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HELLAS VERONA

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Hellas Verona english presentation

HELLAS VERONA / Canone Inverso

LE RISPOSTE DEL VERONA


LE RISPOSTE DEL VERONA
LE RISPOSTE DEL VERONA

Verona: se ci sei, batti un colpo. Toc, toc-toc-toc, toc. 5 colpi, vanno bene. Dopo la batosta di Modena (2 gol subiti, 2 espulsioni e 1 rigore sbagliato), Ficcadenti e i suoi ragazzi hanno cercato se stessi nel ritiro di Desenzano per scrollarsi di torno il torpore depressivo nel quale erano caduti, per chiarire alcune situazioni interne e per prepararsi al meglio alla settimana di fuoco che stavano per affrontare: Albinoleffe, Treviso in casa e Ternana in rapida successione. Commento brevemente questo avvincente tour de force settimanale e faccio due proiezioni diverse per valutare i prossimi 7 incontri che mancano alla fine del campionato. Quelli decisivi per la conquista dei playoff.

LA SETTIMANA DI FUOCO Bergamo è stata una gara psicologicamente rischiosa. Il Verona fu gravemente ferito proprio qui lo scorso anno e, per tradizione, l'Albinoleffe non molla niente tra le mura amiche. Ficcadenti pertanto ha selezionato i suoi tagliando i giocatori più fragili e attualmente in crisi di forma e identità: fuori Soligo e dentro De Simone (perché non lo fatto anche a Modena?), fuori Waigo e dentro Rosina con Cossu dirottato a sinistra, niente Angan e dentro Gervasoni per sostituire Biasi infortunato. Grande rientro quello del numero 17 gialloblu: 1 gol e una buona quantità di palloni respinti in area di rigore. In campo abbiamo notato qualcosa di nuovo, con Rosina che partiva basso sulla fascia destra e Behrami che faceva la diagonale offensiva, diventando spesso e volentieri la seconda punta centrale in appoggio a Bogdani protetto alle spalle da Mazzola e De Simone. Peraltro Bogdani, ancora fuori condizione, non solo non è riuscito ad arrivare per primo sulla corta respinta di Acerbis facendosi anticipare dal suo compagno di squadra, ma è stato anche sfortunato in quell'assurdo rimpallo a porta vuota a seguito del goffo rinvio del portiere avversario. Il Verona ha giocato solo un tempo, il primo, mentre nella ripresa ha quasi sempre subito il ritorno dei padroni di casa e, col passare dei minuti, si è un tantino disunito. Comunque è stato un pareggio importante e 1 punto meritato.

Le emozioni che sono mancate a Bergamo, le abbiamo recuperate al Bentegodi contro il forte Treviso, squadra in forma smagliante e imbattuta nei confronti diretti contro le grandi del Campionato. Ficcadenti conferma uomini e modulo e ho apprezzato nuovamente il buon lavoro di Rosina e Behrami che si sono alternati sulla fascia e in appoggio a Bogdani come seconda punta. Discreto Verona a centrocampo e in attacco, disastroso dietro: Gervasoni viene irretito (e giustamente espulso) dalla coppia di Speedy Gonzales trevigiani Barreto e Reginaldo cadendo dopo soli 4 giorni dalle stelle alle stalle, mentre gli ospiti hanno imperversato davanti a Pegolo sprecando l'impossibile. Oltre a lui, anche Comazzi, Cassani e Dossena sono apparsi molto insicuri e frastornati. La battaglia, vinta meritatamente col cuore per 2 a 1 e in 10 contro 11 per oltre 50 minuti, assume molti significati: l'ultimo gol di Bogdani, fatto al Cesena, coincideva con l'ultima vittoria gialloblu e ce ne è voluto un altro per farci tornare a vincere; il Verona ha giocato gran parte della gara, per necessità o per virtù, col modulo 4-4-2 e poi 4-4-1, che Dio lo benedica; Cossu e i tifosi veronesi ricorderanno a lungo questa sua straordinaria stagione coronata da un incredibile gol su punizione. Lo avesse fatto Totti o Del Piero, sarebbe stato sbandierato nella prima pagina di tutti i giornali, lui però lo è nella nostra memoria e questo conta molto di più. Ciliegina sulla torta, l'Ascoli perde inaspettatamente a Crotone mentre il Perugia conquista 1 punto sofferto a Vicenza e il Verona è di nuovo vicinissimo al 6° posto. Attenzione però perché il Modena non molla più niente a nessuno e si conferma l'avversario più pericoloso alle nostre spalle.

La Ternana si era rilanciata con il successo esterno di Piacenza e un ulteriore vittoria contro il Verona l'avrebbe proiettata a soli 3 punti dal 6° posto. Ficcadenti non ha bisogno di usare molta fantasia per compilare una formazione che si scrive da sola, in quanto i gialloblu sono privi di Pegolo e Gervasoni squalificati e Behrami infortunato. Partono forte gli umbri che mettono più volte in difficoltà la retroguardia veronese soprattutto nella zona di Dossena, tuttavia tra i pali Van Strattan conferma per l'ennesima volta di avere qualità tecniche di base nettamente superiori a quelle del portiere titolare. Diciamola tutta: la differenza tra i due sta essenzialmente nelle credenziali di mercato. Nonostante la pressione iniziale, l'ottimo lavoro di contenimento di gente tosta come Mancinelli e De Simone limitano i danni. Peraltro, i padroni di casa passano in vantaggio grazie a un gol spettacolare di Di Deo, giocatore in procinto di passare al Verona lo scorso gennaio. L'arbitro Airoldi usa l'accetta e fa fuori - con lo stesso metro - prima capitan Mazzola e poi l'ex Salgado, condizionando stranamente di più gli umbri che non riescono di conseguenza a raddoppiare e a chiudere definitivamente l'incontro. Il primo tempo termina con i padroni di casa in vantaggio, ma 10 contro 10. Nell'intervallo Ficcadenti trova l'ispirazione: fa fuori le due ali gialloblu e inserisce al loro posto un altro centravanti e un difensore puro. Il Verona cambia pelle, avanza sulle fasce con i due terzini visto che i rossoverdi sono pieni di mezze punte e schiera un 3-4-2 nuovo di zecca. Artistico, vecchio filibustiere, si inventa un impossibile calcio di rigore beffando difensori e arbitro e lo spedisce in rete calciando nella maniera peggiore possibile. Ma è quanto basta per conquistare il prezioso pareggio che tutti desideravamo e che il Verona ha in definitiva meritato.

Riassumendo, il ritiro di Desenzano è stato utilissimo. L'Hellas ha conquistato ben 5 punti, i giocatori si sono ritrovati come gruppo e Ficcadenti ha avuto modo di sfruttare al meglio le loro caratteristiche fondamentali. Il tecnico, criticato molto per la sua rigidità, ha mostrato adesso grandi attitudini al cambiamento e da queste novità sono derivati proficui risultati. Nel corso di ogni gara abbiamo assistito a cambi di schemi e di posizioni da parte dei giocatori; abbiamo recuperato De Simone come il più adatto compagno di reparto di Mazzola e Rosina finalmente parte 20 metri più dietro; infine, il Verona oggi affianca sempre un secondo giocatore in area accanto a Bogdani. E' una squadra meno spettacolare e coinvolgente ma molto più coriacea e volitiva. Anche più difficile da battere. Perfino la fortuna, spesso e volentieri avara con noi, si è accorta di essere in debito e ci ha restituito di nuovo il suo sorriso. Queste sono tutte condizioni essenziali per avviarci più serenamente allo sprint finale.

IL RUSH FINALE Grosso modo occorrono73 punti per poter andare in serie A e 65-66 per conquistare i playoff. Proviamo a fare i conti in tasca al calendario gialloblu, e lo facciamo con due approcci diversi: considerando prima il valore degli avversari e poi il comportamento del Verona fino ad oggi.

I ragazzi di Ficcadenti devono giocare ancora 7 partite, di cui 4 interne e 3 in trasferta; hanno pertanto 21 punti a loro disposizione. Al Bentegodi arriverà subito il Crotone, avversario in crescita ma modesto soprattutto in trasferta, ideale per una vittoria. Poi toccherà al Perugia, squadra con la quale manteniamo un vantaggio nello scontro diretto avendola battuta a suo tempo al Curi; quella contro gli umbri sarà per noi la vera sfida dell'anno, vincendola li trascineremmo giù dando un colpo gravissimo alle loro ambizioni di conquistare i playoff. Ricordo che il Verona deve fare la corsa proprio sui grifoni, essendo l'Ascoli più avanti di noi a causa dei malaugurati scontri diretti. Quindi ci toccherà la Salernitana: se i campani saranno salvi e cioè lontani dai playout è un conto, altrimenti sarà dura batterli. L'ultima partita ci vedrà impegnati contro il Piacenza ed è una sfida assolutamente indecifrabile oggi come oggi: o sarà uno spareggio, o sarà decisiva per una sola delle due, o non significherà più niente per nessuno.

Riassumendo, un buon Verona potrà fare in casa da un minimo di 8 punti (2 vittorie e 2 pareggi) a un massimo di 10 (3 vittorie e 1 punto).

In trasferta temo molto il Pescara: gli abruzzesi, che ci batterono lo scorso anno in casa loro e ci hanno fermato recentemente al Bentegodi, all'Adriatico si giocano la permanenza in serie B e qui hanno già sconfitto altre formazioni prestigiose. Poi ci sarà il derby col Vicenza: ebbene un conto è affrontare i biancorossi motivati anche da problemi di classifica e un conto è affrontarli quando sono più sereni, comunque sia tenteranno in ogni maniera di fermare il Verona, quanto meno per obblighi di campanilismo. Molto agevole invece sarà la trasferta di Catanzaro con una squadra già retrocessa e zeppa di ex, ma occorre vedere se per allora i nostri saranno ancora in corsa e sei i giallorossi saranno disposti a mollare tutto anche nella loro partita di commiato al campionato.

Morale, mi aspetto da una squadra tonica da un minimo di 3 punti, a un massimo di 5.

In sintesi, tenendo conto del valore attuale dei nostri avversari, un buon Verona potrà fare da un minimo di 11 punti a un massimo di 15 il che corrispondono rispettivamente a 64-68 punti che significano playoff. Lo scostamento di 4 punti è indice delle mie attuali difficoltà di concretizzare ipotesi poco più che attendibili. Ipotesi da calciofilo e non da tifoso, per intenderci.

Ma se guardiamo il Verona secondo il comportamento sinora realizzato, abbiamo altri risultati: i gialloblu migliori, quelli cioè del girone di Andata con Adailton sano, Italiano in campo e Bogdani efficace in zona gol, hanno fatto 1,67 punti a partita che proiettati alle future 7 partite significherebbero 11,69 punti (quindi 12) corrispondenti a 65 punti di classifica. Viceversa, la squadra del girone di Ritorno, che ha una media di punti 1,29 a partita, vale prossimi 9,03 punti, cioè 62 finali.

Conclusione: per poter arrivare alla conquista dei playoff il Verona deve riprendere a correre allo stesso ritmo del girone di Andata, oppure ripetere l'andamento di quest'ultima settimana che corrisponde in maniera impressionante alla media auspicata (1,67). Ciò può significare anche che i gialloblu attualmente sono sulla strada giusta.

Pur mantenendo fede alla mia personale opinione, che cioè l'attuale Verona è strutturalmente inadatto per affrontare la serie A, trovo che sia fondamentale e indispensabile per lui accedere ai playoff. Questo non solo a riconoscimento dello splendido lavoro fatto nel corso di tutto l'anno da parte di Ficcadenti e dell'intera squadra (che viaggia con una media superiore di 10-15 punti rispetto agli ultimi due Campionati) ma anche perché sarebbe un ottimo punto di partenza per il futuro. Chiudere entro il sesto posto consegna ai giocatori una netta inversione di tendenza, una mentalità nuova e vincente rispetto al passato abulico e mediocre. In questo modo, i giocatori stessi si sentiranno pronti per tentare nuovamente la scalata verso la serie A ma con maggiore convinzione di sé e con minore necessità di stravolgimenti futuri da parte della società. Come accadde in pratica al Verona di Bagnoli e a quello di Prandelli, formazioni costruite e consolidate tassello dopo tassello in serie B e non come quelle improvvisate e poi stravolte in serie A, tipiche della gestione Mazzi (1991/2 e 1996/97). Quelle in pratica dove non duravamo tra i grandi nemmeno la durata di una stagione intera.

Massimo

Hellastory, 26/04/2005
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27/06/2005   SOLSTIZIO D'ESTATE
26/04/2005   LE RISPOSTE DEL VERONA

LA GUERRA DI TRINCEA HA FUNZIONATO


Il confronto diretto del Verona con l'Empoli è la sintesi di questo girone di ritorno. Una squadra rognosa la nostra, difficile da affrontare, disposta a concedere pochissimo all'avversario di turno. Sulla salvezza, onestamente, ero abbastanza sereno. Troppe combinazioni negative si sarebbero dovute verificare contemporaneamente. Ma vincere ad Empoli non l'avevo proprio messo in conto. Sogliano conquista la sua terza salvezza consecutiva. Era stato chiaro, durante la settimana: mentre altri fanno le celebrazioni per lo storico scudetto (che Dio benedica quegli eroi!), e altri ancora si lasciano andare a fantasie intorno ad un nuovo stadio (a questo punto, ipotizzo di proprietà), noi dobbiamo pensare unicamente alla salvezza. E non è affatto vero che tutto, nel mondo del calcio, sia scontato o già scritto in partenza: la Lazio, che aveva imposto il pareggio all'Inter in casa sua, non è riuscita a battere il Lecce all'Olimpico pur giocando un tempo intero in superiorità numerica. Perdendo, di conseguenza, anche l'opportunità di un piazzamento nelle coppe europee. Per non parlare del tracollo interno dell'Atalanta, evidentemente sazia, ad opera del Parma capace di fermare prima il Napoli campione d'Italia e di ribaltare il risultato a Bergamo nel secondo tempo. Ma anche il successo dei nostri ragazzi ha dell'incredibile vista la stanchezza emotiva con la quale sono arrivati a giocarsi la partita.

[continua]

Qual è stato il miglior gialloblu in campo in

Empoli-H.Verona?



Empoli    H.Verona


Bernède A.

Bradaric D.

Coppola D.

Dawidowicz P.

Duda O.

Frese M.

Ghilardi D.

Livramento D.

Mosquera D.

Perilli S.

Sarr A.

Serdar S.

Suslov T.

Tchatchoua J.

Valentini N.


 


Riepilogo stagionale e classifica generale




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