dai nostri inviati PioXX e Andrea
Al cuor gialloblù non si comanda e alla fine il magnetismo scaligero ha avuto il sopravvento.
Così in un'uggiosa giornata di aprile, dopo quattro anni di assenza, sono tornato allo stadio con il mio amico Andrea (convertito alla causa dell'Hellas) per incitare la nostra squadra.
Legnano è stata la tappa perfetta, il tempo di percorrenza previsto molto stuzzicante: venticinque minuti di macchina per noi butei fuori regione è un grande stimolo.
Per consacrare la giornata abbiamo pranzato mangiando della polenta e poi ci siamo bevuti una bella grappa portafortuna prima della partenza.
In poche parole, il tempo di pranzare ed eravamo già in coda davanti alla biglietteria dello stadio Mari.
Con un'ora di anticipo dal calcio d'inizio eravamo già seduti in tribuna centrale a contemplare la pioggia che flagellava il terreno di gioco.
L'acqua «benedetta» che scendeva copiosamente dal cielo si è rivelata un'utile amica perché la palla sull'erba umida in quelle condizioni è sempre imprevedibile e insidiosa.
Nel primo tempo la squadra l'ho vista motivata, degna di nota la prestazione di Bellavista, una vera e propria colonna portante del centrocampo che ha corso come un forsennato per intercettare le palle e rilanciare il gioco.
Girardi, l'ho visto per la prima volta dal vivo, si stagliava come una guglia dolomitica in mezzo all'area legnanese composta per lo più da ragazzini di bassa statura.
L'unica cosa che ci ha lasciati perplessi è stata la scelta coraggiosa (o scellerata) di Remondina di confermare nella ripresa tutti gli ammoniti della prima frazione di gioco (4 giocatori)
In vantaggio di una rete ma in 10 contro 11 la situazione poteva essere differente.
Forse aveva intuito che gli undici titolari erano un infernale macchina da goal tritasassi.
Infatti è stato proprio così perché alla fine, dopo il poker è arrivata la cinquina sulla ruota di Legnano.
Questa è la prima volta che mi capita di vedere l'impeto di un Real HellasVerona travolgere in trasferta gli avversari come un fiume in piena.
La gioia dei cinque goal realizzati è però bilanciata dalla preoccupante differenza di cinque punti dall'obiettivo play-off.
In ogni caso, con un pizzico di speranza nel cuore mi sento di ringraziare i butei, perché finalmente ci hanno restituito il sorriso.
PS: evviva el can che ride!!!