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In questi giorni, dopo l'ennesimo passo falso del Verona, i vari commentatori del mondo Hellas, su carta stampata, radio e social, si sono sbizzarriti nel dare la loro opinione sulle ragioni e le cause dell'attuale situazione della squadra gialloblu. E' difficile, in questo contesto, aggiungere qualcosa di nuovo o di originale. Tuttavia, senza la pretesa di farlo, se dovessi dire la mia sul Verona sottolinerei l'importanza della comunicazione nel calcio moderno. E per comunicazione intendo in particolare quella con i media e con l'ambiente in cui si lavora.
Zanetti non è certo un oratore dotato, il suo lessico è popolare, l'eloquio non sempre fluido e, da persona emotiva, spesso accavalla le parole ed incespica nell'articolare il proprio pensiero. Eppure questa sua emotività genuina sa toccare le corde giuste dell'ambiente gialloblu. Detta in maniera un pò brutale, ma - penso - vera, Zanetti è un ruffiano credibile. E così, dopo 1 sola vittoria nelle ultime 22 partite giocate (lo score preciso è di 1 vittoria, 12 pareggi e 9 sconfitte per un totale di 15 punti ed una media di 0,68 punti a gara), anche chi osa metterlo in discussione conclude che forse è comunque meglio andare avanti con lui, considerando la mancanza di alternative. Alternative a lui, che aveva collezionato 3 esoneri nelle 5 stagioni precedenti e che non può quindi essere considerato un Guardiola.
Però Zanetti parla come uno di noi, si incazza per i cattivi risultati, se ne assume le responsabilità, ricorda quanto sia importante il pubblico, che sostiene la squadra e poi a ragione la critica a gara conclusa. E allora la colpa della pessima classifica è da imputare alla società, che ancora una volta ha venduto i pezzi migliori ed ha costruito una squadra al risparmio imbottita di stranieri che non sanno nulla di cosa sia il Verona, una società che peraltro pare assente e non prende posizione, o alla sfiga che ha vanificato la grande quantità di tiri (spesso da posizioni improbabili) effettuati dai gialloblu in questo primo scorcio di stagione, o a Giovane, che si è inventato un folle retropassaggio di testa agli avversari regalando loro la vittoria. Quasi nessuno pare ricordarsi che dopo 17 mesi al Verona ancora non si è vista un'idea di gioco convincente, o di quanto affannosa e fortunata sia stata la salvezza dell'Hellas dello scorso anno. Non che le altre ragioni elencate in precedenza non siano vere, ma alla fine il rischio è che basti sentire citare in conferenza stampa che siamo "soli contro tutti" per cadere in una sorta di ipnosi che anestetizza ogni voglia di cambiamento. E, temo, guardando il calendario durissimo che ci attende, ogni possibilità di provare ancora veramente a salvarsi.
Enrico
Hellastory, 26/11/2025