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QUESTO E' IL VERONA DI SOGLIANO


QUESTO E' IL VERONA DI SOGLIANO

Il Verona, e tutti noi tifosi, festeggiamo così il 13° insperato posto in classifica dopo un'annata complicata, incerta, infinita. Rivivremo tutto nell'immancabile Dossier di fine stagione, documento collettivo di Hellastory, che verrà pubblicato i prossimi giorni sul nostro sito. Nel frattempo, alcune riflessioni a caldo. A cominciare da quel proverbio che tengo gelosamente nascosto ma che, quando posso, sono ben felice di declamare ad alta voce: “Tieni duro, non mollare. Magari sei ad un'ora dal miracolo” (è un proverbio arabo). Questa è, in estrema sintesi, la storia di questo incredibile campionato.

La prima sensazione che ho provato, da gennaio in poi, è che si stava creando un gruppo umano, prima che sportivo, in grado di tentare l'impresa. All'inizio non ero assolutamente certo del potenziale tecnico a disposizione, ma Sogliano ci aveva insegnato l'anno scorso che i conti si fanno alla fine e che la fragilità emotiva la provano tutti, avversari compresi. Infine, che la compattezza e l'identità intorno ad un mister convinto (allora Zaffaroni, ora Baroni) sarebbe stata l'unica via da percorrere. Se il team è unito, non ha senso cambiare. Solo la solidità emotiva è in grado di sopportare incidenti di percorso casalinghi (Salernitana, Genoa, Torino), compensare i limiti tecnici, affrontare con dignità ogni avversario. E così è stato. Salernitana e Sassuolo sono partite con rose più accreditate di noi, hanno società senza problemi finanziari, erano convinte che seguendo la corrente avrebbero potuto concludere pacificamente questo campionato e festeggiato con i propri tifosi. Il Frosinone poi, pieno di talento e sempre alla ricerca di buon calcio, ha mollato proprio nel finale. Un altro tipo di fragilità, la sua. Certo non aveva la bava alla bocca di un'Empoli o un'Udinese ed era convinto di salvarsi senza sporcarsi. In un modo o nell'altro, la riprova dei fatti è stata completamente differente rispetto alle aspettative. Tutti sono stati colti impreparati e hanno mollato, a differenza nostra in sofferenza continua dalla terza giornata alla penultima.

Ne abbiamo passate di tutti i colori. Dalla possibile cessione autunnale, ai problemi di Setti con Volpi e con le pendenze con il passato, alla necessità di smontare una squadra affidabile per sistemare i bilanci. Anche Baroni, all'inizio, ha avuto le sue difficoltà: modulo, disponibilità dei giocatori, continuo turnover nella speranza di trovare, in qualche modo, gli elementi e le posizioni in campo giuste. Poi, ricominciando tutto daccapo, togliendo a se stesso e alla rosa ogni alibi, questo Verona – che possiamo tranquillamente definire il suo Verona – si è finalmente acceso: 24 punti nel girone di ritorno sono pazzeschi. Ha detto bene il mister, persona seria, tosta, equilibrata: a gennaio ci siamo guardati con Sogliano ed eravamo rimasti sulla barchetta, con un remo per uno in mano. Perché una barca, alla fine, rimane sempre a galla, e se ha 2 remi riesce persino a individuare una rotta. Questa è stata la differenza tra l'Hellas e le altre.

E arriviamo a Setti, un proprietario sempre più anomalo in un mondo del calcio sempre più dispendioso, con margini ridotti e necessità di capitali solidi. È rimasto uno dei pochi a barcamenarsi nel gioco a breve termine delle plusvalenze (e delle percentuali che ricava sulle stesse), a lamentarsi da una parte per la mancata cessione e l'assenza di imprenditori locali disposti a sostenerlo, ma dall'altra con la volontà di rimanere sempre alla guida del Verona. Magari con i soldi (e il rischio finanziario) altrui. Forse, è proprio questo che non sta rendendo attraente il Verona ai possibili acquirenti: perché metterci soldi se lascio tutto poi in mano a Setti? Il modello Percassi non è replicabile a Verona. Semplicemente perché lui non rappresenta quello che è ed è stato Percassi per Bergamo. Meglio aspettare, quindi.

Setti si avvia a presentare un nuovo Verona senza budget per rinforzare la squadra. I Noslin, Coppola, Suslov, Montipò sono il suo budget. Sogliano ha però annunciato che rimane, e questo mi rassicura. Mi piacerebbe che restasse anche Baroni, orgoglioso non solo dei tifosi e dei suoi uomini, ma anche perché convinto che l'Hellas è la soluzione migliore. Purtroppo, però per Setti i contratti sono solo pezzi di carta, e questo lascia aperta ogni soluzione, anche la peggiore. I prossimi giorni sapremo chi guiderà la squadra in panchina, ma prepariamoci a nuove scommesse. E forse, speriamo, nuove opportunità.

E' facile arrogarsi meriti di longevità sportiva in serie A con dirigenti così. Sogliano, in 18 mesi, ha costruito 3 Hellas Verona differenti strappando 2 salvezze consecutive e questo ci fa comprendere di quanto valore tecnico e umano ha prodotto in poco tempo. Da solo, è stato in grado di compensare tutto ciò che la proprietà non riesce più a fornire. A Verona ha trovato la sua identità, il suo spazio vitale, la sua realizzazione professionale. Ora possiamo allentare un po' la tensione. I conti dovrebbero essere in regola e siamo in buone mani. Ci sono i presupposti per soffrire di meno l'anno prossimo. Speriamo.

Massimo

Colonna sonora: Meraviglioso di Negramaro

Foto gazzetta.it

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I BLOCCHI MENTALI CHE STANNO FRENANDO IL VERONA


La classifica impone subito alcune riflessioni e mostra le fragilità della squadra: il Verona non sa più vincere. Nelle 6 partite di Campionato finora giocate (alle quali dovrei aggiungere i 2 pareggi di Coppa Italia dei quali non considero l'esito finale dei calci di rigori) ha pareggiato 3 volte e perso 3. Ha esattamente la metà dei punti dell'anno scorso. Eppure, escludendo la trasferta in casa della Lazio ha sempre lottato, creato occasioni, tirato in porta. Qualcuno si scandalizza se dico che con la Cremonese meritavamo i 3 punti e con Roma e Sassuolo non meritavamo di perdere? Il Verona finora ha tirato ben 82 volte realizzando solo 1 gol su azione (Serdar) e 1 su rigore (Orban) e cogliendo 3 pali/traverse (Giovane all'Udinese, Bernede alla Lazio, Orban alla Roma) contro i 75 tiri subiti di cui 9 finiti in rete. Fa la prestazione ma manca il risultato. Ci prova ma non riesce. Tutto questo mi spaventa.

[continua]

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