Il Campionato ci concede un weekend di relax che mi consente di divagare un po' (ogni scusa è buona, lo avrete sicuramente capito…) e di fare il punto della situazione su quello che è accaduto finora. Uno dei telefilm che prediligo è Walker Texas Ranger, le cui repliche si susseguono ininterrottamente da una decina di anni su Rete 4 verso ora di cena. Sapete perché? Non solo per le atmosfere vagamente country che mi fanno impazzire, oppure per il bellissimo pick-up argentato che guida il ranger – molto coatto, proprio come piace a me – ma anche per il messaggio che propone. In un mondo di persone semplici, ogni tanto irrompe qualcuno che è davvero cattivo; ma non lo è tanto per guadagnarci qualcosa rapinando e uccidendo - nel qual caso potrebbe persino essere giustificato - quanto perché profondamente bastardo di suo. Per nostra fortuna, alla fine arriva sempre Chuck Norris che, con qualche calcione ben assestato dei suoi, rimette tutto a posto e consegna l'infame alla giustizia. I telefilm, poverissimi dal punto di vista intellettuale e recitati da cani, sono tutti uguali fra loro e per questo li trovo rassicuranti. Una finzione che funziona, almeno nel mio caso. Infatti è bella l'idea che ci sia qualcuno in grado di ricomporre i cocci della nostra vita perchè questo, nella realtà, non accade quasi mai. Del resto, i telegiornali che vanno in onda nel frattempo lasciano pochi dubbi sul fatto che siamo esposti ai rischi più assurdi e alle nefandezze più efferate. Ecco perchè la televisione intesa come compagnia e forma di evasione aiuta ad affrontare meglio la vita quotidiana. Qualche volta poi scopriamo di essere noi stessi rangers di qualcun altro, mentre il più delle volte speriamo che Walker corra in nostro aiuto a metterci una pezza.
Non sto esagerando, credetemi. Chi pensa che il ruolo della televisione sia solo marginale illude se stesso. Certo, qualcuno è portato a passarci più tempo di altri e a farsi coinvolgere in maniera più accentuata, ma alla fine anche questa è una scelta. Non conta il tempo che si trascorre davanti al video, quanto l'assimilazione dei modelli che ci vengono proposti. E la loro presa su di noi ha significati molto precisi. Ad esempio alcune persone sono attratte da quei telefilm che spettacolarizzano il dolore umano (Dr House, E.R., Grey's Anatomy), mentre io li considero una forma indecente di intrattenimento. Poi ci sono quelli che prediligono i carabinieri bonaccioni di Don Matteo rispetto a quelli tecnologici ma obiettivamente antipatici e un po' montati di RIS perché offrono un'immagine più rassicurante, più vera. Ognuno insomma ha bisogno di proprie forme di intrattenimento che, a un certo punto, compensino la tensione lavorativa, le complicazioni familiari e contrattempi vari.
Mi fermo qui, e rientro subito nei ranghi.
Cosa è l'Hellas? un modo alternativo e altrettanto legittimo di accompagnare il quotidiano. Non ci sostituisce alle responsabilità, anzi ci aiuta ad affrontarle meglio perché offre una distrazione, una via di uscita alla pressione. Proprio per questo motivo, se la nostra squadra non gira come dovrebbe alimenta in noi uno stato di smarrimento pericoloso: siamo più disposti a sopportare un inconveniente (ad esempio una multa, un incidente, un'arrabbiatura) che non una sconfitta dell'Hellas alla quale non eravamo preparati. Ciò dipende dal fatto che abbiamo bisogno che il nostro giocattolo emotivo funzioni per farci star bene. Infatti, non è la prima volta che sento dire dai butei che la settimana comincia bene perché abbiamo vinto.
Il problema è che, da un sacco di tempo a questa parte, i nostri lunedì iniziano sempre in salita perché i telefilm calcistici a cui assistiamo sono recitati in maniera orrenda e finisco quasi sempre male. Certo, se il regista era un lupo famelico (Pastorello) cosa potevamo pretendere dalla televisione? Il fatto è che la serie successiva è stata diretta da personaggi ancora più scarsi e pasticcioni. Di conseguenza, il Verona si è trasformato in una specie di travaglio, più che uno svago.
La retrocessione, l'ultimo posto in classifica, il Bentegodi deserto etc etc, che brutto periodo!
Recentemente è intervenuta un'aggravante. Era scontato che gente limitata come Cannella e Colomba facesse solo danni. Ciò che non riesco ancora ad accettare è il lungo periodo nel quale Arvedi ha affidato squadra e società alle sue fragili spalle, facendosi collaborare da persone ancora più improponibili come Prisciantelli e Pellegrini. È vero che il loro doveva essere un mandato pro tempore, ma è durato troppo a lungo per i miei gusti e adesso siamo costretti a dover recuperare non solo gli errori dei primi ma anche di coloro che ne sono succeduti. Chissà se saremmo stati in questa posizione di classifica se Sarri fosse stato ingaggiato un paio di mesi fa? Chissà quale contributo avrebbe potuto dare Galli se si fosse sostituito prima ai piagnistei del Conte e ai silenzi di Prisciantelli? Quanto tempo prezioso hanno sprecato tergiversando?
Parliamoci chiaro, Pellegrini fino all'altro ieri faceva il tecnico degli allievi. E lo faceva decentemente. Certo, in tutti questi anni non ha mai tirato fuori un giocatore decente e ancora oggi siamo portati a confondere il fatto che qualche ragazzino ha finalmente esordito in prima squadra (ci mancherebbe altro, siamo in serie C!) con la presa di coscienza che i migliori prodotti del vivaio gialloblu degli ultimi 4 o 5 anni fanno le riserve in C2. In realtà, lui ha preso il Verona da Colomba ultimo in classifica e lo ha consegnato a Sarri nella medesima posizione e l'umiliante eliminazione in Coppa Italia è una sua precisa responsabilità. Troppo poco per un tecnico che ha diretto la squadra quasi per metà stagione senza dargli un gioco, senza comporre un gruppo, senza riuscire a distinguere chi giocava per la squadra e chi contro. Pastorello, forse aveva i suoi buoni motivi quando gli preferiva altri tecnici per la Primavera. Purtroppo il sogno che un ex giocatore, oggi allenatore del vivaio, riuscisse a mettere ordine al disastro estivo è completamente naufragato. E' troppo timido Davide, troppo insicuro di sé.
Dall'altra parte, Prisciantelli ha coperto mille ruoli e assunto cento responsabilità. Ma alla fine cosa ha concluso concretamente? E' sintomatico che, nella conferenza stampa di commiato, abbia detto che aveva lavorato per il suo successore e che comunque i tifosi del Verona non potevano attendersi molto dal mercato invernale perché quello di C è molto difficile e al massimo si poteva effettuare qualche scambio. Ricordate che depressione avevamo in quel periodo a sentirgli pronunciare quelle parole? Per fortuna, qualche giorno dopo è arrivato Galli con in tasca il contratto di 6 nuovi calciatori e la cessione dell'inutile Ferrarese. Già da soli questi numeri evidenziano la differenza di spessore che c'è tra i due. E lascia immaginare anche quale uso abbia fatto degli appunti ricevuti in eredità…
Giovanni si è comportato come quel tale che, non volendo perdere altro tempo a capire se la malattia non stava regredendo per colpa del medico incapace o dell'inadeguata struttura ospedaliera, ha preso il malato e lo ha trasferito in un'altra città. E lo ha fatto letteralmente col Verona visto che oggi, nello spogliatoio gialloblu, la cadenza dialettale toscana ha preso il sopravvento su quella veneta. È divertentissimo sentir parlare tra loro i nuovi componenti dello staff.
È anche possibile che Galli, per ottenere ciò, sia stato facilitato dal fatto di poter mettere sul piatto della bilancia soldi (degli Incappucciati) che Prisciantelli prima non aveva a disposizione. Ma è importante sottolineare che non è facile riuscire a convincere gente come Vigna, Piocelle, Garzon, Gonnella e Minetti a scendere in serie C a mettersi in discussione. Tra l'altro, non credo neppure che il Verona abbia sborsato poco per questi giocatori: tra nuovo ingaggio, inserimento della clausola del diritto di riscatto per i prestiti migliori ed emolumenti vari non ha badato a spese. E il premio salvezza, dove lo mettiamo? Del resto, anche il Verona non ha badato a spese nella scelta dei nuovi dirigenti. Vedete, il fatto che prima si sia comprato e poi si è venduto (Ferrarese e Iovine) o rescisso il contratto (Cossu e Martinelli) è un ulteriore elemento di forza. Va bene che siamo in C, ma il mercato lo stiamo facendo noi proprio come il Milan e l'Inter lo fanno in A e all'estero. Quello che manca ancora è l'attaccante di peso e il terzino sinistro, che arriveranno a breve, ma non siamo più nell'epoca di Pastorello che scongiurava Bijelanovic e Beghetto di venire a giocare gratis (perché gratis voleva dire aderire al suo progetto moralizzatore nel quale però le provvigioni superavano gli ingaggi dei giocatori).
Cosa ci serve adesso? Walker Texas Ranger. Ci serve insomma il personaggio incredibile che arrivi a sirene spiegate, molli qualche ceffone alla disgrazia della classifica e ci restituisca la dignità che ci hanno portato via anni di soprusi. È chiaro che, nella nostra situazione, Chuck Norris non si identifica con un giocatore o un dirigente in particolare, ma è un insieme di forze che si devono combinare tra loro per cancellare definitivamente il corso negativo degli eventi. Per porre fine alla violenza che stiamo subendo.
Dal suo punto di vista, Galli sta facendo molto. Ma il lavoro più difficile adesso tocca a Cipollini e a Sarri. Il primo ha bisogno di tempo e dell'aiuto dei tifosi per ricomporre il rapporto con la Lega, completamente deterioratosi dal pessimo comportamento che ha avuto Cannella (più volte sanzionato e ora perfino deferito) e dall'assenteismo di Arvedi che non è stato capace di guidare da solo la propria società, capirai gestire le relazioni esterne a tutela del club. Il secondo deve inventarsi qualcosa di concreto per aggiustare la squadra in maniera tale da vincere subito e bene anche.
Come nei telefilm “birra e arti marziali” che ci fanno compagnia la sera, ogni tifoso ha bisogno di sapere che, alla fine, la sua squadra ce la farà. I cattivi, che sono tutti gli altri, devono assolutamente essere spediti in prigione e lasciarci vincere (cioè vivere) in pace. Se no, che gusto c'è?
Massimo