Non è sempre agevole interpretare i messaggi che riceviamo. A meno che non siano inequivocabili. Molto dipende dal fatto che siamo naturalmente portati a tradurli nella maniera per noi più confacente, oppure che sono appositamente ingannevoli. Ad esempio, lo sguardo prolungato da parte di una donna nei nostri confronti, viene tradotto dalla nostra vanità maschile come un'evidente forma di interesse nei nostri riguardi; ciò accade per il semplice motivo che – a nostra volta - siamo abituati a fissare a lungo una donna che ci interessa. Purtroppo però, la decodifica degli sguardi femminili è molto più complessa di quanto possiamo immaginare e in tal senso valgono molto di più certi flash, certi battiti di ciglia, certe occhiatine nascoste. Tornando a parlare – purtroppo – del nostro Verona, proviamo a interpretare i messaggi che ci pervengono da Corte Pancaldo.
Attenzione, perché non è affatto agevole: i segnali di fumo emessi dalla società in questi giorni vanno letti solo per quelli che sono. E non per quello che vogliono sembrare. Dobbiamo evitare di vestirli di contenuti che in realtà non hanno, come ci verrebbe naturale utilizzando un'interpretazione tipica di tifosi emotivamente provati. Infatti, gran parte di questi risultano (o vogliono sembrare) rassicuranti o orientati verso una definizione positiva delle cose. Però faccio notare che un conto è fornire notizie ufficiali, un conto è il contesto nel quale vengono fatte circolare. Ad esempio, lo scorso anno il Torino di Cimminelli e la Salernitana di Aliberti iniziarono regolarmente la campagna rafforzamento, assunsero nuovi tecnici (Arrigoni e Ammazzalorso) e inviarono persino le loro squadre a fare il ritiro estivo. Eppure erano già virtualmente fallite. Questo potrebbe accadere anche al Verona? Non lo sappiamo e nemmeno le informazioni che stiamo ricevendo sono sufficienti a tranquillizzarci. Pertanto, consiglio a tutti di non farsi prendere dalla smania di dare per scontate tutte le possibilità future.
E' il caso quindi di distinguere le certezze che abbiamo ricevuto, dalle incertezze di prossima soluzione, dai voli pindarici che aleggiano intorno al Verona. Lasciando però che il valore di tutte queste informazioni venga sottoposto al responso definitivo che darà la COVISOC a fine mese. Ed eventualmente da questa confermate.
LE CERTEZZE. A Corte Pancaldo c'è la ferma intenzione di proseguire avanti per la propria strada. Del resto, le ultime apparizioni televisive di Pastorello lo hanno mostrato sempre piuttosto sereno e sicuro di sè. Sembra quasi che non abbia alcun genere di problema, che questi siano stati inventati di sana pianta oppure che siano già stati risolti. A tal proposito, sul sito ufficiale è scritto che «l'agenda degli impegni per i prossimi giorni è densa di appuntamenti: riunioni e incontri tesi a pianificare il futuro più immediato del club, assicurandone l'iscrizione al campionato e la continuità sportiva». Più chiaro di così si muore.
Ecco dunque le certezze che ci sono state fornite:
- Il Verona ha prolungato il contratto di Comazzi e Gervasoni (2010) e di Mazzola (2007). Questo è un messaggio ineccepibile teso a dare una certa continuità perché coinvolge 3 titolari importanti.
- Nel contempo, si è rinunciato ad Adailton e a Biasi. Del brasiliano, per la verità, non c'è alcuna notizia ufficiale: un po' perché il Torino (che gli ha offerto un triennale) è stato impegnato fino a ieri sera con i playoff, un po' perché c'è ancora in ballo una trattativa sul passaggio di proprietà, un po' perché deve decidere il suo futuro il giocatore stesso visto che si è svincolato. Sul difensore, invece, è stato fatto un tentativo per trattenerlo.
- Pastorello ha portato a Verona il centravanti Da Silva, un giocatore di serie C più volte scartato da Ficcadenti nel mercato estivo e invernale appena concluso. Tanto che il mister ha preferito rimanere senza. Vedremo tra qualche mese se si è trattato di una sua impuntatura personale o se, a 28 anni, abbiamo scoperto il nuovo Adriano.
- A dire il vero, Pastorello avrebbe portato a Verona anche Di Giulio, centrocampista in scadenza contrattuale dal Rimini. E' probabile che, secondo le logiche invernali dei dirigenti gialloblu, la coppia di mezzali della prossima stagione sarebbe dovuto essere Di Giulio–Italiano, con il nuovo arrivato erede naturale di Mazzola. Negli ultimi giorni invece, con la posizione di Ficcadenti meno certa della sua conferma e con la necessità di fare cassa anche sacrificando giocatori importanti come Italiano, il Verona si è orientato a confermare Mazzola, uomo di grande esperienza. E' chiaro che, a questo punto, Di Giulio ha puntato i piedi: rispetto al capitano vanta solo 3 anni in meno, risulta tatticamente un doppione inutile, corre il rischio di giocare meno partite di quanto gli era stato promesso e in una formazione più debole di quella dello scorso anno. A questo punto, essendo sotto contratto, può essere ceduto in B o in una buona squadra di C facendo incassare qualcosa alla società.
- Ci sono in ballo numerose comproprietà da definire entro il 20 giugno: Cassani, Guarente, Munari, Pulzetti e Rantier hanno appena concluso la stagione a Verona; Dossena e Waigo erano altrove. Se dovessimo ipotizzare la partenza di Di Giulio e Italiano, dovremmo augurarci almeno il rinnovo della comproprietà di Guarente (anche perché l'Atalanta vuole sfoltire la sua rosa troppo numerosa) e Pulzetti, che sono giovani e possono crescere ancora. Riguardo gli altri, alcuni serviranno per fare cassa, altri per arrivare a qualche giocatore che servirà l'anno prossimo.
- Mascetti junior, infine, ha definito l'allocazione più adatta per il prossimo ritiro estivo gialloblu: San Martino di Passiria dal 16 al 30 luglio. Meno male, non ne potevamo più di Rio Pusteria.
LE INCERTEZZE. Passiamo adesso alle cose ancora in ballo.
- Il futuro dell'allenatore è decisamente la questione più importante. Ficcadenti è sotto contratto per altre 2 stagioni, ma già dalla scorsa ha reclamato (giustamente) con la proprietà per avere determinate assicurazioni sul valore della rosa a sua disposizione e su un progetto aziendale ambizioso. Oggi pomeriggio, massimo domani, il tecnico discuterà nuovamente la sua posizione forte però di una panchina (quella bresciana) libera e disponibile e di una nella quale è in lizza con altri (quella messinese, fortemente indiziata ad essere ripescata in serie A, problemi di bilancio a parte). Obiettivamente, la conferma del tecnico a Verona non conviene a nessuno: Ficcadenti si troverebbe di fatto una squadra indebolita, dovrebbe gestire alcuni giocatori con i quali è entrato in contrasto, Brescia (in primis) e Messina (in secundis) gli offrono credenziali di altro spessore. Dall'altra parte, non so quanto convenga a Pastorello avere in panchina un tecnico con il quale è in conflitto perenne e potrebbe guadagnarci qualcosa dalla sua cessione del contratto. O soldi oppure giocatori.
- Sarà un caso, ma in questi giorni è piovuta dalla stampa veronese l'intervista fatta a Bellotto, tecnico vicino a Pastorello, quasi a voler sondare l'umore della piazza in merito a una sua eventuale assunzione. E questo la dice lunga sull'indipendenza mediatica dei giornalisti veronesi… Personalmente, lo ritengo un allenatore superato. Oramai le belle stagioni disputate con la Sampdoria e il Treviso appartengono al secolo scorso. Di lui non mi rimangono tanto gli ultimi esoneri cui è incappato a Modena e Vicenza, quanto il fatto che per lungo tempo nessuna società di calcio lo abbia ritenuto adatto ad una panchina. Sarà un caso, ma a sistemare le situazioni difficili vengono oramai chiamati sempre gli stessi tecnici e Bellotto non è fra questi. Per questo motivo, scordarsi di lui in un settore dove il turnover è altissimo è indicativo delle scarse considerazioni che ha nell'ambiente. Per salvare il Verona dell'anno prossimo, il migliore in assoluto è senz'altro Mondonico che in serie B fa sempre la differenza (Fiorentina e Albinoleffe sono 2 perle di grande valore); ma lui non verrebbe mai alla corte di Pastorello. A me piace molto Ezio Rossi che trovo essere un uomo pratico, in grado di vincere – ricordo che ha portato la Triestina dalla C2 alla B e il Torino ai playoff (quando fu esonerato per motivi futili, Zaccarelli ebbe grandi attestazioni di stima per come gli aveva lasciato la squadra) – e che sa anche soffrire (il Treviso con lui in panchina, senza i rinforzi di gennaio, era in piena lotta per non retrocedere e aveva perfino vinto a Reggio Calabria). E poi Rossi è stato un giocatore gialloblu di grande personalità, giocando in un'epoca difficile quasi quanto questa. Non sono in grado di valutare attualmente la posizione di Baroni, ma giudico la sua candidatura molto rischiosa vista la qualità della rosa che gli verrà messa a disposizione e la mancanza di esperienza che offre.
- Il Verona deve anche chiarirci la situazione futura dei numerosi prestiti di quest'anno: la loro posizione è già stata definita oppure no? Su questo argomento infatti Corte Pancaldo tace assolutamente. E allora, che fine faranno i vari Rossi, Bonomi, Gladstone, Aurelio, Cutolo e Sforzini?
- E fra i gialloblu che sono in giro, quanti possono ragionevolmente tornarci utili? Poiché nessuno tra loro ha dimostrato di essere un grande giocatore e non hanno mercato nemmeno in serie C, ce ne ritroveremo parecchi da smistare quest'estate perché la rosa dovrà essere limitata a soli 22 titolari, secondo le nuove norme appena introdotte.
I VOLI PINDARICI. Farina è tornato. Non si sa perché, se cioè è stato convinto da Pastorello o dai finanziatori che vogliono chiudere al più presto il passaggio di proprietà, però la trattativa è ufficialmente riaperta. A questo punto, si sta scrivendo da solo il SESTO CAPITOLO di TEMPI DIFFICILI.
Il capitano Flint, di ritorno, ha ripetuto le solite cose: primo, che non è disposto a fare il nome delle persone che si sono rese disponibili a seguirlo (ma perché? cosa hanno da nascondere?); secondo, che c'è ancora qualche problema da risolvere (quale?). Non ha affrontato invece l'argomento che riguarda il Conte Arvedi. Perché?
A essere maligni, il socio di minoranza può essere stato convinto da Pastorello in questi giorni che, se salta il Verona salta anche lui, a meno che non sia in grado di versare i soldi necessari per sistemare tutte le pendenze. A essere benigni, è possibile che abbia ricevuto assicurazione sulla bontà dell'iniziativa di Farina. Anche in prospettiva futura.
C'è un ultimo punto da chiarire: i tempi tecnici. Un passaggio di proprietà non necessita di un lungo periodo per convincere le parti sulla bontà della trattativa. Invece, richiede alcuni giorni (anche settimane) dal punto di vista formale. Supponendo che Pastorello accetti di cedere il Verona, fa ancora in tempo prima della presentazione dei bilanci alla COVISOC? Secondo me no. Offro allora 3 possibili vie di uscita:
- il Verona si iscrive con Pastorello e il passaggio di proprietà viene formalizzato con tutta calma in estate;
- Farina non arriva alla cifra pattuita e offre a Pastorello solo soci di minoranza, in grado di sostituire l'ingombrante Arvedi e di dare sollievo alle casse della società;
- questa è tutta una perdita di tempo per distrarre i tifosi e renderli consapevoli che lui è l'unico che si interessa davvero al Verona. E Pastorello aggrega suoi amici non legati da Farina.
Chiudo con un consiglio: per intuire a che punto è arrivata effettivamente la trattativa, suggerisco tutti di guardare con attenzione chi sarà il tecnico gialloblu della prossima stagione: Ficcadenti? un uomo legato a Pastorello? un uomo nuovo, fuori dal suo giro? La risposta, a quel punto, verrà da sola.
Massimo