Ci sono una marea di sensazioni che combattono tra loro e che mi impediscono di sentirmi definitivamente bene. Innanzitutto c'è la rabbia: se sono bastati 20 giorni ad un allenatore per prendere in mano una squadra senza più testa e gambe e aver ragione del Rimini, ovvero l'avversario nella migliore condizione fisica del momento, forse vuol dire che il gruppo non era poi così scarso. Scarsi semmai sono il tecnico precedente che ha bruciato punti di classifica e potenziale tecnico a sua disposizione e i dirigenti che hanno perseverato presuntuosamente nella strada sbagliata. Ma ci voleva tanto?! Poi c'è la paura: abbiamo superato il Rimini, ma non abbiamo ancora ottenuto nulla. Teoricamente siamo solo entrati in ballo per giocarci il secondo posto, cioè la serie B: se andrà bene conquisteremo lo stesso risultato del Porto, se andrà male avremo solo perso del tempo. Con il triplo di stanchezza emotiva e frustrazione in più. Finire terzi, oppure quinti in classifica, cambia poco ai fini pratici. Comunque c'è la speranza: perché la squadra ha vinto la semifinale e adesso ha acquisito nuovo morale. Anche se dovremmo usare una strategia diversa per avere ragione del Pescara, meglio classificato di noi in campionato, l'ostacolo Rimini ci ha aiutato moltissimo.
Infine il sarcasmo. Bonato, volendo difendere il proprio operato, tempo fa ha risposto che questanon è mica una squadra che deve vincere per forza 5 a 0 ogni partita! Verissimo, del resto mi chiedo quali sono i giocatori che lui ha portatoin grado di segnare cinque volte nella stessa gara? Anzi, che fine hanno fatto i nostri attaccanti? Ma soprattutto: chi è in grado di creare 5 o 6 palle gol in questa squadra?
La forza del Verona che lui ha costruito è nello scudo, non certo nella spada. Siamo arrivati fino a questo punto proprio grazie agli 0 a 0 e ai golletti fatti nei batti e ribatti in area. Il Pescara dirà definitivamente se la nostra è una virtù oppure un limite insuperabile. Là dove lui è mancato veramente è nell'impossibilità di aver concesso a Remondina e Vavassori delle (armi) alternative.
Se però saliamo dalla pancia - luogo dove nascono e spesso esplodono i nostri conflitti interiori - alla logica, la situazione cambia. Vavassori, Dio lo benedica,ha riportato serenità e razionalità. In pratica, ci ha fatto tornare indietro di un paio di mesi quando tutto era ancora possibile e nelle nostre mani. Se pensiamo che il Rimini ci ha infilato 4 volte in campionato e si è portato via 6 punti in classifica, il risultato ottenuto è veramente impressionante. Non solo, al di là dell'emotività sofferta nel corso delle due partite, non abbiamo corso particolari rischi. Abbiamo sempre controllato abbastanza bene la situazione, abbiamo saputo soffrire in alcuni momenti ed è stato importante che Rafael sia ancora imbattuto.
Senza questo passaggio, credo che sarebbe stato impossibile affrontare adeguatamente il Pescara. Rimini ci ha, in qualche modo, sdoganato restituendoci consapevolezza dei nostri mezzi e sicurezza di potercela fare. Certo, la strategia adesso dovrà essere completamente diversa perché siamo obbligati a vincere almeno una partita e a non prendere 1 gol in più. Da questo punto di vista, l'ostacolo si è alzato di molto. Ma nella condizione in cui ci trovavamo prima della semifinale playoff pochi ci credevano. Ed io non appartenevo certo a quegli impavidi.
Aspettiamo dunque l'evolversi degli eventi non più da vittime sacrificali (di noi stessi). Le sensazioni che vivremo i prossimi giorni dovranno per forza abbracciare la logica perché si va incontro ad un esito definitivo. In un modo, o nell'altro, ci renderemo conto se abbiamo buttato un'altra stagione oppure valeva la pena soffrire in questo modo.
Massimo
COLONNA SONORA Bum bum, bum bum, bum bum. Ilfonendoscopio del campionato ausculta il torace e l'addome del Grande Gialloblu. Tutto sta rispondendo come deve. Ma abbiamo solo trascorso la prima lunga notte. E' già molto, ma non vuol dire nulla. La guarigione definitiva passa attraverso altre prove lontane e difficili. Per il momento, l'importante è essere qui. Così possiamo prepararci ad affrontarle insieme.