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HELLAS VERONA / Canone Inverso

TEMPI DIFFICILI


TEMPI DIFFICILI
TEMPI DIFFICILI

Per scrivere un bel romanzo occorre avere a disposizione una bella storia e disegnare bei personaggi. Poi ci sono alcuni grandi autori che sono capaci di esaltare tutta la vicenda rendendo appositamente meschini i protagonisti (Ellroy, McCarthy); altri invece, non avendo alcun contenuto esaltante, puntano tutto sul senso di profonda umanità dei loro personaggi (Mazzantini, Maurensig, Roth, Mann). Noi invece, a Verona, non ci poniamo alcun problema del genere: la storia che sto per raccontarvi è davvero modesta nelle argomentazioni e totalmente priva di interpreti dignitosi. Sarà per questo che, in giro per il mondo, nessuno la vuole leggere. Appartiene solo a chi l'ha scritta e a chi la subisce giorno dopo giorno.

CAPITOLO PRIMO Emerso dalle nebbie del passato, come un incubo, in un incerto pomeriggio di Primavera, un certo signor Farina indice una conferenza stampa nella quale si dichiara disponibile ad intraprendere un'iniziativa tesa a rilevare il Verona da Pastorello. Lui potrebbe trovare, in una trentina di giorni, i 10 milioni di euro necessari, più altri 2 o 3 per allestire la squadra.

Ma chi è questo signor Farina? Veronese di nascita, esiliato per vari motivi in Spagna, ha condiviso anni fa la sua passione con il Calcio ma sempre ponendosi contro la sua città di origine. Come dimenticare le epiche battaglie degli anni 70 tra il LR Vicenza di cui era proprietario e l'Hellas Verona di Saverio Garonzi nelle quali c'erano in ballo non solo la supremazia regionale, ma anche la lotta per non retrocedere e le battaglie in Lega tra due antagonisti anche sul piano personale? E la sua rabbia quando, nella stagione 1977/78, i gialloblu di Valcareggi fermarono al Bentegodi i biancorossi di Paolo Rossi, Salvi e Filippi futuri vicecampioni d'Italia? E l'umiliazione subita con il vanaglorioso Milan degli anni 80, sempre piccolo di fronte al grande Verona di Osvaldo Bagnoli? Cosa è venuto a cercare qui da noi? Un suo rilancio, il pagamento di un debito di riconoscenza, una nuova opportunità?

E' bene sapere che, fintanto che il Verona cercava di conquistare la propria salvezza a Mantova, il veronese Farina è andato a tifare il suo ex Vicenza al Menti, per la salvezza dei biancorossi contro l'Albinoleffe…

In un mondo diviso tra molto furbi e poco furbi, Farina si è sempre arrogato un posto tra i primi. Perché è un personaggio strano, ambiguo, che dice poche verità e sempre le sue. Non avrebbe mai potuto ispirare Shakespeare nella creazione di Falstaff, il più grande fanfarone della storia della letteratura: gli mancano la bonarietà, l'arguzia e la simpatia del personaggio inglese. Piuttosto, può aver ispirato Stevenson nell'identificazione del capitano Flint, quello dell'Isola del Tesoro. Solo che a questo gli manca sicuramente l'isola (cioè la nostra squadra) e molto probabilmente anche il tesoro.

30 giorni - divenuti poi 45 - per accumulare il capitale necessario a definire l'acquisto, il tutto in tempo utile per iscrivere la squadra al Campionato e provvedere al suo potenziamento. Un programma perfetto.

Ma quali sono i nomi degli amici di Farina che, per tifo o interessi personali, si dicono disposti ad intraprendere la grande avventura? Nessuno lo sa. Una volta rilevata la società, quali sarebbero i programmi, a chi affiderebbe la guida tecnica e quella sportiva? Nessuno lo sa. Visto che lui poi vuole passare la mano, quale figura prestigiosa ha pensato per rappresentare il Verona verso i tifosi, la Federazione e il Mondo del Calcio? Nessuno lo sa. Farina, uomo dei misteri venuto dal passato, tace su tutto e su tutti.

CAPITOLO SECONDO A questo punto entra in ballo il Conte Arvedi, socio di minoranza.In una celebre intervista, pubblicata sull'Arena lo scorso 28 aprile, spara a zero contro Farina e la sua impresa. A dire il vero, il suo ricorda molto lo sfogo di un amante deluso che non tollera affatto la felice (e promettente?) liaison tra il capitano e Pastorello. Arvedi non ci sta, vuole avere un ruolo in tutta questa faccenda, non accetta di essere accantonato. Nel frattempo però, trascorre con la “coppietta” alcuni pomeriggi in tribuna allo stadio, e ci va perfino fuori a cena.

Un brutto giorno, colto da un raptus di risentimento e frustrazione, scrive una lettera a Farina ricordandogli che lui è sempre titolare del 20% del Verona. Cosa vuol dire tutto ciò? Che non è affatto disposto a cedere la sua quota, pensano alcuni (gli ottimisti); che vuole pattuire un prezzo pari a quello del socio di maggioranza, pensano altri (i pessimisti); che non è stato ancora ufficialmente informato dell'accordo in atto e non cederebbe mai il suo Verona a chi non gli garantisce un futuro migliore (gli ingenui).

Fatto sta che, per colpa di questa lettera birichina, pervenuta tra l'altro dopo una piacevole serata trascorsa insieme, il capitano Flint indice un'improvvisa conferenza stampa nella quale dichiara ufficialmente di aver sospeso l'iniziativa. “Così non si può più andare avanti! “ Urla Farina.Ma forse questa era l'occasione che stava cercando da tempo per poter chiudere in anticipo l'intera faccenda: offeso, abbandona Verona e i veronesi e se ne torna in Spagna accompagnato da tutti i suoi segreti. E' un'uscita di scena molto teatrale la sua, sbattendo la porta a una città intera, alla Wanna Marchi insomma. Chissà se la lettera che gli è stata recapitata non conteneva piuttosto il conto della cena… motivo molto più convincente per chiudere in questo modo baracca e burattini.

In replica alle accuse ricevute, anche il conte Arvedi si sente in dovere di indire la sua conferenza stampa e spara a zero contro Farina, che sarebbe intervenuto solo per aiutare il Presidente senza avere niente in mano e contro Pastorello, che lo avrebbe imbrogliato in tutti questi anni.

Qui però non c'è alcun dubbio: Arvedi rappresenta uno dei personaggi che ha ispirato in tante occasioni Boccaccio nel suo Decamerone. In quanti racconti lo abbiamo incontrato, lui – il signorotto di campagna avanti nell'età - gabbato dal furbacchione di turno che gli porta via o la giovane moglie, o il tesoro nascosto in cantina o la mucca fonte di felicità? Fa tenerezza nello sfogo di questi giorni il Conte, tenerezza e delusione per la brutta immagine che offre di sé e della società gialloblu.

CAPITOLO TERZO Crudele in tutta la sua comicità, entra per un attimo in scena Pastorello che, pur rinviando alla fine del Campionato la conferenza stampa che offrirà la sua interpretazione dei fatti, ha il tempo necessario per fare una considerazione di eccezionale valore e che rimarrà stampata nel cielo (tetro) sopra Verona.

“Ho preso atto che ci sono due persone che rappresentano potenziali acquirenti della società: Farina e il socio di minoranza”

Stupenda, degna del miglior Oscar Wilde. Peccato che nel frattempo, il solco intorno alla società è diventato un abisso e che a me sta venendo da vomitare.

CAPITOLO QUARTOPastorello ha dichiarato a più riprese che avrebbe parlato del futuro societario a fine maggio. Siamo arrivati al 5 di giugno e non abbiamo ancora ricevuto notizie da lui. Del resto, cosa dovrebbe aggiungere a quanto già sappiamo?

Il Presidente, in questo momento, si trova nell'imbarazzo di essere un Nabuccodonosor (di verdiana memoria, l'invasore di Israele) con i mezzi limitati di un Filippo il bello. Per questo, è più importante incassare che parlare, quanto meno è più urgente: incombono gli arretrati di stipendio, la regolarizzazione delle scadenze fiscali, la ricapitalizzazione della società, le scadenze contrattuali. Di conseguenza, spedisce Sensibile in cerca soldi da recuperare in fretta attraverso la cessione cash di Pegolo, Italiano, Iunco (le cui ultime prestazioni sono state pompate ad arte da giornalisti compiacenti) e Ficcadenti. La metà di Cassani, già ceduto a gennaio, è servita per tirare avanti fino adesso e da quella di Munari, Pulzetti e Rantier, vista la situazione economica delle società comproprietarie, non può certo sperare di introitare contanti.

Sensibile, in una rara occasione cui è stato concesso un po' di protagonismo, ci ha già anticipato tutti i movimenti del mercato veronese. Quanto meno quelli in uscita. Poi, se tutto andrà bene, si penserà a quelli in entrata. La tarantella di questi giorni intorno a Biasi, giocatore presuntuoso e sempre molto viziato nello spogliatoio (e dintorni) gialloblu è un foruncolo fastidioso intorno al quale diventa inutile parlare ancora: a mio avviso (e di chi conosce come sono andate effettivamente le cose) lui vuole assolutamente la serie A o una società protagonista, pur non meritandola, e per questo ha sparato sulla Croce Rossa gialloblu rendendosi protagonista di una carneficina davvero fuori luogo. Se dovesse lasciare Verona, vi assicuro che in pochissimi sentiranno la sua mancanza. E non certo tra i tifosi.

Nel frattempo i figli di Pastorello predispongono un codice etico di comportamento relativo al vischioso rapporto tra i giocatori da loro assistiti e la società di papà e si cerca il nome di un tecnico disposto soprattutto a … non rompere le scatole. Visto che occorre attendere ancora la conferma dell'iscrizione, questo nome tarderà ancora un po' a venire. Togliendoci di torno nel frattempo tutti i mister più ambiziosi, preparati e capaci di far crescere la squadra. Baroni ad esempio, che ha portato faticosamente l'Alto Adige ai playoff uscendone subito dopo per colpa dell'Ivrea, pare un buon candidato: tranquillo, limitato e serio. Vedremo.

CAPITOLO QUINTO Naturalmente è possibile che venga presto smentito, che già oggi o domani riceveremo notizie nuove e strabilianti da Corte Pancaldo, che ci siano presto sviluppi (e non cambi) in società. Soprattutto se vengono confermate le voci provenienti da Vicenza…

Del resto, è anche possibile che esistano gli extraterresti e che qualcuno di loro, impietositosi di noi, o con la voglia di conquistare il Mondo del Calcio stacchi l'assegno decisivo per comperare la società portando in gialloblu subito dopo Emerson, Buffon e Trezeguet.

Nel frattempo, i mal di pancia dei giorni scorsi del Conte Arvedi “la verità è chenon c'è nessuno che vuole comperare il Verona, sono almeno 2 anni che cerco invano” e i silenzi del profugo Farina, la dicono lunga su come stanno effettivamente le cose.

EPILOGO C'è un epilogo in questa storia penosa? Sicuramente ci sono almeno un paio di date: il 1 luglio, epoca nella quale la COVISOC darà il benestare all'iscrizione e metà agosto, quando la CAF si riunirà per porre fine a tutti gli appelli possibili e immaginabili. Ma attenzione: in un momento di figuracce collettive del Calcio Italiano (pare che la Juventus stia patteggiando tra una serie B con penalizzazione e una serie C; e che la UEFA si sia già espressa negandogli una eventuale iscrizione), nessuno dei due organi giurisdizionali sarà clemente. L'avviso è già stato dato con veemenza sia da Rossi che da Borrelli. Che se non hanno assunto il ruolo istituzionale degli Angeli Purificatori, poco ci manca.

Per questo, da qui in avanti verranno scritti nuovi capitoli, ma tutti saranno dello stesso tenore dei precedenti. Perché il livello dei personaggi coinvolti rimane sempre lo stesso e perché dobbiamo abituarci a identificare la nostra storia attuale nell'ambito del titolo di questo romanzo.

Finali diversi potranno essere scritti solo con protagonisti diversi.

Massimo

NOTE DELL'AUTORE. Il titolo di questo Canone è tratto da un celebre racconto di Dickens. La scelta è stata fatta per 2 semplici ragioni: primo, perché rispecchia fedelmente la realtà che stiamo vivendo; secondo, perché lo stesso autore ha scritto anche un altro famoso romanzo, Grandi Speranze.

Insomma, non so quanto è lungo ancora l'Inverno davanti a noi, ma sono certo che prima o poi finirà e allora saremo liberi di scrivere storie diverse. Nel frattempo però, copriamoci perché fa molto freddo.

Hellastory, 05/06/2006
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BRAVO ZANETTI!


Quanto di buono avevamo visto a partire da metà febbraio (l'Atalanta ha dato evidentemente la scossa decisiva) si conferma in queste ultime partite con una difesa finalmente compatta e autoritaria e un centrocampo duttile. Fateci caso, ora tutti i gialloblù si sentono molto più a loro agio. Sanno cosa fare, non mollano mai. E il tutti di cui sopra va riferito davvero alla rosa allargata perché in questo momento il Verona fa punti e prestazioni pesanti anche senza Serdar, Tengstedt, Suslov che sono poi i giocatori più rappresentativi.

[continua]

Qual è stato il miglior gialloblu in campo in

H.Verona-Cagliari?



H.Verona    Cagliari


Bernède A.

Bradaric D.

Coppola D.

Duda O.

Ghilardi D.

Kastanos G.

Lambourde M.

Lazovic D.

Livramento D.

Montipò L.

Mosquera D.

Sarr A.

Serdar S.

Suslov T.

Tchatchoua J.

Valentini N.


 


Riepilogo stagionale e classifica generale




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