Niente da fare, neppure questa volta. Il Pescara ci concede 1 tempo su 4, il primo (il più inutile), sfrutta le nostre fragilità nel secondo, ci tiene a bada nel terzo, ci mortifica nel quarto. Alla classifica migliore aggiunge il collettivo, la testa e le gambe. Direi che il confronto non è mai stato alla pari. Io vorrei sapere, a questo punto, a quale demone ci siamo affidati 2 anni fa per scongiurare la retrocessione in C2 con quel gol a tempo quasi scaduto? E per quanto tempo ancora dovremo pagare la rete di Zeytulaev perché, a partire da quel momento, non siamo più stati capaci di raggiungere un risultato sperato. Ci è sempre mancato qualcosa, soprattutto gli attributi. Una barriera invalicabile si è formata tra noi e ogni traguardo che ci siamo posti. A proposito di demoni, nell'omonimo libro Dostoevskij sentenzia che "il nostro tempo verrà di nuovo e di nuovo avvierà su una strada sicura tutto ciò che oggi vacilla".Ma poi, inevitabile, proferisce la domanda angosciosa che tutti i tifosi gialloblu si chiedono oggi e che io giro immediatamente al presidente Martinelli: "altrimenti che sarà mai?". Presidente, che sarà adesso del nostro e del suo Verona?
Noi abbiamo passato settimane intere a stupirci della riconferma e sulla difesa ad oltranza di Remondina, a interrogarci sui motivi per i quali si sono spesi soldi per giocatori gravati da noti problemi fisici (Selva e Dalla Bona), oppure per giocatori trombati altrove e fatti passare per fenomeni (Pensalfini, Colombo, Anselmi e, in fondo anche Di gennaro panchinaro a Gallipoli). Vedevamo tutti i problemi che aveva la squadra (alcuni, molto prima di me), ma nessuno nel Verona si è degnato di prendere in mano la situazione e porvi rimedio. Il Pescara, insoddisfatto di Cuccureddu, lo ha esonerato nel momento giusto e da allora non ce ne è stato più per nessuno. Non ci dimentichiamo che loro, nell'ultima di ritorno, erano in B da 88 minuti, cioè fino al gol di Bocalon. Noi invece, con 5 punti nelle ultime 6 partite, abbiamo fatto meglio solo del Verona di Malesani nel 2001/2002 (4 punti e serie B). Magra consolazione! Mentre Bonato cercava di coprire i propri errori canalizzando l'attenzione sui tifosi preoccupatissimi prendendo spunto su qualche esagitato di troppo, non prendeva alcun provvedimento e la nave gialloblu affondava partita dopo partita. Non so nemmeno se la scelta di Vavassori, a stagione finita, con una squadra che nelle ultime 3 gare non era più in grado di tenere il risultato, sia stato un gesto consapevole oppure una presa in giro nei nostri riguardi. Comunque è stato tardivo e inutile: tutto era già stato dilapidato da tempo.
Ma mi chiedo, nel frattempo, Martinelli dov'era? Chi ha avvallato tutto ciò?
Io sono convinto che il fallimento di questa stagione sia la conseguenza naturale del fallimento dello scorso anno. Amplificato dai soldi spesi nel frattempo, dalle aspettative create e dalla montagna di errori commessi. Il presidente, nei 18 mesi che ha diretto la società, ha sbagliato costantemente collaboratori (peccato veniale, se ripari) e non è stato mai in grado di prendere correttivi (peccato questo davvero mortale). Solo silenzi da parte sua, 18 mesi di silenzio!
Molti sono rimasti colpiti dal fatto che, a gennaio dell'anno scorso, dopo aver staccato un assegno con molti zero agli eredi di Arvedi, si sia insediato in società senza avere a fianco un responsabile sportivo. Ficcadenti, poveraccio, pur avendo ambizioni differenti, è stato aggregato solo come consulente di mercato. In pratica, in 48 ore aveva già esaurito la sua missione. Fatto sta che, in mancanza di ruolo, non è potuto intervenire dopo la duplice sconfitta con Cremonese e Pergocrema; non ha potuto consigliare Remondina; neppure coprire Martinelli dopo la gaffe che riguardava la fusione con il Chievo; tanto meno prendere in mano la situazione nello squallido finale di campionato che non ci ha permesso di raggiungere i playoff, peraltro obiettivo stagionale non trascendentale. È possibile che dietro il vuoto dirigenziale ci sia stato l'impegno verso Bonato, allora impegnato a Sassuolo. Se così è, mi chiedo se ciò fosse stato chiarito a Ficcadenti (e in tal caso, avrebbe mai accettato un ruolo tanto marginale)? Non solo, mi chiedo anche perché non si sia convinto Previdi e/o Prisciantelli a traghettare la squadra che avevano creato fino al termine della stagione? Ma soprattutto, avendo deciso di restare da solo, perché non ha fatto niente per agguantare i playoff (per la cronaca, sprecando 6 pareggi nelle ultime 8 partite)? Forse bastava solo esonerare Remondina. Oppure mandare i giocatori in ritiro dopo il pareggio casalingo con il Porto. Oppure - semplicemente - battere con energia i pugni sulla scrivania.
Quest'anno, più o meno gli stessi errori. Ci sta aver concesso una delega in bianco a Bonato, troppo coinvolto però con il tecnico e con certi giocatori. Ci sta anche aver assistito all'assurda gestione del rinnovo contrattuale di Comazzi. Ci sta perfino aver creduto a gennaio che Di gennaro, vero obiettivo stagionale, potesse essere l'attaccante che mancava alla squadra (quando invece mancava chi facesse gioco e mettesse i nostri attaccanti davanti al portiere). E il lusso di prendere un giocatore senza garanzie fisiche come Dalla Bona poteva essere un'idea simpatica, se stavi bene in tutti gli altri reparti. Ma poi? Come può non essersi reso conto che non riuscivamo più a vincere? Che non giocavamo più a pallone? Che il responsabile di tutto in campo - quest'anno come l'anno precedente - era Remondina? Mentre la squadra affondava, il Verona partecipava ai festeggiamenti per il Museo dei tifosi, per il venticinquesimo dello scudetto, per rendere merito ai grandi del passato. Champagne e musica, intanto in mare il Titanic gialloblu affondava.
Ora, a Sandrà, Martinelli è circondato da un'infinità di demoni: un direttore sportivo sfiduciato dai risultati, una squadra piena di gente con limiti caratteriali e da rifondare per il quarto anno consecutivo, la scelta non facile di un tecnico con cui ricominciare, un settore giovanile inesistente (possibile che Terracciano, in un anno e mezzo, non sia riuscito a portare in prima squadra un ragazzo dell'89 o del '90? nessuno gli chiedeva di vincere il Berretti o gli Allievi Nazionali, ma almeno pescare un giovane che valesse l'esordio in serie C!). Bisogna che si decida ad affrontarli una volta per tutte. Che scenda in campo come fanno tutti i presidenti delle squadre di calcio e che non resti prigioniero della veronesità, concetto fantastico per recuperare i valori del passato, circondandosi però di veronesi capaci. Bisogna che individui un metodo e che lo persegua. Ad esempio, visto che giochiamo in C, comprando giocatori che non mollano mai anche dalla Cavese, dal Marcianise, dall'Andria e chiedendo al proprio direttore sportivo e al suo tecnico sempre e solo di vincere. Se no, via!
La stampa e i tifosi, in questo periodo, hanno sempre correttamente apprezzato e difeso Martinelli per essersi accollato i debiti di Pastorello e Arvedi. Senza di lui, probabilmente, oggi non esisteremmo. Adesso però che ha fallito due obiettivi stagionali consecutivi, bisogna che si renda conto che la storia nel calcio la scrivono i risultati sportivi e non i soldi versati.
Difenda il suo investimento con i denti Presidente: questa creatura va guidata e protetta. Non l'abbandoni più al suo destino.
Massimo
COLONNA SONORA: torneremo grandi, perché dentro di noi siamo grandi. Intanto, anche questa volta vediamo gli altri festeggiare al posto nostro. Non c'è felicità più alta che quella di sacrificarsi, scrive di seguito Dostoevskij. Ma quest'anno, a Verona, quanti si sono veramente sacrificati? Quanti hanno agito secondo coscienza? Nelle parole scandite da un libro, la nostra attuale tragedia.