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HELLAS VERONA

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Hellas Verona english presentation

HELLAS VERONA / Canone Inverso

IL SILENZIO DEL BENTEGODI


IL SILENZIO DEL BENTEGODI
IL SILENZIO DEL BENTEGODI

Il silenzio è una dimensione innaturale dello spazio. Talvolta è voluto e perfino desiderato; solo raramente è imposto. Proprio per questo motivo niente e nulla, nella condizione abituale della vita, ci porta a uno stato tanto estraneo a noi. Possono mancare la luce o l'odore delle cose, ma mai il loro rumore. E' per questo che, quando si verifica, ha lo stesso effetto di un frastuono assordante e modifica il significato degli eventi. Il silenzio imposto dà più fastidio di tutto. E fa più male. E fa più soffrire. E ci trova sempre impreparati, come davanti alle scadenze improrogabili della nostra vita e alle rese dei conti.

Il silenzio di un campo di calcio, luogo di incontro, di gioia, di festa e di passione è difficile da immaginare. Basta solo chiudere gli occhi e lo vedi subito pieno di ragazzi che corrono dietro a un pallone e a un desiderio comune. Se hai anche un briciolo di fantasia, li distingui per il colore delle magliette e ti inventi perfino una partita sommaria.

Ma uno stadio vuoto è molto peggio. Mette soggezione e disagio: lo stadio è una struttura coinvolgente, pensata per altro, fatta solo per essere riempita. Come un frigorifero. Se poi vi si gioca una partita vera, con gli echi rimbombanti del pallone, le urla degli allenatori e dei giocatori, qualcosa non torna proprio nella nostra immaginazione collettiva. Anche perché questo non è un allenamento, ci sono l'arbitro e le televisioni a confermarlo e il colore diverso delle casacche a testimoniarlo. Che storia è mai questa? Che fine hanno fatto tutte le persone che dovrebbero essere qui in questo momento a urlare la loro passione? Siamo ancora vivi o siamo tutti morti?

UNA CITTA',UNA CONDIZIONE DEFINITIVA Sabato sera, una città e una tifoseria intera sono state messe in castigo. Punite per i loro eccessi di velocità o per il passaggio col rosso, non importa. Non importa se i giudici e i testimoni sono stati poco o troppo severi. Non importa nemmeno quanti fossero i veri colpevoli: duecento, trecento, settemilacinquecento, la società stessa. Abbiamo avuto due settimane di tempo per capire se valesse davvero la pena correre tutti a quel modo o rischiare in quell'incrocio. Una parte di noi adesso continua a giustificarsi dicendo che lo fanno anche gli altri, che ce l'hanno con noi, che non siamo raccomandati a sufficienza, che è stato comunque giusto farlo e che lo rifarebbe ancora. Un'altra parte si è verificata e si dà risposte diverse: magari ci siamo lasciati un po' andare, magari ci siamo perfino divertiti a correre in quel modo, magari lo abbiamo sempre fatto e non ci sembrava così grave. E poi, la pattuglia della polizia, chi l'ha mai vista in quell'incrocio lì? Un peccato davvero.

Rode, rode terribilmente questa punizione. E' uno schiaffo violento che colpisce con uguale veemenza responsabili e no, è un marchio infame che non riusciamo a toglierci di torno. VERONA E' UNA CITTA' RAZZISTA. I TIFOSI DEL VERONA SONO RAZZISTI. Del resto, 4 diffide negli ultimi anni non sono state sufficienti a redimerci. Del resto gli ululati ci sono stati eccome e hanno accompagnato per tutta la partita i giocatori di colore. Del resto due o trecento persone possono provocare un'invasione di campo o atti di violenza, ma non sono sufficienti per creare cori così evidenti. E imbarazzanti. La linea difensiva della società proprio non regge.

Non importa. Abbiamo sbagliato tutti e adesso abbiamo pagato. Ma questo marchio inomignoso rimane e forse rimane anche il dubbio che la punizione ce la siamo voluta. Vista anche l'aria che tira in ogni parte d'Europa, le campagne di sensibilizzazione di tutto lo sport, l'attenzione dei media. E' che ci siamo fatti trovare impreparati, convinti che la serie B dia meno nell'occhio e che sia più sgombra come le strade provinciali. Ma le regole sono uguali per tutti, anche se dà fastidio quando ce lo ricordano. Servirà a qualcosa? Taceranno gli ululati allo stadio? L'Hellas, purtroppo per noi, ha aperto una strada nuova e ora tutti gli altri sono stati avvisati. Finché esisterà la memoria di questa tristissima Verona - Salernitana, finché la ferita non sarà completamente rimarginata, finché non vedremo anche altre tifoserie beccate in flagrante, servirà eccome.

Ma la vergogna che abbiamo subito, questa non passerà mai. VERONA NON E' UNA CITTA' RAZZISTA. Non si riconoscono in questa bollatura i tifosi del Chievo, quelli della Marmi Lanza o della Scaligera Basket che hanno fatto dei loro giocatori di colore i loro simboli e degli avversari scuri di pelle solo degli avversari. Non si riconoscono nemmeno tutta quella parte della città (e della provincia) che non si interessa assolutamente di sport, ma nemmeno del colore della gente che lavora con loro. Non si riconoscono infine tutti i tifosi hellassini che hanno sempre preso le distanze dagli eccessi, dagli ululati, dalle caricature. Sono la parte più numerosa di questa terra, non c'è alcun dubbio. Ma i loro silenzi, il rispetto e l'educazione di tutte queste persone assolutamente normali, sono stati facilmente coperti dal rumore fastidioso di pochi disadattati. E tutto è volato via verso una condizione definitiva. E una rappresentazione univoca. Così Napoli è diventata per forza una città violenta, Palermo una città mafiosa, Roma una città sfaticata, Verona una città razzista. Bocciature qualunquiste per colpe di pochi, caratterizzazioni individuali, ferite che non si rimarginano più.

Il problema è rappresentato da questo stadio vuoto. E' l'assordante silenzio del Bentegodi a fare più male di tutto, perché ci ricorda una punizione grave e una sconfitta collettiva. Da una parte o dall'altra ci siamo trovati durante e dopo Verona – Perugia, abbiamo perso tutti. Prendiamone atto. E questo silenzio minaccioso ci richiama all'ordine. Che senso ha avere una bella auto se poi non la posso guidare? Che senso ha essere tifoso del Verona se poi non lo posso sostenere? Che senso ha alimentare e non riuscire a contrastare quel che di brutto si dice in giro di noi?

C'è qualcosa di definitivo in questo silenzio, qualcosa di assoluto che èallo stesso tempo spaventoso e mortificante, qualcosa di terribile e sempre in agguato: è questo senso dell' attesa «fino alla prossima volta» e del castigo sempre pronto e allertato, che evocano la nostra condizione attuale. Una condizione da non augurare proprio a nessuno.

Buona Verona – Piacenza a tutti, ma proprio a tutti: una partita dove è indispensabile tornare solo a cantare, urlare e festeggiare la gioia che abbiamo dentro, per esorcizzare le maldicenze che ci perseguitano e per ricordare a tutti come stanno veramente le cose. O come vorremmo che diventassero.

Massimo

Hellastory, 30/05/2005
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30/05/2005   IL SILENZIO DEL BENTEGODI
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LA GUERRA DI TRINCEA HA FUNZIONATO


Il confronto diretto del Verona con l'Empoli è la sintesi di questo girone di ritorno. Una squadra rognosa la nostra, difficile da affrontare, disposta a concedere pochissimo all'avversario di turno. Sulla salvezza, onestamente, ero abbastanza sereno. Troppe combinazioni negative si sarebbero dovute verificare contemporaneamente. Ma vincere ad Empoli non l'avevo proprio messo in conto. Sogliano conquista la sua terza salvezza consecutiva. Era stato chiaro, durante la settimana: mentre altri fanno le celebrazioni per lo storico scudetto (che Dio benedica quegli eroi!), e altri ancora si lasciano andare a fantasie intorno ad un nuovo stadio (a questo punto, ipotizzo di proprietà), noi dobbiamo pensare unicamente alla salvezza. E non è affatto vero che tutto, nel mondo del calcio, sia scontato o già scritto in partenza: la Lazio, che aveva imposto il pareggio all'Inter in casa sua, non è riuscita a battere il Lecce all'Olimpico pur giocando un tempo intero in superiorità numerica. Perdendo, di conseguenza, anche l'opportunità di un piazzamento nelle coppe europee. Per non parlare del tracollo interno dell'Atalanta, evidentemente sazia, ad opera del Parma capace di fermare prima il Napoli campione d'Italia e di ribaltare il risultato a Bergamo nel secondo tempo. Ma anche il successo dei nostri ragazzi ha dell'incredibile vista la stanchezza emotiva con la quale sono arrivati a giocarsi la partita.

[continua]

Qual è stato il miglior gialloblu in campo in

Empoli-H.Verona?



Empoli    H.Verona


Bernède A.

Bradaric D.

Coppola D.

Dawidowicz P.

Duda O.

Frese M.

Ghilardi D.

Livramento D.

Mosquera D.

Perilli S.

Sarr A.

Serdar S.

Suslov T.

Tchatchoua J.

Valentini N.


 


Riepilogo stagionale e classifica generale




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