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HELLAS VERONA / Le Ultimissime

LA NUOVA GEOGRAFIA DELLA SERIE A

Le retrocessioni di Venezia, Genoa e Cagliari, e le promozioni dalla serie B di Lecce, Cremonese e Monza hanno disegnato una nuova serie A con forte presenza lombarda. Sono difatti ben cinque le squadre della Lombardia: le milanesi Milan e Inter, l'Atalanta, la Cremonese e la matricola Monza, alla sua prima apparizione nella massima serie.

LA NUOVA GEOGRAFIA DELLA SERIE A

La Liguria perde il Genoa ma, grazie alla seconda salvezza consecutiva dello Spezia, su cui non molti scommettevano ad inizio stagione, ha ancora due squadre in serie A, Spezia e Sampdoria. Proprio come hanno due squadre in massima serie il Piemonte (Juventus e Torino), l'Emilia Romagna (Bologna e Sassuolo), la Toscana (Empoli e Fiorentina), il Lazio (Lazio e Roma), la Campania (Napoli e Salernitana). Tre Regioni poi hanno solo una rappresentante: Veneto (Hellas Verona), Friuli Venezia Giulia (Udinese) e Puglia (Lecce). Con la retrocessione del Venezia, il nostro Hellas Verona rimane la sola squadra veneta in serie A.

Per la prima volta nel Terzo Millennio il Verona giocherà il suo quarto campionato consecutivo in serie A, impresa che non si verificava più dai tempi di Osvaldo Bagnoli. E lo farà con il quarto allenatore diverso in 4 anni, Gabriele Cioffi, arrivato da Udine a sostituire il croato Tudor. Siamo lontani anni luce dai tempi di Bagnoli, in tutti i sensi: inutile fare finta che il calcio non sia cambiato, e si può rimanere perennemente insoddisfatti della presidenza Setti, incapace – per usare una metafora tanto cara a Juric – di alzare l'asticella e di parlare alla veronesità dei tifosi, ma al tempo stesso meritevole per aver ridato al Verona una posizione stabile nei vertici del calcio italiano, dopo tanti anni di vacche magre che forse abbiamo scordato troppo in fretta. Magari l'Hellas non potrà ambire a posizioni più nobili di un nono o decimo posto, ma fintanto che la zona retrocessione rimane lontana ben 23 punti come nell'ultima stagione, si può anche trovare modo di essere soddisfatti, specie quando nel lotto delle retrocesse compaiono nomi come Cagliari e Genoa.

Il Verona dell'ultimo triennio, sotto la guida dei tecnici croati Juric e Tudor (con il mesto intermezzo di Di Francesco che rimarrà negli annali solo per aver sconfitto il Catanzaro in Coppa Italia), si è costruito una fama di squadra scomoda e temibile. Ne sa qualcosa il Napoli che, nella stagione 2020-21, ha perso la qualificazione in Champions League proprio all'ultima giornata contro i gialloblu. Ma sono diverse le squadre blasonate che hanno penato contro il Verona: praticamente tutte, tranne la solita Inter. L'ultimo successo in serie A contro i nerazzurri rimane datato 9 febbraio 1992, Verona – Inter 1-0 con rete di Ezio Rossi. Da allora, 22 partite con 18 vittorie interiste e solo 4 pareggi.

Con il ritorno del Lecce nella massima serie, i tifosi gialloblu si troveranno di nuovo di fronte ad una delle trasferte più lunghe, dato che circa 960 km di strada dividono le città di Verona e di Lecce. Nella città salentina il Verona ha giocato 7 volte in serie A, cogliendo il primo successo esterno soltanto nell'ultima occasione, ovvero nella stagione 2019-20, con la prima rete gialloblu di Pessina.

L'altra cadetta che si è guadagnata l'accesso diretto alla serie A è la Cremonese, che mancava nella massima serie da ben 26 anni, ovvero dalla stagione 1995-96 quando Luigi Simoni non riuscì a centrare il miracolo della terza salvezza consecutiva alla guida dei grigiorossi. La sfida fra Verona e Cremonese in serie A manca invece da ben 30 anni, ovvero dalla stagione 1991-92: l'ultimo incontro, disputato al Bentegodi l'8 marzo 1992, finì in parità 2-2 nonostante la doppietta gialloblu di Michele Serena e, soprattutto, nonostante 2 calci di rigore assegnati al Verona. Michelangelo Rampulla parò i tiri dal dischetto di Stojkovic prima e Magrin poi. Sul primo rigore, Stojkovic aveva dapprima realizzato, ma il fiscale arbitro Lanese di Messina fece ripetere il tiro per rincorsa non regolare (cosa che non viene più sanzionata nemmeno se un giocatore si ferma palesemente). Sul secondo tiro dello slavo, Messina però non fu altrettanto fiscale nei confronti di Rampulla che aveva guadagnato un metro muovendosi con largo anticipo.

LA NUOVA GEOGRAFIA DELLA SERIE A

Infine, il Monza di Berlusconi e Galliani rappresenta la novità assoluta del campionato 2022-23, e sarà la 52ma avversaria del Verona nella massima serie. Avremo pertanto lo stimolo di un nuovo campo da espugnare per aggiornare le statistiche «corsare» del Verona. Monza a parte, sono 5 i campi della prossima serie A in cui i gialloblu non si sono mai imposti: quelli di Salerno, Empoli e quelli delle famose tre «strisciate».

Se a Salerno la statistica non è molto significativa, visto che vi abbiamo giocato soltanto una volta nello scorso campionato (e abbiamo pure buttato alle ortiche una vittoria che pareva sicura dopo aver chiuso il primo tempo in vantaggio 2-0), al Castellani di Empoli sono già 5 i tentativi, con 3 sconfitte e 2 pareggi, l'ultimo dei quali agguantato con il primo gol in serie A di Matteo Cancellieri.
Per il resto, come ben sappiamo, ci portiamo dietro il peso di non aver mai espugnato San Siro (31 tentativi con l'Inter e 30 con il Milan) e lo stadio della Juventus (31 tentativi).
E dire che il Sassuolo, che di campionati in A ne ha fatti a malapena 9, è riuscito nella scorsa stagione a fare filotto, espugnando in sequenza i campi di Juventus, Milan e Inter. Impresa che in passato era riuscita solamente al Torino e al Vicenza nel 1946-47 e alla Fiorentina nel 1955-56.

Negli ultimi due campionati ci siamo trovati in vantaggio per 2-0 a San Siro contro il Milan ma in entrambe le occasioni non abbiamo completato l'opera. Per restare in tempi recenti, abbiamo cullato sogni di gloria anche allo Juventus Stadium il 25 ottobre 2020, quando il gol di Favilli al 60' ci ha illuso fintanto che non è arrivato il pari di Kulusevski. A Milano con l'Inter invece siamo stati in vantaggio per oltre 45 minuti nella stagione 2019-20, grazie al rigore di Valerio Verre nel primo tempo, prima che i nerazzurri ribaltassero il risultato con le reti di Vecino e Barella.

Lo scorso 19 febbraio 2022 abbiamo poi buttato una possibile vittoria a Roma che mancava da ben 53 anni, ovvero dal 23 marzo 1969 quando il Verona si impose per 2-1 grazie ad una doppietta di Sandro Vanello. Vittoria che si può definire «buttata» non solo per il fatto che il Verona si trovava in vantaggio per 2-0 all'intervallo, ma anche perché difficilmente capiterà ancora di trovare una Roma in tale difficoltà a mettere in campo 11 titolari. Non per nulla, ci siamo fatti riprendere dai gol di due Primavera giallorossi, Volpato e Bove.

Altro campo in cui non abbiamo certamente brillato negli ultimi anni è quello di Marassi sponda Sampdoria, dove l'Hellas ha colto un solo successo in 20 gare, il 12 novembre del 1972, e dove ha conseguito 1 solo punto negli ultimi 7 incontri disputati. Si tratta del pareggio 1-1 del 29 aprile 2015 firmato dalle reti di De Silvestri e Luca Toni.

Sarà un campionato decisamente anomalo per via della sosta invernale in corrispondenza del Mondiale di calcio in Qatar. Non si sa se essere più attoniti dalla necessità di sospendere il campionato italiano quando la nazionale non si è nemmeno qualificata, o dalla scelta della FIFA di disputare la principale competizione internazionale in un paese senza tradizioni calcistiche e osteggiato dalle associazioni per i diritti umani. Fatto sta che la serie A si fermerà dal 13 novembre 2022 al 3 gennaio 2023 e l'unica notizia positiva è che probabilmente il Verona sarà fra le poche squadre che potrà continuare ad allenarsi senza dover far la conta dei superstiti.

La stagione 2022-23 ci vedrà affrontare alla prima giornata il Napoli al Bentegodi. Nella storia del Verona in serie A, l'esordio casalingo con i partenopei si è già verificato 2 volte: nella stagione di grazia 1984-85, quando il Verona si impose per 3-1 e vinse poi lo scudetto, e nella stagione 2017-18, quando fu il Napoli ad imporsi con lo stesso punteggio, e il Verona retrocesse a fine stagione. La vittoria all'esordio sul campo – non teniamo conto della vittoria a tavolino con la Roma nel 2020-21 – manca dalla stagione 2013-14: la vittima al Bentegodi fu il Milan, battuto per 2-1 in rimonta con una doppietta di Toni.

Buon Campionato, Hellas Verona!

Paolo

Hellastory, 20/07/2022

LA STRATEGIA DI PRESIDIO E UN MERCATO FATTO DI PRESTITI


Povero Verona ... Prima la fragilità (tecnica e mentale) dimostrata all'Olimpico che conferma che anche quest'anno dovremo soffrire. Poi i rifiuti di mercato (Baldanzi, Richardson, Faivre) che, per motivi diversi, hanno tutti snobbato il Verona. Verona è una piazza poco appetibile o offre troppo poco? Comunque sia, per i tifosi del Verona ogni stagione è un continuo succedersi di momenti di passione con alternati picchi depressivi (molti) ed esaltati (pochi): si parte in estate con l'allestimento di una squadra decente in grado di salvarsi e si finisce con il riscontro sul campo. Il problema è che questo stress si risolve sempre solo negli ultimi giorni di trattativa e nelle ultime partite di campionato. Se questa è una situazione alla quale non finiremo mai ad abituarci, anche vedendo come si muovono nel frattempo le nostre avversarie dirette, credo che debbano essere rivisti i criteri che guidano le linee guida societarie e delle quali subiamo ansiogene conseguenze. Il Verona fa di un vanto la propria gestione oculata in termini di ingaggi e contenimento di costi. Corretto. Aggiungo che l'autofinanziamento nel mercato (compro sulla base di quanto riesco a vendere) è una regola quasi decennale introdotta da Setti che aveva un capitale limitato e anzi sosteneva se stesso con il risultato economico positivo della società. L'alternativa è prendere a prestito, magari con l'opzione del riscatto. Il Verona ha una struttura fragile e non può permettersi di sbagliare mercato, per questo punta su giocatori potenzialmente interessanti, magari provenienti da stagioni sfortunate. Spendere 10 milioni per un potenziale talento che poi o si infortuna o non riesce ad esprimersi sarebbe deleterio per il bilancio. Riuscire invece a strappare un'opzione ad una cifra prefissata aiuta la gestione societaria nel valutare l'opportunità di un successivo riscatto. Un buon esempio è stato il Cagliari che quest'estate ha riscattato Piccoli, Gaetano e Caprile spendendo subito 26 milioni e successivamente ha ceduto Piccoli alla Fiorentina per 25 ripagandosi di fatto l'intera operazione con il vantaggio di aver acquisito 2 giocatori (per loro) importanti.

[continua]

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