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PROSSIMO IMPEGNO
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Nei periodi incerti sentiamo il bisogno di trovare appigli a cui aggrapparci e costruire poi storie che mitighino o compensino il nostro stato d'ansia. Se poi queste storie sono ben costruite riescono persino a reinterpretare il disagio a nostro vantaggio. Sono poi i fattori esterni ed oggettivi a smontare eventualmente la torre di Babele che ci siamo costruiti, se è stata edificata su fondamenta fragili. Comode, al nostro servizio. In realtà, il trucco non sta tanto nel reinterpretare la realtà a nostro piacimento, quanto prendere coscienza che tutto ciò che accade è figlio del caos e che la nostra funzione è semplicemente quella di indirizzarne l'andamento. Attenzione, indirizzare non certo veicolare. Altrimenti, vorrebbe dire ricadere nell'errore precedente. Esempio: il caos genera l'errore di Terracciano che consente al Verona di calciare un rigore che né Djiuric, né Ngonge riescono a trasformare. Vince poi la Fiorentina con 3 tiri in porta in tutta la partita. Noi abbiamo tirato in porta 7 volte.
Nel disagio di classifica che anche quest'anno ci sta trasmettendo l'Hellas ogni tipo di confronto tra la situazione attuale e quella dello scorso campionato è inaffidabile e inutile. Inutile cercare lì conforto. Alla sedicesima giornata la squadra di Baroni viaggia al penultimo posto di classifica, con 11 punti conquistati 5 in più dell'anno scorso. Sulla carta parrebbe un buon risultato. In realtà l'anno scorso questa giornata fu giocata il 4 gennaio, e coincideva con l'inizio dell'avventura vincente di Sogliano e Zaffaroni. Per la cronaca, l'esordio fu gratificato dal buon pareggio in casa del Torino (gol di Djiuric).
Tutto ciò premesso, dobbiamo renderci conto che questo è un campionato completamente diverso, con alcuni elementi positivi e altri negativi che, mettendoli sui piatti di una bilancia, si annullano tra loro. E comunque non forniscono indicazioni.
L'anno scorso Setti aveva affidato la squadra alla scommessa Cioffi prima e alla scommessa Bocchetti poi, sprecando di fatto tutta la prima parte del campionato fino alla sosta mondiale. Un'ingenuità dietro l'altra del nostro presuntuoso presidente (alla quale, per completezza, aggiungo quella di Corrent sulla panchina del Mantova). Quest'anno invece è arrivato Baroni, che in serie A deve ancora dimostrare il suo valore, ma è reduce da una buona stagione a Lecce. Baroni, per l'esperienza accumulata non può certo definirsi una scommessa. Anche se le 16 formazioni differenti schierate finora hanno lasciato i tifosi (e probabilmente anche i giocatori) alquanto perplessi. Ultimamente, con l'assetto della difesa a 4 e l'accantonamento più o meno definitivo di Saponara, Doig e Bonazzoli si comincia a intravvedere un'identità gialloblù. Ma quanto tempo è stato sprecato? Se non eravamo convinti di Cioffi e Bocchetti l'anno scorso, Baroni deve ancora convincerci del tutto.
Come detto, la sedicesima giornata ha coinciso con il ritorno di Sogliano. Prima c'era Marroccu che ha subito l'ingerenza di Setti lato tecnico, ha sbagliato la comunicazione verso l'esterno e abbandonato la squadra a Bocchetti, Veloso e compagnia varia. Dal punto di vista di mercato, peraltro, qualche colpo buono lo ha messo. Cito, per tutti, Hien, Djuric e Henry. Ora che abbiamo Sogliano non possiamo certo verificare un gran miglioramento di classifica. Un po' per mancanza di risorse da investire, un po' perché anche lui ha commesso diversi errori di mercato. Lo svincolato Saponara, ad esempio, sembra sia invecchiato di 10 anni, sempre fuori dal progetto, altro che cambio di Verdi...; Serdar, giocatore in prestito ma con un ingaggio sproporzionato, è di una modestia imbarazzante; idem Mboula scomparso ad agosto; infine, manca un Depaoli. C'è del potenziale tra i giovani, ma la classifica, al di là della confusione di Baroni, dimostra limiti evidenti dal punto di vista qualitativo.
L'anno scorso, la sosta mondiale ci ha aiutato moltissimo. Ha consentito a Sogliano di resettare l'ambiente, ha messo in panchina una persona non eccitata dal bagliore croato, ha portato qualche giocatore decisivo (Ngonge e Duda su tutti). Quest'anno, non c'è stata una sosta così lunga ma, la pausa delle nazionali e la paura concreta di essere esonerato, hanno costretto Baroni a prendere decisioni importanti e di portarle avanti (Tchatchoua, Suslov, Terracciano a sinistra).
Concludo con il valore delle avversarie. L'anno scorso si è capito subito che la neopromossa Cremonese non ce l'avrebbe fatta e così la Sampdoria costretta a lottare sul fronte finanziario oltre che sportivo. C'era quindi un unico antagonista ben definito, lo Spezia, e la corsa si doveva fare lì. E lì, il caos ha giocato tutto a nostro favore: l'inopportuna cessione di Kiwior all'Arsenal per 25 milioni e l'esonero di Gotti hanno agevolato moltissimo la rincorsa del Verona contro un avversario uscito a gennaio nettamente indebolito. Quest'anno non sarà così. Peggio di noi, al momento, vedo solo la Salernitana che a gennaio può comunque rinforzarsi. Le neopromosse sono tutte ben guidate in panchina. Non ci sono vittime sacrificali. Il Lecce è vivo, come valore ce la giochiamo con Empoli e Udinese. Per questo, ha ragione Sogliano a lamentarsi dei 3 o 4 punti sprecati da Baroni e del fatto che questa lotta per la salvezza sarà molto più impegnativa dell'anno scorso.
Insomma, al momento è molto difficile trovare un riferimento sulla base dello scorso campionato. Di sicuro abbiamo una squadra viva, che crea e spreca occasioni (come si fa a perdere giocando in quel modo a Firenze?) e si appresta ad affrontare due importanti scontri diretti con Salernitana e Cagliari. Accadde lo stesso l'anno scorso e fu sfruttato benissimo con i 6 punti conquistati al Bentegodi contro Cremonese e Lecce che accesero poi il motore alla rincorsa dello Spezia.
Il mercato, a mio avviso, sarà determinante anche quest'anno. Le squadre sono tutte così vicine tra loro che bastano un paio di innesti azzeccati per rompere l'equilibrio. Ma qui entra in gioco l'incognita del passaggio di proprietà: se arriva in fretta potrebbe portare anche qualche soldo da investire, in caso contrario Sogliano sarà costretto a cedere un paio di giocatori di peso per aggiustare la rosa. Questo è un tema che meriterebbe molto più spazio, ma al momento non abbiamo elementi e quindi conviene restare a guardare. Lato personale, non capisco proprio la posizione di questa proprietà senza più soldi che continua a proporre solo soluzioni in emergenza. Setti, ma se non te lo puoi permettere il Verona perché non lo vendi? Che senso ha tenere duro? gli eventuali compratori adegueranno sempre le loro offerte al tuo stato di necessità non certo al valore simbolico (quale, poi?) della società. Comunque, in estrema sintesi, la legge del caos comanda imperterrita a Verona e al momento abbiamo sempre meno carte in mano per uscirne fuori. A fine anno, ne sapremo di più. Buon Natale a tutti.
Massimo
Colonna sonora: Ghosts di Bruce Sprinsteen
Lazio e Torino, che peraltro sono formazioni superiori, hanno evidenziato un tema già affrontato durante l'estate: la difesa. È innegabile che Sogliano abbia lavorato con maggiore attenzione alla scoperta prima e all'arrivo poi di giocatori di qualità a centrocampo e in attacco, in ottica plusvalenze. E si vede. Ogni partita scopriamo un gesto tecnico superiore alla media da parte di Harroui, Kastanos, Tengstedt, e perfino di Livramento e Mosquera. Altri ne arriveranno da nuovi giocatori che al momento non conosciamo bene perché si stanno ancora integrando. Per non parlare dell'evoluzione esponenziale di Belahyane che creerà non pochi, ma piacevoli, problemi di turnover al mister al rientro di Duda e Serdar. Sulla difesa invece non si è lavorato. O non abbastanza. Gli arrivi nel finale di Daniliuc e Bradaric non sembrano decisivi in un reparto dove Frese e Okou faticano ad adattarsi al livello del nostro campionato. E neppure i ritorni di Faraoni (bloccato a Verona solo a causa di un ingaggio pesante) e Ghilardi (mai veramente preso in considerazione) sembrano essere un valore aggiunto.
[continua]Qual è stato il miglior gialloblu in campo in
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Riepilogo stagionale e classifica generale
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