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PROSSIMO IMPEGNO
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LA FINALE COL PALERMO
A distanza di tre giorni dalla vittoriosa gara con la Sampdoria, il Verona torna di nuovo in campo per la finale del torneo Primavera. Avversario di turno il Palermo che, nell'altra semifinale, ha avuto ragione dell'Arezzo.
È un momento positivo per il calcio veronese, dopo che la domenica 28 maggio 1967 ha regalato due grandi soddisfazioni alla società gialloblu. Mentre i ragazzi di Conti si imponevano sui pari età della Sampdoria, il Verona di Liedholm e Pozzan espugnava il campo del Savona per 1-0, guadagnando una posizione di centro-classifica e allontanandosi dalle zone calde. Un risultato pressoché insperato dopo un campionato condotto quasi sempre con l'acqua alla gola.
La salvezza sembra cosa fatta. Mancano 3 giornate alla fine e i gialloblu, reduci da 5 vittorie e 1 pareggio in 8 gare, salgono addirittura all'ottavo posto, a quota 34, in una classifica cortissima. Il quartultimo posto è a quota 31, occupato da Pisa e Savona.
"Il Verona è a un passo dalla salvezza" titola il quotidiano L'Arena, che non lesina complimenti al bel gioco offerto dalla formazione di Pozzan e Liedholm, applaudita anche dallo sportivo pubblico di Savona.
Addirittura più categorico Il Gazzettino che titola "Il Verona ha concluso la marcia della salvezza".
Destino opposto per il Palermo che, ad un certo punto della stagione, si era ritrovato al quinto posto in classifica e sembrava destinato ad un campionato di vertice. Invece, con una striscia negativa di ben 5 sconfitte consecutive fra la 30ma e la 34ma giornata, il Palermo è scivolato addirittura un punto dietro al Verona. Nel turno di campionato del 28 maggio l'emorragia di sconfitte consecutive dei siciliani viene interrotta da una corroborante vittoria per 3-1 contro il Genoa. A 3 giornate dalla fine del campionato di serie B il Verona è pressoché salvo, occupando l'ottava piazza a 34 punti. Il Palermo, a 33 punti, è comunque 2 punti sopra la quota salvezza, in abbondante compagnia di altre 3 squadre.
Una stagione avara di soddisfazioni, quella delle prime squadre di Verona e Palermo. Le rispettive squadre Primavera hanno pertanto la possibilità di regalare un sorriso alla propria dirigenza con la conquista del titolo nazionale.
Nella formazione rosanero l'elemento di spicco è Ignazio Arcoleo, centrocampista nato il 15 febbraio 1948 a Palermo, e che in stagione ha già esordito in serie B, disputando 4 gare. A centrocampo si fronteggerà con Luigi Marcolongo, che ha avuto l'identica soddisfazione di poter esordire in serie B con la maglia gialloblu.
Rispetto alla formazione che in semifinale ha battuto la Sampdoria, mister Conti presenta Fratton al posto di Stoppa, a completare il centrocampo con Fusaro e con Marcolongo. Negri viene confermato in difesa. Dall'altra parte, anche il Palermo opera un solo cambio nella formazione, dove Vegna prende il posto di Giuffrè.
Arbitra il Sig. Antonio Trono di Torino, destinato a fare una discreta carriera nelle serie professionistiche: negli anni successivi arbitrerà difatti oltre 100 gare fra serie A e B, dirigendo pure per 8 volte il Verona.
Di fronte ad un pubblico che la cronaca de L'Arena definisce "numeroso", il Verona approccia ottimamente la partita e dopo appena 5' trova il gol del vantaggio con il centravanti Gaetano Pasetto. Al termine di una manovra corale, la palla giunge a Marcolongo che scarica una violenta conclusione: il portiere Bertolotti riesce a sventare a mani aperte, ma il più lesto ad avventarsi sulla palla è Pasetto che tiene fede alla sua fama di uomo d'area e insacca la rete del vantaggio.
La partita è ancora lunga, e la posta in palio prestigiosa: i gialloblu sanno che non possono limitarsi ad una gara di contenimento, e che devono continuare a fare il loro gioco d'attacco. Sfruttando le dimensioni e le buone condizioni del terreno di gioco, le ali Pangrazio e Pastorello svolgono il loro solito gioco arioso, mettendo in seria difficoltà la retroguardia siciliana. Proprio Pangrazio e Pastorello hanno l'opportunità di raddoppiare, ma è il Palermo a trovare invece la rete del pareggio al 33', quando un centro di Arbitrio coglie impreparata la difesa e Alario batte l'incolpevole Bertucco da pochi passi. Le due squadre vanno al riposo sul punteggio di 1-1.
Nella ripresa il Verona fa sua la gara con la rete decisiva al 17' del numero 7 Franco Pangrazio, che conclude alle spalle di Bertolotti un'azione iniziata da Gobbi che recupera palla e innesca una rapida azione di rimessa corale. Mancano ancora più di 20 minuti alla fine, ma la difesa veronese si dimostra insuperabile, e anzi sono proprio i ragazzi di Conti ad andare più vicini alla terza marcatura. Finisce 2-1, quanto basta per festeggiare il meritato titolo nazionale per squadre di serie B. Al triplice fischio finale di Trono, i gialloblu liberano la loro gioia insieme con il tecnico Conti e gli accompagnatori della "spedizione". Vale la pena leggere la prosa vagamente celebrativa ma incisiva de L'Arena: "È stata una partita giocata allo spasimo, nella quale i ragazzi di Conti, consci dell'importanza della posta in palio, hanno profuso ogni loro risorsa tecnica ed agonistica, per poter fregiarsi dell'ambito titolo, che lo scorso anno era stato appannaggio della squadra allievi".
31 maggio 1967, Finale VERONA – PALERMO 2-1 VERONA: Bertucco, Righetti, Migliorini, Negri, Gobbi, Fusaro, Pangrazio, Fratton, Pasetto, Marcolongo, Pastorello. PALERMO: Bertolotti, Schiavo, Lonero, Vegna, Varisco, Di Matteo, Alario, Casisa, Arbitrio, Arcoleo, Grazioli. RETI: Pasetto al 5', Alario al 33' del pt; Pangrazio al 17' del st. |
La medaglia omaggiata dalla Federazione ai gialloblu campioni (grazie a Dino Gobbi) |
I CAMPIONI SFILANO AL BENTEGODI
C'è da giurarci, sul pulmann che riporta la squadra gialloblu da Salsomaggiore a Verona tiene banco il "Tano" Pasetto con il suo repertorio di canzoni di Gianni Morandi. Il Verona è campione d'Italia Primavera per squadre di serie B. Un titolo che fa onore a questo gruppo di ragazzi, ma che lascia addirittura un po' di amaro in bocca per un giustamente orgoglioso Giacomo Conti, convinto che i suoi ragazzi avrebbero potuto giocarsela anche contro le squadre di serie A.
Intervistato da Tuttosport qualche giorno dopo la vittoria, mister Conti non nasconde il proprio desiderio di vedere unificate le finali di campionato Primavera: "Lo scudetto ci onora, ma non esprime compiutamente il valore dei ragazzi. Passeremo alla storia come i più bravi della B, pur avendo superato nel nostro girone complessi di serie A come Milan, Inter (sic), Atalanta, Mantova e Lanerossi Vicenza. Il regolamento quindi non mi convince". In realtà l'Inter nel girone non c'era, e che l'errore l'abbia fatto il giornale o Conti poco importa: il concetto è chiarissimo, il Verona Primavera non si sente inferiore a nessuno.
Il successo non passa inosservato fra gli addetti ai lavori, e anche la società del Verona decide di dare un giusto tributo ai ragazzi di Conti. Se in occasione della vittoria nel campionato nazionale Allievi era stato concesso ai ragazzi gialloblu un giro d'onore in occasione dell'amichevole in notturna con la Fiorentina, disputata a settembre, in questa occasione le celebrazioni si svolgono la domenica immediatamente successiva al trionfo, nell'intervallo della partita Verona – Messina di serie B.
La gara del Bentegodi può sancire con 2 turni d'anticipo la salvezza del Verona che, dopo la vittoria di Savona, può giocarsi un match point fra le mura casalinghe, affrontando i siciliani, appaiati in classifica a quota 34 punti. Al termine del primo tempo, quando i Primavera entrano sul terreno di gioco per il giro d'onore, le due squadre sono sul punteggio di 0-0.
Capitan Righetti riceve da Bonazzi la coppa e i ragazzi gialloblu sfilano per un giro di campo sul terreno del Bentegodi passandosi di mano il trofeo, e ricevendo i meritati applausi per l'impresa compiuta al termine di una stagione straordinaria. Venti partite giocate, tredici successi, cinque pareggi e due sole sconfitte, 25 reti fatte e 8 subite. Questi, in sintesi, i numeri del successo. Ma i numeri, come sempre, non possono dire tutto. Pozzan prima e Conti poi hanno saputo plasmare una squadra vincente sul campo ma prima di tutto unita e capace di affrontare con carattere ogni momento difficile.
Un gruppo vincente e soprattutto giovane, dato che l'ossatura della squadra è composta per gran parte dai ragazzi nati nel 1949, che l'anno prossimo saranno ancora in età per giocare nella formazione Primavera. Quello dei gialloblu è stato un crescendo continuo, dopo qualche incertezza iniziale che è peraltro giustificata dal "salto di qualità" del passaggio dal campionato Allievi al campionato Primavera.
Per Carlo Bonazzi è praticamente uno degli ultimi atti ufficiali da Commissario del Verona. Nonostante una cordialità di facciata, le differenze di vedute con Saverio Garonzi sono apparse evidenti sin dal principio. A luglio Bonazzi dà le dimissioni e lascia il Verona.
L'Arena commenta così la notizia: "Le dimissioni di Bonazzi non hanno colto di sorpresa gli sportivi. Già da qualche tempo era corsa voce che il Commissario avrebbe lasciato quanto prima la società. I recenti avvenimenti, l'ingaggio del centravanti Bui e della mezz'ala Mascetti, condotto direttamente da Garonzi senza nemmeno consultare il suo collega, avrebbero fatto traboccare il vaso. Da qui la definitiva rottura".
L'era di Garonzi è ufficialmente cominciata.
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Lazio e Torino, che peraltro sono formazioni superiori, hanno evidenziato un tema già affrontato durante l'estate: la difesa. È innegabile che Sogliano abbia lavorato con maggiore attenzione alla scoperta prima e all'arrivo poi di giocatori di qualità a centrocampo e in attacco, in ottica plusvalenze. E si vede. Ogni partita scopriamo un gesto tecnico superiore alla media da parte di Harroui, Kastanos, Tengstedt, e perfino di Livramento e Mosquera. Altri ne arriveranno da nuovi giocatori che al momento non conosciamo bene perché si stanno ancora integrando. Per non parlare dell'evoluzione esponenziale di Belahyane che creerà non pochi, ma piacevoli, problemi di turnover al mister al rientro di Duda e Serdar. Sulla difesa invece non si è lavorato. O non abbastanza. Gli arrivi nel finale di Daniliuc e Bradaric non sembrano decisivi in un reparto dove Frese e Okou faticano ad adattarsi al livello del nostro campionato. E neppure i ritorni di Faraoni (bloccato a Verona solo a causa di un ingaggio pesante) e Ghilardi (mai veramente preso in considerazione) sembrano essere un valore aggiunto.
[continua]Qual è stato il miglior gialloblu in campo in
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Riepilogo stagionale e classifica generale
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