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La scheda di Claudio Garella

Garella
Claudio Garella


Nato a: Torino
Il: 16.05.1955
Nazionalità: italiana
Altezza: 184 cm
Peso: 80 Kg
Ruolo: Portiere
Palmares: 2 scudetto (Hellas verona 1984-85, Napoli 1986-87), 1 coppa Italia (Napoli 1986-87)
Club scuola: Torino
Nazionale: 0 pres. 0 gol

«Il sostegno della città unito alla serenità famigliare hanno reso possibile la mia completa maturazione»

E' la favola del brutto anatroccolo, diventato cigno e ammirato da tutti. Claudio Garella ha dovuto vincere una dura battaglia contro coloro che sin dagli esordi, avevano nutrito forti dubbi verso quel portiere grassottello con i piedi piatti. Una battaglia iniziata quando era solo diciottenne, al momento del suo esordio in Serie A, e vinta una decina di anni dopo quando, con la maglia gialloblù, conquistò da protagonista uno splendido scudetto. Così finalmente e giustamente, i critici non parlarono più di «garellate», di quegli incredibili errori (ma non furono certamente tanti) con cui il 22enne portiere - preferito da Vinicio nella Lazio al «mostro sacro» Felice Pulici - sembrava essersi bruciato una carriera appena iniziata. Da quella stagione Claudio venne ribattezzato dai tifosi «Garellik», soprannome teso a sottolineare i suoi mezzi atletici quasi diabolici, per la capacità di arrivare con la punta del piede là dove non arrivano le mani e di arpionare palloni quando appariva spiazzato con balzi prodigiosi. Fisico imponente, colpo di reni, agilità da giaguaro, coraggio in area di rigore: questo il suo approccio a un ruolo in cui spericolatezza e riflessi trovano la loro massima espressione. Garella era per certi versi un portiere surreale, dalle qualità innaturali: i suoi guizzi felini a dispetto di un fisico imponente ricordavano l'irreale leggerezza degli elefanti di un quadro di Dalì. Garella interpretava il ruolo di estremo difensore in maniera assai originale: la maniera poco ortodossa di muoversi tra i pali, la capacità di intercettare il pallone utilizzando un po' tutte le parti del corpo, lo stile poco elegante ma efficacissimo ne hanno fatto un interprete unico e inimitabile del ruolo.

Claudio Garella nasce a Torino il 16 maggio 1955. Appassionato di calcio la sua vocazione è quella del portiere. Il giovane ha qualità ed entra a far parte delle giovanili del Torino. Il 28 gennaio 1973 (in Vicenza-Torino 1-0) arriva il giorno dell'esordio in Serie A: 10 minuti di gloria al posto del suo maestro «Giaguaro Castellini». Ma in società non si nutre grande fiducia nei confronti di Claudio, giudicato più per l'aspetto fisico che per le reali capacità. Così nel settembre del 1973 il diciottenne torinese si ritrova a giocare con i dilettanti dello Juniorcasale. L'annata si rivela ottima tanto che la squadra piemontese vince il proprio girone e ottiene la promozione in Serie C. Garella si dimostra portiere di livello superiore ed in trentaquattro partite incassa solo sedici reti. La stagione successiva Claudio raccoglie grandi soddisfazioni sia in ambito sportivo che privato. Con la Juniorcasale disputa una ottima annata, non pagando per nulla il salto di categoria e andando pure in rete su rigore. Ma l'avvenimento decisivo è il matrimonio con Laura, matrimonio che garantisce al giovanissimo portiere quella stabilità e serenità che lo aiuteranno a superare i momenti più difficili della carriera.

Reduce da due ottime stagioni, Garella attira l'interesse di molte società di Serie B che fanno a gara per acquistarlo: ad avere la meglio è il Novara, squadra con ambizioni di centro classifica. Il portiere conferma le sue qualità, disputando tutte le partite da titolare con soli ventinove reti subite. Claudio è ormai riconosciuto come un talento emergente del calcio italiano e la Lazio lo sceglie come secondo dell'intoccabile Pulici. Nella squadra capitolina Garella rimane per due stagioni: dopo un'annata buttata, finalmente nel 1977/78 gli viene concessa l'opportunità di giocare come primo portiere. La stagione si rivela assai difficile e alcune papere finiscono per alimentare critiche e polemiche nei suoi confronti. I malevoli dicono che sembri un clown o una scimmia e la carriera di Claudio rischia di subire un brusco ridimensionamento alla prima grande chance.

A questo punto Garella decide di rimettersi in discussione scendendo in Serie B con la Sampdoria: ritrovata fiducia e convinzione nei propri mezzi ritorna a giocare ai suoi livelli consueti. L'esperienza a Genova si conclude nell'estate del 1981, quando il torinese si trasferisce al Verona, club ambizioso con obbiettivo categorico la risalita in Serie A.

Capelli da «beatle» e nasone da pirata, Garella si dimostrò sin dal suo primo anno in gialloblù portiere un po' goffo nello stile, ma capace di parate mirabolanti. Il suo contributo alla promozione dell'Hellas (la seconda della sua carriera) è importante e ancora una volta le reti in passivo sono di molto inferiori alle partite disputate (ventiquattro in trenta gare).

La stagione 1982/83 vede il Verona come l'autentica rivelazione della Serie A: il portiere si conferma in grande crescita volando tra i pali come una libellula travestita da elefante. L'annata successiva è quella della consacrazione della squadra scaligera: il quarto posto della stagione precedente non è stato un fuoco di paglia anzi il Verona è ormai in grado di giocarsela alla pari con tutte le grandi del campionato. Anche Garella ha raggiunto una completa maturazione trovando nella serenità famigliare e nella fiducia dei tifosi e compagni quell'equilibrio psicofisico indispensabile per superare le tensioni e le difficoltà del ruolo di portiere.

La definitiva consacrazione avviene però nella stagione dello scudetto: Garella trova una continuità di rendimento a lui prima sconosciuta collezionando miracoli su miracoli e concedendosi un'unica partita-no, quella di Udine, vinta comunque cinque a tre dagli scaligeri. Memorabile è la sua prestazione contro la Juventus nella quinta giornata di campionato: i bianconeri, in svantaggio di una rete, si lanciano all'arrembaggio mettendo in seria difficoltà il Verona. Ma il doppio tentativo ravvicinato di Tardelli e Platini viene annullato da Garella con incredibili balzi. Il portierone stringe a sé la palla tra la disperazione degli juventini e l'applauso liberatorio del popolo gialloblù; poi protende le manone e scaglia la palla verso la linea di metà campo. La è in agguato Preben Elkjaer, che prende a volare zigzagando verso la porta avversaria seminando i bianconeri come birilli. Innarrestabile il satanasso vichingo prosegue imperterrito anche dopo essere stato privato di una scarpa depositando in rete il pallone del definitivo due a zero, sommerso dalla gioia del pubblico veronese. E' tuttavia all'Olimpico contro la Roma che Garella raggiunge livelli soprannaturali: con un incredibile serie di prodigi impedisce agli avversari di andare a rete permettendo al Verona di ottenere un punto preziosissimo nella corsa allo scudetto. Garella ha ormai pienamente conquistato a suon di miracoli la stima dei supporters gialloblù, quando a fine stagione lascia Verona per accasarsi a Napoli, la società di Maradona.

A Napoli Claudio trova una squadra di buoni giocatori che ruota tutta intorno al fuoriclasse argentino, in grado di risolvere da solo le sorti delle partite. La stagione 1986/87 è sensazionale: il Napoli conquista il suo primo scudetto e con esso anche una coppa Italia. Garella incrementa così il proprio palmarès dimostrandosi ottimo portiere anche fuori da Verona.

Nel 1987/88 il portierone si toglie la soddisfazione di partecipare alla coppa Campioni: il Real Masdrid si rivela scoglio insuperabile e il Napoli ai sedicesimi è già fuori.

Ormai trentatreenne Garella comincia a perdere colpi: inevitabile il trasferimento ad una squadra di minori ambizioni: gli ultimi due anni della sua carriera li passa infatti ad Udine in Serie A. La retrocessione nella stagione 1989/90 matura in lui la decisione di lasciare l'attività agonistica.

Ancora ben vivo nella memoria dei tifosi per i suoi incredibili miracoli, Garella ha lasciato a Verona un segno indelebile. Nonostante fuoriclasse di livello assoluto quali Peruizzi e Frey abbiano vestito negli ultimi anni la maglia gialloblù, Claudio infatti rappresenta tuttora il punto di riferimento per chi si propone di difendere la porta scaligera. Oggi Garella è un uomo di quarantasei anni con qualche chilo in più della media e una splendida famiglia.


Carriera in Campionato:
Stagione Squadra Serie Presenze Reti
1972-73 Torino A 1 0
1973-74 Juniorcasale D 34 -16
1974-75 Juniorcasale C 34 -27*
1975-76 Novara B 38 -29
1976-77 Lazio A 0 0
1977-78 Lazio A 29 -36
1978-79 Sampdoria B 38 -39
1979-80 Sampdoria B 38 -27
1980-81 Sampdoria B 37 -31
1981-82 Hellas Verona B 30 -24
1982-83 Hellas Verona A 29 -30
1983-84 Hellas Verona A 30 -35
1984-85 Hellas Verona A 30 -19
1985-86 Napoli A 30 -21
1986-87 Napoli A 29 -20
1987-88 Napoli A 29 -25
1988-89 Udinese B 35 -23
1989-90 Udinese A 28 -39
1990-91 Udinese A 0 0
Mar. 1991 Avellino B 2 -2

Carriera nel Verona:
Campionato Coppe Nazionali Spareggi/PlayOut TOTALE
Stagione Serie Pres. Reti Pres. Reti Pres. Reti Pres. Reti
1981-82 B 30 -24 4 -3 0 0 34 -27
1982-83 A 29 -30 12 -16 0 0 41 -46
1983-84 A 30 -35 5 -3 4 -4 51 -52
1984-85 A 30 -19 5 -3 0 0 35 -22
Totale - 119 -108 26 -25 4 -4 149 -137


*Nella stagione 1974-75 ha segnato una rete su rigore



I dati sono aggiornati al 8 ottobre 2004
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