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HELLAS VERONA

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Hellas Verona english presentation

HELLAS VERONA / Canone Inverso

IL RITRATTO DI UNA STAGIONE


IL RITRATTO DI UNA STAGIONE
IL RITRATTO DI UNA STAGIONE

Davanti a un dipinto del Canaletto, noi ripetiamo sempre lo stesso rito: l’eccezionale veridicità dei dettagli ci porta a fare uno o due passi verso il capolavoro per ammirare l’increspatura dell’acqua, oppure la postura dei personaggi rappresentati, il loro abito e i loro singoli atteggiamenti. Ma per comprendere il significato complessivo dell’opera, la sua definizione, occorre fare due o forse tre passi indietro e allora ci si rende conto che quegli splendidi dettagli, che avevano distratto per un attimo la nostra attenzione, risultano essere quasi insignificanti nel contesto complessivo. Ci sono loro, ma potevano essercene altri e nulla sarebbe cambiato nella scenografia.

Il Canaletto e la sua arte, sono un esempio efficace del metro di valutazione delle cose: il dettaglio, ancorché ci appaia spesso importante, lo è solo se trova una sua giustificazione rispetto al contesto globale. Altrimenti diventa una facezia, un particolare secondario. Come ad esempio la costante presenza di un cagnolino in tutte le principali opere del nostro maestro.

IL RISCHIO DELLA SERIE A In tempi non sospetti (vedi Canone Inverso del 1 febbraio scorso), provocatoriamente e con molta delusione da parte mia, scrissi che «Pastorello sta creando una società di servizi senza investimenti e che per questo trova sconveniente puntare alla serie A». Una affermazione sconvolgente, che molto probabilmente avrà indignato più di un tifoso lettore. Oggi, a tre mesi di distanza, verificati prima, scomposti e ricomposti poi tutti i dettagli del quadro che rappresentano il Campionato in corso del Verona, mi sento assolutamente di ribadire quanto scritto a suo tempo ma con uno spirito diverso. Oggi, infatti – forse altrettanto provocatoriamente, ma con molta più serenità - approvo il freno che ha posto Pastorello alla squadra del girone di Andata.

Premesso che è tutto da dimostrare il fatto che i gialloblu avrebbero potuto conservare il terzo posto in classifica e poi vincere i playoff con Italiano in campo e Myrtaj vice Bogdani, questa squadra e soprattutto questa società non possono permettersi di affrontare un Campionato in serie A allo stato attuale.

Ficcadenti ha ereditato una formazione partita lo scorso anno con grandi speranze e salvatasi solo per il rotto della cuffia. Lui, dando motivazione e un’idea definita di squadra, ci ha fatto divertire e perfino sognare in alcuni momenti (i dettagli di cui sopra). La grande bravura del tecnico gialloblu è stata quella di formare un gruppo utilizzando 9 giocatori dati per finiti e inserendoci solo le novità Bogdani e Behrami. Nel girone di ritorno, aggiungerei anche De Simone. Questo è stato il suo merito più grande. Ma più di tanto, né Ficcadenti - incapace di trovare soluzioni alternative nei momenti difficili della stagione - né i giocatori, che sono sostanzialmente sempre gli stessi, hanno potuto dare. Anche perchè, e questo mi pare che sia scontato proprio a tutti, il Verona è Adailton-dipendente: se gioca il brasiliano, si salva (l’anno scorso) o arriva alle zone alte della classifica, se manca la squadra si banalizza e diventa ordinaria. Altrettanto non vale né per Italiano, né per Myrtaj.

Proviamo per un attimo, solo un attimo per carità, a immaginare i gialloblu vincitori dei playoff e quindi promossi in serie A. Io non riesco a vedere, se non con paura e agitazione, gente come Pegolo, Cassani, Biasi, Dossena impegnati di fronte ai demoni e ai draghi della massima serie: la peggiore difesa del Campionato 2003/2004 e la peggiore difesa tra le attuali prime 8/10 squadre non può avere chance di tenuta. Questi sono tutti ragazzi che si concedono ogni partita 10/15 minuti di svago e le loro amnesie favoriscono anche squadrette come l’Albinoleffe e l’Arezzo; vi immaginate cosa possono combinare, non dico tanto, ma di fronte a Roma e Udinese? Via Behrami, la cosa peggiora ulteriormente a centrocampo dove resiste solo Mazzola e i suoi 35 anni (l’anno prossimo saranno 36). E in attacco? Bogdani è stato tagliato 3 stagioni fa dalla massima serie per la sua discontinuità, Rosina lo è stato quest’anno dal Parma per la sua inconcludenza, gli altri non esistono. Tranne Adailton, ovviamente, che però regge solo 20/25 partite all’anno per colpa di una strutturale carenza fisica e muscolare. Il Verona, promosso in serie A, assomiglierebbe moltissimo alla rappresentanza vincitrice del gruppo dei Paesi Asiatici che si qualifica con orgoglio alle fasi finali dei Campionati del Mondo, ma che si trova poi di fronte formazioni europee, sudamericane ed africane. Almeno questo Verona.

Per ovvi motivi, io mi trovo settimanalmente a seguire le partite casalinghe di Milan e Inter. Ma anche le partite delle formazioni ospiti che arrivano al Meazza. Ebbene, la peggiore di queste, ha mostrato una personalità e una tenuta in campo che nemmeno il miglior Verona esterno della stagione, quello di Perugia o di Genova per intenderci, ha mai mostrato. La crescita, la personalità e lo spessore non si improvvisano in un anno.

Allora, rivoluzioniamo in Verona. Ma come? Behrami e Bogdani sono solo in prestito e mancano i mezzi finanziari per trovare 8/10 giocatori di categoria adeguati per evitare brutte figure. E nemmeno è certo che, con una rosa tutta nuova, si possa essere più fortunati. Vediamo ad esempio quello che è capitato alla Fiorentina, rifondata quest’anno con i soldi della famiglia Dalla Valle e arricchita da fior di giocatori, che oggi lotta miseramente per non retrocedere. L’Atalanta, che ha il miglior serbatoio di giovani talenti d’Italia, è nella stessa situazione. Poiché il Verona non ha né i soldi di Della Valle, né il settore giovanile bergamasco, è messo peggio di loro. Oppure deve seguire altri esempi, non questi.

Infatti in serie A ci sono anche Cagliari, Livorno e Messina. Ecco, loro sono il nostro esempio da seguire. Ma quanti anni ci ha messo Cellino per riportare il Cagliari nella massima serie? E il Livorno e il Messina? Soprattutto, come sono composte queste squadre? Da un mix fatto di giovani interessanti e di anziani di valore. Una paziente miscela che si è rinforzata stagione dopo stagione fino a trovare la soluzione giusta. Che poi è quello che stanno facendo anche in serie B il Treviso, l’Ascoli, il Modena e il Piacenza. Del resto, solo una squadra, il Siena, è stata capace di salvarsi un anno dalla retrocessione in C grazie al mister Papadopulo e poi di essere promossa l’anno successivo con lo stesso tecnico. Ma qui sono intervenuti gli euro di De Luca a corroborare l’impianto grazie alle alleanze con il Torino prima e con la Juventus poi. Noi non possiamo assolutamente assomigliare nemmeno ai bianconeri.

Pastorello tutto questo lo sa bene. Ha fatto cassa con la cessione di Italiano, un giocatore importante per il Verona ma normale per il calcio nazionale e Myrtaj, entrambi un tantino sopravvalutati a casa nostra. Ha investito su Rosina, che vedremo all’opera solo il prossimo campionato e sta testando la consistenza generale del gruppo. Nel frattempo, per la prima volta non parla più di voler cedere la società, convince Ficcadenti con un contratto triennale, sceglie un talent scout di giocatori di serie C (Sensibile), si mostra sempre più presente.

Quello che voglio dire è essenzialmente questo: dopo il disastro della scorsa stagione, il presidente vuole che quest’ anno sia di transizione. Lui ha scoperto, chiaramente, che alcuni giovani della rosa stanno maturando e stanno trovando valore e che ha in casa un tecnico ambizioso e legato ai colori gialloblu, un tecnico che può anche crescere con la squadra. Come sono cresciuti Spalletti, Mazzarri, Arrigoni. Ma per tappe, senza essere costretto a rischiare tutto l’anno prossimo.

Naturalmente queste sono solo supposizioni, interpretazioni del quadro che rappresenta questa stagione al di là dei singoli dettagli (modulo di gioco, contratti di giocatori, singole prestazioni). E fin qui mi sento assolutamente di appoggiare Pastorello.

ESISTE UN PROGETTO? Ma adesso faccio un passo avanti. Decisivo, direi. Se è suo e nostro interesse consolidare questa squadra e trovare stabilità ad alta quota, io mi aspetto delle risposte concrete nel prossimo mercato di giugno: voglio il salto di qualità.

Visto che mancano ancora 60 giorni, la butto lì: dalle risposte del campagna estiva di rafforzamento capiremo tutti se esiste o meno la volontà di crescere, sebbene passo dopo passo, oppure se è preferibile rimanere allo stato attuale, senza nessuna ambizione. Come ventilato in precedenza.

Le mosse sostanziali che mi aspetto dal Presidente sono le seguenti:
1. rinnovare il contratto ad Adailton (sebbene sia stato promesso al Cagliari come vice-Zola) e a Comazzi
2. fare solo 4 acquisti, ma decisivi. Innanzitutto un portiere: da tempo immemorabile, il Verona alterna in porta o giovani talenti da crescere o vecchi giaguari senza motivazione. Per una squadra come la nostra serve solo un portiere affidabile. Secondo, due centrocampisti di qualità che rappresentino il futuro: il fragile Italiano, tagliato a gennaio, è stato il passato e capitan Mazzola è il presente. Ma chi reggerà il gioco gialloblu alla conquista della vetta della B e della permanenza in serie A deve ancora arrivare, e deve essere una coppia. Da ultimo, un attaccante che assicuri 10/15 gol e che abbia il cartellino veronese. Non mi interessa uno che ne faccia 20, tanto l’anno prossimo ci saranno i gol di Iunco, Rosina e speriamo Adailton a creare alternativa
3. fare piazza pulita di giocatori inutili e mediocri come Angan, De Simone, Soligo, Pizzinat, Pagliuca. Inoltre, Pastorello deve prendere una decisione definitiva per Van Strattan e Waigo: li mandi in serie C1 a lottare per conquistarsi un posto e a spaccare il mondo. Loro debbono assicurarci di valere il Verona e non è certo tenendoli coccolati in panchina che lo dimostrano. E poi, si tolga di torno tutte quelle mezze cartucce che inondano la C2 e non riescono nemmeno lì ad essere incisivi. Mediocri a Verona e lontano da Verona.

Sappiamo bene che Ficcadenti, potendo, giocherebbe solo con 15/16 giocatori. Come Bagnoli. Diamoglieli buoni, in grado di sopperire alle carenze attuali e speriamo nella crescita progressiva di quelli che rimangono. Se ha un progetto, Pastorello lo tiri fuori. Perché noi siamo anche disposti a dargli credito quest’anno, ma continuare a svilire il Verona nella mediocrità della serie B, non ci rende affatto onore.

Massimo

Hellastory, 18/04/2005
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18/04/2005   IL RITRATTO DI UNA STAGIONE

LA GUERRA DI TRINCEA HA FUNZIONATO


Il confronto diretto del Verona con l'Empoli è la sintesi di questo girone di ritorno. Una squadra rognosa la nostra, difficile da affrontare, disposta a concedere pochissimo all'avversario di turno. Sulla salvezza, onestamente, ero abbastanza sereno. Troppe combinazioni negative si sarebbero dovute verificare contemporaneamente. Ma vincere ad Empoli non l'avevo proprio messo in conto. Sogliano conquista la sua terza salvezza consecutiva. Era stato chiaro, durante la settimana: mentre altri fanno le celebrazioni per lo storico scudetto (che Dio benedica quegli eroi!), e altri ancora si lasciano andare a fantasie intorno ad un nuovo stadio (a questo punto, ipotizzo di proprietà), noi dobbiamo pensare unicamente alla salvezza. E non è affatto vero che tutto, nel mondo del calcio, sia scontato o già scritto in partenza: la Lazio, che aveva imposto il pareggio all'Inter in casa sua, non è riuscita a battere il Lecce all'Olimpico pur giocando un tempo intero in superiorità numerica. Perdendo, di conseguenza, anche l'opportunità di un piazzamento nelle coppe europee. Per non parlare del tracollo interno dell'Atalanta, evidentemente sazia, ad opera del Parma capace di fermare prima il Napoli campione d'Italia e di ribaltare il risultato a Bergamo nel secondo tempo. Ma anche il successo dei nostri ragazzi ha dell'incredibile vista la stanchezza emotiva con la quale sono arrivati a giocarsi la partita.

[continua]

Qual è stato il miglior gialloblu in campo in

Empoli-H.Verona?



Empoli    H.Verona


Bernède A.

Bradaric D.

Coppola D.

Dawidowicz P.

Duda O.

Frese M.

Ghilardi D.

Livramento D.

Mosquera D.

Perilli S.

Sarr A.

Serdar S.

Suslov T.

Tchatchoua J.

Valentini N.


 


Riepilogo stagionale e classifica generale




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