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HELLAS VERONA / Canone Inverso

IL NUOVO VERONA, POTENZIALITA' E RISCHI


IL NUOVO VERONA, POTENZIALITA' E RISCHI
IL NUOVO VERONA, POTENZIALITA' E RISCHI

Dopo 45 giorni di preparazione, esaurito anche il girone eliminatorio di Coppa Italia (3 partite, 1 vittoria e 2 sconfitte; 2 reti fatte e già 5 subite) e la chiusura del mercato estivo di cui ci siamo diffusamente occupati, il Verona si accinge a iniziare il nuovo Campionato. Ma con quali aspettative e quali sono le sue reali possibilità? Oggi esaminiamo tutto ciò che è fonte di preoccupazione e di speranza per questa squadra e cerchiamo quindi di trarre risposte e aspettative credibili. Questo è un obiettivo difficile, lo so. Ma siccome negli ultimi 3 anni le prospettive di fine agosto sono state sempre pietosamente sconfessate a giugno, oggi ci sentiamo più esperti e smaliziati. O forse semplicemente più furbi.

I RISCHI IN BALLO. Cominciamo con le criticità, perché è esercizio più facile e quasi scontato. Il nuovo Verona ha serie deficienze di natura strutturale, di leadership e di protezione in seno al Palazzo. Diciamolo più chiaramente: oggi l'Hellas è debole, brutto e cattivo. Senza le precauzioni del passato, di vario livello, si avvia ad affrontare un nuovo viaggio insidioso. Con tutto ciò che ne consegue. Per dirla tutta: agli scaligeri è andata sostanzialmente bene negli ultimi 2 Campionati. Ora, o ha capito la lezione o è definitivamente spacciato. Inutile creare illusioni.

La rosa a disposizione di Ficcadenti è nettamente più debole (e incompleta) di quella dello scorso Campionato. Su questo non c'è dubbio.

La difesa ha confermato il nocciolo duro dello scorso Campionato infatti Pegolo, Cassani, Comazzi, Biasi e Dossena sono rimasti. E questo è preoccupante, visto il pessimo comportamento dell'ultima stagione. Certo, magari un anno in più di esperienza, la consapevolezza degli errori passati e il numero limitato di uomini a disposizione hanno consentito forse di migliorare l'amalgama. Ma gli errori stupidi (sia mentali che tecnici) che si sono inevitabilmente riproposti a la Spezia, Como, col Piacenza e a Firenze, mi induce a confermare la debolezza strutturale di questo reparto. L'unica novità, Gervasoni, un giocatore della serie C2 come sostituto di Minelli, non può essere sicuramente considerato un rinforzo attendibile. A meno di volerci prendere in giro. E poi, il modulo a 4, che esalta le virtù dei difensori, esalta nello stesso tempo anche la nostra fragilità.

Il nuovo centrocampo è stato ripulito degli inutili doppioni della scorsa stagione, è più dinamico e meglio adattabile. Ma innanzitutto è «Mazzola - dipendente», giocatore stupendo ma senza cambio, e poi si avvale esclusivamente delle capacità di Agnelli e Guarente, ovvero 2 ragazzini di 19 anni che oggi vanno a 1000, ma non possono reggere un intero torneo. E poi, questo reparto è indebolito dalle partenze di Salvetti e, in pratica, di Italiano: con loro il Verona perde di qualità, esperienza, imprevedibilità, capacità di gestire i momenti difficili e in grado di fornire sbocchi in zona gol. Mancano inoltre cambi affidabili, cioè giocatori di medio valore che possono sostenere adeguatamente la manovra e dare una mano a Mazzola. Sull'unico settore dove potevamo contare su qualcosa di buono, oggi dobbiamo recriminare pericolosi passi in dietro.

L'attacco ha finalmente la torre che mancava, Bogdani al posto di Mihalcea. Ma questo è un giocatore bizzarro, più volte criticato dai suoi allenatori e più volte esaltato. Il suo carattere lo frena e sono ancora agli occhi di tutti le ferme prese di posizione nei suoi riguardi della Salernitana la scorsa stagione e, in parte, anche della Reggina. Potrà mai crescere a Verona? A parte lui, i giovani Iunco e Fummo. Ma le amichevoli e la Coppa Italia hanno dimostrato che il reparto è ancora molto sterile. Forse in 3 davanti si pestano i piedi, forse mancano i giocatori che sanno lanciarli, forse sono davvero scarsi.

Anche la panchina è stata indebolita. Se consideriamo che i cambi più attendibili sono i vari Teodorani, Angan, Turati, Pagliuca e Melis, tutti invariabilmente infortunati, il Verona deve contare esclusivamente su giovani promesse e su talenti ancora inespressi.

Lo spogliatoio gialloblu è inquinato. Non mi riferisco tanto al caso Italiano: c'è poco da aggiungere in merito, purtroppo. Quanto invece a tutti quei giocatori che, in pochi giorni, si sono sentiti oggetto di trattative e in predicato di lasciare Verona. Forse Ficcadenti non li reputa all'altezza? Forse Gibellini stava cercando di arrivare ad altri tramite loro? Poco importa. Pegolo, Comazzi, Myrtaj, Cossu sono evidentemente scontenti e sotto pressione. Tra l'altro, essendo tutti titolari fissi, si sentiranno il peso della responsabilità di dover dimostrare al mondo intero di essere ancora utili a questa squadra e di valere qualcosa. Proprio questo fatto toglierà loro la serenità necessaria per giocare al meglio e rimarrà sempre il dubbio che il loro problema si ripresenterà tra qualche mese. Inoltre, non credo che avranno vita facile all'interno dello spogliatoio, soprattutto da parte di coloro che ne avrebbero beneficiato. Insomma una bella gatta da pelare per il tecnico gialloblu che lo riconduce alle tensioni interne che hanno dovuto gestire in precedenza i vari Perotti, Malesani, Salvioni e Maddè.

Ficcadenti è un tecnico preparato, pieno di idee ma esordiente. Molti avrebbero preferito affidare una rosa così giovane a un tecnico più pratico ed esperto, come Maddè ad esempio. Personalmente sono vicino al Ficca, anche se riconosco il rischio che corre sia lui che il suo progetto. Se tutto filerà liscio, bene, il Verona crescerà, matureranno i giovani e un domani, con nuovi proprietari alla guida, verrà chiamato al suo posto un altro tecnico, di grido questa volta, per tentare subito la scalata in serie A. Alle prime complicazioni, invece, i dubbi e le malelingue si scaglieranno contro il tecnico marchigiano facendo emergere a loro giustificazione la scarsa qualità di questa formazione e le perplessità teoriche verso un allenatore per molti versi estremo. In pratica, abbiamo un nuovo Salvioni.

Non voglio far passare il concetto che Ficcadenti sia destinato a diventare per forza la vittima sacrificale di questo Verona, ma è stato scelto da chi da tempo vuole andarsene, ha a disposizione una rosa più debole dei suoi predecessori e deve dimostrare a tutto il mondo il suo valore. Mi ricorda tanto il Mutti dei primi anni '90: ricostruì da zero l'Hellas con giocatori provenienti dalla serie C, e poi dopo qualche anno di fatica e di duro lavoro di ricostruzione, sul più bello, qualcun altro si prese tutto il merito e portò i gialloblu in serie A. C'è molto in comune tra i due, anche per quanto riguarda il contesto storico. Come vorrei venire smentito dai fatti!

Il tira e molla relativo al passaggio di proprietà indebolisce la società all'interno del Palazzo. Nei 6 Campionati della gestione Pastorello, i gialloblu sono stati piuttosto tutelati dagli arbitri e dalla giustizia sportiva. Non ricordo episodi clamorosi e talmente negativi da condizionare l'esito di una partita a nostro sfavore, se non contro le solite grandi. Merito del Presidente (che ha molto peso politico) e di un certo ossequio verso Agnolin. Non parlo di favoritismo, quanto meno di neutralità nei nostri confronti. Il che è già molto.

Ora il vento cambia: l'incertezza societaria si estenderà anche in Lega (dove al contrario Preziosi, facendosi eleggere vice presidente, ha già fatto capire chi vincerà il prossimo Campionato cadetto) e il Verona subirà la sorte riservata alle piccole: nel dubbio, l'arbitro e il giudice in buona fede è orientato a decidere in favore di chi è potente, ha investito milioni di euro, può fare la voce grossa. Appunto non il Verona. Quindi prepariamoci anche a questo.

LE POTENZIALITA' E LE CONSAPEVOLEZZE. Ogni medaglia ha la il suo retro. Tutto ciò che ho appena illustrato è talmente chiaro davanti ai nostri occhi che, inconsciamente, tendiamo a dargli un significato preponderante. Poi, a mente fredda, e prima di imbatterci nelle prime vicinissime delusioni (Torino e Empoli incombono), ci accorgiamo che la realtà offre più chiavi di lettura e talvolta parte da presupposti diversi dai nostri. Proviamo a questo punto a liberarci dal peso dei condizionamenti e a scorgere gli aspetti positivi di questa formazione. Non so se aiutati da una profonda fede o da una immensa sfrontatezza.

Gli ultimi 2 Campionati sono stati emblematici: a fronte di rose di discreto spessore e di giocatori dalle riconosciute potenzialità, il Verona ha espresso raramente un calcio dignitoso e non è andato mai oltre una penosa salvezza, ottenuta tra l'altro dopo numerosi patemi d'animo. Ora non può essere più così: la formazione gialloblu si è ulteriormente indebolita e ringiovanita e ha ben chiaro i propri limiti e i propri obiettivi: la permanenza in serie B. La drammatica lezione dello scorso Campionato deve per forza avergli insegnato a soffrire. Per molti motivi, questo rappresenta un vantaggio. Basta illusioni e presunzione di gloria, il Verona è piccolo e povero e dovrà lottare in ogni partita per conquistare piccoli punti preziosi.

Da questo punto di vista, mi aspetto di prendere 2 o 3 gol a Genova e a Torino, ma non più 6 in casa dell'ultima in classifica per giunta già retrocessa. E poi il vuoto di memoria di 1 punto in 13 partite, questa squadra proprio non può permetterselo. Tutto ciò, non è poco. Credetemi.

La motivazione è un altro aspetto positivo. Non riesco a trovare giocatore di questa squadra che, per un verso o nell'altro, non consideri questa come una stagione decisiva per lui. C'è chi si aspetta un lancio definitivo verso squadre di serie A (Pegolo, Waigo, Cassani, Guarente e Agnelli), chi deve cancellare i brutti ricordi del Campionato appena concluso (Comazzi, Myrtaj, Dossena, Cossu, Pagliuca), chi a torto o a ragione deve confermare la grande considerazione che gli viene tribuita (Adailton, Biasi, Mazzola, Bogdani, Angan), chi deve dimostrare di meritare tutte le potenzialità che vengono accreditate (Turati, Mancinelli, Fummo, Iunco), chi deve recuperare definitivamente dagli eterni infortuni (Teodorani, Melis).

C'è poi un'altra ragione per essere, quanto meno, sereni. Dopo 2/5 del Campionato, a gennaio, c'è la possibilità di ricorrere al mercato. Se Pastorello avrà nel frattempo ceduto la sua proprietà, la nuova dirigenza potrà contribuire a correggere le mancanze attuali. Lo scorso Campionato, la Fiorentina rivoluzionò la sua squadra acquistando 13 giocatori nuovi e conquistò alla fine quel 6º posto che gli valse la serie A. Il Verona non fece nulla o quasi (Angan, Vicari e Turati, cioè in definitiva 1 giocatore e mezzo) e sfiorò la C.

E se Pastorello non venderà? Ne riparleremo. Ogni giorno che passa il valore della sua proprietà si svaluta e le sue pretese, anziché mantenersi tali dovranno per forza diminuire. Questo lui non ha ancora capito. Ma glielo faranno capire i suoi creditori che, se non lo convincono, si troveranno a perdere tutto quanto e la società finirà inevitabilmente per fallire. L'aria è cambiata, questo lo sanno tutti: il Napoli è in C1, l'Ancona è sparito, la Lazio e la Roma o si ridimensionano o spariscono, il Torino gioca allo scoperto. Non è più questione di cedere il Verona guadagnandoci, ma nemmeno di andarci alla pari: è questione di prendere qualcosa (il giusto, aggiungo io, visto lo scarso valore che do al calcio nazionale) o non prendere più niente.

TIRANDO LE SOMME. Per tutte le ragioni che ho indicato, il Verona è teoricamente un serio candidato a retrocedere in serie C. Rientra nello strettissimo novero di squadre che, con Venezia (Dal Cin ha detto che farà 60 punti o rimborsa metà abbonamenti, beato lui!), Crotone, Catanzaro, Pescara e Bari lotterà fino in fondo per salvarsi: 6 squadre per 4 posti. A meno che qualche altra (Empoli, Ascoli, Treviso) sulla carta più forte di noi non scoppi e si trovi invischiata suo malgrado aggiungendosi all'elenco. La lotta sarà lunga e senza quartiere e la faranno gli uomini e non i giocatori. Ce lo hanno insegnato di recente l'Albinoleffe per un verso e il Messina per un altro.

Da questa prospettiva parte il nostro viaggio che comincia sabato prossimo. Dimenticandoci ogni spocchia e presunzione del passato, le partite ora avranno significati diversi e i nostri giudizi saranno esclusivamente orientati all'obiettivo finale della salvezza. Accetto il gioco ferragginoso e la sofferenza che mi aspetta partita dopo partita. Non accetto più invece la delusione dei comportamenti e la mancanza di carattere. Questa è l'unica cosa che non possiamo permetterci. E che pertanto non tollereremo. Voglio solo leoni in campo: giocatori, tecnici e dirigenti sono avvisati.

Massimo

Hellastory, 06/09/2004
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LA GUERRA DI TRINCEA HA FUNZIONATO


Il confronto diretto del Verona con l'Empoli è la sintesi di questo girone di ritorno. Una squadra rognosa la nostra, difficile da affrontare, disposta a concedere pochissimo all'avversario di turno. Sulla salvezza, onestamente, ero abbastanza sereno. Troppe combinazioni negative si sarebbero dovute verificare contemporaneamente. Ma vincere ad Empoli non l'avevo proprio messo in conto. Sogliano conquista la sua terza salvezza consecutiva. Era stato chiaro, durante la settimana: mentre altri fanno le celebrazioni per lo storico scudetto (che Dio benedica quegli eroi!), e altri ancora si lasciano andare a fantasie intorno ad un nuovo stadio (a questo punto, ipotizzo di proprietà), noi dobbiamo pensare unicamente alla salvezza. E non è affatto vero che tutto, nel mondo del calcio, sia scontato o già scritto in partenza: la Lazio, che aveva imposto il pareggio all'Inter in casa sua, non è riuscita a battere il Lecce all'Olimpico pur giocando un tempo intero in superiorità numerica. Perdendo, di conseguenza, anche l'opportunità di un piazzamento nelle coppe europee. Per non parlare del tracollo interno dell'Atalanta, evidentemente sazia, ad opera del Parma capace di fermare prima il Napoli campione d'Italia e di ribaltare il risultato a Bergamo nel secondo tempo. Ma anche il successo dei nostri ragazzi ha dell'incredibile vista la stanchezza emotiva con la quale sono arrivati a giocarsi la partita.

[continua]

Qual è stato il miglior gialloblu in campo in

Empoli-H.Verona?



Empoli    H.Verona


Bernède A.

Bradaric D.

Coppola D.

Dawidowicz P.

Duda O.

Frese M.

Ghilardi D.

Livramento D.

Mosquera D.

Perilli S.

Sarr A.

Serdar S.

Suslov T.

Tchatchoua J.

Valentini N.


 


Riepilogo stagionale e classifica generale




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