capace di fermare prima il Napoli campione d'Italia e di ribaltare il risultato a Bergamo nel secondo tempo. Ma anche il successo dei nostri ragazzi ha dell'incredibile vista la stanchezza emotiva con la quale sono arrivati a giocarsi la partita.

[continua]

Qual è stato il miglior gialloblu in campo in

Empoli-H.Verona?



Empoli    H.Verona


Bernède A.

Bradaric D.

Coppola D.

Dawidowicz P.

Duda O.

Frese M.

Ghilardi D.

Livramento D.

Mosquera D.

Perilli S.

Sarr A.

Serdar S.

Suslov T.

Tchatchoua J.

Valentini N.


 


Riepilogo stagionale e classifica generale




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