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GLI INCAPPUCCIATI: INCONTRO RAVVICINATO DEL PRIMO TIPO


GLI INCAPPUCCIATI: INCONTRO RAVVICINATO DEL PRIMO TIPO

Quando Prisciantelli chi? andò ad aprire la porta, si aspettava di trovarsi di fronte Alfio o uno dei soliti postini della zona. E' un tipo appiccicoso Alfio, uno di quelli che chiede sempre qualcosa  per sé e per il fratello impiegato alle ferrovie. Per questo rimase colpito quando si materializzò davanti a lui quella presenza inquietante. A prima vista, il colore della divisa pareva la stessa, ma questa era perfettamente stirata e lui era alto almeno 1 metro e 90; in costume poteva essere un istruttore di palestra oppure una statua mitologica dell'epoca neoclassica. Invece era semplicemente il loro corriere. Molto educato, per carità, ma fermo nei modi; da come parlava doveva essere straniero. Gli consegnò la pergamena e rimase in attesa della risposta del conte sulla data dell'appuntamento e sull'orario convenuto. Loro non gradiscono avere contrattempi. Ogni volta che li dovevano incontrare, quelli di Corte Pancaldo erano tutti un po' a disagio perché non riuscivano a percepire alcun tipo di emozione da parte degli Incappucciati, mentre invece loro passavano dall'euforia più assoluta al disarmo più completo, e viceversa. Del resto, non era mica facile trattare con gente mascherata. Negli ultimi giorni poi, stava emergendo anche un po' di tristezza, una forma comprensibile di delusione per chi ha sprecato l'occasione della vita e sa di essere sul punto di tornare nell'anonimato. E' vero che avrebbe perduto definitivamente quell'ingombrante chi? dopo il proprio cognome e che Davide, il compagno di avventura, sarebbe potuto arrampicarsi sul platano tutte le volte che voleva senza sentire il bisogno di grugnire, però il Verona è sempre il Verona… E poi, consegnarlo a qualcun altro senza essere riusciti a toglierlo dall'ultimo posto in classifica, con lo spogliatoio frantumato e il disonore dell'eliminazione in Coppa Italia è una sconfitta dolorosa. Diciamocelo chiaramente: sono stati tre mesi disastrosi i loro, in cui sia lui che il mister pro tempore hanno mostrato tutta la loro impotenza. Il fatto stesso che i media hanno sempre e solo lodato il loro impegno è una forma ulteriore di bocciatura. Falsa e servile per giunta, tipica dei giornalisti. Il conte non era affatto contento per la nuova convocazione. Sapeva esattamente quello che lo aspettava e quale tono avrebbe usato il Gran Maestro nei suoi confronti. E sapeva anche che, alla fine, si sarebbe dovuto profondere in mille scuse. Per fortuna, oramai, il più era stato fatto.

CHI SONO? Questa è una domanda trabocchetto che soddisfa solo la nostra curiosità, la parte pettegola di noi, ma che non dà alcun valore aggiunto al Verona. Almeno in questa circostanza. È veramente importante elencare nomi, proprietà, disponibilità finanziarie? Quando vorranno svelarsi, lo faranno loro d'iniziativa. E per assurdo, quel giorno saremo tutti un po' delusi in un modo o nell'altro: se usciranno fuori nomi altisonanti, capiremo che l'Hellas occupa solo una piccola porzione del loro business. E non potremo pretendere molto di più. Se saranno imprenditori di media portata, temeremo che abbiano già dato tutto quello che potevano. Per questo motivo, più restano incappucciati e misteriosi, meglio è per tutti. Infatti, fino ad allora conserveranno il fascino del potere assoluto, anche quello trasversale: tutto possono perché esistono, anche se non si vedono. Come accade per le logge massoniche, in cui qualcuno - ogni tanto - si iscrive perché spera di contare di più. E talvolta accade proprio così.

Molto più importante invece è capire chi non sono e perché hanno deciso di trattare il Verona. Questo non tanto per adesso, ma per il nostro futuro.

  • Sicuramente, gli Incappucciati non sono tifosi gialloblu. Se lo fossero, non avrebbero potuto fare a meno di uscire allo scoperto per gridare con gioia che stavano trattando la società. Il mistero di cui si circondano inibisce ogni genere di passione. È evidente che a loro serve comportarsi proprio in questo modo per essere sicuri di realizzare il loro disegno. Certo, non mi sento di escludere che, all'interno, ci sia anche del capitale veronese e quindi emotivamente coinvolto, ma il Gran Maestro, cioè chi coordina le fila, vede il calcio solo da un punto di vista razionale. E gli altri si devono adeguare.
  • Inoltre, gli Incappucciati non sono professionisti del calcio alla Pastorello, Gaucci, Preziosi e Zamparini perché - anche in questo caso - avrebbero avuto tutto l'interesse di far sapere agli addetti ai lavori che sono i nuovi proprietari del Verona. Eppure sono competenti al punto tale da aver effettuato scelte mirate e convinto Galli, Cipollini e Sarri che esiste un progetto intorno a loro. È anche possibile che si siano affidati a qualche “consulente” esterno, perché non è facile avvicinare dei professionisti del settore semplicemente mostrando la borsa piena di soldi. Perlomeno, nel calcio non funziona così.

Invece, una domanda interessante riguarda il motivo per cui i tempi si sono prolungati fino a questo punto. In pratica, questa trattativa sta andando avanti da un paio di mesi, che è un periodo lunghissimo per concludere un semplice passaggio di proprietà. Ma c'è solo questo in ballo? All'inizio ritenevo che il protrarsi dei tempi fosse indice dalla difficoltà di concludere l'accordo. Questo mi appariva infatti un sintomo inequivocabile di debolezza: loro che avevano pochi mezzi e il conte che non voleva (o non poteva) scendere più di tanto. A questo punto invece ritengo di essermi sbagliato. L'approccio alla trattativa non va fatto sul “quando si concluderà”, ma sul “quando verrà completata”.

Nemmeno gli Incappucciati possono essere tutti gli stessi di prima, noi che ne sappiamo? Fintanto che restano tali possono modificare a loro piacimento la composizione dell'assemblea (e quindi dei soldi da investire). Il mistero legato all'elenco dipende dunque, a mio avviso, dalla necessità di definire compiutamente l'assetto del gruppo. Una volta stabilito tutto, non ci sarà altro motivo per non divulgare i nomi.

Proprio per questa ragione, sono convinto che gran parte delle cose che ha detto Arvedi siano vere. Solo che, ovviamente, non doveva lasciarsele sfuggire prima che il piano fosse stato completato. Il problema è che il conte è incontinente, lo sappiamo bene, e usa il megafono (sito ufficiale, interviste, ricevimenti) soprattutto quando ha segreti importanti da tutelare. È più forte di lui.

Pertanto, a mio avviso:

  • il Verona è già stato ceduto, almeno dal punto di vista sostanziale
  • a persone che hanno a disposizione somme rilevanti
  • da investire in un progetto molto più ampio che coinvolge settori commerciali e immobiliari.

Qualcuno si scandalizza se ipotizzo che per loro il calcio rappresenta un'occasione per entrare nei terreni e nel cuore dei veronesi e una sorte di lasciapassare per le istituzioni politiche locali? Il Verona, uno strumento forte dal punto di vista emotivo? Se mi sbaglio vuol dire che, sparando a occhi bendati, ho colpito il fegato pur avendo mirato il cuore. Roba di centimetri, insomma.

L'arrivo in questi giorni di Galli, che è un po' l'uomo immagine, è stato necessario non solo per tutelare l'operazione e gestire le stravaganze del conte, ma anche per il pericoloso precipitare della situazione di classifica della squadra. Non potevano mica affidare il mercato di riparazione a Prisciantelli chi? e ad Arvedi? Avrebbero corso il rischio di vedere il Verona scendere immediatamente in C2, compromettendo gran parte del loro investimento mediatico.

Ma quando si mostreranno gli Incappucciati?

Magari dopo la fine del mercato, con la squadra rinforzata adeguatamente e con Sarri padrone dello spogliatoio. Anche se, come ho detto prima, è assolutamente ininfluente conoscere i loro nomi, perché il loro progetto prescinde dal volto dell'architetto.

IL PROGETTO Lasciamo perdere i contenuti di natura extracalcistica: a noi, in qualità di tifosi, interessano esclusivamente quelli legati alle sorti dell'Hellas. Valeriano, qualche giorno fa, mi ha fatto notare che Galli, in conferenza stampa, si è lasciato sfuggire un'affermazione del tipo “veniamo a Verona per proporre un modello innovativo nel calcio, senza precedenti”. È chiaro che questo, inevitabilmente, esclude il coinvolgimento diretto Arvedi, perché con lui al timone non ci sarebbe alcun genere di novità. Il fatto è che gli Incappucciati hanno creato una struttura societaria in grado di operare autonomamente. Una volta dotati di mezzi finanziari, Cipollini ha il compito di amministrarli, Galli di renderli operativi e Sarri di trasformarli in risultati sportivi. Esistono pochissime società in Italia strutturate in maniera così completa. Pastorello, ad esempio, dopo Foschi ha concentrato su di sé sia i compiti amministrativi che quelli sportivi, delegando qualcosa ai figli e a qualche personaggio minore. Fateci caso, la struttura odierna sembra decisamente quella di una società di categoria superiore: ha risorse (basta pensare all'ingaggio dei nuovi dirigenti), esperienza e ambizione, tempo.

Cosa è che non ha, invece?

Beh, credo proprio che anche in futuro dovremo abituarci a considerare gli Incappucciati come tali. Indipendentemente dal fatto che si svelino o meno un giorno di questi. L'innovazione sta proprio qui: in giro vediamo ovunque proprietari tifosi che, al bisogno, ci mettono di loro per far crescere la squadra. Gente che, inevitabilmente, si fa prendere dall'entusiasmo (o dal panico) e commette tutta una serie di errori legati all'emotività e ai vincoli di bilancio. Come è accaduto a Chiampan, ai Mazzi, allo stesso conte. Qui invece sono stati scegli dei professionisti e a loro è stato delegato tutto. Saranno insomma Galli e company i nostri referenti presenti e futuri, nel bene e nel male. E loro verranno giudicati sulla base dei risultati che riusciranno ad ottenere: se otterranno risultati positivi, verranno premiati; se falliranno, verranno cambiati. Ma non potrà mai accadere che i tifosi potranno rivolgersi agli azionisti per avere qualcosa di più.

In definitiva, il Verona è destinato a diventare un'azienda di calcio che segue una logica commerciale non tanto nella finalità di lucro (questo investimento è nato con altri obiettivi) quanto negli obiettivi sportivi. Se il giochino funziona, l'operazione di spersonalizzazione tornerà utile anche agli Incappucciati che miglioreranno la propria immagine di soggetti oculati e vincenti. Se non funziona, il rischio è limitato perchè le responsabilità potranno essere scaricate inevitabilmente sugli amministratori incompetenti. Ripeto, sugli amministratori e non sui soci, come accade per le società quotate.

Questo è bel passo avanti, molto innovativo. A prescindere dal fatto che riesca o meno il disegno, che piaccia o non piaccia, mi inchino al Gran Maestro: deve essere uno con le idee chiare e con molto pelo sullo stomaco. Non è da tutti lasciare ai tifosi il sogno, ai dirigenti la crescita professionale e a chi ha investito il guadagno.

Massimo

Hellastory, 08/01/2008
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Nella festa per la celebrazione dello scudetto scende in campo un Verona bloccato, pauroso, timido, inesistente per i primi 40 minuti, succube del Lecce passato meritamente in vantaggio e padrone assoluto del campo. Poi, come capita alle volte nel calcio, Suslov (finora 0 gol e 0 assist per lui) pennella una splendida palla per la testa di Coppola, che fino a quel momento aveva subito la marcatura di Krstovic autore del gol ospite, e pareggia. Nella ripresa le due squadre si sono annullate a vicenda rinviando il responso retrocessione ai prossimi 180 minuti. E' un punto importante questo che, contando anche sulle disgrazie altrui oltre che sui meriti di questa squadra terribilmente fragile, può bastare a salvarci.

[continua]

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